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Penitenza e riparazione: la corrispondenza alla Misericordia di Dio

Penitenza e riparazione

Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia di mercoledì 8 luglio 2020

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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PENITENZA E RIPARAZIONE: LA CORRISPONDENZA ALLA MISERICORDIA

La Prima Lettura che abbiamo poc’anzi ascoltato, tratta dal Libro del profeta Osea, cap.10°, è una lettura che ci fa riflettere molto sul nostro comportamento, sulla nostra vita, in relazione a quanto accaduto al popolo di Israele. Il Signore nell’atto supremo della sua misericordia, nel suo infinito amore, minaccia dei castighi al popolo di Israele, perché lo vuol scuotere nella sua ostinazione nel peccato. Dio ricorda al popolo la prosperità che Lui gli diede e l’ingratitudine con la quale il popolo ha risposto ai benefici di Dio. Addirittura il popolo è arrivato ad attribuire questa prosperità agli idoli invece che a Dio, e così ha moltiplicato tutte le sue iniquità legate all’idolatria.

Il testo dice che

“Israele prosperò come vite frondosa, lussureggiante”

 Non solo di foglie ma anche di frutti, in proporzione al suo sviluppo, a quanto bene andava tutto Israele. Fu ricco di popolo, di attività commerciali, e invece di attribuire a Dio tutto questo benessere, tutta questa bellezza, moltiplicò i suoi altari e moltiplicò la sua devozione agli idoli.

Il testo dice:

“Il suo cuore si divise dall’amore del vero e unico e Dio e perciò andrà in rovina. Dio spezzerà i suoi simulacri e atterrerà i suoi altari”

Questo è un atto di Misericordia di Dio, è l’Atto della Misericordia attraverso la quale il Signore richiama il popolo alla Verità, alla conversione.

Del resto, il Signore come potrebbe fare diversamente?

Se il Signore continuasse a beneficare il popolo e non lo castigasse, Dio incoraggerebbe l’iniquità, non lo potrebbe più richiamare su un retto sentiero, sulla via giusta. Israele non si sentirebbe più richiamato alla Verità.

“I suoi Re indussero il popolo all’idolatria, così da tenerlo avvinto al loro giogo.”

Se introduco l’idolatria nel popolo, io che sto dietro all’idolatria, io che sono il Re, gli faccio fare quello che voglio, muovo gli idoli come voglio io, assecondo gli idoli come voglio io, per questo Dio priverà il popolo del Re e permetterà agli stranieri di invadere e di dominarli, e anche gli ultimi Re che avranno, di fatto non avranno forza per reggere il popolo e per liberarli dagli invasori. Solo allora, solo quando questo accadrà, il popolo avrà un movimento interiore, prenderà coscienza e dirà:

“Noi non abbiamo Re perché non temiamo il Signore, e se pure lo avessimo, debole com’è, che cosa farebbe per noi?”

Ecco la Misericordia di Dio, attraverso il castigo il popolo ritorna sui suoi passi e inizia a fare i conti con se stesso, comincia a fare Verità, per questo è un atto della Misericordia di Dio grandissimo. Quindi vengono ridotti alle strette dagli Assiri, il loro Re Osea, debole com’era, ne resta dominato, vengono condotti in schiavitù con questo Re “fantoccio” che avevano, e a questo punto si accorgeranno di aver peccato e di essere stati ingrati con il Signore.

Noi tutti siamo così, noi tutti facciamo sempre così. Fino a quando tutto va bene noi non siamo veramente grati a Dio, e facilmente passiamo dal culto di Dio, all’idolatria. Ci sono molte forme di idolatria, non c’è solamente quella del sasso, della pietra che tutti ci prostriamo ad adorare, ci sono molte forme di idolatria.

Al preciso annunzio di Dio, però, facevano contrasto i falsi profeti. Dio manda il suo profeta e i falsi profeti fanno da contraltare all’annunzio del profeta mandato da Dio.

Che cosa annunziano i falsi profeti?

I falsi profeti annunziavano e annunziano trionfi, grandezze, nuove vantaggiose alleanze, illudono il popolo e soprattutto distolgono e allontanano il popolo dalla penitenza e dalla riparazione. A questi falsi profeti si rivolge il Signore e dice:

“Ripetete pure le parole di una falsa visione e stabilite pure l’alleanza, tutte queste illusioni non potranno di fatto impedire il castigo poiché la vedetta di Dio pullulerà come erba amara sui solchi del campo”

Loro annunciano il contrario.

Quando sarà venuto il castigo e la nazione vedrà disperse le genti e rovinate le sue terre, e il castigo arriverà, a chi dovrà attribuire la sua rovina? Quando il popolo si troverà in questa situazione, e si troverà in questa situazione, si domanderà:

“Ma di chi è la colpa?”

Noi siamo sempre così, quando ci viene il raffreddore, la prima cosa che facciamo è dire:

“Ma dov’è che lo preso?”

Quando ci viene mal di pancia, la prima cosa che diciamo è:

“Ma cos’è che è stato a farmi venire mal di pancia?”

E’ naturale cercare le cause del male, subito, è una cosa che facciamo immediatamente, questo non solo nella vita materiale ma anche in quella spirituale. Così hanno fatto loro.

Nelle sventure nazionali, nel castigo dei peccati commessi, la prima cosa che facciamo è attribuire la responsabilità di quanto accade, all’incompetenza del Re, di chi ci governa. La colpa è sempre degli altri, mai l’attribuiamo ai nostri peccati, mai diciamo:

“La causa di tutto questo è il mio peccato, è la mia lontananza da Dio, è la mia ribellione a Dio”

Perciò il Signore manda il suo castigo sul popolo e previene questa illusione dicendo:

“Gli abitanti di Samaria prestarono culto alle vacche di Bet-Aven e quel popolo e i suoi Sacerdoti che facevano festa per la gloria di quel vitello, spargono lacrime perché quella gloria è esulata da esso”

Noi siamo veramente tanto facili ad ingannarci, ad illuderci, a non voler vedere le responsabilità e dove sta la realtà. E il Signore arriva e ci dice:

Stai attento a questi vitelli d’oro, elevati, in questo caso da Geroboamo I, a Betel e a Dan, perché se poi devi andare a cercare una causa, la causa è lì, è nei vitelli d’oro. Devi andare a ricercarla nelle cause reali, che sono il peccato.”

E’ sempre il peccato la causa di ogni male.

Chiediamo al Signore quest’oggi la grazia di fare penitenza e fare riparazione ma non tanto in funzione del castigo, perché il castigo è molto utile, ogni castigo è utile, ogni rimprovero è utile, piccolo o grande che sia, perché ci aiuta sempre a rientrare in noi stessi, ma fare riparazione e penitenza perché avvertiamo l’urgenza di andare nuovamente incontro alla bontà del Signore, di non deluderla mai.

Sia lodato Gesù Cristo.

PRIMA LETTURA (Os 10,1-3.7-8.12)
È tempo di cercare il Signore.

Vite rigogliosa era Israele,
che dava sempre il suo frutto;
ma più abbondante era il suo frutto,
più moltiplicava gli altari;
più ricca era la terra,
più belle faceva le sue stele.
Il loro cuore è falso;
orbene, sconteranno la pena!
Egli stesso demolirà i loro altari,
distruggerà le loro stele.
Allora diranno: «Non abbiamo più re,
perché non rispettiamo il Signore.
Ma anche il re, che cosa potrebbe fare per noi?».
Perirà Samarìa con il suo re,
come un fuscello sull’acqua.
Le alture dell’iniquità, peccato d’Israele,
saranno distrutte,
spine e cardi cresceranno sui loro altari;
diranno ai monti: «Copriteci»
e ai colli: «Cadete su di noi».
Seminate per voi secondo giustizia
e mieterete secondo bontà;
dissodatevi un campo nuovo,
perché è tempo di cercare il Signore,
finché egli venga
e diffonda su di voi la giustizia.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 104)
Rit. Ricercate sempre il volto del Signore.

Cantate al Signore, a lui inneggiate,
meditate tutte le sue meraviglie.
Gloriatevi del suo santo nome:
gioisca il cuore di chi cerca il Signore.

Cercate il Signore e la sua potenza,
ricercate sempre il suo volto.
Ricordate le meraviglie che ha compiuto,
i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca.

Voi, stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto.
È lui il Signore, nostro Dio:
su tutta la terra i suoi giudizi.

Canto al Vangelo (Mc 1,15)
Alleluia, alleluia.
Il regno di Dio è vicino;
convertitevi e credete nel Vangelo.
Alleluia.

VANGELO (Mt 10,1-7)
Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele.

In quel tempo, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, Gesù diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.
I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì.
Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino».

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