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Sacrosanctum Concilium – Capitolo I, § 11: “disposizioni personali”

Concilio Vaticano II - Sacrosanctum Concilium

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: Sacrosanctum Concilium – Capitolo I, § 11: “disposizioni personali”
Venerdì 11 ottobre 2024 – San Giovanni XXIII, papa

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Lc 11, 15-26)

In quel tempo, [dopo che Gesù ebbe scacciato un demonio,] alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo.
Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche Satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.
Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino.
Chi non è con me, è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde.
Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo e, non trovandone, dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a venerdì 11 ottobre 2024. Quest’oggi festeggiamo S. Giovanni XXIII, papa.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dall’undicesimo capitolo del Vangelo di san Luca, versetti 15-26.

La festa di S. Giovanni XXIII è importante, perché si va perfettamente a inserire nel discorso che stiamo facendo, in quanto fu proprio lui a convocare il Concilio Ecumenico Vaticano II. È bello che noi stiamo leggendo la Sacrosanctum Concilium proprio mentre si festeggia la sua memoria.

Il Vangelo di oggi è un Vangelo che davvero meriterebbe un bel commento, ma purtroppo il tempo ci è nemico. Due cose almeno mi vien da dire. La prima è che Gesù fa un ragionamento logico, perché lo accusano di compiere l’esorcismo in nome del diavolo (pensate che cosa illogica: compiere un esorcismo in nome del diavolo, ma come è possibile?) e gli dicono: “Tu lo fai per mezzo di Beelzebùl”, e Gesù fa il ragionamento e dice: “Ma come è possibile che il demonio cacci il demonio? Allora, se anche il suo regno è diviso, non può stare in piedi, e questo è il primo punto. Secondo: se io scaccio i demoni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano?”. Seconda domanda logica. A questo punto Gesù tira una conclusione: “Se invece io scaccio i demòni col dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio”. Siccome è impossibile che io li scacci in nome di Beelzebùl, allora avete un problema con la vostra testa, col vostro cuore.

Guardate che questo problema che hanno gli scribi e i farisei è un problema molto diffuso anche tra noi. Piuttosto che accettare la logica, piuttosto che accettare un ragionamento che potrebbe andare a correggere — parzialmente o radicalmente — le nostre idee sbagliate, preferiamo seguire le idee sbagliate e rinnegare il ragionamento. Ecco, questo vuol dire diventare stupidi. Stiamo molto attenti, perché solo la stupidità e l’ideologia fanno questo.

Noi non dobbiamo mai essere attaccati alle nostre idee, dobbiamo sempre lasciarci mettere in discussione. Non dobbiamo mai avere paura di mettere in verifica le nostre idee, ciò in cui crediamo, mai! Perché, se ciò in cui crediamo è vero, allora deve superare qualunque verifica. Non possiamo respingere a priori un ragionamento solo perché, secondo noi, è sbagliato. Se un ragionamento è sbagliato, va dimostrato che è sbagliato. Non basta dire: “Eh no, Gesù, tu questo non lo puoi fare!”, eh no, calma! Oppure: “Eh, Gesù, se tu fai questo, è perché lo fai nel nome di Beelzebùl”; chi l’ha detto? Solamente perché tu non riesci a pensare che io vengo da Dio? Ma questo è un tuo problema, i fatti dicono altro, capite?

Stiamo attenti, perché è molto diffusa questa cosa, soprattutto tra di noi. Abbiamo proprio degli schemi mentali rigidissimi, per cui non si ragiona. Io purtroppo ho avuto tante volte esperienza di questo — e non solo io, penso — e vi dico che è la cosa che mi fa più paura; veramente, è la cosa che temo di più; di cadere all’interno di questa durezza: “Ciò che dico io, ciò che penso io, è giusto e perfetto, perché lo dico io”. E non accetto un contraddittorio, non accetto altro; anche davanti alle prove evidenti, non ce n’è, non lo accetto. Piuttosto, chiudo un rapporto, chiudo una relazione, smetto di ascoltare una persona, di incontrarla, chiudo un’amicizia; non ce n’è! È terribile, e tra noi credenti, purtroppo, questa cosa succede di frequente. Uno è giallo, l’altro è bianco, e non è che il giallo e il bianco prendono ciò che di vero c’è in entrambe le posizioni e si arricchiscono a vicenda, no, si attaccano uno con l’altro; dentro a polemiche stupide, sterili, senza base scientifica, senza preparazione. 

Sapete, non è un peccato mortale dire: su questo argomento io non posso esprimermi, perché non sono preparato. Non è un peccato mortale, non offende nessuno. Noi non siamo Dio, che abbiamo la risposta per tutto. Loro qui avrebbero dovuto dire: “Eh si, in effetti, solo il dito di Dio può cacciare il demonio e, quindi, tu non sei tutto quello che noi pensavamo tu fossi”, in negativo ovviamente.

E poi, quest’ultima riflessione sullo spirito impuro quando esce dall’uomo. Stiamo attenti, quando ci convertiamo; perché noi diciamo così: mi sono convertito (e siamo tutti ringalluzziti) perché non faccio più peccati, perché sono lontano dal male, perché io qui, perché io là, perché io su, perché io giù. Stiamo attenti, perché Gesù ci descrive esattamente cosa fa il diavolo. Attenzione a non diventare peggio di prima.

Continuiamo la nostra lettura della Sacrosanctum Concilium, siamo arrivati al numero undici.

Ieri eravamo rimasti con questa frase del punto numero dieci:

Dalla liturgia, dunque, e particolarmente dall’eucaristia, deriva in noi, come da sorgente, la grazia, e si ottiene con la massima efficacia quella santificazione degli uomini nel Cristo e quella glorificazione di Dio, alla quale tendono, come a loro fine, tutte le altre attività della Chiesa.

Prosegue poi nel punto undici:

Necessità delle disposizioni personali

11. Ad ottenere però questa piena efficacia, è necessario che i fedeli si accostino alla sacra liturgia con retta disposizione d’animo, armonizzino la loro mente con le parole che pronunziano e cooperino con la grazia divina per non riceverla invano. Perciò i pastori di anime devono vigilare attentamente che nell’azione liturgica non solo siano osservate le leggi… 

Ci sono delle leggi; non è che uno celebra la Messa (ad esempio) come vuole lui! La formula di assoluzione del penitente non è ad libitum; quindi, non è che ogni sacerdote assolve come vuole lui! È scritta nero su bianco, quella è, e quella va detta. Non che tu vai da cinque sacerdoti e hai cinque formule diverse; perché uno ci aggiunge un pezzo, quell’altro toglie un pezzo, quell’altro la fa più lunga, quell’altro la fa più corta; no! Quella è, e quella va detta! La formula di consacrazione nella Santa Messa, quella è, e quella va detta. Ci sono dei canoni, uno sceglie quello che vuole, ma poi si sta dentro a quel canone, e le parole della consacrazione sono sempre quelle, le stesse, e quelle devi dire. Ci sono delle leggi! 

… che rendono possibile una celebrazione valida e lecita, ma che i fedeli vi prendano parte in modo consapevole, attivo e fruttuoso.

Quindi non solo che siano osservate le leggi «che rendono possibile una celebrazione valida e lecita, ma che i fedeli vi prendano parte in modo consapevole, attivo e fruttuoso».

Allora che cosa è necessario? La retta disposizione d’animo quando ci si accosta alla liturgia; cioè, l’animo deve essere rettamente disposto. 

Ecco perché — vi ho detto tante volte — non si può costringere nessuno ad andare alla Messa, non è giusto costringere le persone, non è giusto ricattarle. “Se vieni alla Messa la domenica con noi, ti compro il motorino”; questo, veramente, dovrebbe sparire dalle nostre labbra! Oppure: “Sì, va bene, ti lascio uscire a mangiare la pizza con i tuoi amici, però, poi, vieni a Messa con noi”; queste cose sono terribili! 

Mi riferisco anche ai ricatti psicologici affettivi; del tipo: “Allora, non vieni più a dire il Rosario con la tua mamma e il tuo papa? Non ci vuoi più bene?”

Ma cosa c’entra? Cosa c’entra mettere insieme le cose? “Eh no, perché se non viene più a Messa e non dice più il Rosario, andrà all’inferno”; ma chi te l’ha detto? Ma tu sei Dio? Ma dov’è che siete andati a leggere queste cose? È veramente una cosa incredibile! Quindi noi, per evitare che lui vada all’inferno (perché crediamo di sapere assolutamente che va all’inferno), allora lo prendiamo e lo costringiamo. E guadagniamo molto, eh! Perché, alla fine dei conti, la ragione per cui noi facciamo certe follie è perché abbiamo paura. Siccome diciamo di voler bene alle persone, allora, per paura che…, facciamo peggio. E invece dovremmo essere mossi dall’intelletto, non dalla paura. 

Quindi, magari, invece di costringere e ricattare o minacciare, potremmo mostrare la bellezza dell’andare alla Messa. O forse dovremmo chiederci: ma come mai non vuol più venire alla Messa? “Perché la colpa è sua, perché va all’inferno, perché è il demonio…”; è un po’ banale, questa cosa. E poi, chissà perché, riguarda sempre gli altri.

Ma guardiamoci noi: perché non verrà più alla Messa? Bah, magari perché è un mortorio; magari perché le omelie non dicono niente, o dicono aria fritta; o perché a partecipare a certe celebrazioni eucaristiche è una grazia se non perdi la fede; forse per questo! E possiamo fargliene una colpa? Forse perché, quando entrano in chiesa, vedono un mercato, più che un luogo sacro! 

Andate a vedere se dentro un tempio dei monaci tibetani fanno il chiasso che fanno i cristiani cattolici dentro le chiese, andate a vedere, andate. Andate a vedere se in una moschea o in una sinagoga fanno il mercato che facciamo noi; andate a vedere, provate, andate e vedete. Ne resterete edificati sicuramente, perché lì, il mercato che facciamo noi, non c’è, e non ci può essere.

Quindi, è necessario che i fedeli abbiano una “retta disposizione d’animo”, poi che:

armonizzino la loro mente con le parole che pronunziano…

Cioè, se dico Amen, non sto pensando al prosciutto. “Il Signore sia con voi” — “e con il tuo spirito”, e intanto io a cosa sto pensando? Alla sagra della ranocchia alla quale devo andare a partecipare tra due ore. Non sto armonizzando la mente con le parole! Sei a Messa, stai a Messa, vivi la Santa Messa lì; non con gli occhi storti, pensando ai fatti tuoi, dormendo sdraiato sulle panche. 

Poi, sapete che ci sono anche i cristiani equini? Non conoscete questa nuova razza? Ve la presento io. I cristiani equini sono i cristiani che vanno alla Messa e riescono a dormire in piedi. Ogni tanto fanno “hiiii”, nitriscono! Non li avete mai visti, mai sentiti? Sembrano Furia cavallo del West; voi state celebrando la Santa Messa e sentite hiiii, oppure senti Furia che si sveglia improvvisamente, con la bolla al naso. Questi sono i cristiani equini, che riescono a dormire in piedi! Si addormentano in piedi! Veramente! Poi sono un po’ ibridizzati con i delfini, per cui dormono tenendo un occhio aperto e uno chiuso, con mezzo emisfero di cervello acceso e l’altro spento. Sono un po’ un ibrido tra la terra e il mare: un po’ nitriscono, un po’ fanno il verso del delfino. Però son simpatici, sono molto simpatici. Tendenzialmente non creano problemi, perché tanto dormono, quindi… Si, vabbè, ogni tanto magari si accorgono che sono al mondo. L’omelia poi è un ottimo momento per i cristiani equini, perché si fan di quelle dormite, cari miei, di quelle dormite che sono una roba meravigliosa, proprio li vedi con la testa che ciondola, bellissimi.

E poi è necessario che i fedeli:

…cooperino con la grazia divina per non riceverla invano.

Certo, perché la grazia non è tipo Goldrake, che mi lancia il raggio gamma e mi fulmina! La grazia è una realtà che mi chiede di rispondere. Devo cooperare alla grazia, perché la grazia abbia effetto. Perché Dio, a differenza nostra, non ricatta, non violenta, non costringe, non spinge nessuno; se vuoi, bene; se non vuoi, va bene lo stesso. Ma il Signore non viene lì a prenderti per la collottola, come si fa coi gatti, con i conigli.

Quindi:

i pastori di anime devono vigilare attentamente che nell’azione liturgica non solo siano osservate le leggi…

perché ci sono delle leggi che vanno osservate, perché sennò le celebrazioni diventano un circo, e di pagliacci ce ne sono già in giro fin troppi. 

…leggi che rendono possibile una celebrazione valida e lecita…

Perché le leggi, e la loro osservanza, servono a rendere possibile la celebrazione come valida e lecita, nel senso che: una celebrazione, per esempio una Santa Messa, può essere valida, ma illecita. Non sto qui adesso a farvi tutti i casi però, può essere valida, cioè: “accade quello che si celebra”, ma è illecita, perché non rispetta alcune norme. Oppure, può essere lecita, cioè tutte le determinate norme sono rispettate, però potrebbe essere invalida.

Non so, facciamo un esempio, perché così vi rendo meglio: se io faccio tutta la Messa perfetta, secondo le norme, e poi cambio le parole della consacrazione, basta, la Messa è invalida. È lecita, nel senso che ha rispettato tutto il formulario, tutte le cose che sono state dette, però in sé stessa è invalida. È stata celebrata da un valido sacerdote, c’erano il pane, l’acqua, il vino, però le parole della consacrazione sono state cambiate e quindi è invalida. Questo è un esempio.

Oppure, altra cosa, se invece di usare il vino, uso la birra — sapete che in questo periodo va di moda la birra, perché ci sono le sagre e magari si confondono, e quindi ti mettono la birra — la Messa è invalida. Io conosco un sacerdote che, non per colpa sua, ma per colpa della sacrestana, del sacrestano, o di chi per esso aveva il compito di preparare (ora non ricordo), la quale persona faceva parte dei cristiani equini e quindi cosa ha fatto? Gli ha messo fuori l’amaro al posto del vino! Guardate, non chiedetemi come è stato possibile, ma è stato possibile. Vi assicuro, non è una barzelletta, è successo. Questa persona ha messo fuori l’amaro e il sacerdote, siccome era mattina presto, e poi sapete che il vino può essere bianco, ma può essere rosso, probabilmente in quella zona lì si usava quel vino un po’ ambrato, quindi lui non si è accorto di niente e ha messo l’amaro dentro al calice. Quando se ne è accorto — cioè alla fine, quando l’ha assunto — ha detto: “Ma questo non è vino, questo è amaro, quindi è invalida”. La consacrazione del vino nel calice non c’è stata, perché non c’era il vino; è invalida, quella parte lì. Quindi ha dovuto rifare la consacrazione, un pasticcio incredibile!

Però queste cose succedono, e non è che uno dice: “Ah, vabbè, ma l’ho fatto con la retta intenzione e quindi è valida”, no!

Ricordatevi questo: ciò che viene reso invalido — da alcune cause particolari, e che riguarda i vari sacramenti — non può diventare valido. Ecco, questo è importante da sapere: secondo le leggi della Chiesa, ciò che è invalido resta invalido, anche se tu hai l’intenzione buona. Non cambia, se è invalido, è invalido. Poi, certo, magari il Signore ti raggiunge, dandoti la grazia per altre vie, guarda la tua buona intenzione, vero; ma quel sacramento, se è invalido, è invalido, resta invalido, non diventa valido. Il fatto che non lo sapevamo, perché non ci siamo accorti, perché c’era la buona intenzione, perché è successo per caso, non ha importanza. Quindi, la consacrazione dell’amaro non ha prodotto un fico di niente. Lì il Sangue di Gesù non c’era. Se io metto fuori il pane di segale, non avviene la consacrazione del Corpo, punto! Questo deve essere chiaro. Non diventa valido perché ci siamo sbagliati e non lo volevano fare, e il Signore guarda il buon cuore; no! È molto importante questo discorso della validità e della liceità. E ci possono essere delle celebrazioni valide, assolutamente valide, ma illecite, appunto, come vi dicevo. Oppure invalide e illecite, tutte e due. Quindi, senza stare qui a farvi tutte le casistiche, perché sarebbe troppo complesso e poi non ha importanza adesso, questo è proprio per farvi capire l’importanza dell’osservanza delle leggi. Le leggi devono essere osservate per la validità e per la liceità, è importantissimo; le cose vanno fatte in quel modo.

Poi i pastori devono vigilare affinché nella celebrazione liturgica:

… i fedeli vi prendano parte in modo consapevole, attivo e fruttuoso.

Consapevole vuol dire: so dove sono e cosa sto facendo. Attivo, non vuol dire: salta, balla, balla, balla, salta, salta, danza; non è questa cosa qui, non è la tarantella da fare in chiesa. L’attiva partecipazione è proprio la tua partecipazione al sacrificio di Cristo in croce. Questa è la partecipazione attiva: tu che ti unisci al sacrificio di Cristo in quella celebrazione. Non è il laico che fa il prete, il prete che fa il laico, la donna che fa la suora, la suora che fa la laica. Non è questa cosa qui. Ognuno deve fare il suo, e senza inventarsi cose strane. Quindi, “attiva partecipazione”, non è fare una bella cantata, ma è partecipare al sacrificio di Cristo in croce. Perché non è che al tempo di S. Teresa o di Padre Pio, quelli erano tutti morti, erano tutti passivi! Cosa vuol dire? Non è questo il ragionamento! Anche allora erano chiamati ad un’attività; quale? Unirsi al sacrificio di Cristo; più attivo di così, non c’è niente. E poi prendere parte in modo “fruttuoso”, cioè questo sacramento deve dare un frutto. Bisogna vedere dei frutti, ci devono essere dei frutti, è fondamentale. Sennò: cosa andiamo a Messa a fare? Cosa ci confessiamo a fare? Allora è inutile.

Bene spero che tutte queste cose vi possano essere di aiuto e di giovamento. 

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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