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“Chi mi libererà da questo corpo di morte?” (Rm 7, 24)

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Omelia sulle letture di venerdì 23 ottobre 2015

Pubblichiamo l’audio di un’omelia sulle letture del giorno.

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Testo della meditazione

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“Chi mi libererà da questo corpo di morte?” (Rm 7, 24)

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

È una settimana intera che la Chiesa, attraverso le letture che si fanno durante la Messa quotidiana, ci propone la meditazione di San Paolo, quale prima lettura, il quale ci sta parlando continuamente della gravità del peccato.

Oggi, dopo averci spiegato bene le conseguenze, lo stato di chi vive in peccato, di chi vive in una situazione di opposizione, di lontananza, di distanza, di non amore verso Dio, San Paolo ci mostra, ci spiega, il processo interiore che avviene e attraverso il quale noi commettiamo i peccati.

San Paolo lo fa attraverso il rapporto, la dinamica, che si crea tra l’anima e il corpo, tra l’anima e la carne, non perché vuole farci cadere in un dualismo platonico, ovviamente, non era nel suo stile, nelle sue intenzioni, e non è nelle intenzioni di un Cristiano, checché se ne dica.

Quindi, non per farci cadere in questo dualismo, ma per farci capire che tra anima e corpo c’è un rapporto molto forte e molto intenso di reciproco condizionamento e di reciproca implicazione, e nel bene e nel male.

San Paolo dice: «Io posso avere la chiarezza nella mia coscienza (e qui bisognerebbe capire cos’è la coscienza e avere una retta coscienza), posso avere la comprensione di ciò che è bene, posso addirittura volere questo bene, posso volere osservare la Legge di Dio, i Comandamenti di Dio, posso effettivamente volermi impegnare a tagliare con il peccato, posso veramente volere il meglio, ma di fatto sperimento che la mia carne e il mio corpo, quindi tutto questo mondo di desideri, di attaccamenti, di fatiche e di quant’altro, non mi segue, cioè non risponde in modo adeguato alle attese dell’anima, alle intuizioni e alla volontà dell’anima».

Perché?

Lui dice: «Io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio, a causa del peccato che abita in me; il male è accanto a me, le mie membra seguono un’altra legge, contro la legge della mia ragione, che mi rende schiavo del peccato, che è nelle mie membra».

Ma perché succede questo? Perché si crea questa discrepanza?

Perché si crea questa lotta? Perché le mie membra non mi seguono?

La ragione è molto semplice da spiegare, un po’ meno da eseguire e da vivere.

Noi non siamo una grande testa che cammina, noi non siamo una grande ragione che cammina, noi siamo una persona, e queste membra, questo corpo, che io mi porto dentro, addosso, che vive con me, è il frutto di un percorso di educazione o di diseducazione, è condizionato da tante realtà esterne e, se l’anima riesce un po’ di più a preservarsi da questi condizionamenti, il corpo, le membra, molto meno.

Per questo abbiamo bisogno di pregare e di ricevere ogni giorno l’Eucarestia, per questo abbiamo bisogno di andare frequentemente a confessarci, perché le membra, la carne, il corpo, la psicologia, vengano educate a seguire ciò che l’anima intuisce come vero, vengano purificate da tutto ciò che il mondo invece porta come contaminazione in queste realtà, che erano state pensate in modo divino, prima del peccato originale, e che il peccato originale ha ferito in questo modo così grave.

La fatica, di cui parla San Paolo, non è altro che il frutto del peccato originale.

Questa ferita del peccato originale, questa cicatrice dovuta al peccato originale, noi ce la portiamo addosso sempre, per cui voi incontrerete la persona che è iraconda, incontrerete la persona che è pusillanime, vigliacca, codarda, incontrerete la persona che è pigra, incontrerete la persona che è lussuriosa, incontrerete la persona accidiosa, golosa e via di seguito.

Ora è chiaro che questa cosa non è che la vinco, per esempio, dicendo: «Io ho qui un chilo di Nutella, non la mangio più…»

Per tre giorni…tre giorni e tre notti…poi dentro a tuffo nel barattolo della Nutella, è ovvio, perché la mia persona non segue, non è stata educata a capire, a cogliere il valore profondo di questa rinuncia, quindi, e dai e dai… e dai e dai, alla fine non ce la fa più e ne mangia un chilo.

Non serve questa modalità, serve la modalità invece di dire: «Aspetta un momento… cerchiamo di capire qual è il significato dell’essere goloso e cosa mi mostra questo peccato, cosa rivela di me, perché io lo vivo in modo così intenso e così grave».

Pensiamo ad una persona iraconda… quanto è terribile vivere insieme ad una persona così! A un pettegolo… a un mormoratore… a un calunniatore…

Quanto è infernale vivere accanto ad una persona del genere!

A un bestemmiatore…

Pensate a uno che fa discorsi impuri e volgari… a uno dopo cinque minuti viene da vomitare! È insopportabile! È un fetore, per una persona che vive in un certo modo, avere accanto un essere del genere! Ma perché questa persona continua?

Come quelli che dicono: «Io bestemmio come intercalare…»

Ma va! E perché non insulti te stesso, piuttosto che insultare Dio come intercalare?

«Eh… mi scappa…»

Allora prova a farti scappare un insulto davanti a un carabiniere, vedi che fine che fai!

Quello però non ti scappa, davanti a Dio invece ti scappa, come mai?

E via di seguito…

Solo che, vedete, il problema di tutta la questione di cui parla San Paolo, è che, a noi, del peccato, non ci interessa niente, cioè noi viviamo bene anche coi peccati sulla coscienza, questa è la verità!

Perché noi non pensiamo mai che dovremo morire, primo; noi non pensiamo mai che dovremo rendere conto a Dio, secondo; terzo, noi crediamo che andremo tutti in Paradiso, ma  questo è falso! Questo è falso!

Il Vangelo dice esattamente il contrario!

Gesù nel Vangelo dice esattamente il contrario, tant’è che parla ripetutamente dell’Inferno e più di una volta Lui dice: «Quanto è difficile entrare in Paradiso!»

E noi invece imperterriti, avanti nelle nostre idee malsane, che non sono cristologiche, che non sono evangeliche, che non rispecchiano il messaggio di Dio!

Sarebbe invece molto più onesto dire: «Questi sono i miei peccati…»

Li rinneghi… o ti piacciono?

Se li vuoi rinnegare, bene!

«E ma poi li rifaccio ancora…»

Fa niente, «Anche la tua mamma a casa fa sempre la polvere sugli stessi mobili sui quali ricade», diceva Papa Benedetto XVI ai bambini.

Anche la tua mamma fa sempre così, eppure tutti i giorni fa la polvere, non è che dice: «No, adesso non la faccio più per un anno, perché l’ho fatta ieri, poi ricade ancora, non la faccio più»… allora, scusa, uno deve vivere nella sporcizia? Se ricade sempre la stessa polvere, tu la rifai nuovamente! La camicetta te la lavi una volta all’anno, perché poi ti stufi e non la lavi più, tanto poi si sporca? La continui a lavare!

E come mai la camicetta la lavi così tanto frequentemente e vai sempre in giro tutto in ghingheri e profumato e l’anima invece è sporca, zozza e puzzolente?

Perché non ti interessa niente!

Perché non hai a cuore di poter venire a ricevere l’Eucarestia in stato di grazia!

Così accumuliamo peccato a peccato, ricevendo l’Eucarestia non essendo in stato di grazia, magari coi peccati mortali sulla coscienza, magari dopo un anno che non ci confessiamo! Noi queste cose le facciamo!

Questo perché noi non riconosciamo, da una parte, la gravità del peccato, dall’altra, l’importanza incredibile dell’amore di Dio, perché noi non dobbiamo dimenticare che Gesù Cristo, per il peccato, è morto in croce.

È talmente grave la questione del peccato, che Gesù, per liberarci dal peccato, muore in croce!

E noi, di fatto, più o meno, facciamo orecchie da mercante, ci facciamo rimbalzare addosso queste cose, ci convinciamo delle nostre idee e andiamo avanti…

Una cosa è sicura: facciamo pure rimbalzare tutto quello che vogliamo, viviamo pure tronfi della nostra superbia, liberissimi di farlo, tutti noi, io per primo, anche se è una disgrazia, la peggiore che possa capitare, ma un giorno, quando moriremo, e moriremo tutti, tutti, saremo davanti a Dio…

Questa sirena che sentite passare, un giorno forse passerà anche per noi, dentro lì magari ci saremo anche noi un giorno e avremo accanto, non la gente che prega, ma quelli che tirano giù le bestemmie, perché dà fastidio l’ambulanza che passa…

Chi prega più per i moribondi? Chi prega più per gli ammalati? Chi prega più per la conversione dei peccatori?

Tanto il peccato non è importante…

Quando ci incontreremo con Dio, noi non potremo dire: «Ah… ma non sapevo…, non volevo, non credevo…, ma io pensavo…, ma io speravo…».

No, figlio mio, il Vangelo è scritto in italiano per tutti, non è più in latino!

Hai sentito le predicazioni dei sacerdoti? Hai letto la vita dei Santi?

«Eh…ma io…»

“Eh…ma io…”, il tempo è finito!

Tu che scelte hai fatto? Tu rispetto al crocefisso dove ti sei collocato?

Tu hai fatto uso del Sangue di Gesù nel confessionale? Tu sei andato con costanza a ricevere l’Eucarestia? No?

In questo Paradiso tu dove potresti collocarti da solo? Accanto a chi?

Accanto ai Martiri? Accanto ai Santi? Accanto ai perseguitati per la Fede?

Accanto a chi?

Tu, per Gesù, cosa hai perso? Tu, per Gesù, cosa hai fatto?

Tu, per Gesù, a cosa hai dovuto rinunciare?

In Paradiso entrano queste persone, quelli che portano le stigmate sul loro corpo, perché scegliere di seguire Gesù, vuol dire morire a sé stessi e al mondo, che ci piaccia o no, perché questa è la vera libertà dell’uomo!

Lo dice Gesù nel Vangelo, al capitolo VIII di Giovanni: “Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”, ovviamente se noi avremo le orecchie libere per ascoltarla.

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

 

Letture del giorno

Prima lettura

Rm 7,18-25 – Chi mi libererà da questo corpo di morte?

Fratelli, io so che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene: in me c’è il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio. Ora, se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me.
Dunque io trovo in me questa legge: quando voglio fare il bene, il male è accanto a me. Infatti nel mio intimo acconsento alla legge di Dio, ma nelle mie membra vedo un’altra legge, che combatte contro la legge della mia ragione e mi rende schiavo della legge del peccato, che è nelle mie membra.
Me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte? Siano rese grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore!

Salmo responsoriale

Sal 118

Insegnami, Signore, i tuoi decreti.

Insegnami il gusto del bene e la conoscenza,
perché ho fiducia nei tuoi comandi.
Tu sei buono e fai il bene:
insegnami i tuoi decreti.

Il tuo amore sia la mia consolazione,
secondo la promessa fatta al tuo servo.
Venga a me la tua misericordia e io avrò vita,
perché la tua legge è la mia delizia.

Mai dimenticherò i tuoi precetti,
perché con essi tu mi fai vivere.
Io sono tuo: salvami,
perché ho ricercato i tuoi precetti.

Canto al Vangelo

Mt 11,25

Alleluia, alleluia.
Ti rendo lode, Padre,
Signore del cielo e della terra,
perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno.
Alleluia.

Vangelo

Lc 12,54-59 – Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo?

In quel tempo, Gesù diceva alle folle:
«Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: “Arriva la pioggia”, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e così accade. Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto?
Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca di trovare un accordo con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all’esattore dei debiti e costui ti getti in prigione. Io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo».

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