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D. Bonhoeffer, Sequela. Parte 17

Falò sulla spiaggia

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: D. Bonhoeffer, Sequela. Parte 17
Mercoledì 23 agosto 2023

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Mt 20, 1-16)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”.
Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”.
Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a mercoledì 23 agosto 2023. Festeggiamo quest’oggi Santa Rosa da Lima, Vergine

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa messa di oggi, tratto dal capitolo ventesimo del Vangelo di San Matteo, versetti 1-16.

Continuiamo la nostra lettura del libro di Bonhoeffer, Sequela.

Bonhoeffer sta affrontando il brano evangelico del giovane ricco. Scrive:

Per due volte il giovane è sottoposto di fronte alla verità della parola di Dio. Per due volte. Non può più sottrarsi al comandamento di Dio. Certo, il comandamento è chiaro e gli si deve necessariamente ubbidire, ma non basta. «Tutto questo io l’ho osservato fin dalla fanciullezza, che altro mi manca», dice il giovane ricco rispondendo a Gesù. Nel dare questa risposta, il giovane probabilmente era convinto della lealtà del suo intento, come per le battute precedenti. E proprio in questo consiste la sua ostinazione verso Gesù. Conosce il comandamento, lo ha osservato, ma pensa che ciò non sia tutta la volontà di Dio, che vi si debba aggiungere ancora qualcosa, qualcosa di straordinario, di unico. Egli vuol fare questo qualcosa. Il comandamento manifesto di Dio è incompleto, dice il giovane nel suo tentativo estremo di fuga di fronte al vero comandamento, nell’ultimo tentativo di restare centrato su sé stesso, di decidere in proprio circa il bene e il male. Il comandamento viene ora accolto positivamente, ma al tempo stesso attaccato frontalmente. «Tutto questo io l’ho osservato; che altro mi manca?» Marco aggiunge a questo punto: «Allora Gesù, fissando lo sguardo su di lui, lo amò» (10,21). Gesù si rende conto che il giovane si è chiuso irrimediabilmente alla parola viva di Dio; che egli, con tutta la sua serietà, con tutto il suo essere, si scatena contro il comandamento vivente, la schietta ubbidienza. Vuol aiutare il giovane, lo ha amato. Perciò gli dà un’ultima risposta: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quanto hai, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi». Ci sono tre cose da notare in queste parole rivolte al giovane: primo, è Gesù in persona che, ora, comanda. Gesù, che poco prima aveva indirizzato lo sguardo del giovane dal buon maestro al Dio che solo è buono, ora si assume personalmente l’autorità di dire la parola e il comandamento definitivi. Il giovane deve rendersi conto di aver di fronte il Figlio di Dio in persona. Proprio per il fatto di essere Figlio di Dio, che era rimasto nascosto al giovane ricco, Gesù lo aveva distolto da sé per indicargli il Padre, mostrandosi in tal modo in perfetta unità con il Padre. È questa stessa unità che ora consente a Gesù di pronunciare personalmente il comandamento del Padre. Ciò deve risultare chiaro senza ombra di equivoco al giovane, nel percepire la chiamata di Gesù alla sequela. Questa è la somma di tutti i comandamenti, il discepolo deve vivere in comunione con il Cristo, Cristo è la finalità dei comandamenti. Questo Cristo ora gli sta di fronte e lo chiama.

Fermiamoci. Questo giovane viene posto davanti alla verità della Parola di Dio due volte, dice Bonhoeffer: ora non si può più sottrarre. Il comandamento è chiaro e lui deve obbedire. Questo giovane — dice Bonhoeffer — era convinto probabilmente della lealtà del suo intento. E proprio in questo sta la sua ostinazione verso Gesù. Cioè, lui conosce il comandamento, lo ha osservato, ma pensa che la volontà di Dio sia altra. Non basta, bisogna aggiungere qualcosa, qualcosa di straordinario. Cioè, non basta osservare i dieci comandamenti, come se i dieci comandamenti fossero insufficienti, come se dei dieci comandamenti uno dicesse: “Vabbè, io li ho fatti tutti, sono a posto”. I dieci comandamenti non sono la lista della spesa che io spunto. I dieci comandamenti sono uno stile di vita, dove Dio è al primo posto e poi c’è il servizio ai fratelli. Quindi per lui questo comandamento è incompleto. E quindi che cosa abbiamo? Abbiamo che lui cerca di fuggire dal comandamento — appunto in questo modo — cerca di restare concentrato su sé stesso e di essere lui che decide il bene e il male. L’abbiamo già visto, no? Lui, quindi, accoglie il comandamento, ma allo stesso tempo lo attacca frontalmente. 

«Tutto questo io l’ho osservato; che altro mi manca?»

E che altro ti deve mancare? Che altro deve mancare? Questo Vangelo ci mostra un uomo, questo giovane, chiuso, purtroppo irrimediabilmente chiuso alla Parola viva di Dio. Un uomo che si scatena contro il comandamento di Dio, contro la schietta obbedienza. Può succedere. E quindi a questo punto Gesù in persona comanda — l’unità col Padre gli permette di fare questo — e il giovane sente la chiamata alla sequela. 

E adesso Bonhoeffer fa una sintesi e dice: la somma di tutti i comandamenti qual è? Cioè, 1+2+3+4, tutti i comandamenti messi l’uno in fila all’altro, sommati, il risultato qual è? Vivere in comunione con Gesù. Gesù è la finalità, lo scopo dei dieci comandamenti. Questo Gesù ora gli sta di fronte, e lo chiama. Uno dice: “Tu perché osservi i dieci comandamenti?” — “Per vivere in comunione con Gesù” — “Qual è lo scopo dei dieci comandamenti?” — “È Gesù”. Se uno è chiuso a tutto questo, non ci si può fare niente.

Pensate al giorno dell’Assunta, il 15 agosto — io appunto mi sono scagliato contro l’espressione “Ferragosto”, e purtroppo è arrivata anche a me la frasetta “buon Ferragosto”. Qualcuno potrebbe chiedere: “Ma perché padre Giorgio si è scagliato contro l’espressione ‘Ferragosto’, che male c’è?” 

La parola “Ferragosto” deriva dalle feriae augusti, il riposo di Augusto, una festività decisa dall’imperatore romano Ottaviano Augusto nel 18 a.C. — Capite? Nel 18 a.C.! Decisa dall’imperatore romano Ottaviano Augusto — la festa si rifaceva in parte ai consualia, le antiche feste romane celebrate alla fine dei lavori agricoli e dedicate a Conso, il Dio dei granai e della fertilità. 

Avete capito perché ve l’ho detto? Ho aspettato a dirvelo un po’ perché sicuramente poi ci sono i soliti che fanno la loro piccola polemica: “Ecco, sì, però che cosa vuol dire? Ma perché, ma che male c’è?”. 

Scusate, ma cosa c’entra il dio dei granai, della fertilità, il dio Conso, cosa c’entra l’imperatore romano Ottaviano Augusto con l’Assunzione di Maria Vergine in cielo? Il giorno dell’Assunta devo andare a dire ad un cristiano cattolico: “Buon Ferragosto”, che vuol dire: “Tanti auguri per la nostra fede, il nostro amore, la nostra devozione al dio Conso, il dio dei granai e della fertilità”? Ma stiamo scherzando? Ma cos’è questa cosa? Ma vi rendete conto? Voi andate a prendere dieci vostri amici, dieci vostri conoscenti, e chiedete loro: “Senti, tu al 15 di agosto che cosa hai augurato?” — “Buon Ferragosto” — “Ok, mi puoi dire che cosa vuol dire Ferragosto, cioè da dove arriva questa parola? Perché hai detto buon Ferragosto? Che cosa vuol dire ‘Ferragosto’? E che cosa hai augurato dicendo ‘buon Ferragosto’? Che augurio hai fatto?” Noi siamo pieni di parole che non sappiamo cosa significano. 

E allora vi racconto cosa mi è successo; mi è successo che il giorno del 15 di agosto una signora mi è venuta incontro e mi ha detto: “Oh, buongiorno, buon Ferragosto!” e ho risposto: “Buona festa dell’Assunta”. Lei si è fermata e m’ha detto: “Ah già è vero, è la festa di Maria Vergine, ah è vero, eh sì… Il giorno di Ferragosto si rischia di dimenticarsi di Maria Vergine…” — “Eh sì, signora, si rischia di dimenticarsi dell’unica cosa importante e necessaria e indispensabile e vera, perché noi oggi festeggiamo l’Assunzione di Maria Vergine in cielo, anima e corpo, non Ferragosto, non il dio Conso, non il dio dei granai e della fertilità!” 

Capite perché in questi giorni vi ho detto che è un saluto pagano? No, perché sapete, poi magari qualcuno dice “Eh, ma che espressioni forti, ‘un saluto pagano’! Ma cosa stai dicendo?” È storia, ignorante! Capite? L’ignoranza crassa e supina, che non ha fine e non ha confine. Studia! Invece di parlare a vanvera, invece di dire: “Eh, ma cos’è? Ma perché? Che esagerazione, un saluto pagano!”. Certo, è un saluto pagano! È un saluto del 18 a.C. Non era neanche nato Gesù quando hanno istituito questa festa! Cosa c’entri tu, cosa c’entro io con l’imperatore romano Ottaviano Augusto? Ma ditemi un po’, ma chi di voi conosce la vita dell’imperatore Ottaviano Augusto? Ma scusate un attimo, ma chi di voi conosce il dio Conso? Parlatemi del dio Conso, parlatene. Ditemi vita, morte e miracoli del dio Conso e di quanto voi gli siete grati nel giorno del 15 di agosto, e che in suo onore fate tutta la festa possibile immaginabile, perché lui ha benedetto i vostri granai e la vostra fertilità. No, ma qui veramente siamo alle comiche, eh? Siamo alle comiche della follia! Questo è il primo caso che mi è successo il giorno del 15 di agosto. 

Al pomeriggio — guardate, è incredibile! — stavo passeggiando per strada e… sembrava proprio un film, frazione di mezzo secondo: io andavo in una direzione, veniva verso di me un insieme di coppie di amici o di fidanzati, quello che erano… uno del gruppo tira fuori il telefono, che gli deve essere suonato, e dice: “Oh, ma sapete che mi ha scritto? Mi ha scritto Tizio e mi ha detto: ‘Buona festa dell’Assunta’. Ma scusate, assunta chi? E assunta dove?” e rideva, rideva.

Mi si è gelato il sangue. Vi rendete conto? In quel momento ho visto il Vangelo di Gesù e mi sono sentito dentro un’idea che passava: “Non gettate le vostre perle — le margaritas, vi ricordate? — non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché calpestandole, girandosi, vi sbraneranno”. Ma io dico: scusate, stiamo attenti! A un bozzo tricheco del genere dobbiamo andare a dire “Buona festa dell’Assunta”? Santa pazienza, rendiamoci conto che non è che siccome noi abbiamo la fede, perché fargli gli auguri: Buona festa dell’Assunta?! Questa è la risposta che il signor Tizio, la signora Caia, senza saperlo, si sono trovati in mezzo a una strada, tra risa e contro-risa e prese in giro, non solo della persona che ha mandato il messaggio, ma anche verso la Vergine Maria: “Ma assunta chi? Ma assunta dove?”. 

Impariamo, per favore, a essere intelligenti, a non agire in base a una sorta di “prurito devozionistico”, per cui l’importante è fare il mio compito, che è quello di dire “auguri dell’Assunta”, perché così io sono a posto. Lo dico a chi ha senso che lo possa dire! Lo dico almeno in faccia alla persona, che così se deve ridermi in faccia, ride in faccia a me, poi ne parliamo! Ma non si regalano certi doni a chi sappiamo chiaramente che non condivide un cammino di fede. Io il giorno dell’Assunta ho mandato gli auguri, anche attraverso messaggi, ad alcune persone care, ad alcuni confratelli, ad alcuni sacerdoti, ma sapevo benissimo la loro fede, e infatti ho ricevuto delle risposte assolutamente adeguate. Qualcuno che avevo accanto mi ha detto: “Ma padre, a questa persona non manda gli auguri?” e io ho risposto: “No, non li mando. Perché tanto non li capisce, quindi non mando nessun augurio”. 

Io non ho niente da spartire con il dio Conso, niente. Per me è il nulla assoluto. E non ho niente da spartire con Ottaviano Augusto, vissuto nel 18 a.C. Non mi interessa neanche sapere chi è, non mi interessa niente, nulla. E non mi interessa festeggiare il suo riposo. Questa è la cosa più importante! Non festeggio il riposo di Dio la domenica, non festeggio la Vergine Maria e festeggio il riposo dell’imperatore Augusto, vissuto nel 18 a.C.? Ma vi rendete conto in che stato di dissociazione mentale siamo? 

Fate l’esperimento: andate, prendete dieci amici, dieci persone, prendetene venti, prendetene cinquanta e dite: “Ferragosto che cosa vuol dire? A cosa fa riferimento? Perché diciamo ‘buon Ferragosto’? Me lo sa spiegare? Abbiamo festeggiato che cosa? Visto che non abbiamo festeggiato la Vergine Maria, perché ‘assunta chi? assunta dove?’, allora abbiamo festeggiato Ferragosto: che cosa abbiamo festeggiato di Ferragosto? Chi abbiamo festeggiato di Ferragosto?” Non lo sanno perché sono ignoranti, punto. E l’ignoranza oggi è diventata regina: guai a non inchinarsi prostrati all’ignoranza! Andiamo avanti, andiamo avanti perché guardate… Incredibile! Bah, vabbè…

Date queste premesse non posso pensare che i cristiani sappiano cosa sono i dieci comandamenti e che li sappiano dire tutti in fila. Ma certo, si augurano “buon Ferragosto” e non sanno neanche cos’è… ma dico, di cosa stiamo parlando? 

“Perché devo osservare i dieci comandamenti? Perché devo osservare il riposo della domenica?” — “Ma vedi un po’ tu…” — “Eh no, ma io il cornetto con la brioche dopo la messa non me lo posso mica perdere, eh? Tanto, se non ci vado io, ci vanno gli altri”. 

Beh, allora che cosa vuol dire? Siccome tutti sparano, sparo anch’io, perché tanto tutti sparano e io non foglio fare la parte del più scemo che non devo sparare. Ma che cosa stiamo dicendo? Ma che ragionamento è questo? Quella cosa è bene o è male? È vera o è falsa? Punto! Poi non ha importanza se la fanno tutti o non la fa nessuno. 

Se dici questo oggi cosa ti dicono: “Eh sei rigorista, eh sei fondamentalista, eh sei rigido, eh ma sei duro, eh ma sei dogmatico…” Se poi gli chiedete: “Per favore, mi puoi spiegare cosa vuol dire ‘fondamentalista’, ‘rigorista’, ‘dogmatico’?” Poi dogmatico … vabbè, lasciamo perdere, che qui si crepano gli occhi dal terrore di quello che esce da quella bocca… “Cosa vuol dire dogmatico?” Non lo sanno. Non lo sanno perché non amano il linguaggio, non amano l’etimo della parola, non la conoscono, ignoranti. Ah, mia nonna me lo diceva sempre: “Giorgio, ricordati: meglio avere a che fare con un brigante che con un ignorante”. Verissimo, parole sante! 

Allora Bonhoeffer scrive: 

Non è più possibile cercare una scappatoia nell’impostura del conflitto etico. 

È finito! Giovane ricco, è finita! La tua scappatoia è finita, nell’impostura del tuo conflitto etico. 

Il comandamento è univoco: seguimi.

Punto. Questo è il comandamento che adesso Gesù gli rivolge: seguimi. 

Ci fermiamo qui: domani andremo avanti con il secondo punto, oggi abbiamo visto la prima delle cose da notare in queste parole rivolte al giovane, e che è Gesù in persona che comanda. Domani vedremo il secondo aspetto.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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