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Il Sacerdote non si appartiene, di Mons. Fulton Sheen: 18° parte

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di lunedì 21 giugno – Memoria di S. Luigi Gonzaga

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

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Il Sacerdote non si appartiene, di Mons. Fulton Sheen: 18° parte

Eccoci giunti a lunedì 21 giugno 2021. Oggi festeggiamo San Luigi Gonzaga, religioso. Una bellissima figura, che ha fatto della verginità, del cuore indiviso, del corpo dedicato, tutta la sua vita. Il Vangelo della Santa Messa di oggi, che abbiamo appena letto, tratto dal capitolo VII, versetti 1-5 di San Matteo ci dice di stare molto attenti, di non giudicare nessuno. Cosa vuol dire “non giudicare”? Non vuol dire che io vedo una persona, un comportamento e non mi viene nel cuore un giudizio, cioè una sintesi, ma non dobbiamo mai dimenticare che quella sintesi riguarda un atto esterno; ho visto un atto esterno per cui non so esattamente che cosa c’è nel cuore di quella persona, perché quella persona si è comportata così. Non giudichiamo nessuno, noi che oggi siamo così tanto sensibili al tema delle povertà, mi chiedo se nelle nostre chiese durante una Messa solenne di Pasqua, di Natale, dovesse entrare una prostituta, qualcuno che è pubblicamente riconoscibile, e che si capisce che oggettivamente ha una vita immorale, non saremmo noi forse i primi a girarci e guardare? Ma noi che cosa ne sappiamo della vita degli altri? Cosa ne sappiamo del perché uno ha compiuto quel gesto? Magari quella persona realizza nella sua carne ciò che noi realizziamo ogni giorno nel nostro cuore e nella nostra mente, quindi non facciamo tanto gli scandalizzati.

Mi ricordo e mi ricorderò sempre, ad una catechesi del lunedì sera di qualche anno fa, arrivò una signora nuova, mi ricordo ancora il nome di quella signora, si mise davanti, c’era una marea di gente, tantissime persone, più di cento, quando ci sono così tante persone tutti sono un po’ intimoriti nel fare le domande, per il rispetto umano, per il fare bella figura, tutte queste cose qui, mentre stavo parlando questa signora chiede la parola, e io le rispondo: “Mi dica signora”.

Lei mi guarda e fa: “Ma questi qui cos’è che scrivono? Cos’è che continuano a scrivere? Ma cosa scrivete! Ma cosa continuate a scrivere che cosa!”

Io da una parte stavo per scoppiare a ridere perché ho pensato:

“Questa l’ha mandata il Cielo. Da dove arriva questa donna?”

E lei ha continuato:

“Ma cosa scrivete? Ma smettetela di scrivere!”

Voi immaginatevi l’imbarazzo generale, tutti con le penne in mano e i quaderni sulle gambe, con questa donna che diceva: “Che cosa scrivete a fare”. 

Il suo ragionamento era: inutile scrivere, se poi tutti quegli appunti non li rileggete. E questa è una domanda importante.

Cosa scriviamo a fare se poi mai andiamo a riprendere ciò che abbiamo scritto, mai abbiamo riletto ciò che abbiamo scritto? Cosa abbiamo scritto a fare? Per metterci a posto la coscienza e dire: il mio compito l’ho fatto. Ma la vita cristiana, la vita in Gesù, ve l’ho già detto, e ve lo ripeto, non sono i “punti paradiso”, non è che vai alla cassa paghi e io ti do i punti paradiso per prenderti il sottovaso di ceramica, non è questa la vita cristiana. Quindi non è che se tu hai scritto, hai fatto il tuo bel compitino, allora siamo tutti contenti, felici, e nella pace. Non  funziona così. 

Proseguiamo col testo del Venerabile Fulton Sheen “Il Sacerdote non si appartiene”, stiamo vedendo lo Spirito Santo e il Sacerdote.

“Lo Spirito Santo rivela il Cristo”

“Accade spesso che un Sacerdote incontri un uomo, un uomo come si deve, ma al quale Dio non ha dato il dono inapprezzabile della fede.”

Ce ne sono, poverini, persone brave, buone, ma senza fede.

 “Quell’uomo farà una valutazione del Cristo. La farà onestamente, entro i limiti del suo discernimento umano. Dirà che il Cristo è stato un grande pensatore e un sant’uomo, stabilendo un parallelo con Budda, Confucio, Socrate e Platone. Però, san Paolo ci dice:

così nessuno può dire «Gesù è Signore» se non sotto l’azione dello Spirito Santo (1Cor 12, 3).

Chi non ha lo Spirito Lo chiama «un grand’uomo», «un maestro», ma per vederLo come il Signore del cielo e della terra, il Figlio del Dio Vivente, occorre l’intervento dello Spirito Santo.

Così stando le cose, non potrebbe darsi che il nostro insuccesso nel leggere le Scritture, nel predicare la redenzione, nell’operare conversioni, nel dare migliori direttive spirituali, sia dovuto al fatto che non abbiamo ponderato e assorbito a sufficienza i consigli datici dal Signore durante l’Ultima Cena?”

“Fate questo in memoria di Me”, per esempio.

“Perché qualcuno di noi si sente a disagio alla presenza di Dio?”

Domanda interessantissima. È vero, ma credo che l’abbiamo sperimentato anche noi qualche volta, di sentirci a disagio davanti a Dio. 

“Che sia per amore eccessivo alle comodità, per spirito d’invidia e gelosia, per compiacenza della propria condizione di ecclesiastico, per una specie di attivismo pugnace in luogo della preghiera e della vigilanza?”

Da dove arriva questo disagio? Dall’invidia e dalla gelosia, dalla compiacenza, dall’amore alle comodità? Da una preghiera sostituita con l’attivismo?

“Se lo Spirito del Cristo fa difetto, non spiega, forse, quella certa riluttanza ad apparire più spesso e più gioiosamente alla sua Presenza Eucaristica?”

Manca lo Spirito di Dio, manca lo Spirito Santo, e allora dobbiamo invocare lo Spirito Santo. 

“Una persona che detesti la matematica non si sentirebbe infelice a un congresso di matematici?”

Eh sì. Che bello vedere quelle persone che si convertono, magari dopo anni di una vita lontana da Dio, quante ce ne sono! E oggi vorrei proprio dire una parola a queste persone che nella vita hanno fatto tanto male, che nella vita si sono tanto allontanate da Dio, che hanno fatto peccati gravissimi, e che avvertono sempre questo disagio, questa non pienezza dello stare davanti a Gesù. Innanzitutto vorrei dirvi che voi avete un Santo Patrono, ho parlato al voi ma dovrei dire, noi abbiamo un Santo Patrono che forse non conosciamo tanto, o conosciamo di più la seconda parte della sua vita, ma la prima parte non la conosciamo, il nostro Santo Patrono è il Beato Bartolo Longo, il fondatore del Santuario della Madonna di Pompei. Poco prima di ottobre, nella Novena in preparazione della Madonna del Rosario che sarà il 7 ottobre — quindi prenderemo un pezzettino di settembre, poi tutta la prima settimana di ottobre, perché la festa della Madonna di Pompei si celebra la prima domenica di ottobre o il 7 ottobre che è il giorno fisso, io la farò il 7 — in quei nove giorni vi parlerò di questa figura, del Beato Bartolo Longo, una figura veramente meravigliosa, un laico, lui non è stato Sacerdote, né religioso, ma un laico che ha costruito il Santuario della Madonna di Pompei. Una persona ha costruito quel Santuario! Quando andrete in quel Santuario, ditemelo se andate, e chi ci abita vicino me lo dica subito perché ho un po’ di compiti da affidargli. 

Padre Pio, sapete, era devotissimo alla Madonna di Pompei, perché ottenne dalla Madonna di Pompei una grazia enorme: lui non voleva a partire per il militare, aveva molta paura di dover fare questa cosa, e fece fare delle Novene, dei Rosari alle sue figlie spirituali che abitavano lì, alla Madonna di Pompei, e la Madonna di Pompei gli ottenne la grazia di non partire. E Padre Pio voleva un gran bene a Bartolo Longo. 

Questa però è la seconda parte della vita di Bartolo Longo, la parte gloriosa. C’è una prima parte che ci fa vedere Bartolo Longo addirittura diventare sacerdote di Satana! Bartolo Longo divenne sacerdote di Satana. Vedremo cosa accadde, vedremo la sua vita, il suo percorso, come arrivò ad essere sacerdote di Satana e come, dall’essere sacerdote di Satana, Bartolo Longo divenne Apostolo infuocato della Vergine Maria, innamorato della Madonna, Santo della Madonna, uomo della Madonna, si innamorerà perdutamente della Vergine Maria. Ella sarà Colei che gli otterrà la grazia di liberarsi e di convertirsi, anche se poi, di fatto, lui porterà sempre con sè dei segni, soprattutto a livello fisico, molto pesanti. Se ha potuto lui, possiamo anche noi, che pur con tutto il male che abbiamo fatto non siamo diventati sacerdoti di Satana. 

E qui già vi dico l’importanza, ricordatevelo sempre, l’importanza per le mamme in attesa, di consacrare al Cuore Immacolato di Maria e al Sacratissimo Cuore di Gesù, e allo Spirito Santo, i lori bimbi già dal grembo materno. È importantissimo. È ciò che fece la mamma di Bartolo Longo: consacrò quel bambino ancora nel suo ventre al Cuore Immacolato di Maria. Questa Consacrazione precedette la consacrazione a Satana ovviamente, dell’essere sacerdote di Satana, e gli salvò l’anima, esattamente come Bruno Cornacchiola con i primi 9 venerdì del mese. I Sacri Cuori sono la nostra forza, la nostra salvezza, quindi appena una mamma sa di essere in dolce attesa, subito immediatamente proceda alla consacrazione di quel bimbo, non ha importanza sapere se è maschio o femmina, lo sa Dio, ma consacriamo quella vita nascente immediatamente ai Sacri Cuori. 

A coloro che nella loro vita hanno fatto tanto male, impariamo a fare come fece Bartolo Longo, che entrò in quella chiesa e davanti a quel Santo Sacerdote lo supplicò di non abbandonarlo nelle mani del demonio; non riusciva nemmeno a parlare, poverino, perché era posseduto ed era in una situazione gravissima. Non riusciva neanche a dire le cose, stava malissimo, aveva provato anche a suicidarsi, non mangiava più, non dormiva più, non riusciva più neanche a bere, vomitava tutto quello che ingeriva, perché il demonio è così. Più volte è arrivato in fin di vita, addirittura non si lavava più, era diventato uno scarto umano. Ma siccome quando Bartolo Longo era partito per andare a Napoli per poi diventare avvocato, la mamma gli aveva fatto promettere di recitare ogni giorno il Santo Rosario, e lui, sacerdote di Satana, recitava ogni giorno il Santo Rosario, perché aveva dato la parola alla mamma. Sicuramente la consacrazione fatta dalla mamma e la recita quotidiana del Rosario gli hanno salvato l’anima e l’hanno reso il beato Bartolo Longo. Se l’ha potuto fare lui, lo possiamo fare anche noi, anche per noi c’è speranza, certo dobbiamo seguire una certa strada che è quella della recita del Rosario, la confessione frequente, la Consacrazione ai Sacri Cuori di Gesù e di Maria, allo Spirito Santo e tutte le bellissime pratiche che la Chiesa ci ha consegnato.

 “L’anima che detestasse la verità (per parlare in inadeguati termini umani) soffrirebbe più in cielo che in terra; parlando per analogia, la scarsezza dello Spirito di Cristo ci fa rifuggire dalla sua compagnia. Camminano forse due uomini insieme senza essersi messi d’accordo? (Am 3, 3).”

Capite perché dobbiamo invocare lo Spirito Santo? 

La Beata Elena Guerra faceva la preghiera del Pellegrino Russo, la preghiera del cuore, la faceva con l’invocazione dello Spirito Santo. Abbiamo bisogno di invocare lo Spirito della Verità per non detestarla mai. Qualunque male abbiamo fatto, se lo riconosciamo, se lo chiamiamo per nome, Dio lo perdona. Questa è la Misericordia di Dio, Bartolo Longo ne è un esempio, ha riconosciuto tutti i suoi peccati e Dio lo ha perdonato. Questa è la Misericordia di Dio, non: “Muoio nel peccato mortale tanto poi… ”. No, non è questa. Se noi non abbiamo lo Spirito di Cristo, noi non abbiamo il desiderio di stare con Gesù.

“Il Sacerdote non deve rifiutare questa intimità con lo Spirito Santo al momento che gli sembrerà più opportuno (At 24, 25). Se trascura il prodotto, subentra il surrogato. Giunge il momento in cui è troppo tardi per pentirsi, e finanche per chiedere di intingere la punta di un dito nell’acqua per bagnarsi la lingua (Le 16, 24).”

Noi non dobbiamo mai rifiutare l’intimità dello Spirito Santo, con lo Spirito Santo, dobbiamo sempre essere uniti, invocarlo tanto. 

“Se trascura il prodotto, subentra il surrogato.”

Certo. Quando uno dice, che sia Sacerdote o sposato: “Ha trovato l’amante, ha trovato la donna… ”. Anche Bartolo Longo subirà questa tentazione, vi racconterò la storia, la prima ragazza di cui lui si innamorò, lì però ci fu lo zampino del diavolo, infatti il suo Padre Spirituale lo cacciò immediatamente via appena lo seppe: “Mi hai tradito! Hai reso vano tutto! Vattene!” e lo mandò via. Lui si separerà da questo Sacerdote Santo per poi ritornare  da lui più avanti. È una storia drammatica quella di Bartolo Longo, ha sofferto le pene dell’inferno, la persecuzione dei Sacerdoti, la persecuzione di San Pio X. Mi fermo se no vi racconto tutta la storia adesso.

“subentra il surrogato.”

Uno perché dall’altare finisce nel talamo? Perché finisce là? Perché uno dall’abbraccio dolce, caldo, amoroso, fedele di sua moglie, finisce tra le spire di un cobra, perché?

Stupidamente si pensa a motivo della lussuria. Guardate, non è così. La lussuria è un cane feroce, una pantera, è vero, ma è legata, quindi non è così.

Uno finisce tra le spire del cobra, dall’altare al talamo — non nuziale ovviamente — perché se trascura il prodotto subentra il surrogato, se trascura l’intimità con lo Spirito Santo, subentra il surrogato. E lo si vede. Adesso è estate, arriva il caldo, anche quando vado a passeggiare alla Villa Pamphili, se non vado al mattino all’alba perché non sempre è possibile, se vado durante il giorno si vede tutta la gente mezza nuda. Io passeggio e dico: “Hanno ragione un po’ quei cristiani che dicono: Padre com’è difficile! Padre d’estate com’è difficile!” Ovunque ti giri vedi qualcosa, questa è una tentazione per gli uomini come per le donne, perché si vedono anche uomini che si mettono a giocare a calcio a petto nudo. Chissà perché poi quello che pesa 180 kg non si scopre, non si toglie la maglietta. Ma il sole non serve anche a lui per le ossa, la vitamina D, per abbronzarsi? No, sta con la maglietta tirata lunga, sotto all’ombra. Solamente quelli che hanno la tartaruga e il corpo scolpito da Michelangelo devono prendere il sole? Solo le donne super formose con tutti i lineamenti super perfetti devono prendere il sole? 

“Padre, ma si rende conto? Fossero almeno brutti o brutte, l’occhio non mi cade. Ma ti si mette davanti tutto ciò che sembra il meglio possibile…”

Il consiglio che vi dò è questo: non trascuriamo il prodotto, invochiamo lo Spirito Santo, innamoriamoci di Gesù, perché vedete a quel punto non diventa più: “No, non devo guardare, non devo pensare, devo resistere”. Non si può vivere così. A quel punto diventerà un: “Grazie, ma non mi interessa”.

Quelle persone che vivono così non lo fanno per il sole, non è il sole che gli interessa, certo, si mettono al sole, giocano a calcio al sole, e non so cos’altro fanno sotto il sole con la scusa di abbronzarsi, perché quando vai in ufficio non vai a torso nudo, quando vai al mercato non vai in costume, e tu lo sai che non andrai con il costume super ritagliato. Al meglio che ti vada vedranno le braccia, più o meno dalla spalla in giù e un pezzo di gamba, quindi tu non sei lì mezzo nudo per questa ragione, ma ti metti lì mezzo nudo, esattamente come si mette la frutta al supermercato da far vedere, come il macellaio mette la carne sul bancone dietro al vetro. Ti metti lì sapendo di essere guardato e volendo essere guardato, perché piace essere guardati, piace far vedere ciò che piace. Se uno avesse coscienza del male che può provocare, si vestirebbe come un frate. Infatti quando io passo con il mio bell’abito e il tintinnio della mia meravigliosa corona del rosario, un po’ si coprono, gli dà un po’ vergogna e fastidio, quindi vuol dire che il tema non è la vitamina D, perché se no quando passa l’abito, che problema c’è? Ma l’abito richiama Qualcuno e lo sguardo di questo Qualcuno fa Verità.

Non trascuriamo il prodotto perché se no cercheremo il surrogato. E quando tu hai trascurato il prodotto ti puoi anche inchiodare i piedi al pavimento come le oche da paté, tu ci cadi nel surrogato, hai bisogno del surrogato, per forza, non puoi resistere. Ma se noi invece ci dedichiamo allo Spirito Santo, ci consacriamo a Lui, allora non giungerà mai il momento in cui è troppo tardi per pentirsi, in cui noi diremo: “Ti prego, mi fai intingere la punta del dito nell’acqua, bagnami questa bocca perché sono divorato da queste fiamme”.

Non giungerà, perché come dice Fulton Sheen:

“Il Battesimo fa di ogni cristiano una creatura nuova, un ambasciatore del Cielo.”

E io aggiungo: e la Cresima un soldato. E un soldato non si mischia col nemico, nel modo più assoluto. Un soldato mantiene la distanza e dice: “No grazie, non mi interessa. Non ti guardo, non perché resisto, ma perché non mi interessa”

Quando passeggio e vedo queste cose, quando percepisco che sono tante, che sono forti, alzo gli occhi al Cielo, mi metto la mano sul Crocefisso che porto sul petto, sull’abito e dico: “Gesù, però tu sei più bello. Assolutamente. Vali la pena di una vita. Solo Tu vali la pena del mio sguardo, e solo Tu vali la pena del mio pensiero”. E con la mia bellissima corona bianca proseguo la mia preghiera perché il Signore effonda su tutti noi questo fuoco bollente, divampante, potentissimo dello Spirito Santo. 

Tema: Gesù ostia, io voglio consolarti.

Fioretto: Usate ogni mezzo, specialmente la preghiera, per impedire il pervertimento degli innocenti, i quali tanto consolano il Cuore Eucaristico di Gesù.

Proprio quello di oggi. Mi ha colpito sentire un teologo dire:

“Prima o poi tutti veniamo a contatto con il male”.

Che stupidaggine! Non è vero! San Luigi Gonzaga è proprio l’esempio che non è vero, anche San Domenico Savio, non è vero che tutti veniamo a contatto con il male, assolutamente.

“E quindi allora bisogna vaccinarsi, prendendo un po’ di male alla volta”

Ma che stupidaggini! Ma che falsità! Nessuno viene a contatto con il male se non vuole entrare a contatto con il male. Il male ti passa accanto, è come un cane legato alla catena che ti abbaia, ma non ti morsica, è come un cobra che ti striscia davanti, ma tu non ci vai a mettere sopra il piede e quindi non ti morsica. Stiamo vicino agli innocenti, ai bambini, educhiamoli alla bellezza delle verginità del cuore, del corpo, della mente, cioè della dedizione, della dedicazione come si fa con l’altare, della loro vita al Signore.

Quando ero ragazzo, intorno ai 20 anni, da poco conoscevo il mio Padre Spirituale che adesso è morto — mi ha accompagnato per diciassette anni — una delle primissime volte fece un gesto importantissimo: nel salutarmi lui mi dava sempre la benedizione, ma quel giorno, nel salutarmi, mi prese la testa e se l’avvicinò a sé e mi diede un bacio sulla fronte. Io rimasi colpito e gli chiesi il motivo, e lui mi rispose: “Ti ho dato un bacio sulla fronte esattamente come il bacio che dò ogni giorno sull’altare, perché la tua mente deve essere ogni momento l’altare sul quale si celebra il Sacrificio di Cristo”.

Come si fa dopo questo a fare entrare nella testa immondizia? Pensate ad un bambino, ad un ragazzo, al quale date un bacio sulla fronte e gli dite: “Ti bacio come il Sacerdote bacia l’altare. Fai della tua mente l’altare del Sacrificio di Cristo.” 

Ossequio: Sostate ogni giorno qualche minuto in chiesa per una visita di consolazione al Cuore Eucaristico di Gesù.

Dovremmo farlo sempre, adesso che arriva l’estate mi raccomando che non sia la vendemmia del diavolo, ma amate Gesù ancora di più.

Giaculatoria: Cuore Eucaristico, – amante e buono, concedi affabile – il tuo perdono.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen. Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

 

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

 

SAN LUIGI GONZAGA, RELIGIOSO – memoria

VANGELO (Mt 7,1-5)
Togli prima la trave dal tuo occhio.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».

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