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San Francesco Marto – I bambini eucaristici pt. 38 Ultima parte

Bambini Eucaristici

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: San Francesco Marto – I bambini eucaristici pt. 38 (Ultima parte)
Martedì 6 agosto 2024 – Trasfigurazione del Signore

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Mt 17,1-9 Anno A)

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: “Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia”. Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo”.
All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: “Alzatevi e non temete”. Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.
Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: “Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti”.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a martedì 6 agosto 2024. Oggi festeggiamo la Trasfigurazione del Signore.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal diciassettesimo capitolo del Vangelo di san Matteo, versetti 1-9.

Continuiamo la nostra lettura e meditazione dei bambini eucaristici; oggi iniziamo una nuova figura, che è quella di:

San Francesco Marto di Fatima.

La fonte è Santi e beati. E, con questo ultimo bambino eucaristico, concludiamo il nostro ciclo.

Il beato Francesco Marto nacque nella parrocchia di Fatima, l’11 giugno 1908; è il penultimo degli undici figli di Emanuele Pietro Marto e Olimpia di Gesù. Con la sorellina Giacinta e la cugina Lucia sarà il terzo protagonista delle apparizioni mariane del 1917. Ma i pastorelli prima di vedere la Vergine Maria, furono preparati dall’Angelo della Pace, il quale insegnò loro una particolare preghiera di adorazione e riparazione a Gesù Eucaristico.

Nella terza apparizione l’Angelo apparve ai tre bambini con un Calice tra le mani sopra il quale stava sospesa un’Ostia, e dopo aver recitato assieme a loro la preghiera alla Santissima Trinità, prese nuovamente il Calice e l’Ostia che erano rimasti sospesi nell’aria, e diede l’Ostia a Lucia e il Sangue del Calice a Francesco e a Giacinta dicendo: “Prendete e bevete il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo, orribilmente oltraggiato dagli uomini ingrati. Riparate i loro crimini e consolate il vostro Dio”.

Alla fine del 1918 Francesco e Giacinta furono irrimediabilmente colpiti dall’epidemia di broncopolmonite, la terribile “spagnola”, che seminò tanti morti in tutta l’Europa. La malattia lo rendeva così debole da non aver più la forza di recitare il Rosario. Egli sapeva perfettamente che sarebbe morto e tale certezza gli veniva da quanto la “Bianca Signora” aveva detto a Fatima nell’apparizione del 13 giugno 1917: “Vorrei chiedervi di portarci in cielo”, domandò Lucia alla Vergine, a nome suo e dei cugini. “Sì, Giacinta e Francesco li porterò presto”, fu la risposta, “ma tu devi restare qui ancora un po’ di tempo”. Durante la malattia Francesco si mostrò sempre allegro e contento. Quando Lucia gli domandava se soffriva molto, egli così rispondeva: “Abbastanza, ma non fa niente, soffro per consolare il Signore, e poi tra poco vado in cielo!”. Nel febbraio 1919 le sue condizioni peggiorarono visibilmente e fu deciso di farlo rimanere a letto, assistito quasi sempre da Giacinta. Un giorno i due bambini mandarono a chiamare Lucia che, appena entrò da loro, disse: “La Madonna è venuta a trovarci e dice che presto tornerà a prendere Francesco per condurlo in Cielo”.

Il 2 aprile lo stato di salute di Francesco era così aggravato che fu chiamato il parroco per confessarlo. Egli temeva di morire senza poter ricevere la prima Comunione e questo pensiero gli causava una grande pena. Il parroco corrispose a così santo desiderio somministrandogli per la prima volta l’Eucarestia la sera stessa, il giorno prima della sua morte. Il suo unico pensiero era quello di poter ricevere Gesù e di consolarLo per tutti gli oltraggi che riceve, ora era stato accontentato.

L’indomani Francesco diceva alla sorellina Giacinta: “Oggi sono più felice di te, perché ho Gesù nel mio cuore”. E insieme si misero a recitare il santo Rosario. La sera salutò Lucia, dandosi un arrivederci in Cielo. Poi disse alla madre: “Guarda, mamma, che bella luce là, vicino alla porta!… Adesso non la vedo più…”. Il suo volto si illuminò di un sorriso angelico e, senza agonia, senza contrazione, senza un gemito, spirò dolcemente, erano le 10 di sera. Ancora non aveva 11 anni.

Francesco Marto non fu solo l’ambasciatore di un invito alla preghiera e penitenza, ma con tutte le forze si sforzò di incarnare nella sua vita tale messaggio. Non perdeva nessuna occasione per unirsi tramite penitenze e sacrifici alla Passione di Gesù e così cooperare alla salvezza delle anime, alla pace nel mondo e alla crescita della Chiesa. L’altra pietra miliare del suo apostolato fu la preghiera: sentì che la sua missione era di pregare incessantemente secondo le intenzioni della Madonna. Nutrì una speciale devozione all’Eucarestia e trascorreva molto tempo in chiesa ad adorare il Santissimo Sacramento, che chiamava “Gesù nascosto”. Ogni giorno recitava i quindici misteri del S. Rosario e spesso ne aggiungeva altri per soddisfare i desideri della Vergine. Pregava per consolare Dio, per onorare la Madre del Signore, per suffragare le anime del Purgatorio, per sostenere il Sommo Pontefice nella sua missione di pastore universale; pregava per le necessità del mondo sconvolto dall’odio e dal peccato. Quando andava a scuola, arrivando a Fatima, gli piaceva restare in chiesa “vicino a Gesù Nascosto”, come egli diceva: “Per me non vale la pena di imparare a leggere, fra poco vado in Cielo. Quando torni da scuola vieni a chiamarmi— molto bella questa cosa.

Ecco una biografia molto veloce, però molto densa. Quindi, nuovamente un richiamo alla riparazione, al sacrificio — l’angelo chiede loro di riparare i crimini che vengono fatti contro l’Eucarestia e consolare Dio. 

Sempre presente e costante la recita del Santo Rosario — del Salterio di Gesù di Maria, quindi le tre corone — e poi questa offerta della sofferenza. Come vedete, la sofferenza è sempre, costantemente presente; sia fisica, sia morale, o tutte e due, però c’è sempre. E poi la morte del bambino.

Abbiamo finito questo PDF che ho qui davanti agli occhi, sono 61 pagine. Mi sembra molto bello che abbiamo finito i bambini eucaristici nel giorno della Trasfigurazione. Nessuno l’aveva preparata, questa cosa, però, proprio nel giorno della Trasfigurazione, concludiamo i bambini eucaristici e, quindi, domani inizieremo questo libro, “La mistica della riparazione”, di don Divo Barsotti; un testo molto intenso che, sono sicuro, vi piacerà particolarmente. Lascio a voi la prefazione da leggere, se vi volete preparare, e domani cominceremo con questo primo capitolo, che si intitola: “Almeno tu amami”.

Beh, mi sembra che ci stia già venendo l’acquolina in bocca.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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