Meditazione
Pubblichiamo l’audio della meditazione: Carlo Betanzos pt.1 – I bambini eucaristici pt. 28
Sabato 27 luglio 2024
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
Ascolta la registrazione:
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VANGELO (Mt 13, 24-30)
In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo:
«Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania.
Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”.
E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio”».
Testo della meditazione
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Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!
Eccoci giunti a sabato 27 luglio 2024. Ricordo oggi, alle 17:30, la supplica alla Beata Vergine Maria della Medaglia Miracolosa.
Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal tredicesimo capitolo del Vangelo di san Matteo, versetti 24-30.
Una parola su questo Vangelo bisogna dirla.
«Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”».
Vedete? Quando ci troviamo di fronte alla zizzania — simbolo di tutto ciò che è male, di tutto ciò che è contro Dio, di tutto ciò che è un seme cattivo, a differenza del buon seme che Dio semina nel suo campo — la domanda (dei servi) è subito su Dio: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”.
È Gesù che deve dire loro: “un nemico, ha fatto questo”; di notte, peraltro, mentre tutti dormivano; interessante! Perché loro, evidentemente, non hanno vegliato così bene, altrimenti il nemico non avrebbe potuto buttare la zizzania.
La domanda, il dubbio, su chi va? Su Dio. Ve l’ho già detto tante volte; vediamo il male nel mondo e diciamo: “Come mai Dio non interviene? Come mai Dio non lo impedisce? Come mai nel mondo c’è tanto male?”. Vedete? Sempre Dio.
Invece il Signore dice: “No, è un nemico che ha fatto questo, non io, io non c’entro niente. Io ho messo il buon seme, poi qualcun altro ha fatto altro”; è importante.
E allora l’uomo subito dice: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. Noi abbiamo fretta, innanzitutto di dar la colpa a qualcuno, e poi di estirpare subito tutto. Il Signore dice: “No, lasciateli crescere insieme, perché io ho a cuore il buon grano, il buon seme, e quando è piccolino, se tu tiri su la zizzania, tiri su anche il buon seme, e sarebbe un disastro. Invece, quando è diventato bello grande, basta, non c’è più nessun timore”.
Oggi vediamo un nuovo bambino eucaristico di otto anni.
Però, prima di parlarvi di lui, vorrei dirvi già il titolo del prossimo libro che affronteremo, in modo tale che abbiate tempo e modo di potervelo procurare, perché è un libro molto molto bello. Non sono tante pagine, però è estremamente importante. Il libro che noi andremo ad analizzare tra qualche giorno, a leggere e commentare, è un libro di don Divo Barsotti, che molti di voi, o quasi tutti, conoscono bene; fondatore della Comunità dei figli di Dio. Il titolo del libro è: La mistica della riparazione; edizioni Parva. Ecco, io vi consiglio, se potete e se volete, di prenderlo, perché è veramente un bellissimo libro e, dopo tutto il percorso che abbiamo fatto fino ad ora, soprattutto adesso con i bambini eucaristici, e soprattutto dopo quello che abbiamo fatto precedentemente ai bambini eucaristici, mi sembra che tutto ci porti a questa tematica: la mistica della riparazione. Va bene, poi vedete voi, se volete.
Oggi vi dicevo, vediamo questo nuovo bambino che si chiama:
CARLO BETANZOS
Nell’anno della persecuzione di Calles, il 1927, Carlo Betanzos di soli otto anni, si preparava a ricevere la Prima Comunione. Suo padre, fervente cattolico, fu arrestato e gettato in prigione. Alcuni giorni dopo, rifiutatosi di rinnegare la Fede, in un processo sommario, fu condannato a morte.
Guardate, è sempre così, questo non dimenticatelo mai, perché quello che vi sto per dire credo che sia un’indicazione storica — assolutamente storica — molto importante. Questa indicazione storica è una luce che ci permette di fare un’ottima opera di svelamento e, quindi, di riconoscimento.
Mi spiego: parliamo di quando ci troviamo di fronte a qualcuno che ha il potere, e questo qualcuno fa processi sommari; in questo caso stiamo parlando della persecuzione di Calles, ma mi viene in mente immediatamente anche san Tommaso Moro, che ha ricevuto un processo farsa, dove era già deciso tutto; mi viene in mente padre Pio, come non pensare a padre Pio? Che situazione veramente sommaria, e per certi versi anche ingiusta, perché non ha tenuto in considerazione tutto l’insieme delle cose! E questo processo, fatto a più riprese — che poi è sfociato in pene canoniche importanti, perché lui, di fatto, è stato sospeso a divinis e quindi non ha più potuto confessare, né celebrare la Messa pubblicamente — si è fondato anche su delle calunnie, su delle falsità che sono state riportate.
Allora, parliamo di quando ci troviamo di fronte a processi sommari o, addirittura, a “non processi”, che è ancora peggio; cioè, qualcuno viene condannato senza processo. A qualunque criminale che ha fatto i crimini più efferati deve essere garantito un giusto processo; qualunque cosa uno abbia fatto, deve poter avere un processo, deve poter dire la sua. Pensiamo a Lutero: lui ha avuto la possibilità di dire la sua fino in fondo, prima di essere scomunicato. Quindi, è importante: tutti devono avere la possibilità di difendersi in tribunale, qualunque tribunale esso sia.
Se questo non succede, come in questo caso, dove abbiamo un processo sommario, oppure addirittura la negazione del processo (non viene data all’imputato la possibilità di difendersi, un imputato viene condannato, magari a morte o magari ad essere incarcerato a vita o non so che cosa. In certi paesi addirittura neanche si fanno più i processi e le persone vengono condannate senza neanche essere ascoltate. Pensiamo a quello che è successo ad Asia Bibi, un altro esempio recente).
Questo è il segnale che siamo di fronte ad una realtà che ha due caratteristiche: la prima è che è un regime, uno stato di regime, una dittatura fatta e finita, dove non c’è possibilità di parlare, di ribattere, di dire. La seconda caratteristica, che è tipica dello stato di regime, che è tipica di una dittatura, è avere paura della dissidenza, avere paura della resistenza, avere paura dell’opposizione. Perché lo stato di regime, la dittatura, in sé, è fragilissima; si fonda sul terrore che genera nelle persone che vengono perseguitate e che vengono poi uccise o condannate con processi sommari o senza processi.
Abbiamo visto ieri il caso di Joan, che viene ucciso senza nessun processo. C’è anche il caso dei martiri sacerdoti appartenenti alla comunità di Barbastro — anche loro all’epoca guerra civile in Spagna; sulla loro storia è stato fatto anche un film di cui adesso non ricordo il titolo, ma a voi verrà sicuramente in mente — anche loro vengono uccisi, martirizzati, senza nessun processo vero.
Quindi lo stato di regime ha paura (della dissidenza) e, quindi, fonda tutto sul terrore; ad esempio, prendono alcuni dissidenti e dicono: se voi vi ribellate, succede questo. E allora, le persone, avendo il terrore, avendo paura di perdere la vita, stanno ferme, stanno zitte, si nascondono, scappano, fuggono, e così il regime può andare avanti a essere regime, la dittatura può andare avanti a essere dittatura. Perché, chiaramente, se a chi si ribella o a chi si oppone succede questo, capite…
C’è anche un bellissimo film, il titolo in tedesco non me lo ricordo, ma in italiano s’intitola La Rosa bianca, lo trovate su YouTube, su Internet. Questo film, che vi consiglio di vedere, è molto molto forte, molto toccante, ma molto bello, tratta proprio di questi giovani che si ribellano al nazismo e che poi verranno catturati, e lì vedrete questa sorta di processo super sommario che cosa produce.
Siamo sempre dentro lo stesso discorso: regime — dittatura — paura — processo sommario — non processo. Quando ci troviamo di fronte a un processo sommario, o a un non-processo, noi sappiamo che chi sta dall’altra parte, chiunque esso sia, a qualunque colore appartenga, a qualunque nazione appartenga, a qualunque realtà appartenga, è uno stato di regime, è uno stato di dittatura, punto! Perché in uno stato civile, in uno stato rispettoso dell’umanità e della giustizia, in uno stato giusto, anche qualora io sorprendessi qualcuno in flagranza di reato — con le mani nella marmellata — devo fare un processo, e devo dare alla persona la possibilità di difendersi, di dire perché l’ha fatto, cosa ha fatto, quali sono le ragioni. E chi lo accusa deve portare le prove. Non si possono accusare le persone per sentito dire — “a me sembra, io credo, io deduco” — no, servono le prove, altrimenti siamo nello stato di regime.
Quali sono le prove? Prendete padre Pio, accusato di isteria: falso! Loro dicevano a padre Pio che, per isteria, con la testa e col suo pensiero si era fatto le stigmate, e padre Pio rispose, dicendo: “sì, prova tu, con la tua testa, a pensare che sei un bue, vediamo se ti spuntano le corna!”
Padre Pio fu accusato di rapporti impuri con le donne. Le prove? Non c’erano! Falso! Calunnie belle e buone; e via di seguito.
In uno Stato di diritto, quando una persona viene accusata si portano le prove dell’accusa — perché fino a prova contraria è innocente. L’accusa ha l’onere della prova, devi portare la prova che ciò di cui mi stai accusando. Dopo che l’accusa ha portato la prova, allora l’imputato ha la possibilità di difendersi e di dire il perché, il per come, il per quando, tutte le attenuanti e tutte le sue cose. Il giudice ascolta l’accusa e ascolta la difesa, poi emetterà un giudizio. Altrimenti siamo in una dittatura e, quando siamo in una dittatura, quando siamo in stato di regime, uhm… puzza, la situazione.
Questo padre, fervente cattolico, lo prendono, lo arrestano e lo gettano in prigione. Certo, perché Calles aveva il terrore dei cattolici ferventi, perché erano quelli che poi avrebbero fatto frantumare il suo potere, il suo regno, il suo dominio e la sua dittatura; siamo nel tempo dei Cristeros…
Quindi, fu condannato a morte.
Con l’aiuto di una guardia, riuscì a far giungere un messaggio alla sposa e al figlioletto: — pensate il papà, il marito, prima di morire, che cosa scrive alla sposa e al figlio — “Procura che Carlo faccia la Comunione e prega che qualcuno la porti anche a me. Sono nelle mani di Dio. Non preoccupatevi di me”.
Sono tre frasi… quest’uomo è condannato a morte, sta per morire e si preoccupa della Comunione del figlio, della sua Comunione, afferma la sua fede nella Provvidenza di Dio e dice: “Non preoccupatevi”; vedete? Questi sono i cristiani fervorosi, i cristiani cattolici ferventi, i papà, poi dei martiri dell’Eucaristia.
Mi fermo qui. Non abbiamo letto moltissimo, però tutte queste precisazioni andavano fatte, e quindi, impariamo anche noi.
Come anche queste bellissime persone, questi Cristeros, un’altra storia molto bella anche questa; e qui vi consiglio assolutamente di vedere il film Cristiada, perché è veramente un film molto, molto bello e vi consiglio di farlo vedere anche alle persone a voi care e anche ai vostri figli, perché vale la pena. Poi magari qualcuno dice che è un film troppo duro, troppo forte, troppo impegnativo (la stessa cosa viene detta per il film The Passion). Io invece vi consiglio assolutamente di farlo vedere, perché da qui si possono avere quegli elementi necessari per fare anche dei propositi di vita solenni.
Ho trovato il titolo del film che vi dicevo prima, è: Un Dio proibito e parla proprio dei martiri di Barbastro (il titolo in spagnolo è Un Dios prohibido). È veramente molto, molto bello, io l’ho visto e vi consiglio proprio di vederlo. La trama: agosto 1936, inizio della Guerra Civile spagnola, cinquantuno persone — in maggioranza seminaristi e sacerdoti — appartenenti alla Comunità Clarettiana di Barbastro (Huesca), subiscono il martirio e muoiono per la loro fede.
Veramente un bellissimo film, uscito nel 2013. Guardatelo; guardatelo con i vostri bambini, guardatelo con i vostri ragazzi, perché questi sono i film che fanno veramente bene.
Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.