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Nostra Signora del Laus e la Venerabile Benedetta Rencurel, parte 29

BVMLaus-29

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di sabato 26 febbraio 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Nostra Signora del Laus e la Venerabile Benedetta Rencurel, parte 29

Eccoci giunti a sabato 26 febbraio 2022. 

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi tratto dal capitolo X di San Marco, versetti 13-16. 

Gesù si lascia raggiungere volentieri dai bambini e ci dice che a chi è come loro, quindi innocente, semplice e tutte le cose più belle che caratterizzano un bambino, a chi è come loro, appartiene il Regno dei Cieli. Allora anche noi dovremmo fare di tutto per imparare questo stile dell’essere fanciullo, quindi questo stile dell’abbandono, della semplicità, perché amiamo il Signore, crediamo in Lui e vogliamo assolutamente entrare nel suo Regno e soprattutto vogliamo farlo contento, sapere che Gesù è contento anche di noi. 

 Andiamo avanti con la nostra lettura del testo “Le meraviglie di Laus” siamo su questo tema così delicato che riguarda gli attacchi del demonio a Benedetta.

Altre mene infernali. 

“Non essendo riuscito colla parola a rovinare il credito di Benedetta e distruggere quel luogo di grazie e benedizioni, il demonio nella sua infernale malizia trova un altro mezzo: dalla menzogna passa all’infamia.”

 Questo è tipico del demonio, tipico proprio, se voi guardate la vita di tutti i Santi, ha sempre usato questo mezzo. Pensate, ad esempio, alla vita di San Giovanni Bosco che un mese fa circa abbiamo ricordato, questa figura così bella, questo Santo così particolare. La vita di San Giovanni Bosco fu profondamente flagellata dall’infamia, incontrò in modo terribile l’odio del suo Arcivescovo. Questi, tra l’altro, era diventato Arcivescovo per merito di San Giovanni Bosco perché Roma aveva chiesto a San Giovanni Bosco chi secondo lui fosse più adatto a fare l’Arcivescovo (era morto il precedente e quindi bisognava nominarne un nuovo) e San Giovanni Bosco fece il nome di un suo compagno di studi, disse: “Secondo me potrebbe essere adatto lui”. Purtroppo San Giovanni Bosco ha sbagliato — anche i Santi sbagliano — ha detto proprio l’ultimo nome che avrebbe dovuto dire. Questo suo compagno lo viene a sapere e, francamente non so bene perché dato che avrebbe dovuto essere grato a San Giovanni Bosco di aver avuto tanta fiducia in lui, quando viene a sapere che è stato nominato Arcivescovo per merito di San Giovanni Bosco scatena contro di lui un odio terrificante, una persecuzione terribile, una diffamazione simile a quella che subì Padre Pio, una cosa veramente disumana, tanto che il Papa, che pure aveva stima di San Giovanni Bosco, dopo tutte queste calunnie da parte dell’Arcivescovo, chiama San Giovanni Bosco e lo umilia profondamente. Quel giorno lui, uscendo dal Vaticano, era un uomo veramente distrutto: l’Arcivescovo gli mise contro tutto e tutti, gli impedì di celebrare Messa se non, mi sembra, una volta alla settimana, gli mise davanti tutta una serie di impedimenti, tanto che andarono a prenderlo per portarlo in manicomio! Perché il mantra messo in giro dall’Arcivescovo era: “San Giovanni Bosco è pazzo”. Quindi immaginatevi tutto il Clero! Se l’Arcivescovo dice che quel Sacerdote è pazzo, capite che tutto il clero si scatena contro di lui. Ma questa ostilità del clero c’era anche prima di questo, perché San Giovanni Bosco andava a prendere i giovani dalle strade e li rimetteva in piedi. I parroci, vedendo questo, si scatenarono contro di lui perché Giovanni Bosco portava via i ragazzi delle parrocchie. E San Giovanni risponde: “Ma scusate un momento, ma se voi neanche li vedete, neanche li guardate, sono ragazzi di strada, ma quali parrocchie? Questi qui non sanno neanche più chi sono loro, di sicuro non frequentano, cosa c’entra la parrocchia?”

“Questi fanno parte di una parrocchia, sono di strada ma rientrano in una parrocchia, se tu li vai a prendere, li porti via dalla nostra parrocchia.”

Come se le persone, le anime fossero una proprietà privata, sulle quali c’è un marchio, un codice a barre, non c’è il QR code sulle anime. Invece per loro sì, stessa cosa di Padre Pio, verso Padre Pio si scatenò tutta la persecuzione innanzitutto a partire da qui, perché tutte le persone lasciavano le parrocchie per andare da Padre Pio e, chiaramente, come vi ho già detto, i parroci si scatenarono perché “Lasciano la parrocchia, devono venire in parrocchia, perché prima c’è la parrocchia e non devono andare in convento da quel frate, cosa ci fanno fare?” e via di seguito.

Quindi iniziano le infamie, le invidie, le gelosie e San Giovanni Bosco, giustamente, dice: “Ma questi sono lo scarto della società”. Poi a quel tempo nelle parrocchie l’oratorio si apriva una volta alla settimana, lui invece ci viveva insieme tutti i giorni, li portava via dalle strade e li portava con sé tutti i giorni, e diceva: “È diverso quello che faccio io da quello che fate voi” 

Niente da fare. Addirittura loro volevano che lui, una volta che li aveva rimessi in piedi e rieducati, li andasse portasse in parrocchia. Figuratevi voi che robe incredibili! Lui doveva fare tutta la fatica di… per poi rimandarli in parrocchia. Che non c’entrava niente nella formazione di questi ragazzi. Tutto quello che faceva San Giovanni Bosco non c’entrava niente con lo stile della parrocchia. Insomma, si scatenò veramente un’infamia terribile, tanto che arrivarono a volerlo internare in un manicomio per ordine dell’Arcivescovo, fu ordine dell’Arcivescovo di internarlo in manicomio, ma San Giovanni Bosco fuggì da questa cosa. Considerate che lui, con più di 450 ragazzi da gestire, fu abbandonato per un lungo periodo da tutti i suoi più stretti collaboratori. Tutti! Tanto che San Giovanni Bosco andò a chiedere a sua mamma Margherita di andare ad aiutarlo. 

Non so se voi riuscite ad immaginare, quando uno è prete capisce queste cose: un Sacerdote, da solo, con 450 ragazzi da gestire, educare, curare e sfamare. Faceva i miracoli, 450 ragazzi! Vi rendete conto, giorno e notte h 24, tutti i giorni, cosa vuol dire? Da solo, perché lo hanno lasciato tutti solo, non andava più bene, improvvisamente Don Bosco non andava più bene a nessuno.

Se hanno trattato così Don Bosco… ma andiamo indietro: se hanno trattato così Gesù, uno dice: “Vabbè, mettiamoci il cuore in pace e andiamo avanti”.

Quindi, si passa all’infamia. Cosa che una mente e un cuore minimamente illuminati direbbero: “Scusa un secondo, ma queste cose come fanno a essere vere? Come fanno a stare in questo Sacerdote o in Benedetta, queste infamie che adesso vedremo, con lo stile di vita che conduce? Guardate che non è possibile! Non è possibile! Non si può.” 

Padre Pio: ma come fa quest’uomo che si sveglia alle tre di notte, fa due ore di preparazione alla Messa, scende in Chiesa, inizia la Messa alle cinque e quella messa feriale, ordinaria, di tutti i giorni, dura tutti i giorni tre ore! Poi finisce la Messa, fa un’ora di ringraziamento e poi entra in confessionale dalla mattina alla sera. Mi dite come fa San Pio da Pietralcina, come fa ad avere le amanti? Questa era l’accusa: “Ha le amanti”. (Va sempre a finire lì: “Hanno le amanti, hanno costumi deplorevoli, sono gente di bassa lega, è un imbroglione”). Va bene che aveva il dono della bilocazione, però se uno è nel peccato Dio non gli dà il dono della bilocazione, giusto? 

Scusate ma se si sveglia alle tre, fa due ore di preparazione, ha sempre vicino uno che fa l’infermiere che lo aiuta, alle cinque scende in chiesa, celebra la Messa per tre ore in mezzo a tutta la gente, poi va nel retro coro, lì per un’ora fa il ringraziamento, poi prende e va a mangiare un boccone di pane col caffè, scende in confessionale, confessa dalla mattina alla sera, poi va in chiesa a pregare, quindi va a fare ricreazione con i frati, quindi va in camera, mi dite quand’è che incontra l’amante?

 Per incontrare l’amante ci vuole un po’ di tempo, voglio dire, tutto richiede tempo, anche quello richiede tempo. E poi, dove incontra l’amante? Ci vuole la logica! 

“Ma io non credo alla santità.”

Va bene, ma la logica? Spazio-tempo, ci sono due coordinate fondamentali che servono per la vita umana, l’uomo è collocato nello spazio e nel tempo, per fare qualunque cosa ci vuole spazio e tempo, se questa è la sua vita, dov’è il tempo e dov’è lo spazio nel quale collocare le sue amanti? Perché non è che ne avesse una, ci mancherebbe! Padre Pio aveva tante amanti! Va bene, e quand’è che le vedeva? Ognuna vuole il suo tempo, la sua attenzione, giustamente, e quand’è che le vedeva? Quand’è che stava con loro? Dove si intratteneva? Capite l’assurdità dell’infamia? Che uno se si ferma a ragionare dice: “Ma voi siete impazziti!” Invece arrivarono a mettergli il registratore nel confessionale! Una cosa di una gravità inaudita, una cosa oltre modo sacrilega, gravissima che comporta la scomunica, una cosa pazzesca! Veramente una cosa diabolica. 

E così San Giovanni Bosco, San Giovanni della Croce, Santa Teresa di Gesù e via di seguito. Quando non si può più colpire la persona perché non c’è niente da colpire, allora si passa all’infamia.

 “Mira pertanto a convertire in un luogo di disordine la valle santificata dalla presenza della Regina delle Vergini. L’invasione di un gran numero di persone di perduti costumi, e di cattiva fama avrebbe fatto allontanare da Làus le anime buone ed oneste.”

Siccome ci vanno queste persone, allora… 

“Ecco dunque arrivare da tutte la parti quella genìa, vera alleata del diavolo, con nessun altro fine se non continuare la loro vita di peccati.”

Li fa arrivare tutti lì. 

“Ma gli iniqui disegni di quei disgraziati erano sempre sventati da Benedetta. Essa che non sa leggere in un libro, legge chiaramente nella coscienza degli uomini, e ne scopre tutti i segreti: il presente, il passato, i luoghi, le persone, le circostanze, i minimi dettagli; vede tutto come in uno specchio, fino alla più lontana infanzia. E nei colpevoli, che si vedono scoperti nell’intimo della loro coscienza, alla confusione subentra il pentimento, e al gioco del diavolo succede la conversione sincera.”

Racconta un po’ di casi di conversioni prodigiose, molto belle che poi se vorrete vedrete voi di approfondirle o di leggerle, tutti casi di persone che si convertono. 

Abbiamo visto l’infamia e adesso vediamo gli alleati del diavolo.

Gli alleati del diavolo

“La guerra che i demonio fece al Santuario di Làus non ha riscontro nella storia degli altri Santuari.”

Lì si scatenò veramente l’inferno. Forse a Fatima avvenne qualcosa di simile, ma Fatima verrà molto dopo quindi non si può paragonare.

“Maria aveva voluto fare di Laus un rifugio di Misericordia e il demonio ben conoscendo quanti e quanti peccatori avrebbero trovato colà la salvezza dell’anima, non contento di martoriare, come abbiamo visto, Benedetta, non riuscito nel tentativo di mettere nel ridicolo e diffamare quel luogo, ormai tanto santificato dalla presenza della SS. Vergine, e dall’abbondanza di Grazia elargita dalla Misericordia Divina, nella sua malizia infernale escogitò un piano degno di lui; mandare dei sacerdoti indegni a reggere il Santuario.” 

Di tutte le prove che Benedetta dovette subire, poi in Cielo glielo chiederemo, o glielo chiederete, io credo che questa fu la peggiore, anche rispetto a quando il demonio la prendeva, la portata via volando, la faceva cadere sui sassi, e l’ha tenuta 15 giorni senza mangiare e senza bere. Non c’è niente di peggio di questo. Questa è veramente una disgrazia terribile, mandare Sacerdoti indegni a reggere il Santuario, è la stessa cosa che capitò a Padre Pio, Sacerdoti indegni furono mandati a scrutare, giudicare Padre Pio. Non faccio nomi, ma basta leggere la sua vita e si capisce quanto furono empi.

“Una prova più crudele non poteva darsi per Benedetta e per quanti vi convenivano per onorare sinceramente la Madonna.”

Vedete, non avevo ancora letto, concordiamo io e il Sacerdote che scrive, questa fu la prova sicuramente più crudele.

“Come appare sempre chiaro che il Signore matura le sue opere nella tribolazione e che all’arrivo di questa noi dobbiamo subito pensare: “Il Signore vuol qualche cosa da me; eccomi pronto, o Signore, si compia la tua Santa Volontà”. 

Le persecuzioni Gianseniste. 

Vi assicuro che questo è un flagello.

“Un po’ di storia per i profani. Cornelio Giansenio..”

Così almeno quando sentite certe espressioni sapete cosa vuol dire essere giansenista.

“Cornelio Giansenio professore dell’Università di Lovanio, e poi Vescovo di Ipri, infatuato degli errori di un certo Dotto Baio, anche lui e prima di lui professore nella stessa Università, li fece suoi e li scrisse in una sua opera, intitolata Augustinus, come se contenesse la dottrina di S. Agostino. 

Questo libro pieno di errori sulla Grazia, sul libero arbitrio, sulla giustificazione, e sul peccato originale, fu condannato da Papa Urbano III due anni dopo la morte di peste dell’autore, avvenuta nel 1638. Ma la censura non arrestò i progressi del Giansenismo, ossia della dottrina che prese il nome del suo fautore, benchè nuovamente e ripetutamente condannato da Innocenzo X, da Alessandro VII nel 1656 e da Clemente XI nel 1705.” 

Più condannato di così non fu possibile.

“Il Giansenismo, coprendosi di un’esteriore apparenza di pietà, e affettando una morale severa si propagò a segno, che si videro intere corporazioni religiose ostinarsi a difendere una dottrina, la quale non tende ad altro, se non a rendere insopportabile il soave giogo di Gesù Cristo. Esso non parla che di rigore, austerità e mortificazioni, e rappresenta Dio non Padre, ma Padrone severo; perché, dice, le buone opere sono tutte doni gratuiti di Dio, e quando Egli punisce le anime è ingiusto, per aver loro ricusato i suoi doni. Ecco la necessità quindi, secondo l’errore, di essere austeri e mortificati, per tener placata l’Ira Divina.” 

 Qui capite che non esiste minimamente la parola “amore”, cioè, secondo questa logica la ragione di non peccare non è: “non voglio fare peccati perché amo Dio”, no, la logica giansenista è: “non devo fare i peccati per placare l’ira di Dio”. Quest’eresia giansenista ha poi avuto per contrappasso l’esito opposto. È sempre così, per combattere un’idea sbagliata, il rischio è quello di cadere nel suo eccesso contrario. E invece no, un’eresia, un qualunque errore, una qualunque cosa sbagliata, in sé, parte sempre da qualcosa di giusto, ma poi cosa fa? Lo prende e lo esagera, lo prende e lo distorce. Il comportamento corretto non è prendere tutto il pacchetto e buttarlo nella pattumiera, il comportamento corretto è prendere tutto questo disastro, togliere tutto l’errore che c’è e tenere quel pezzettino di verità che contiene, perché da lì è partito, altrimenti se butto via tutto, butto via il bambino con l’acqua sporca, che non va bene. 

Quindi è giusto, sono un bene l’austerità, la mortificazione, il rigore, la penitenza, il sacrificio, li faceva anche Benedetta, ma Benedetta non era giansenista, lo facevano anche Padre Pio, San Giovanni della Croce, Santa Teresa di Gesù. Non sono un errore queste cose, è un errore se queste cose da mezzo diventano fine, è un errore se queste cose le vivo per la ragione sbagliata. Dio non è un padrone da tenere buono. Anche la Madonna a Fatima, anche a Lourdes, anche a Caravaggio chiede la penitenza, ma sempre con quell’equilibrio intelligente che ti permette di farle per convertire le anime, purificarsi dal peccato, amare di più il Signore, tutta un’altra ragionevolezza.

“Questi spropositi avevano per effetto di portare gli uomini o al vizio” – certamente, perché non ce la facevano! – “o alla disperazione…”

Siccome non ce la faccio, faccio due cose: o mi lascio andare al peccato, o mi dispero.

“… e allontanarli effettivamente dalla virtù. Al tempo di Benedetta molti erano i Sacerdoti e anche i Vescovi infetti da tali errori e di questi si servì il demonio per prendere il predominio su Làus, e seminare l’errore dove regnava il vero Spirito Santo. 

Il partito Giansenista, che aveva a Embrun dei rappresentanti rinomati, aveva visto di mal occhio l’espansione della nuova devozione, e coll’arrivo di un Arcivescovo e di un Vicario Generale imbevuti di quella erronea dottrina”

Come per San Giovanni Bosco, anche qui.

“Si mostrò apertamente ostile a Làus. Benedetta è sorvegliata, e trattata come una pazza, un’idiota, una visionaria: e il popolo è dissuaso dal prestarle fede.”

Esattamente la fotocopia di San Giovanni Bosco, il demonio non è fantasioso, non è creativo, ripete sempre la stessa dinamica uguale, basta conoscere un po’ la vita dei Santi e voi vedete sempre le stesse cose, le stesse parole.

“I confessori della pia pastorella, edotti da lei stessa su tutte quelle menti odiose, vanno a Embrun per testimoniare sulla santità dell’opera fondata, ma ricevono il medesimo trattamento, sono chiamati stupidi, imbecilli nel prestar fede a un cervello privo di senso comune. Per pochi anni essi possono, col loro zelo e colla loro virtù, neutralizzare lo sforzo del nemico, ma un dopo l’altro muoiono. 

Alla loro morte esaltarono i nemici del Santuario. A fianco di Benedetta non rimangono più che il Priore di S. Etienne, M Gaillard, e l’eremita di N.D. de l’Erable, Fra Aubin: ma il Dott.Gaillard è vecchio e perlopiù lontano da Làus; il Priore potrà essere privato del suo beneficio; l’eremita sarà relegato nella sua cella, e la pastorella, se si ostina sarà chiusa in un chiostro. Il progetto pare loro facile; per attuarlo però bisogna che a Làus vi siano preti affiliati alla setta. 

Ed ecco che esercitando tutta la loro influenza sull’Arcivescovo riescono nel loro intento. Sua Ecc. mons. Genlis, nel credere alle parole dei giansenisti ebbe il torto di seguire troppo da lontano gli avvenimenti di Làus, perché soggiornava abitualmente a Parigi. E di questa lontananza dalla sua Diocesi gli fece un rimprovero la S. Vergine, facendoglielo trasmettere per mezzo di Benedetta nel 1678.” 

E quindi si scatena la guerra aperta contro Benedetta, che vedremo domani, nel senso che i giansenisti arrivano a Laus, e qui si salvi chi può!

Queste cose, io penso, bisogna averle provate per capirle, se non le ho provate non le potrò mai capire, forse le potrò leggere, potrò rimanere stupito, ma non le potrò capire. Queste cose non si possono capire, le sofferenze dei Santi non si possono capire se non vivendole, non c’è un’altra strada. E allora quando le si vivono si capisce quanto queste persone erano Sante, per averle potute vivere in modo cristiano.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen. 

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga. 

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

VANGELO (Mc 10, 13-16)

In quel tempo, presentavano a Gesù dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono.
Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso».
E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, ponendo le mani su di loro.

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