Meditazione
Pubblichiamo l’audio della meditazione: Dare la vita per i fratelli pt.4 – La mistica della riparazione, di don Divo Barsotti pt.22
Mercoledì 28 agosto 2024
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
Ascolta la registrazione:
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VANGELO (Mt 23, 27-32)
In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. Così anche voi: all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che costruite le tombe dei profeti e adornate i sepolcri dei giusti, e dite: “Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nel versare il sangue dei profeti”. Così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli di chi uccise i profeti. Ebbene, voi colmate la misura dei vostri padri».
Testo della meditazione
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Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!
Eccoci giunti a mercoledì 28 agosto 2024. Oggi ricordiamo e festeggiamo sant’Agostino, vescovo e dottore della Chiesa.
Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal ventitreesimo capitolo del Vangelo di san Matteo, versetti 27-32.
Continua il discorso di Gesù sugli scribi e i farisei, adesso li chiama “sepolcri imbiancati”, perché sono pieni di ossa, di morte e di marciume — parole fortissime — gente che appare ma non è. Li continua a chiamare ancora ipocriti. Questi che dicono: “Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nel versare il sangue dei profeti”; in realtà, tra poco sacrificheranno e verseranno il sangue di Gesù.
Continuiamo la nostra lettura del libro di Don Divo. Siamo arrivati a questo punto:
Uno dei problemi più gravi della vita spirituale è il significato della vita presente. Una mistica dell’essenza non lo risolve. È troppo semplice dire che la vita presente è una prova. Una risposta di questo genere sembra di fatto negare qualsiasi valore intrinseco dell’azione nel mondo. Il problema è risolto dalla mistica cristiana, precisamente perché nel Cristianesimo l’unione con Dio si realizza nella partecipazione al Mistero del Cristo. In questa partecipazione, l’unione con Dio implica l’unione con gli uomini, l’amore per Iddio l’amore per gli uomini, perché il Cristo è Dio e uomo. Partecipando al Mistero del Cristo tu ne vivi la vita: allora non vivi in Dio sottraendoti al mondo, negando il mondo presente, ma vivi in lui nell’impegno, che fu la missione del Cristo, di sopprimere il male, di sopprimere il dolore. Non vivi in Dio nella misura della tua rinuncia, ma nella misura in cui la rinuncia e la morte stessa sono in te atto di amore, cooperazione alla creazione divina: non al suo puro prolungamento in una «cattiva eternità», ma alla sua redenzione, alla sua trasfigurazione, al suo superamento continuo. Proprio questo è importante: che la mistica cristiana, come è partecipazione al Mistero del Cristo, così sia cooperazione a una redenzione del mondo. Non pura attività creatrice che, soprattutto dopo il peccato, non avrebbe necessariamente carattere etico; non cooperazione a una creazione che, pur essendo viva, rimane statica, chiara in sé stessa; ma cooperazione a una trasfigurazione del mondo. Anche prima del peccato l’uomo avrebbe vissuto la sua obbedienza a Dio in un lavoro che doveva innalzare la creazione, aprirla alla grazia, dare un contenuto etico alla vita dell’universo; tanto più, dopo il peccato, l’uomo non vive in unione con Dio che partecipando in Cristo alla redenzione del mondo.
Senza il Cristo la vita spirituale si identificherebbe con la negazione del mondo, perché il mondo è nel peccato; ma la negazione sarebbe pur sempre sterile e non basterebbe da sola a sottrarci all’impero del male. Nel Cristo la vita spirituale si identifica invece con l’affermazione del mondo: non potrebbe essere tuttavia un’accettazione e un abbandono al mondo che è nel peccato; ne è la sua redenzione. L’atto del Cristo non è la redenzione del mondo?
Allora, possiamo anche partire dalla parte finale, che mi sembra riassuntiva.
La vita spirituale non è negare il mondo è sbagliato pensare che, poiché il mondo è nel peccato, io lo devo negare! Perché questa negazione sarebbe sterile, e questa negazione non ci sottrae all’impero del male; ha ragione don Divo, è inutile negare, a cosa serve? Invece lui dice che la vita spirituale in Gesù si identifica con l’affermazione del mondo. Questo non vuol dire accettazione e abbandono al mondo che è nel peccato, ma la sua redenzione, è diverso. Non negare, ma redimere. Ed è quello che ha fatto Gesù. Quindi vivere in unione con Dio vuol dire partecipare in Gesù alla redenzione del mondo, non alla negazione.
E quindi è vero che uno dei significati, uno dei problemi più gravi della vita spirituale, è il significato della vita presente; verissimo. Ed è quello che, in questi tempi, e anche in questi giorni, vediamo accadere.
Anche per quello che è successo a Parigi, ma non solo, perché quello che è successo a Parigi non è un unicum. Ci siamo giustamente amareggiati e anche scandalizzati, perché è una cosa un po’ scandalosa, che dei manifestanti cattolici che rispettavano la legge, che non facevano niente di male, facevano un po’ di pubblicità al messaggio cristiano e anche una sorta di riparazione, che vengano presi e incarcerati. Sì, sono stati incarcerati una notte e poi rilasciati però, insomma, il gesto è stato forte: “Ti incarcero perché tu hai testimoniato dei valori che…”
Ma non sono né gli unici, né i primi! Ci sono cristiani in tutto il mondo che non si limitano a stare in carcere una notte, ma spariscono completamente dalla loro famiglia, dalla loro chiesa, dalla loro diocesi; cristiani, mamme, papà, sacerdoti, vescovi, spariti! Persone torturate, uccise, ammazzate, bruciate vive, ancora oggi! Quindi certo, fa specie che questo accade in un paese europeo, però dovremmo essere scandalizzati per tutto quello che accade ai cristiani in tutto il mondo! Pensiamo alla Cina, pensiamo alla Corea del Nord tanto per fare due nomi; provate a pensare.
Quindi, che significato diamo alla vita presente? Che significato ha la vita presente? E don Divo dice che è troppo facile dire che “la vita presente è una prova”. Quando qualcuno magari sta facendo fatica o sta soffrendo, la risposta del cristiano medio qual è? “Questa è una prova che tu devi superare”; sì, però in questo modo, dice don Divo, tu neghi il valore intrinseco dell’azione nel mondo. Se è una prova, infatti, non ha poi un grandissimo valore intrinseco la mia azione all’interno del mondo; è una prova, devo fare questa prova, la devo superare; il suo significato è il superamento della prova. Invece l’azione del cristiano nel mondo è molto di più di una prova, molto di più! Ecco perché lui dice che la mistica dell’essenza non risolve il problema; per questa ragione.
C’è quindi da tenere in considerazione che l’unione con Dio implica l’unione con gli uomini, ed è quello che don Divo continua a ripetere da pagine e pagine. Vi ricordate quando si diceva: “Dobbiamo sentire il peccato del mondo, sentirlo in noi e sentirci anche noi che condividiamo, nel senso che — come diceva santa Teresina — sediamo alla tavola dei peccatori per mangiare il pane dell’incredulità. E quindi, dice don Divo, non è che noi viviamo in Dio sottraendoci al mondo, negando il mondo presente, ma: “vivi nel mondo nell’impegno di sopprimere il male”. È questo il punto: noi dobbiamo sopprimere il male. Quindi, non vivi in Dio nella misura della tua rinuncia, ma nella misura in cui la rinuncia e la morte stessa sono in te atto d’amore, hanno questo scopo della redenzione, trasfigurazione e superamento continuo del mondo. Ecco perché io vi ho sempre detto — e ve lo ripeterò fino alla nausea — che non ha senso il ragionamento di chi dice: “Ah, io ho deciso di sottrarmi dai social, di sottrarmi da questo, di sottrarmi da quello”, ma a cosa serve? Non è questo l’impegno cristiano, la logica non è sottrarsi. La logica invece è di sopprimere il male, è diverso. La logica non è quella della rinuncia, ma di questa redenzione, di questa trasfigurazione e superamento continuo.
Quindi, nel concreto, facciamo un esempio: su quel social c’è tanto male; la soluzione non è che prendo e scappo, ma la soluzione è: c’è tanto male e io ci metto tanto bene! La soluzione non è: qui c’è tanto male, allora io prendo e scappo via, perché rinuncio, perché mi sottraggo, perché fuggo; no! La soluzione è: c’è tanto male? Bene, e tu ci metti tanto bene. Trova anche tu — come fa chi vive nel male — idee, proposte, fantasie da proporre, affinché anche il bene diventi dilagante, affinché tu possa sopprimere il male, affinché tu possa trasfigurarlo, redimerlo, superarlo continuamente, questo è. Quanti cristiani belli, quanti bravi sacerdoti, quante brave persone che sui social diffondono il messaggio di Gesù! Ecco, questo è il modo. Se poi qualcuno uno dice: “Io non ho molte possibilità”, e vabbè metti un like, metti un pollice in su. Ecco perché vi dicevo che è importante collaborare, partecipare a questa cosa.
La vita del cristiano non è la vita di un alienato, questo ve l’ho sempre detto, non è la vita di un sociopatico, non è questo. Non è la vita di uno che si sottrae, che fugge inorridito. No, ma è la vita di uno che vive completamente immerso nel tempo presente, da cristiano — è questo il punto — portando Gesù lì, dove lui vive, non fuggendo su un monte; non è questo. In questo modo noi neghiamo la nostra azione di cristiani nel mondo, ed è sbagliatissimo; dov’è la testimonianza? Dopo ci mettiamo dietro al computer a fare i leoni da tastiera, e a fare millecinquecento commenti, a far partire cinquemila polemiche dietro un nome che è “XY 222527” o “Titti Ninni”. E chi è Titti Ninni? Non si sa! Fa niente! Però io comincio a scrivere, a scrivere, a far polemiche, a litigare con Tizio, con Caio; ma a cosa servono queste cose? Ma testimonia il bene, invece di perderti in polemiche stupide! Testimonia il bene, invece di cadere negli insulti, negli attacchi, nell’ira. Tira fuori il Rosario, prega, testimonia la bellezza di Gesù, la bellezza dell’essere cristiano. Quelli ti insultano? Eh, tu mandagli un bacio! Cosa dice S. Paolo? “Rispondete al male col bene”. Ti tirano le pietre? Tu dagli un fiore. Questo è molto più scandaloso che qualsiasi altra cosa, nella mentalità odierna, ed è quello che ha fatto Gesù: “Padre perdonali, perché non sanno quello che fanno”.
Ecco, quindi noi dobbiamo cooperare a una trasfigurazione del mondo. In che modo? Lavorando con Gesù, vivendo con Gesù. Bene, spero di aver commentato decentemente questo capitolo che finisce qui e domani vedremo “Il significato della vita terrena”.
Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.