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La Confessione generale

Alinari - Il ritorno del figliol prodigo

Pubblichiamo l’audio di un’omelia sulle letture di lunedì 26 ottobre 2015

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Approfondimenti
Traccia per preparare la confessione generale seguendo le indicazioni di S. Francesco di Sales in Filotea.
Pagellina della promessa al termine della confessione generale

Promessa_Filotea_icona

Pagellina contenente la promessa da recitare al termine della Confessione generale.

Testo integrale del libro “Filotea” scritto da S. Francesco di Sales
Testo della meditazione
Scarica il testo della meditazione
La Confessione generale

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Per ben diciotto anni, dice il Vangelo che abbiamo ascoltato, questa donna è stata curva su sé stessa, ripiegata e legata al demonio, allora dobbiamo concludere che il legame più terribile, più tremendo, la curvatura della persona, della coscienza, dell’anima su sé stessa, la schiavitù peggiore che possa capitare, è quella che viene dal peccato.

Per questo ho pensato quest’oggi di dire due parole sull’importanza della confessione generale, trattata da San Francesco di Sales, Dottore della Chiesa, nel libro “Filotea”, un classico della spiritualità cristiana, un’opera molto famosa, molto bella e di grande autorevolezza, dato l’autore.

Lui scrive tutto nella prima parte di questo libro, siamo qui al capitolo VI, e spiega l’importanza della confessione generale.

San Francesco di Sales dice che la confessione generale non sempre è necessaria, però dice che la ritiene opportuna quando una persona inizia un cammino vero di conversione, perché coloro che conducono una vita ordinaria, come Cristiani comuni, fanno spesso confessioni abituali piene di difetti.

Per esempio, ci si prepara poco o per niente alla confessione, non si ha la contrizione richiesta, si ha il segreto proposito di tornare a peccare, visto che non si ha alcuna intenzione di evitarne l’occasione futura, né di prendere gli opportuni accorgimenti per correggersi; tutti esempi che dicono che le nostre confessioni non sono fatte bene.

Gli effetti di questa confessione generale, scrive San Francesco di Sales, sono: “Ci porta a conoscere noi stessi, ci provoca una salutare vergogna del nostro passato, ci fa ammirare la Misericordia di Dio…, porta la pace nel cuore, la serenità nello spirito, suscita buoni propositi, offre l’occasione al nostro padre spirituale di darci consigli più adatti…, apre il cuore alla semplicità fiduciosa e ci farà essere molto sinceri nelle confessioni che seguiranno”.

Vedete quanti effetti bellissimi ha la confessione generale!

Perché si dice generale?

Si dice generale perché prende dentro tutta la vita, si fa come un pit-stop della nostra vita, ci si ferma e si rivede tutto.

Qui apro e chiudo una parentesi velocissima, dicendo che oggigiorno ci si può sentir rispondere che non è necessario fare la confessione generale, perché Gesù Cristo ha perdonato tutti i nostri peccati già duemila anni fa sulla croce, che non dobbiamo farci troppi problemi e che fare la confessione generale vuol dire non affidarsi alla Misericordia di Dio, vuol dire dubitare della Misericordia di Dio.

Niente di più falso!

Noi queste cose non le dobbiamo neanche ascoltare, non serve commentarle, dico solo che, stando ai Santi, sono frasi false e sbagliate.

Al capitolo XIX, sempre della prima parte, San Francesco di Sales dice che devi cercarti il miglior confessore possibile.

Certo, se devo fare una operazione di cardiochirurgia o neurochirurgia non vado dal macellaio del paese, devo cercare il migliore, perché è una cosa molto delicata.

Lui dice che non bisogna lasciarsi angosciare per nessuna ragione, perché la confessione generale è una cosa bellissima.

Infatti lui dice che “il peccato è riprovevole quando lo commettiamo ma, una volta trasformato in confessione e penitenza, è pegno di onore e di salvezza”.

Scrive: “La contrizione e la confessione sono così belle e così profumate che cancellano la bruttezza e distruggono il lezzo del peccato”.

Sentite che espressioni celesti: “Quando sarai davanti al confessore immagina di essere sul Calvario, ai piedi di Gesù Cristo crocefisso, il cui Sangue, grondando da tutte le parti, ti lava dalle tue iniquità. Apri bene il cuore per fare uscire i peccati destinati alla confessione, a misura che usciranno, entrerà il merito prezioso della passione di Cristo per riempirlo di benedizioni. Esponi tutto bene, con semplicità e naturalezza; almeno per questa volta fa contenta la tua coscienza”.

Più tu sarai semplice, più tu aprirai il tuo cuore e più il Sangue di Cristo entrerà e ti libererà, come questa donna, che rimette dritta in piedi.

Dopo ascolta la correzione e i consigli del servitore di Dio… ”

Questo è il cuore di questa lezione di San Francesco: “Dopo, prendi in mano la promessa che ho scritto per te e che trovi nel capitolo seguente; serve di conclusione al tuo atto di contrizione. Prima devi meditarla. Leggila con attenzione e con tutta la partecipazione che ti sarà possibile davanti al sacerdote”.

Nel capitolo XX scrive questa promessa bellissima (che non posso leggervi perché è molto lunga e che vi invito ad andare a vedere), da recitare davanti al sacerdote.

La promessa consiste in una prima parte dove si dice che io voglio convertirmi a Dio, propongo, decido scelgo in modo irrevocabile di amarlo da adesso e per l’eternità, mi consacro interamente, mi sacrifico, mi immolo in tutto col mio spirito a Dio… poi dice che, se per caso dovesse succedere per suggestione del demonio, o per debolezza, di cadere o di trasgredire questa promessa, c’è una seconda promessa inscritta nella stessa promessa: è quella “di rialzarmi immediatamente (ecco perché ho pensato a questa promessa quando ho letto il Vangelo di oggi), appena ne avrò coscienza, e di rivolgermi di nuovo alla Misericordia divina, senza attendere un solo istante”.

Questa bellissima promessa di San Francesco di Sales dice sì che mi consacro a Dio (va bene, lo siamo già col battesimo, ma qui lo ridiciamo un’altra volta), ma la promessa consiste in questo: «Se pecco, se cado, io ti prometto Gesù che non tramonterà il sole, senza che io sia venuto a chiederti perdono», una promessa bellissima.

A un certo punto poi dice: “Fatta la promessa, rimani molto attenta e apri bene il cuore per ascoltare con tutta l’anima le parole di assoluzione che il Salvatore della tua anima, assiso sul trono della misericordia, pronuncerà lassù in Cielo, davanti agli Angeli e ai Santi, nello stesso istante in cui, in suo nome, il sacerdote ti assolverà quaggiù in terra”.

Che sacralità bellissima!

La schiera dei Beati gioisce per la tua felicità e canta il cantico spirituale di una gioia che non ha confronti; tutti ti accolgono e abbracciano il tuo cuore che ha ritrovato la grazia e la santità.

È un ottimo contratto, Filotea: tu doni ora te stessa alla Maestà di Dio e ottieni in cambio che Egli si doni a te per l’eternità”.

Ma a chi di noi, ascoltando queste parole, non viene subito la voglia di andare a fare una confessione generale? Chi di noi, sano di mente, non dice: «Adesso io la vado a fare subito»?

Perché sentendo le parole dei Santi capisci, dentro di te senti la verità di queste parole e dici: «Sì, è una cosa bellissima!»

Allora lui conclude così: “Non ti resta più che prendere la penna e apporre la firma all’atto della tua promessa”.

È come una pagellina, tu la devi firmare; la firmi lì in confessionale, dopo averla letta davanti al sacerdote, bellissimo!

Dopo di che, ti recherai all’altare; così anche Dio firmerà e apporrà il suo sigillo a conferma dell’assoluzione e ti prometterà il paradiso; per mezzo del sacramento anzi, sarà Lui stesso il sigillo di garanzia sul tuo cuore nuovo. Così la tua anima sarà libera dal peccato e da tutti gli affetti al peccato”.

Ma avete sentito che cosa bella?

Sarebbe bello che lo Spirito Santo, in questa Messa che stiamo facendo stamattina in onore dello Spirito Santo, ci educasse, ci facesse venire voglia e ci desse la grazia di trovare un sacerdote con il quale poter fare questa confessione generale, fatta bene, con calma, leggere la promessa, mettere la firma, andare davanti all’altare giù in chiesa, in silenzio, chiedere a Dio il sigillo di questa cosa e conservarla sempre con noi.

Concludo con una frase, un motto bellissimo, scritto da Sallustio, che è stato citato da Papa Benedetto XVI nella Messa Pro eligendo Romano Pontifice, la Messa che poi ha aperto il Conclave e ha portato alla sua elezione.

Il Santo Padre in quella omelia citò questo motto bellissimo: “Idem velle, idem nolle”.

Lui commentava l’amicizia con Gesù e diceva che la fede adulta è la fede di colui che vive in amicizia con Cristo.

Idem velle, idem nolle”, stesse cose volere, stesse cose non volere.

Dobbiamo volere e non volere le stesse cose di Cristo!

Sicuramente Gesù vuole questo!

Se San Francesco di Sales, Dottore della Chiesa, le ha scritte, è perché è stato illuminato dal Signore, il quale ci attende ogni giorno con la Sua Misericordia a dirci: «Vieni da me! Torna a me, perché io posso veramente liberarti da ogni peccato!»

Non dobbiamo avere paura, non dobbiamo avere vergogna, non dobbiamo avere angoscia, come dice San Francesco di Sales, dobbiamo solamente avere una grande confidenza in Dio.

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia Lodato!

Letture del giorno

Prima lettura

Rm 8,12-17 – Avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!».

Fratelli, noi siamo debitori non verso la carne, per vivere secondo i desideri carnali, perché, se vivete secondo la carne, morirete. Se, invece, mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete.
Infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!».
Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.

Salmo responsoriale

Sal 67

Il nostro Dio è un Dio che salva.

Sorga Dio e siano dispersi i suoi nemici
e fuggano davanti a lui quelli che lo odiano.
I giusti invece si rallegrano,
esultano davanti a Dio
e cantano di gioia.

Padre degli orfani e difensore delle vedove
è Dio nella sua santa dimora.
A chi è solo, Dio fa abitare una casa,
fa uscire con gioia i prigionieri.

Di giorno in giorno benedetto il Signore:
a noi Dio porta la salvezza.
Il nostro Dio è un Dio che salva;
al Signore Dio appartengono le porte della morte.

Canto al Vangelo

Gv 17,17
Alleluia, alleluia.
La tua parola, Signore, è verità;
consacraci nella verità.
Alleluia.

Vangelo

Lc 13,10-17 – Questa figlia di Abramo non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?

In quel tempo, Gesù stava insegnando in una sinagoga in giorno di sabato. C’era là una donna che uno spirito teneva inferma da diciotto anni; era curva e non riusciva in alcun modo a stare diritta.
Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei liberata dalla tua malattia». Impose le mani su di lei e subito quella si raddrizzò e glorificava Dio.
Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, prese la parola e disse alla folla: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi guarire e non in giorno di sabato».
Il Signore gli replicò: «Ipocriti, non è forse vero che, di sabato, ciascuno di voi slega il suo bue o l’asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che Satana ha tenuto prigioniera per ben diciotto anni, non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?».
Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute.

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