Pubblichiamo il testo del commento, andato in onda sul nostro canale YouTube Veritatem facientes in Caritate
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Dopo circa quattro mesi, ritorno a rispondere a mons. Schneider il quale è nuovamente intervenuto sugli errori dottrinali di Papa Francesco.
Oggi, tra l’altro ricorre l’anniversario di ordinazione Sacerdotale di mons. Schneider e quindi gli faccio arrivare i miei auguri. Conosco mons. Schneider da molti anni, ci siamo incontrati diverse volte e conservo nei suoi confronti una profonda stima e riconoscenza.
In un’intervista con il conduttore radiofonico cattolico Joe McClane, trasmessa ieri, lunedì 24 marzo 2025[1], mons. Schneider elenca gli errori che Francesco o il suo successore dovrebbero rettificare e chiede pubbliche preghiere affinché Papà Francesco si ravveda, ritiri ufficialmente alcuni suoi documenti e corregga gli errori dottrinali che ha diffuso o contribuito a diffondere.
Fornisco un riassunto, non testuale di ciò che, secondo mons. Scheidner, Francesco (o il suo successore) dovrebbero fare:
- Dire chiaramente che è Gesù l’unico salvatore, non le altre religioni.
- Insegnare chiaramente l’insegnamento sulla sessualità, secondo l’ordine divinamente stabilito.
- Affermare chiaramente l’indissolubilità del matrimonio.
- Sottolineare il male intrinseco deli atti sessuali fuori dal matrimonio, in particolare degli atti omosessuali.
- Condannare gruppi LGBT che promuovono una sessualità contraria alla morale cristiana.
- Ritrattare sulla Comunione ai divorziati risposati (in riferimento alla lettera ai vescovi argentini).
- Ritirare Fiducia Supplicans che è un documento «confusionario, blasfemo, scandaloso, un sofisma, una vergogna per la Chiesa».
- Ritirare il Documento Abu Dhabi sulla fratellanza universale.
- Interrompere il Cammino sinodale che sta minando la struttura divina della Chiesa ed è un trucco per «protestantizzare» la Chiesa. Bisogna, piuttosto, fare riunioni per esaltare la bellezza della Chiesa cattolica, della liturgia cattolica, per far conoscere i tesori della chiesa (santi e martiri) e promuovere la regalità di Gesù Cristo.
Proprio in questi giorni è uscito un mio nuovo libro: A te darò le chiavi nel quale tratto, in maniera del tutto slegata dalle attuali vicende, il problema teorico di un Papa eretico.
Il caso è stato ampiamente trattato nella canonistica, da secoli, e la conclusione oggi comunemente condivisa, sebbene non normata dal Diritto, si può riassumere molto sinteticamente nel dire che papato ed eresia non sono compatibili.
Questo principio riassume in sé tutti i casi possibili:
- Le norme prevedono che possa essere eletto solo un membro della chiesa Cattolica.
- L’eventuale elezione di un eretico al soglio pietrino sarebbe invalida.
- Se un Papa dovesse cadere in eresia, anche solo materiale, purché manifesta, perderebbe il suo ufficio. Tuttavia, questo caso non si è mai storicamente verificato (nessun Papa validamente eletto ha mai perso il papato per eresia) e per gli autori classici questa è la dimostrazione che la Provvidenza di Dio non premetterà mai che un Papà possa deviare dalla fede, non solo quando si esprime ex cathedra (cosa impossibile per il dogma dell’ infallibilità papale) ma anche quando si esprime nel proprio magistero non infallibile.
Per tutte le fonti a supporto di queste sintetiche affermazioni rimando al mio libro, non posso qui per ragioni di spazio riprodurre tutta la ricerca che porta a queste conclusioni.
Resta, chiaramente, il caso un uomo invalidamente eletto. Costui non sarebbe Papa e quindi potrebbe cadere in eresia senza scomodare dogmi e diritto canonico.
Non voglio in questa sede esprimermi sul caso specifico di Papa Francesco, desidero però assumere la premessa di mons. Schneider (vale a dire che Papa Francesco è stato validamente eletto) e mostrare la contraddizione intrinseca del suo atteggiamento.
Ho già avuto modo di esprimermi a riguardo, ma ritengo doveroso tornare sul tema.
Le parole di Mons. Schneider dipingono un quadro paradossale e senza precedenti: si sta parlando di un Pontefice che, lungi dall’essere il custode della fede, anziché confermare i suoi fratelli, avrebbe diffuso errori dottrinali di portata gravissima.
Non voglio qui entrare nel merito se i vari documenti citati potrebbero configurare il delitto di eresia, ancorché materiale, faccio solo notare che almeno Amoris Laetitia e la risposta ai vescovi argentini, che Mons Schenider chiede a Francesco di ritrattare, sono state esplicitamente indicate come atti di magistero autentico[2].
Ricordo che il magistero autentico non è definitivo ma e comunque vero (autentico, appunto) e richiede il religioso ossequio dell’intelletto e della volontà, si tratta di un tipo di adesione non solo esteriore ma profonda, alla quale ogni cattolico è tenuto.
Come ho scritto nel mio libro, il magistero autentico deve seguire la regola dello sviluppo organico. Ciò che viene dopo non può completamente contraddire e stravolgere ciò che è stato detto prima, sono possibili sviluppi ma non ribaltamenti. E qui mi si presenta una difficoltà insormontabile.
Concordo con mons. Schneider: questo documento e gli altri citati contraddicono la dottrina, non sono sviluppi organici, non è possibile in alcun modo pensarli come sviluppi organici. Sono vere e contraddizioni. In alcuni casi vanno apertamente contro le parole del Vangelo, pensiamo ad esempio alle parole di Gesù circa l’indissolubilità del matrimonio e la gravità dell’adulterio.
Come è possibile pensare che un Pontefice possa arrivare a tanto?
Ho spiegato nel mio libro che il tempo presente pone sfide che mai sono state affrontate. Sono cambiate le caratteristiche stesse del magistero: il magistero ordinario non infallibile ha acquisito un peso tale da rendere insufficiente la trattazione classica, che concentra la propria attenzione sui pronunciamenti ex cathedra.
Inoltre, per parlare di eresia, è necessario provare che siano negate verità da credersi per fede divina e cattolica, ma che dire di «orientamenti pastorali» che innescano prassi eterodosse?
Il Card. Muller ha affermato che: «Alcune affermazioni di papa Francesco sono formulate in modo tale da poter essere ragionevolmente intese come eresia materiale, indipendentemente dal loro significato soggettivo poco chiaro»[3].
Ha parlato anche di «Eresia della prassi»[4].
E, sempre il Card. Muller , commentando Fiducia Supplicans: «Benedire queste persone in quanto appartenenti a coppie dello stesso sesso significa approvare le loro unioni, anche se non sono equiparate al matrimonio. Si tratta quindi di una dottrina contraria all’insegnamento della Chiesa cattolica, poiché la sua accettazione, anche se non direttamente eretica, conduce logicamente all’eresia»[5].
Tutto questo è e preoccupante e si impone una riflessione: se Papa Francesco fosse stato validamente eletto ci troveremmo nel caso di un Sommo Pontefice che potrebbe essere caduto in eresia (e quindi perderebbe il Papato, come spiego nel mio libro) o che comunque starebbe contraddicendo verità di fede fondate nella Rivelazione e nel Magistero costante.
Mi pare già di sentire il coro di coloro che citano casi storici di «papi eretici».
A costoro ricordo che S. Roberto Bellarmino (Dottore della Chiesa) e Francisco Suarez (tra i massimi esponenti della scolastica tardo-rinascimentale) sostenevano che non fosse mai esistito un papa eretico, e l’esame dei casi comunemente citati ce lo conferma. Si tratta, tutt’al più di prese di posizione su argomenti non ancora definiti al tempo, su questioni teologiche molto fini.
A detta di mons. Schneider, Papa Francesco starebbe contraddicendo le basi del cattolicesimo: l’unicità salvifica di Gesù Cristo, la condanna dell’adulterio, la condanna degli atti omosessuali (e non della tendenza omosessuale in quanto tale, su questo delicato argomento preferisco non generare equivoci)…
Non si tratta di questioni teologiche intricate, ancora da definire come erano, al tempo, la volontà umana e divina di Gesù, la sua natura, o la visione beatifica.
Nella sua intervista Mons Schneider definisce Fiducia Supplicans un documento “confusionario, blasfemo e scandaloso, una vergogna per la Chiesa”.
Può, dunque, un pontefice firmare un documento “confusionario, blasfemo e scandaloso, una vergogna per la Chiesa”?
In una precedente intervista, parlando con Raymond Arroyo in merito all’affermazione fatta da Francesco ai giovani a Singapore: «Tutte le religioni sono un cammino per arrivare a Dio»[6], Schneider aveva commentato che «Tale affermazione di Papa Francesco è chiaramente contraria alla rivelazione divina. Contraddice direttamente il primo comandamento di Dio, che è sempre valido: “Non avrai altro Dio all’infuori di me”. Questo è chiarissimo, e una tale dichiarazione contraddice l’intero Vangelo, dove Gesù Cristo ha detto: “Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”. Egli è l’unica via verso Dio. Non ci sono altre vie o percorsi. Con questa affermazione, purtroppo, Papa Francesco contraddice apertamente il primo comandamento di Dio e l’intero Vangelo»[7].
Ammettere che un Papa possa arrivare a tanto equivale ammettere che un Papa possa contraddire la fede, e quindi privare l’istituzione del Papato delle sue caratteristiche fondamentali e costitutive: «tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa» (Mt 16,18), «conferma i tuoi fratelli» (Lc 22,32).
Se si ammette tale possibilità, di fatto, si destabilizza la Chiesa stessa. Se Pietro, anziché essere pietra, diviene una duna di sabbia, tutta la Chiesa e destinata ad esser spazzata via.
Ma questo non può essere, la Chiesa non è un’istituzione umana, non le può capitare di essere come una multinazionale pilotata da un Amministratore Delegato scriteriato.
In conclusione, non si può continuare a ignorare la gravità del problema sollevato. Se un Papa validamente eletto può contraddire apertamente verità di fede, firmare documenti che sconvolgono la dottrina cattolica, confondere i fedeli e seminare ambiguità, allora ci troviamo dinanzi a un cortocircuito ecclesiologico senza precedenti. E questo non può essere banalizzato né accettato come un semplice «momento di crisi», demandando la soluzione ad un prossimo Papa.
La fede cattolica non è una costruzione opinabile, adattabile secondo i tempi o secondo l’agenda di chi la guida temporaneamente. Se davvero, come sostiene mons. Schneider, determinati atti magisteriali sono blasfemi e scandalosi, allora occorre avere il coraggio di trarne le conseguenze: o si mette in discussione la validità dell’elezione, o si afferma – con tutto ciò che ne deriva – di trovarsi di fronte alla realizzazione del caso teorico e mai accaduto finora di un Papa che contraddica la fede e, in questo caso, non si può semplicemente attendere, andrebbe messa in moto la macchina canonica già prevista dai dottori classici per dichiarare la perdita del papato. Non ci sono terze vie.
Chi oggi accetta di convivere con questa contraddizione, chi cerca di tener fermi insieme l’errore e la legittimità, finisce col minare l’autorevolezza del papato molto più di chi osa porre il problema con chiarezza. In nome di una malintesa prudenza si finisce per rinunciare alla verità. Ma la verità, quando è in gioco la fede, non può essere né attenuata né differita.
P. Giorgio Maria Faré
NOTE:
[1] «A Catholic Take | Bp. Athanasius Schneider on Pope Francis & The Next Man on the Balcony»
https://www.youtube.com/live/naLhyddHMX8?si=QaqMGXZ_HU_5cuNt
[2] Cfr. Región Pastoral de Buenos Aires, «Criterios básicos para la aplicación del capítulo VIII de Amoris Laetitia», AAS 108 (2016)1072-1074; Dicasterium pro Doctrina Fidei, «Appunto per l’udienza con il Santo Padre, Risposta a una serie di domande, proposte da S.Em. il Card. Dominik Duka OP, riguardo all’amministrazione dell’Eucaristia ai divorziati che vivono in una nuova unione», protocollo 311/15. In questo documento, inoltre, si sottolinea che l’Esortazione apostolica Amoris Laetitia è un «documento del magistero pontificio ordinario, verso cui tutti sono chiamati ad offrire l’ossequio dell’intelligenza e della volontà».
[3] «some of Pope Francis’ statements are formulated in such a way that they could be reasonably understood as material heresy, independent of their unclear subjective meaning» (Card. Gerhard Müller, «Cardinal Müller: Some statements by Pope Francis could be understood as material heresy», LifeSite News, 9 novembre 2023 https://www.lifesitenews.com/news/cardinal-muller-some-statements-by-pope-francis-could-be-understood-as-material-heresy/).
[4] «Müller argued that through Francis’ implicit promotion and toleration of same-sex “blessings” and Holy Communion for the divorced and civilly “remarried,” the Pope is fostering a “heresy of practice”» (ibidem).
[5] «To bless these persons as same-sex couples is to approve their unions, even if they are not equated with marriage. This is therefore a doctrine contrary to the teaching of the Catholic Church, since its acceptance, even if not directly heretical, logically leads to heresy» (Card. Gerhard Müller, «Does Fiducia Supplicans affirm heresy?», 16 febbraio 2024, https://firstthings.com/does-fiducia-supplicans-affirm-heresy).
[6] «All religions are paths to God» (Francesco, «Singapore, Incontro Interreligioso con i Giovani, 13 settembre 2024, Papa Francesco», https://www.youtube.com/watch?v=_0M9vzZZzv4).
[7] « Such affirmation of Pope Francis, which you quoted, is clearly against divine revelation. It contradicts directly the first commandment of God, which is ever valid: “You shall not have other gods besides me.” This is so clear, and such a statement contradicts the entire Gospel, where Jesus Christ said, “No one comes to the Father except through me.” He is the only way to God. There are no other ways or paths. So, in this statement, sadly, regrettably, Pope Francis plainly contradicts the first commandment of God and the entire Gospel» Mons. Athanasius Schneider, «The World Over September 26, 2024 | NEW BOOK: FLEE FROM HERESY: Bishop Athanasius Schneider», https://youtu.be/eteg1snAn5Q?si=026xhmR-rnqcXsee).