Scroll Top

L’Eucarestia: la prova del discepolo

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di sabato 24 aprile 2021

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

Scarica il testo della meditazione 

L’EUCARESTIA: LA PROVA DEL DISCEPOLO

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

Come già vi dissi più di una volta, l’Eucarestia è un crinale. Sull’Eucarestia si fa il grande esame della vita e sull’Eucarestia si scatenano le più grandi divisioni e i più grandi rinnegamenti. L’Eucarestia, potremmo dire, è una grandissima “cartina tornasole”. Dopo tutto il bellissimo discorso che Gesù fa sull’Eucarestia, che abbiamo visto in questi giorni, loro dicono:

«Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?»

Badate non dicono “chi può viverla”, ma “chi può ascoltarla”, perché certe cose non si riescono neanche a sentire. Per loro sono discorsi folli.

È dura per chi? Ce lo dice il Signore: per chi non crede.

“Tra voi vi sono alcuni che non credono”

Si può essere discepoli di Gesù senza credere in Gesù. È paradossale. Uno si illude di essere discepolo senza credere, in realtà non è possibile, non si può essere discepoli senza credere. Eppure, noi riusciamo a renderlo possibile. L’Eucarestia smaschera i falsi discepoli di Gesù, quelli che si dicono discepoli ma non sono discepoli: sono coloro che non vogliono ascoltare le parole di Gesù — che sono Spirito e Vita — perché stanno, abitano nella carne, un mondo interiore profondamente carnale, quindi fatto di gusti personali, delle proprie idee, del confidare in se stessi, del pregare poco e male, fatto di superbia, di saccenza, di orgoglio, e via di seguito.

“Questa parola è dura!”

Cosa c’è di duro in quello che Gesù ha detto? Gesù ci viene a dire che ci dà il suo Sangue, che la sua Carne è vero cibo, il suo Sangue è vera bevanda e loro dicono che questa parola è dura.

“Nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre”

Questa frase di Gesù ci mette veramente tanto in pace, soprattutto per  coloro che hanno il complesso della crocerossina — e sono tanti, sono i salvatori del mondo. Queste crocerossine devono salvare tutti. Non si sa bene come, ma devono salvare. Perdono il lume della ragione e non sono più capaci di distinguere la luce dalla notte. Non sono più capaci di dare a ciascuno le proprie responsabilità. Entriamo quindi in questa nuova forma — potremmo dire — di eresia, perché è una corruzione di tutto il testamento che Gesù ci ha lasciato.

Come si chiama questa eresia? Tre parole: “Buonismo senza limitismo”. Non va molto bene in italiano, ma rende bene l’idea. Una cosa senza limite già di per sé è sbagliata, perché tutto ciò che noi viviamo ha un limite, perché noi non siamo Dio, ma questo “buonismo senza limitismo” è proprio un’espressione sintetica che oggi ci segna tanto. Gesù, di fronte a questi che se ne vanno, non fa come faremmo noi, come facciamo noi che dialoghiamo. Il “buonismo senza limitismo” è capace di chiedere scusa anche della Verità. È più dogmatico di ogni dogma esistente, ha una pretesa di assolutezza e dittatura che è incredibile. Invece Gesù, che non ha il buonismo senza limitismo, non fa una piega, perché Gesù è carità.

“Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre”

“Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui.”

È normale, perché se non è concesso dal Padre non possono stare con Gesù. E noi diremmo: “E perché non è concesso dal Padre?” La nostra piccola testolina non può capire l’universo mondo. Non lo sappiamo, lo sa Di, e questo ci consola e ci basta. Sta di fatto che non vanno più.

Gesù non è per nulla preoccupato per il fatto che molti di loro non vanno più con Lui. Anzi, rivolto a suoi dodici, dice: “volete andarvene anche voi”? Gesù non sa cosa sia l’ansia, non sa cosa sia il ricatto affettivo, non sa cosa sia andare a chiedere perdono quando non c’è niente di cui essere perdonati e via di seguito.

C’è una verità oggettiva che conosce Dio e noi per partecipazione ne conosciamo un pochino. Nel Vangelo Gesù ci parla abbastanza chiaramente dell’Eucarestia, tanto chiaramente che molti se ne vogliono andare.

Oggi volevo leggervi di Florenskij ma non riesco, ve lo leggerò domani perché questo testo del Vangelo è veramente molto bello e vorrei che ciascuno di noi si soffermasse un po’, che ciascuno di noi restasse un po’ affascinato da queste parole di Gesù e dicesse: “Padre Santo ti prego concedimi di essere discepolo di tuo Figlio, di non tornare mai indietro nella mia vita.”

L’Eucarestia è una responsabilità grande, e quindi c’è chi dice: “Preferisco non farla più e fare altro”

Noi preghiamo perché tutto questo non succeda proprio a noi. Lasciamo stare le persone. Preghiamo e affidiamo tutto a Dio, poi ci penserà Lui.

“Tu hai parole di vita eterna”

Ma gli altri non avevano capito che erano parole di vita eterna, perché non avevano testa e cuore per capirlo. Spero che questo testo ci aiuti ad avvicinarci all’Eucarestia con ancora più devozione, in stato di grazia, con ancora più grande dedizione. Dobbiamo avere dell’Eucarestia un rispetto sommo. Domani andremo avanti con Florenskij, c’è un passo veramente molto bello che vi voglio leggere, partirò da questa frase domani:

“L’amicizia dà all’uomo l’autocoscienza, rivela dove e come è necessario lavorare su sé stessi”

Vi lascio questo piccolo assaggino per sentire il gusto di queste parole meravigliose, vedremo domani di riuscire a dire qualcosa sull’amicizia, oggi il Vangelo era troppo denso, in senso positivo, e noi vogliamo avere questa autocoscienza con Gesù e non abbandonarLo mai e non vedere durezza dove non c’è.

E la Benedizione di Dio Onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di voi e con voi rimanga sempre. Amen.

Sia lodato Gesù Cristo. Sempre sia lodato.

Sabato della III settimana di Pasqua

VANGELO (Gv 6,60-69)
Da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna.

In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?».
Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono».
Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».
Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».

Post Correlati