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Abbandono dell’ascetica – L’abbandono dei Tabernacoli accompagnati, S. Manuel González pt.62

L’abbandono dei Tabernacoli accompagnati - San Manuel Gonzales Garcia

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: Abbandono dell’ascetica – L’abbandono dei Tabernacoli accompagnati, S. Manuel González pt.62
Martedì 21 maggio 2024

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Mc 9, 30-37)

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a martedì 21 maggio 2024. 

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal nono capitolo del Vangelo di san Marco, versetti 30-37. 

Continuiamo la nostra lettura e meditazione del libro di san Manuel González. Siamo arrivati a pagina 125.

Abbandono di questo eccellentissimo mezzo della Ascetica

E ora domando: La vedono, la intendono e la sentono in questo modo la Messa molti di coloro che vi assistono? Non parlo di quelle folle di ascoltatori presenti alle Messe delle dodici, dell’una e delle due!, delle Domeniche e giorni festivi. La nudità e l’immodestia con cui non poche tra queste donne si recano in chiesa e l’aria di noia o di curiosità profanatrice di non pochi tra questi uomini mi fanno capire molto chiaramente che né gli uni né gli altri vanno alla Messa per mettersi in croce con Gesù, e neppure se ne vanno di lì con il desiderio di portare la croce della Messa nelle loro occupazioni o nei loro divertimenti. Poveretti! Cosa sprecano! E guardando coloro che frequentano maggiormente il tempio e si compiacciono di ascoltare le Messe, quando li vedo tanto affannati a cercare qualcosa che li occupi o li intrattenga durante il tempo della Messa, temo che anche loro sprechino o rovinino i tesori della Santificazione della Messa alla quale devotamente assistono. Macché! Non sarebbe meglio per loro, al posto che leggere preghiere o pii intrattenimenti, forse meccanicamente, dedicare il tempo della Messa a ravvivare lo stato di grazia della loro anima, con un atto di contrizione il più fervente possibile, per unirsi il più intimamente possibile al loro Gesù Sacerdote e Vittima, e con Lui offrire e offrirsi in sacrificio latreutico, eucaristico, espiatorio e impetratorio alla maggior gloria del Padre celeste, all’amore del nostro prossimo e all’odio del nostro egoismo e dei nostri peccati? Oh! se col pensare e assaporare questo, traendo da qui risoluzioni pratiche, ne avremmo di che occupare la mezz’ora della nostra Messa e tutte le ore della nostra vita!

S. Manuel dice: cosa vediamo, cosa intendiamo e cosa sentiamo, quando assistiamo alla Santa Messa? Possiamo dire che vediamo, intendiamo, sentiamo tutto ciò che abbiamo spiegato ieri, vale a dire il morire a sé stessi, il sacrificarsi, l’unirsi alla morte in croce di Gesù, salire e rimanere in croce… Noi sentiamo tutto questo, quando andiamo alla Messa? 

Certo è che, se la Messa è alle ore 8:00 del mattino e io arrivo alle 7:56, come faccio a prepararmi a morire a me stesso, a unirmi al sacrificio in croce di Gesù, a sacrificarmi con lui, a preparare tutto il mio cuore per la celebrazione? Messa della sera delle 18:00 — solitamente 18:00, 18:30, dipende poi dalle parrocchie, però, più o meno, quello è l’orario — se io arrivo alla Santa Messa alle 17:57, beh, è un po’ difficile… ho ancora in testa tutto quello che ho appena finito di fare.

Perché la Messa è come se fosse un “devo farla”, però “non vorrei farla”, però “la devo fare”. E allora, siccome è più importante tutto quello che faccio prima, e tutto quello che faccio nella mia vita è molto più importante della Messa, che cosa do, come segnale? Che tutto il tempo possibile lo dedico alle cose per me importanti, poi, siccome la Messa la devo fare, allora prendo e proprio gli rosicchio gli ultimi secondi; come se il tempo di preparazione alla Messa fosse buttato via, fosse sprecato.

Poi, lui dice: “certo, pensiamo anche alla nudità, all’immodestia con cui non poche tra queste donne si recano in chiesa; l’aria di noia, di curiosità profanatrice degli uomini”. 

Ma guardate che oggi vale per l’uno e per l’altro: anche tanti uomini entrano in chiesa in modo “immodesto”, come scrive lui. Uomini e donne hanno questo atteggiamento di noia, di curiosità, di guardarsi in giro, di chiacchiere, e tu puoi spiegarglielo quanto vuoi, ma non lo capiscono, non si cambia. Di sicuro tutto questo cosa fa capire? Che non vanno alla Messa per mettersi in croce con Gesù — questo è evidente anche ai sassi, che non si è lì per mettersi in croce con Gesù — e che non vanno via dalla Messa con il desiderio di portare la croce della Messa! Quindi: non vanno per mettersi in croce, e non vanno via col desiderio di portare la croce, Se quando finisce la Messa, inizia il mercato di saluti, di chiacchiere, di parole è chiaro che… Se prima della Messa diciamo il Rosario, appena finisce la messa, nemmeno due, tre minuti e iniziano le chiacchiere, tutto quello che potevi aver guadagnato con il Rosario — il silenzio, il raccoglimento, la meditazione fatta — dove è andato a finire?

«Poveretti! Cosa sprecano!», scrive il vescovo, “quando li vedo tanto affannati a cercare qualcosa che li occupi o li intrattenga durante il tempo della Messa, sprecano o rovinano i tesori della Santificazione”. 

Sì, perché noi andiamo alla Messa, ed è come se ci dovesse essere qualcosa che ci occupi, ci intrattenga. 

Faccio un esempio, anche per l’adorazione eucaristica, è difficile trovarne una che sia silenziosa, perché, se abbiamo un’ora di adorazione eucaristica, ci mettiamo dentro il mondo: e il Rosario, e i canti, e la meditazione; magari pure la meditazione del sacerdote… 

Questa la devo dire, perché magari ci sono dei confratelli che ascoltano e non lo sanno, ed è bene dircele, queste cose. Durante l’esposizione del Santissimo Sacramento, cioè durante l’adorazione con l’Eucarestia esposta sull’altare, il sacerdote non può predicare. Cioè, non posso mettermi a fare una predicazione con l’Eucarestia esposta solennemente sull’altare. Un conto se è chiusa nel Tabernacolo, allora si può fare, posso fare una piccola predicazione o quello che è; ma se c’è l’Ostensorio con l’Eucarestia solennemente esposta, le norme liturgiche prevedono che il sacerdote non possa predicare; si fa l’adorazione, perché c’è Gesù esposto solennemente.

Quindi, ci mettiamo dentro anche quello, poi ci mettiamo dentro i canti e tanto altro; e poi ti danno anche il foglietto della meditazione, insomma, va a finire che alla fine uno dice: “È passata un’ora, ho fatto tutto tranne che adorare, perché non sono riuscito a raccogliermi”. L’adorazione sarebbe bello che fosse adorazione, quindi: esponiamo Gesù Eucaristia e poi silenzio assoluto. Va bene, magari per l’adorazione notturna, vuoi dire una preghiera tutti insieme al cambio dell’ora? Va bene, dura cinque minuti, ma è una cosa breve, poi silenzio, perché è il momento, il tempo, dell’incontro con Gesù e non ci deve essere qualcosa che mi deve occupare quel tempo. Perché c’è Gesù!

E infatti vedete, san Manuel dice: addirittura durante la Messa, «non sarebbe meglio per loro, al posto che leggere preghiere o pii intrattenimenti, forse meccanicamente (perché c’è anche questo) dedicare il tempo della Messa …» a che cosa? «a ravvivare lo stato di grazia della loro anima» — invece di star lì a leggere milioni di preghiere — «a ravvivare lo stato di grazia della loro anima», in che modo? «con un atto di contrizione — cioè, vuol dire proprio con un atto di pentimento il più perfetto possibile — per unirsi il più intimamente possibile al loro Gesù sacerdote e Vittima». Vedete? È proprio un percorso! Segnatevela questa cosa, perché è proprio un percorso! «e con Lui offrire e offrirsi in sacrificio latreutico, eucaristico, espiatorio e impetratorio alla maggior gloria del Padre celeste, all’amore del nostro prossimo e all’odio del nostro egoismo e dei nostri peccati»

Questo dovrebbe essere! Quindi, se non facciamo così, incominciamo da oggi a fare così! Il tempo della Messa lo dedico ad arrivare allo stato di grazia della mia anima. In che modo? In tutti i modi che adesso io vi ho letto. In questo modo “arrivo a trarre delle soluzioni pratiche”, e così occupiamo il tempo della Messa tale per cui: esco e sono un’altra persona. Pensate se ad ogni Messa fosse così, come la nostra vita cambierebbe immediatamente! 

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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