Meditazione
Pubblichiamo l’audio della meditazione: La riparazione e il Sacro Cuore – La mistica della riparazione, di don Divo Barsotti pt.1
Mercoledì 7 agosto 2024
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
Ascolta la registrazione:
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VANGELO (Mt 15, 21-28)
In quel tempo, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola.
Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele».
Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore, – disse la donna – eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni».
Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.
Testo della meditazione
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Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!
Eccoci giunti a mercoledì 7 agosto 2024.
Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal quindicesimo capitolo del Vangelo di san Matteo, versetti 21-28.
Un Vangelo bellissimo! Bellissimo! Lasciatemelo dire.
Auguro a tutti voi di avere nella vita una persona come questa mamma, che non guarda in faccia a niente e a nessuno, né alle regole, né a niente, va dritta al cuore di Dio attraverso la sua meravigliosa umiltà. L’umiltà di questa mamma strappa il miracolo a Gesù, stupisce Gesù; bellissimo questo Vangelo.
E oggi iniziamo questo nuovo libro, che abbiamo già annunciato, dal titolo: “La mistica della riparazione”, di don Divo Barsotti. Lascio a voi la prefazione e io inizio col primo capitolo:
«ALMENO TU AMAMI»
Una domanda, anzitutto. Qual è l’oggetto della devozione al S. Cuore di Gesù? A che cosa questa devozione ci chiama?
Mamma mia! Che domanda importantissima, qui siamo già decollati! Qui siamo proprio al decollo puro, stiamo già volando con la testa che punta al cielo.
Questa domanda è assolutamente fondamentale per noi, visto che continuiamo sempre a parlare della pratica dei Primi Nove Venerdì del mese; abbiamo fatto quella bellissima adorazione eucaristica nel giorno del Sacratissimo cuore di Gesù e abbiamo questa grande devozione al Sacro Cuore di Gesù.
Allora, qual è l’oggetto della devozione al Sacro Cuore di Gesù? A che cosa serve? A che cosa ci chiama?
Attenti alla risposta:
La devozione al S. Cuore è essenzialmente una devozione riparatrice, richiama il cristiano alla riparazione.
Il rapporto fra il S. Cuore e la riparazione non è tuttavia molto evidente, anche se non si può negare che i due termini siano in intimo rapporto fra loro.
Di fatto, la devozione al S. Cuore, così come spesso è intesa, non sembra avere un oggetto suo proprio, perché se nel S. Cuore vediamo soltanto il simbolo dell’amore divino verso di noi ci pare che, in fondo, anche la devozione dell’Eucarestia e quella stessa del Crocifisso non ci dicano cosa diversa, non abbiamo oggetto diverso. L’Eucarestia non è forse il dono di Dio, il dono supremo di Cristo, il dono anzi ch’egli ci fa di sé stesso? E il Crocifisso non è la manifestazione, la rivelazione suprema dell’amore di Dio per noi? In fondo, tutte le operazioni di Dio verso di noi sono operazioni di amore, che hanno avuto il loro principio nell’amore e hanno come loro fine l’amore. Non è proprio della devozione al S. Cuore il richiamo a meditare sull’amore di Dio, né è oggetto precipuo della devozione al S. Cuore un richiamo da parte di Dio a noi, affinché lo si ami. Sembra invece — attenzione — oggetto specifico della devozione al S. Cuore, così come l’ha voluta Gesù, la riparazione. Di fatto la riparazione è stata voluta direttamente da Cristo, mentre le altre devozioni della Chiesa non esprimono chiaramente un richiamo immediato alla riparazione. Perché il S. Cuore ha un rapporto con la riparazione? Ecco quello che non vediamo con chiarezza.
Accettiamo umilmente da Nostro Signore che egli, presentando il suo Cuore, voglia incitarci e impegnarci all’espiazione e alla riparazione. Non solo accettiamo umilmente, ma adempiamo l’ineffabile volontà di Dio che attraverso questo segno ci richiama a un grande dovere; sentiamo di doverci impegnare alla riparazione per il richiamo esplicito di Gesù a S. Margherita Maria. Anche se non conosciamo le ragioni profonde che possono giustificare il rapporto fra il S. Cuore e la riparazione, anche se non dovessimo conoscerle mai, ci basterebbe la parola stessa di Gesù, il fatto che Gesù medesimo ha voluto legare la rivelazione del suo Cuore divino, le sue apparizioni a S. Margherita Maria, al dovere della riparazione. E questo è nuovo nella devozione cattolica, questo è nuovo nella vita cristiana. Non certo perché prima di S. Margherita Maria i cristiani non sentissero il dovere di riparare, di espiare per i peccati del mondo (altrimenti non sarebbero stati cristiani), ma perché questa riparazione non era sentita in modo così chiaro, definito, specifico, come compito proprio della pietà cattolica. Oggi noi non potremmo più vivere la nostra vita cristiana integrale, non potremmo più rispondere a una vocazione divina che ci chiama alla perfezione, senza sentirci impegnati in modo preciso all’adempimento di questo dovere.
Punto! Avete visto? In queste due paginette, una spiegazione bellissima.
Quindi, la devozione al Sacro Cuore di Gesù, con, ad esempio, la pratica dei Primi Nove venerdì del mese, è una devozione di riparazione. Quando recitiamo la coroncina della Divina Misericordia, quando stiamo davanti alla statua del Sacro Cuore a meditare, noi dovremmo risentire il messaggio di Gesù a santa Margherita Maria, che chiede riparazione.
Del resto, questo è il messaggio che anche la Vergine Maria ci lascia a Fatima; anche per i Primi Cinque sabati è la stessa cosa: cinque sabati per riparare i cinque peccati contro il Cuore Immacolato di Maria. Quindi a Fatima, Lourdes, Caravaggio, la Salette e in tantissime altre apparizioni, c’è sempre questo tema della riparazione.
E don Divo dice che non siamo chiamati, con la devozione al Sacro Cuore di Gesù, a meditare sull’amore di Dio; non è questo; ma siamo chiamati alla riparazione. E questa riparazione è stata voluta direttamente da Gesù. Mentre le altre devozioni della Chiesa — dice don Divo — non esprimono questo richiamo immediato alla riparazione, questa devozione sì.
Don Divo dice che noi ripariamo, non perché abbiamo capito tutto, non perché abbiamo compreso le ragioni profonde della riparazione. Anche se non dovessimo capirle mai, non ha importanza, ci basta la parola stessa di Gesù, cioè il fatto che Gesù ha voluto legare queste rivelazioni sul Cuore Divino (le sue apparizioni a santa Margherita Maria) con la riparazione.
Quello che vi ho sempre detto! Vi ho sempre detto che a noi non interessa sapere perché Lui vuole i Primi Nove venerdì, i Primi Cinque sabati, e i Primi Sei giovedì. Anche i Primi Sei giovedì chiesti alla beata Alexandrina Maria da Costa, Gesù li ha chiesti per che cosa? Per riparare. Perché? Un po’ lo spiega, ma poi, se anche noi non lo sappiamo, non ci interessa, l’ha chiesto Gesù, lo facciamo, basta!
Peccato che oggi… Dove si parla di riparazione? Quando si parla di riparazione? Chi parla di riparazione? Grazie al cielo, io vi dico sempre: noi siamo uomini e donne della speranza, quindi ci sono, ci sono, ci sono, ci sono sacerdoti, famiglie, mamme, papà, figli, religiosi, religiose, che parlano della riparazione, che predicano la riparazione, che vivono la riparazione, che insegnano la riparazione. Questo mondo non è totalmente consegnato all’oblio della fede, ci sono. Certo, forse non sono così tanti come sarebbe bello che fossero, ecco, questo si può dire; però, ci sono.
Non diciamo mai: non c’è più chi parla di questo, non c’è più chi… perché è un po’un cedere allo sconforto; alle volte viene, sicuramente viene anche a me questo modo di esprimersi, di uno che dice: “Ecco, non vedo più…”. Eh, certo, anche perché noi esseri umani siamo talmente piccoli, che vediamo una piccolissima e infinitesimale porzione di mondo, quindi, per quella piccola porzione di mondo, uno dice: non lo vedo; ma io vedo da qui a duecento metri e basta, solo Dio vede tutto.
Però ci sono, ci sono, ci sono e ci saranno sempre sacerdoti magari non famosi, magari che vivono nel nascondimento, magari che vivono particolari situazioni di persecuzione, di esilio, chi lo sa, però ci sono e ci saranno sempre.
Noi dobbiamo pregare e testimoniare perché si diffonda sempre di più questo bel messaggio cristico. E don Divo dice che questo è nuovo nella devozione cattolica, è nuovo nella vita cristiana; eh, certo, per quello che Gesù l’ha richiesto a santa Margherita Maria! Ed è un compito chiaro, definito, specifico della pietà cattolica. Lui dice: «non potremmo più rispondere a una vocazione divina che ci chiama alla perfezione, senza sentirci impegnati in modo preciso all’adempimento di questo dovere» della riparazione.
Quindi da oggi ci dovremmo tutti concentrare sulla riparazione. Del resto, i bambini eucaristici che cosa ci hanno insegnato? A riparare! Perché loro, quando soffrivano, non si lamentavano? Per riparare. Quante volte abbiamo sentito che Gesù chiedeva loro — o la Vergine Maria o l’angelo custode — di offrire il loro dolore per riparare? Ecco, impariamo anche noi.
Vedete come tutto sempre ritorna; cambiamo gli argomenti, cambiamo i libri, cambiamo i contenuti, cambiamo le situazioni, passiamo da una realtà all’altra, eppure vedete come tutto è un concerto. Guardando gli archi, guardando i fiati, guardando le percussioni, tutti suonano note diverse, ma in modo armonico.
Ecco, è un grande conforto ed è una grande bellezza.
Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.