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Manuel Foderà pt.3 – I bambini eucaristici pt. 23

Bambini Eucaristici

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: Manuel Foderà pt.3 – I bambini eucaristici pt. 23
Lunedì 22 luglio 2024 – Santa Maria Maddalena, Apostola

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Gv 20,1.11-18)

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto».
Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”».
Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a lunedì 22 luglio 2024. Oggi festeggiamo santa Maria Maddalena.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal ventesimo capitolo del Vangelo di san Giovanni, versetti 11 e seguenti.

Continuiamo la nostra lettura e meditazione della vita di Manuel Foderà, il “Guerriero di luce di Gesù”.

Il 15 agosto 2008, festa di Maria Assunta, Manuel riceve la Cresima. Ha bisogno di tanta forza, di luce, e Gesù gliela dà in abbondanza, con il dono del suo Corpo eucaristico e del suo Spirito. Solo Gesù lo rende forte quando i dolori lo assalgono. Quella “bomba di grazia”, come lui chiama la Comunione eucaristica quotidiana, fa sì che la sua malattia diventi inspiegabilmente felice.

Un giorno, dopo la Comunione, racconta Manuel, chiede a Gesù che cosa possa fare per Lui in vista del Natale prossimo. Gesù gli risponde: «Mostra sempre la mia gioia agli altri. Sii un guerriero della luce in mezzo alle tenebre». Che sia un prediletto di Gesù, Manuel lo manifesta anche fuori dall’ospedale, come quando si reca a Lourdes nel giugno 2008. La sera, dopo cena in albergo, Manuel recita il Rosario con i pellegrini siciliani e vuole recitare una decina per “i bambini ciechi”. Nessuno capisce perché (nel gruppo non c’è alcun cieco), ma al ritorno, si saprà che un bambino cieco in un altro gruppo, aveva riacquistato la vista.

Dal settembre 2008, c’è un giovane sacerdote, Don Ignazio, che si prende cura di lui fino a diventare, per suggerimento di Gesù a Manuel, il suo direttore spirituale. 

Riportiamo un passo della testimonianza di don Ignazio a riguardo: “Quando mi chiese se volessi diventare il suo Padre Spirituale mi sentii subito poco degno, visto la sua alta spiritualità. Gli chiesi di farselo dire da Gesù chi doveva essere. Subito dopo la comunione spirituale che faceva a casa ogni qualvolta non poteva comunicarsi sacramentalmente, mi chiamò per telefono e mi disse che Gesù gli aveva detto che dovevo essere io il suo padre spirituale, insieme a Fra Giuseppe dell’ordine dei Carmelitani che ormai vedeva pochissimo visto il suo trasferimento in altra città. Ancora per avere conferma che davvero dovevo essere io la sua guida spirituale gli chiesi di fare a Gesù queste due domande da parte mia: 1) cosa ne pensa di Don Ignazio e 2) cosa deve fare Don Ignazio. Dopo una comunione mi riferì cosa gli aveva detto Gesù, mettendolo per iscritto sotto forma di preghiera a me indirizzata. Gesù gli aveva detto che ero il Suo Angelo custode e che dovevo continuare ad occuparmi dei bambini sofferenti lottando anch’io come guerriero della luce. Da quel momento mi sono affidato alla volontà di Dio, lasciandomi guidare dallo Spirito Santo.

Don Ignazio, fin dal primo incontro, avverte che «nel piccolo c’è Gesù vivo che opera e irradia gioia e coraggio». Lo vede tutti i giorni in ospedale, molto spesso quando Manuel è a casa.

Alla sera Manuel gli telefona perché vuole la sua benedizione. Dal marzo 2009, Manuel chiede più spesso di confessarsi. Dirà il sacerdote: «Ricordo con tanta commozione il grande senso del peccato che aveva, tanto che scoppiava in lacrime durante la Confessione stessa. Ci legava in maniera speciale l’amore e la devozione grande a Gesù Eucaristico. Sin dal primo momento Manuel mi parlò del suo Amico davvero speciale, Gesù. Ogni volta che riceveva con tanta riverenza la santa Comunione, se eravamo nella cappella, si distendeva sulla panca (o anche per terra, per fare penitenza), o se era ricoverato, si metteva sotto le coperte coprendosi anche il volto, e così rimaneva dai dieci ai venti minuti circa, in assoluto silenzio. Questo era il momento culminante della Comunione perché entrava in colloquio con Gesù, come fanno due amici intimi. Gli ho chiesto più volte se vedeva Gesù faccia a faccia, e lui mi rispondeva che sentiva la sua voce nel suo cuore». 

Ritorna questo tema di Gesù che, attraverso l’Eucarestia, attraverso la Comunione, attraverso questa “bomba di grazia”, come la chiama Manuel, dà la possibilità di superare tutti i dolori, anche i più atroci. 

Poi avviene l’investitura: Gesù gli chiede di essere un guerriero di luce in mezzo alle tenebre, portando la gioia agli altri. Sì, perché, vedete, come già vi ho detto ultimamente, oggi si rischia di cedere alla disperazione, alla confusione, al disorientamento. Non si capisce più dove andare, che passi fare. E quindi ci sono molte persone che perdono questa gioia, perché sono spaventate, perché sono tristi, perché sono avvilite, perché sono confuse, perché non capiscono più nulla. E allora anche noi dobbiamo restare vicini a Gesù e mostrare sempre la sua gioia agli altri; sempre! E questa gioia la troviamo solo in Gesù.

Poi, c’è questa bellissima pratica di Manuel, che alla sera chiama il suo padre spirituale al telefono per chiedere una benedizione. Le benedizioni si possono dare per telefono? Sì! Non ci si può confessare per telefono, ma la benedizione si può dare. Quindi non dico tutte le sere, tutti i giorni, però impariamo questa bella pratica, soprattutto nei momenti più difficili che viviamo, quelli più pesanti, più duri, quelli di maggiore sofferenza, impariamo questa bella pratica di chiedere la benedizione. Se non possiamo chiederla di persona, telefoniamo. Se conosciamo qualche bravo sacerdote disponibile, chiediamo la benedizione, oppure, se sentiamo un sacerdote per altre ragioni, alla fine chiediamo una benedizione.

Quest’intimità con Gesù porterà Manuel a confessarsi più spesso. Tutte le cose che fin qui vi ho insegnato, vedete che tornano tutte, sempre. E, vi confesso, per me questo è molto importante, perché questo dimostra che non vi ho mai ingannato, questo dimostra che non vi ho insegnato le mie idee, le mie prospettive, i miei gusti; ma con voi, insieme a voi, mi sono seduto tra i banchi degli alunni ad imparare da Gesù, maestro, dalla Vergine Maria, dai santi, dai dottori della Chiesa, dalla Sacra Scrittura; seduti tutti insieme dalla parte degli alunni. Il mio compito, come sacerdote, è quello di ripetere, spiegare, con più dovizia di particolari, con più dettagli, rendere ancora più comprensibile ciò che il Maestro ci insegna; lui direttamente, la Sacra Scrittura, oppure le apparizioni di Gesù ai santi, la Vergine Maria, e di qui a scendere. Questo credo sia il compito di un sacerdote.

Io, sapete, non ho formulazioni geniali da regalarvi, non ho intuizioni strepitose, originali che uno dice: “Mamma mia, che acume!”; no, non ne ho! Io ho semplicemente il compito di spiegare, di rendere più facile nella comprensione ciò che già è stato detto e insegnato da persone – i santi, ad esempio – che, loro sì, hanno avuto intuizioni geniali e originali; e noi dobbiamo andare tutti alla loro scuola, e comprendere quello che loro volevano dire, cogliere la verità del loro messaggio e farla nostra.

Quindi, vedete: «Dal marzo 2009, Manuel chiede più spesso di confessarsi», quando ormai ha già ricevuto la Cresima ed è già un po’ che è sotto la direzione spirituale di questo don Ignazio, vedete? Quindi, questa frequentazione, questa vita cristiana, lo porterà a confessarsi più spesso; ecco quello che vi ho sempre detto. Abbiamo già visto in tanti santi, tantissimi santi, abbiamo già affrontato tante volte quanto sia importante la confessione frequente. La confessione frequente! Certo, non sempre sarà possibile trovare sotto casa il sacerdote che ci confessa: va bene, chiederemo al Signore di trovarne uno un pochino più lontano, ma dal quale poter andare. Guardate che il Signore non ce lo farà mai mancare, ve lo assicuro, è così!

E poi la confessione frequente va di pari passo – lo dirà il sacerdote lasciando questa testimonianza – al grande senso del peccato; talmente grande che questo bambino di nove anni «scoppiava in lacrime durante la confessione». 

Guardate che questo bambino è nato nel 2001. Non è nato nel 1200! Lui oggi avrebbe 23 anni, è nostro contemporaneo. Lui è nato pochi giorni dopo che io sono stato ordinato sacerdote. Lui è nato il 21 giugno, e io sono stato ordinato il 9 giugno, vedete? Pochi giorni dopo il mio sacerdozio, quindi potrebbe essere qui con noi.

Bene, questo bambino, assolutamente contemporaneo, aveva un grande senso del peccato, tanto che scoppiava in lacrime durante la confessione. E qui ha otto anni; nasce nel 2001, dal marzo del 2009 comincia a fare questa richiesta, quindi ha otto anni. Ma un bambino di otto anni, flagellato da un tumore terribile, che peccati così gravi fa, da arrivare a scoppiare in lacrime? Ma guardate che la stessa faceva san Luigi Gonzaga; ricordate quella volta che prese un po’ di polvere da sparo? Lui ogni volta che si confessava, quando si rendeva conto di… piangeva fino a svenire per questa cosa – dicono i biografi.

Però la differenza è che questo bambino parla con Gesù e Gesù parla con lui. Non coloro che invece ci insegnano che la confessione: “Ma sì, vabbè, la puoi fare una volta ogni tot”, “No, adesso non stiamo lì a diventare ossessivi compulsivi”, e poi: “Di’ una preghiera tu”, e poi; “Affidati alla bontà di Dio”, “Ma non serve confessarsi di frequente”, “Ma che peccati vuoi aver fatto?”, “Non essere scrupoloso…”. 

Per grazia che lui ha trovato un sacerdote che, come lui, condivideva un grande amore e una grande devozione a Gesù Eucaristico; «Ci legava in maniera speciale – scrive don Ignazio – l’amore e la devozione grande a Gesù Eucaristico».

Capite, è questo il fondamento che tiene insieme questo sacerdote e questo bambino, ed è questo il fondamento che spiega la santità di questo bambino. 

E qui torniamo a tutte le catechesi che vi ho fatto in questi anni. C’è, su YouTube, una playlist fatta di tutte le mie catechesi tenute sull’Eucarestia: andate a vedere quante sono. Ho chiesto che fossero messe dentro lì, in quella playlist, in modo tale che, se uno vuole farsi una bella catechesi eucaristica, lì le ha tutte. 

«L’amore, la devozione grande a Gesù Eucaristico», se c’è questo, allora c’è anche il grande senso del peccato, allora c’è anche lo scoppiare in lacrime. Non conta quanti anni hai, il problema non è la gravità del peccato; il problema è cogliere, comprendere e capire di aver mancato ad un amore così grande come quello di Gesù. Questo fa nascere un grande senso del peccato, non lo scrupolo. Parlare di scrupolo è un’idiozia, questa cosa è un’idiozia!

E proprio perché lui (cose già dette e stradette, ultra-dette) coglieva perfettamente la misericordia di Dio, proprio per questa ragione si confessava spesso e scoppiava in lacrime. Proprio perché coglieva la misericordia di Dio, la quale misericordia si realizza dove? Nel confessionale, nel Tabernacolo, dice Gesù a santa Faustina Kowalska. Quando si imparano le cose in modo giusto e si spiegano in modo onesto, i conti tornano sempre. Che tu li prenda dal basso, che tu li prenda dall’alto, che tu li prenda da sinistra o da destra, che tu li prenda dal mezzo o dall’inizio, non cambia! I conti tornano sempre, devono sempre tornare con tutto. Se i conti non tornano, vuol dire che o abbiamo capito male o siamo disonesti; una delle due. Perché i conti devono tornare, non c’è questione.

E quindi uno dice: “Beh, tutto questo è garanzia di qualità”. Ma è bello, ma lo capite anche voi che è bello vivere così. Perché tu ti metti lì e vedi che tutto viene uno dietro l’altro, tutto viene legato, tutto dà una grande pace, perché non ci sono buchi, non ci sono: “Oh, mamma, adesso, qui, dunque, allora, ma quindi lo devo interpretare in questo modo? No, ma in quell’altro?”; no, no, no, è tutto semplicissimo, è tutto semplicissimo.

Perché oggi molti dicono che c’è una grande confusione?  In realtà – e questo ve l’ho detto pochi giorni fa – non c’è nessuna confusione: è tutto chiarissimo. Non c’è confusione, tutto è perfettamente chiaro. C’è confusione se noi ci lasciamo travolgere dalle onde del mare, allora certo c’è confusione. Ma se noi stiamo dall’alto dell’insegnamento di Gesù, dei santi, del Magistero della Chiesa, della Scrittura, e prendiamo tutto quello che la Chiesa ha sempre creduto, che i nostri trisnonni, bisnonni, nonni, genitori, hanno sempre creduto… Perché non cambia! Non cambia, è sempre quello! C’è un arricchimento, c’è un’evoluzione, ma non ci potrà mai essere una contraddizione tra quello che credo io e quello che credeva la mia nonna! Ci può essere evoluzione, ci può essere approfondimento, ci può essere ulteriore comprensione, ma mai contraddizione, mai! Se oggi la mia nonna si risvegliasse e guardandoci non potrebbe dire: “Ma voi chi siete? Questa che fede è?”. No, non può dirlo! Non può dirlo perché la fede è sempre la medesima fede, perché si crede nelle medesime realtà. Se lei lo potesse, lo dovesse dire, c’è un problema, ma non in lei. C’è un problema in noi, in me, perché vuol dire che sto tradendo un deposito, un’eredità.

E quindi noi, dopo ventitré anni, ci troviamo ancora in perfetta sintonia – ma, del resto, come anche dopo secoli, con Santa Teresa, San Giovanni della Croce, col Vangelo, con la Scrittura – con quanto ci è stato detto, insegnato, anche da Manuel, da questa bellissima esperienza.

«Riceveva con grande riverenza la Santa Comunione»; si capisce che questo sacerdote era molto devoto, era un uomo veramente eucaristico; “riverenza”, bello questo termine. E qui poi, nel mio PDF c’è una foto di Manuel che è sdraiato per terra, su un fianco, in chiesa, su un tappeto, con la mascherina. Molto bella, questa foto, quando l’ho vista, subito mi è venuto in mente Charles de Foucauld; bellissima.

“Il momento culminante della Comunione”: lui rimaneva in questo silenzio dai dieci ai venti minuti, in assoluto silenzio, perché cercava questo intimo colloquio. E quindi Gesù gli fa sentire la Sua voce. Ecco, quindi io vi raccomando – raccomando a voi, raccomando a me – tanto, tanto, tanto amore per Gesù Eucaristia e per la confessione.

Quindi, vi dicevo prima, non c’è confusione, perché guardando sempre tutta la realtà dall’alto – non dall’alto della superbia, ma dall’alto dell’insegnamento di Gesù, della Scrittura, dei santi – fondandoci sul loro insegnamento, noi vediamo che tutto è perfettamente spiegabile, tutto ha un perché. Si capisce tutto benissimo e si capisce benissimo dove sta la verità e dove sta la menzogna; benissimo! Certo che se sono ignorante, se non conosco la Scrittura, se non ho letto i santi, se non ho letto i martiri, se non ho letto i padri della Chiesa, se non ho letto niente, ma sto dalla mattina alla sera sui social a scrivere, a fare, brigare, ecco allora è chiaro che vado in confusione, perché non capisco più nulla, non so niente. 

Non sapendo niente, se devo fare un compito di matematica e non ho studiato, è chiaro che vado in confusione, perché non so niente; ma se so, qualunque problema mi venga sottoposto, non c’è nessuna confusione, non vado in confusione, perché prendo il problema… tac, e comincio ad applicare le regole: uno, due, tre, quattro e il problema si risolve. Non c’è nessun problema irrisolvibile, cioè, lo si risolve, si applicano le regole, fine; ci sono delle regole, applicale! Certo, se non hai studiato… eh, beh…

Ecco perché mi metto a spiegarvi tutte queste cose, perché dai oggi, dai domani, la speranza è che qualcosa entri e rimanga. E quindi, dentro la realtà nella quale siamo calati, uno dica: “Bene, non sono confuso; sono dispiaciuto, sono amareggiato, certo, ma non confuso. Tutto chiarissimo, tutto perfettamente chiaro, assolutamente chiaro”. Perché? Perché è così, perché basta guardare le cose come sono, e uno ne prende atto e dice: “Va bene, allora, io adesso mi impegno a viverle nel modo migliore possibile”.

Mi hanno mandato da vedere un breve video, di questo Novak Djokovic, che dice che dopo essersi sbarazzato di Rune, il suo avversario, in tre set, approda nei quarti di Wimbledon, e lui prende la sua rivincita sui fischi del pubblico. Questo giocatore di tennis è di religione ortodossa; credo vi ricorderete di lui, perché divenne famoso anche perché in un certo tempo si rifiutò di fare una certa cosa, si rifiutò in modo molto forte e venne fuori un grande caso. Quello che mi ha colpito è la determinazione con la quale lui parla. Perché questi disonesti, irrispettosi lo fischiavano, e lui, oltre ad augurare buonanotte, non cede a questa violenza della mancanza di rispetto. È però precisamente rigoroso, perché l’intervistatore che è lì che gli parla davanti a tutto il pubblico, diceva: “Magari loro non fischiavano te, perché erano contro, erano per Rune” Lui dice: “No, non prendetemi in giro. Non ci sto. Io sono perfettamente cosciente che loro lo facevano per fischiarmi, conosco molto bene i trucchi. È più di vent’anni che sono qui dentro. Conosco bene i trucchi, quindi lasciate perdere; però io mi concentro su quelli che invece erano rispettosi”. E poi a un certo punto dice: “Ragazzi, non potete toccarmi, ho giocato in ambienti molto più ostili, fidatevi di me, voi, ragazzi, non potete toccarmi”. Bellissimo, bellissimo, veramente bellissimo. Anche in questo caso si vede come la fede fa di quest’uomo un granito, proprio, una persona centrata, imperturbabile, che sta al di sopra, proprio al di sopra.

Vedete, non c’è confusione, perché così non c’è confusione, è tutto chiarissimo, tutto perfettamente chiaro, senza alcuna confusione.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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