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La falsa pace

Gesù Bambino

Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia sulle letture della S. Messa del giorno di Natale, 25 dicembre 2015.

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Approfondimenti

[vc_cta h2=”“Nove specie di false paci che il mondo, la carne e il demonio offrono alle anime“” h4=”dai “Pensieri sull’amore di Dio“ di S. Teresa di Gesù” shape=”square” add_button=”bottom” btn_title=”Scarica il pdf” btn_style=”flat” btn_color=”orange” btn_link=”url:https%3A%2F%2Fwww.veritatemincaritate.com%2Fwp%2Fwp-content%2Fuploads%2F2015%2F10%2FSTeresadiGesu%CC%80-Pensieri_sullAmore_diDio-Cap2.pdf||target:%20_blank”][/vc_cta]
[vc_cta h2=”Dominus Iesus” h4=”Dichiarazione della Congregazione per la Dottrina della Fede circa l’unicità e l’universalità salvifica di Gesù Cristo e della Chiesa” shape=”square” add_button=”bottom” btn_title=”Leggi sul sito del Vaticano” btn_style=”flat” btn_color=”orange” btn_link=”url:http%3A%2F%2Fwww.vatican.va%2Froman_curia%2Fcongregations%2Fcfaith%2Fdocuments%2Frc_con_cfaith_doc_20000806_dominus-iesus_it.html||target:%20_blank”][/vc_cta]

Testo della meditazione

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La falsa pace

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

Questa prima lettura, tratta dall’ampio Libro del Profeta Isaia, ci aiuta a riflettere, a meditare, sul valore grande dei discepoli di Gesù, cioè di coloro che hanno fatto della nascita di Gesù il centro della loro vita.

Come sono belli sui monti

i piedi del messaggero che annuncia la pace,

del messaggero di buone notizie, che annuncia la salvezza,

che dice a Sion: «Regna il tuo Dio»”, dice Isaia.

Perché sono belli sui monti i piedi del messaggero che annuncia la pace?

Perché è il messaggero della pace vera.

Santa Teresa di Gesù scrive che ci sono addirittura nove false paci, con le quali noi possiamo ingannarci di essere in pace.

Diceva Geremia ai falsi Profeti: «Dite: “Pace, pace”, ma pace non c’è, non c’è pace».

La pace può essere frutto dell’illusione, di una idea, del credersi in pace.

Credersi in pace ed essere in pace, sono completamente diverse e differenti.

Credersi in pace è come un dente cariato: il fatto che esteriormente è bello ma dentro c’è la carie, questo non vuol dire che il dente è sanato, la carie va avanti a lavorare, a scavare e a mangiarti il dente, fino all’osso.

Questa è la falsa pace, è credere di essere in pace, è mettere una copertura di apparenza di pace sull’anima, sulla persona, ma dentro non c’è pace.

La vera pace è solo quella che viene da Dio, quella che viene da un rapporto intimo con Gesù.

Come diceva Papa Benedetto XVI, è quella che viene dall’amicizia con Cristo, dallo stare con Cristo, dal non fare nulla che offenda Cristo, dall’avere Cristo come centro della nostra vita e del nostro pensiero.

Dobbiamo stare molto attenti alla falsa pace!

Nove ne menziona Santa Teresa, nove perché sono tante, sono tanti i modi con i quali noi ci inganniamo, con i quali noi crediamo di essere in pace, ma dentro (è un po’ come quando dicevo prima del dente cariato), noi abbiamo dei sentori che c’è qualcosa che non va.

A me è capitato una volta di andare dal dentista e dire: «Ma io sento una roba strana, non so, quando mangio, quando bevo, quando mangio il mandarino, che è un po’ più freddo magari e un po’ più liquido, io sento che qui a me fa male».

Lui guarda e dice: «No, Padre, non c’è niente».

«Senta, io ho male!»

«Facciamo una radiografia».

«Va bene, facciamo la radiografia».

«No, Padre, non c’è niente».

«Ho capito, ma se io ho male, ho male, vuol dire che c’è qualcosa che non va…»

«No, no, è la gengiva».

Vabbè… siccome io non mi accontento di quello che mi raccontano, allora sono andato da un altro e ho detto: «Senta, mi guardi qui cos’è che ho…»

«Padre, ha quattro carie!»

«Come ho quattro carie? Ma se quello mi ha detto che non ne avevo neanche una!»

«No, no, sono quattro carie, sono un po’ difficili da vedere, sono all’inizio ma le dobbiamo prendere, perché se no…»

«Ma stamattina mi ha detto che non ho niente e oggi pomeriggio ho quattro carie…»

Oh, avevo quattro carie, questo me le ha sistemate e io non ho più avuto male.

Noi possiamo anche raccontarcela, possiamo dirci, o qualche incompetente può dirci: «Ma no, va tutto bene, stai bene, tranquillo!», ma dentro noi lo sentiamo che non stiamo bene, anche se ce la raccontano o ce la raccontiamo, noi dentro abbiamo questi brividi di malessere, queste piccole anticipazioni della morte, che ti fanno dire:

«Qui la vita sta morendo, è per questo che senti male, perché tu non sei stato progettato per sentire male ma per sentire bene».

Quando entra il male, allora la vita comincia a morire.

La stessa cosa capita nell’anima: se io sono dentro ad una falsa pace, ad una pace illusoria, io posso anche dire: «No, non c’è niente», ma quando poi sono da solo, quando poi sono a tu per tu con me stesso, io lo sento che dentro le cose non stanno così, sento che ci sono dei segni che dicono che non è vero.

Pensate… va molto di moda oggi parlare di fraternità, dei fratelli, del “vogliamoci bene”, della carità… ecco, appunto, allora, parliamo di questa cosa.

Quanto si vede che noi non siamo in pace con Dio, da come trattiamo gli altri!

Da lì, si vede da lì: musi… musi…

Messe tutti i giorni, Rosario, preghiere e quant’altro, e un muso lungo fino all’Inferno.

Uno dice: «Ma perché?»

Perché non è in pace, crede di essere in pace, ma non è in pace.

Non si riesce a fargli fare un sorriso, neanche a pagarlo…

Ma, santa pazienza, fai un sorriso!

Io: «Buon giorno!»

Lui: «Giorno».

Ti sarà morto il gatto, sarà morto qualcuno, sei caduto, non so… hai picchiato la testa, ti sei sentito male, hai vomitato stanotte, non lo so… ma tutte le notti stai male?

Tutti i giorni: «Giorno».

Mah… sarà… credere in Dio dà questo effetto di malessere evidentemente…

Perché, dopo, le persone fanno queste equivalenze e dicono: «Se andare in chiesa e credere in Dio, vuol dire diventare cattivi come i serpenti, allora è meglio non andare a Messa, meglio non andarci da Dio».

Il problema è che le cose non stanno così, perché Dio non è così!

Noi siamo così, perché non siamo in pace, vediamo il male ovunque, altra caratteristica di chi non è in pace con Dio.

Vediamo il male ovunque, in tutti… ma è possibile?

Se una persona sposta questo foglio da qui a lì, noi col nostro cervello bacato incominciamo a dire: «Eh sì, lo ha fatto per farmi un dispetto… sì, sì, lo ha fatto sicuramente per farmi un dispetto, perché ce l’ha con me; quella cosa lì è una sfida contro di me e poi ha fatto così, perché vuole più bene a tizio che a me».

Io, queste cose, sapete come ho fatto ad impararle?

Non le ho mica imparate in carcere!

Le ho imparate da quando sono diventato prete, perché prima, quando ero in carcere, coi malati di AIDS o coi tossicodipendenti, io non ho mai incontrato ste paranoie mentali, mai. Se avevamo qualcosa da dire, ci prendevamo in un angolo, quattro sberle, una a me e una a te, finito tutto, poi uscivamo e amici come prima.

Io queste cose mentali: «Tu mi hai detto…», «Tu però intendevi…», «Tu non mi vuoi più bene…», ste morbosità intestinali, io non le ho mai vissute fino a quando sono diventato prete e ho avuto a che fare con la gente “normale”.

Uno dice: «Ma perché? Ma perché devi essere cattivo dentro? Perché devi vedere il male dove non c’è? Perché devi coltivare questi umori liquidi, carnali, mondani, ma perché? Se non sei contento della tua vita cristiana, convertiti! Fermati e guardati davanti al Signore, chiediti perché sei così incattivito, perché dentro vedi il male ovunque e perché lo semini ovunque. Ma impara ad avere uno sguardo, non dico di misericordia, che sarebbe tanto, ma uno sguardo di realtà. Ma può essere che quella persona semplicemente, per esempio, oggi non sta bene? Può essere semplicemente che, oggi, quella persona sta riflettendo su sé stessa? Può essere, banalmente, che quella persona sia stanca? Può essere che magari ha la febbre e non te lo dice. Ma perché al centro ci devi essere sempre tu, perché? Perché devi sempre pensare che tutto il mondo ce l’ha con te?»

Vedete, tutto questo dice che noi non siamo contenti, che noi non siamo in pace con Dio.

Le gelosie, le invidie, le mormorazioni, le critiche, il gettare discredito, il pettegolezzo, quel sarcasmo ironico che taglia le gambe anche ad un elefante… .

A cosa serve questo modo di trattarci, di dirci… ?

Alla fine, quando andiamo via, siamo più svuotati di prima, siamo più tristi di prima.

Noi dobbiamo stare attenti, sapete, a queste cose, perché poi le persone che sono all’inizio di un cammino di fede, vedendo tutto questo, dicono: «Io non ci vado più! Io non ci vado più, perché io non mi sento a mio agio, mi sento giudicato, mi sento guardato, mi sento scrutato».

Purtroppo, tutto questo ci dice che noi non siamo portatori di pace, perché Gesù non ha mai fatto così, Gesù non ha mai avuto bisogno di eccessi.

Noi invece abbiamo bisogno di eccessi, abbiamo bisogno di stravaganze, abbiamo bisogno di fare le prime donne, di primeggiare, di avere un posto di onore… ma perché?

Perché siamo vuoti, allora abbiamo bisogno del culto degli uomini, che, guardate, è una roba aberrante da paura.

Il culto degli uomini, veramente… solo Dio può reggere il culto degli uomini, perché oggi c’è e domani non c’è più, oggi ti cantano “Osanna” e domani ti cantano “Crucifige”.

Noi siamo fatti così eh…

Noi però, invece, crediamo, che più abbiamo potere, più abbiamo culto, più abbiamo prestigio e stima, e più contiamo… in realtà noi contiamo come questo pezzo di pino, come questa cosa qua, che, vedete, è già diventato giallo, sta già cominciando a perdere vita, perché queste cose qui sono tutte cose mortali, è tutta cenere, non costruisce niente. Ciò che costruisce è solamente ciò che noi costruiamo con Gesù, ciò che noi fondiamo su Gesù, è solo questo che costruisce, è questo che dà spessore.

È per questo che sono belli i piedi del messaggero che annuncia la pace vera, la pace.

Colui che veramente è in pace, è colui che veramente porta pace, e belli sono questi piedi.

Sì, perché, capite, ti fa respirare…

Ricordiamoci sempre che la pace vera si fonda sulla verità. Punto.

Non esiste pace nella menzogna, non esiste pace nel compromesso, non esiste pace nel do ut des (io ti do, se tu mi dai), non esiste pace nella collusione, nelle alleanze malefiche non c’è pace, non esiste lì la pace.

La pace esiste solo dove facciamo verità.

È per questo che tra di noi spesse volte non andiamo d’accordo, perché noi siamo come le madamigelle di Lady Oscar, della Corte di Versailles, andiamo in giro con i parrucconi, tutte incipriate, facciamo tutti i sorrisi, e poi dentro siamo pantere, che, appena uno si gira, gli sbraniamo la testa, sembriamo il Conte Ugolino nell’Inferno di Dante.

Ma non funziona così! Perché non impariamo a dire le cose con verità?

Nella carità, ma diciamole ste cose!

Come facciamo a costruire pace se dentro abbiamo questa cosa qui, che non gira? Ripeto, io ho sempre in mente questi carcerati, che quando c’era qualcosa che non andava, loro non facevano la catechesi.

Quando io andavo a fare la catechesi sul Vangelo di Marco, quando c’era qualcosa che non andava, loro mi dicevano: «Padre, oggi non si fa la catechesi».

Sarebbe bello no, che un giorno io vado a dire la Messa e mi dicono: «Oggi, niente Messa».

Può essere un’idea…

Perché niente Messa?

Perché niente catechesi?

Loro mi dicevano: «Perché c’è qualcosa che non va, ce la dobbiamo chiarire, adesso!» e ti sparavano sul muso tutto quello che avevano dentro, tutto, ma tutto.

Con carità, una carità incredibile, ma te la dicevano tutta però, tutta, e poi ci si fermava.

Si diceva: «Adesso cosa facciamo? Adesso che ti ho detto interamente quello che secondo me tu sei, quello che io porto nel cuore, tu cosa rispondi? Costruiamo qualcosa, andiamo avanti, ci fermiamo, ci separiamo? Cosa facciamo?»

Però, capite, almeno è un punto di partenza, almeno tu sai cosa c’è nel cuore dell’altra persona.

Infatti gli Ortodossi hanno questa bellissima pratica, proprio bellissima, stupenda, che è stata ripresa anche nel Diario di Santa Faustina Kowalska, però loro la portano avanti in modo più approfondito: quando si vanno a confessare, hanno l’indicazione (almeno un tempo era così), di confessare ai sacerdoti i “loghismoi”.

Che cosa sono i “loghismoi”?

Sono i pensieri vaganti.

C’è una pedagogia fantastica, dentro a questa intuizione…

Noi facciamo fatica a confessare i peccati, loro confessano i pensieri vaganti.

Cosa sono i pensieri vaganti?

I pensieri vaganti sono quei pensieri che passano, che vagano nella testa, che, siccome vagano e sono solo pensieri, noi non diamo loro peso.

Guardate che ogni azione, ogni parola, si fonda su un pensiero, sempre.

Tutto nasce da un pensiero.

Un pensiero vagante può essere più pericoloso di una azione concreta, perché risulta essere il fondamento di ogni azione, e noi invece lo banalizziamo.

Pensate se noi, in confessionale, dovessimo dire almeno i “loghismoi” più importanti, i pensieri vaganti più gravi, sarebbe dura… sarebbe dura, perché non sono azioni, non le abbiamo fatte, non sappiamo neanche se abbiamo consentito veramente fino in fondo, però sappiamo che sono passate.

Ora, la domanda pedagogica che sta sotto alla confessione dei “loghismoi”, qual è?

La domanda è questa: «Perché ti sono passati quei pensieri? Perché quelli e non altri?»

Noi diciamo: «No, ma sono solo pensieri…»

«Sì, ma lo stesso pensiero passa a tutti? No. Come mai a te passano esattamente quelli lì e non altri? E perché sempre quelli e non altri?»

Qui ci sarebbe da riflettere, perché vuol dire che tu hai dentro un terreno che ospita quei batteri, non altri, quelli.

E qualcuno dei “loghismoi”, prima o poi, attecchisce…

Dopo, vengono fuori le azioni malvagie e noi diciamo: «Da dove sono venute fuori queste cose qua? Ma non sono mie! Ma come ho fatto a fare questa roba qui?»

Certo, è venuta fuori dai pensieri vaganti!

È venuta fuori da quei pensieri che tu hai banalizzato e che non hai confessato.

Perché parlavo prima di Santa Faustina?

Perché Gesù a Santa Faustina dice: «Quando vai a confessarti, fai bene a dire i peccati, ma fai meglio a dire anche le tentazioni (ecco i “loghismoi”), perché dicendo le tentazioni, tu togli loro il potere di farti del male attraverso l’umiliazione».

Capite come è difficile costruire la pace?

Non basta una striscia arcobaleno con su scritto “Peace and love”!

Non basta andare in giro con le margherite nelle orecchie o fumarsi le canne, per dire che abbiamo fatto la grande pace nell’universo e siamo nell’energia con il cosmo.

Per fare la pace noi dobbiamo fare la verità, dobbiamo essere in verità dentro di noi, in questa maniera costruiamo la pace.

Ma voi capite che, per fare questa verità, dobbiamo versare il sangue.

Chi è disponibile a versare il suo sangue, per amore della verità e della pace?

Ecco perché Gesù dice: «Beati gli operatori di pace!», perché, prima di essere operatori di pace, si sono martoriati nel crogiuolo della verità, allora portano la pace.

Dobbiamo chiedere in questo Natale al Signore la grazia di avere il coraggio della pace.

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

 

Letture del giorno

Natale del Signore – Messa del giorno

Prima lettura

Is 52,7-10 – Tutti i confini della terra vedranno la salvezza del nostro Dio.

Come sono belli sui monti
i piedi del messaggero che annuncia la pace,
del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza,
che dice a Sion: «Regna il tuo Dio».
Una voce! Le tue sentinelle alzano la voce,
insieme esultano,
poiché vedono con gli occhi
il ritorno del Signore a Sion.
Prorompete insieme in canti di gioia,
rovine di Gerusalemme,
perché il Signore ha consolato il suo popolo,
ha riscattato Gerusalemme.
Il Signore ha snudato il suo santo braccio
davanti a tutte le nazioni;
tutti i confini della terra vedranno
la salvezza del nostro Dio.

Salmo responsoriale

Sal 97

Tutta la terra ha veduto la salvezza del nostro Dio.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!

Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore.

Seconda lettura

Eb 1,1-6 – Dio ha parlato a noi per mezzo del Figlio.

Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo.
Egli è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene con la sua parola potente. Dopo aver compiuto la purificazione dei peccati, sedette alla destra della maestà nell’alto dei cieli, divenuto tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato.
Infatti, a quale degli angeli Dio ha mai detto: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato»? e ancora: «Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio»? Quando invece introduce il primogenito nel mondo, dice: «Lo adorino tutti gli angeli di Dio».

Canto al Vangelo

Alleluia, alleluia.
Un giorno santo è spuntato per noi:
venite tutti ad adorare il Signore;
oggi una splendida luce è discesa sulla terra.
Alleluia.

Vangelo

Gv 1,1-18 – Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.

In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.

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