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Un cardiologo visita Gesù di Franco Serafini, parte 3

Cardiologo visita Gesù

Meditazione

Pubblichiamo l’audio del ciclo di meditazioni sul libro: “Un cardiologo visita Gesù” di venerdì 9 settembre 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

VANGELO (Lc 6, 39-42)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione

Un cardiologo visita Gesù di Franco Serafini, parte 3

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a venerdì 9 settembre 2022.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo sesto del Vangelo di san Luca, versetti 39 – 42. 

Proseguiamo con la lettura del testo di Franco Serafini, Un cardiologo visita Gesù: non stiamo facendo una lettura corsiva di tutto il libro, perché è impossibile, ma ve ne consiglio la lettura integrale dato che è molto bello. Stiamo facendo alcuni assaggi per approfondire la tematica eucaristica che stiamo portando avanti da giugno. Siamo arrivati a pagina 40 e al paragrafo intitolato ‘Lo standard scientifico’. 

Come già scritto, l’indagine del prof. Linoli è scientificamente ineccepibile. La relazione è dettagliatissima nella descrizione dei materiali e dei metodi, i più recenti e validati per l’epoca. Non nasconde le difficoltà incontrate ed è coerente con gli obiettivi prefissati all’inizio dello studio. Inserisce, tutte le volte che è metodologicamente possibile, dei campioni di controllo (cioè sangue umano o animale, oppure fogli di carta bibula non trattati), per meglio far risaltare la bontà del procedimento e la validità del risultato. La documentazione fotografica è completa. Punti deboli? L’indagine è tutta nelle mani del solo prof. Linoli. Non vi è una commissione di controllo: lui ha eseguito i prelievi e sulla sua parola gli stessi campioni sono stati, sempre da lui, e lui solo, analizzati. Oggi sicuramente organizzeremmo una catena di custodia dei prelievi, se possibile videoregistrata nei momenti cruciali, e lo studio verrebbe condiviso su più esperti, confidando nel controllo reciproco, per annullare il rischio di brogli. Meglio ancora, faremmo eseguire i test in cieco, senza rivelare agli studiosi l’origine dei campioni. Vedremo che questa è la procedura seguita dal dott. Castanón a Buenos Aires nel 1999 e a Tixtla nel 2009. Tuttavia ritengo comprensibile l’atteggiamento dei francescani nel 1970. La fiducia riposta nel prof. Linoli è parte integrante della sofferta decisione di fare analizzare la sacra reliquia. Mettiamoci nei loro panni: per la prima volta nella storia della Chiesa si farà analizzare dalla scienza medica moderna un reperto straordinario, che si suppone essere niente meno che il Corpo e il Sangue di nostro Signore, accettandone perfino una parziale distruzione al fine di estrarne dei campioni. C’è voluto un bel coraggio: il rischio che le analisi dimostrassero l’origine fraudolenta del miracolo o più semplicemente non dimostrassero nulla, a fronte di tessuti troppo antichi e degradati, era altissimo. Tanta audacia andava comprensibilmente bilanciata dalla fiducia in uno scienziato almeno non ostile. Personalmente trovo adeguato, nel contesto storico, l’atteggiamento prudente dei francescani.

Sì, anche a me sembra assolutamente condivisibile questa cosa…

Tra 1973 e 1976, con l’intento di dare ulteriore “supporto scientifico” agli studi di Linoli, tale prof. Giuseppe Biondini avrebbe coinvolto una commissione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità in ulteriori ricerche. La relazione finale, che ho personalmente consultato presso il Santuario di Lanciano, è più che deludente e non merita nessuna ulteriore pubblicità. 

In conclusione non si può negare che gli studi scientifici del prof. Linoli abbiano riportato l’attenzione e ridato nuova visibilità all’antico miracolo, per la verità mai dimenticato, ma certamente ora più vivo che mai. Ogni anno decine di migliaia di pellegrini, da tutto il mondo, vengono a Lanciano a venerare una Reliquia o ad adorare una Presenza (i due atteggiamenti sono ugualmente ammessi). Il miracolo di Lanciano è uno dei migliori esempi di incontro felice e fruttuoso tra la scienza medica e la fede cattolica.

Il consiglio, quindi, è quello di andare a vedere, ringraziare, pregare, perché questo è un miracolo eucaristico molto importante che ha attraversato il tempo ed è arrivato fino a noi.

Il miracolo di cui ora vorrei parlarvi è quello di Tixtla.

 Tixtla è una tranquilla cittadina di 23.000 abitanti nello stato di Guerrero, nel Messico sud-occidentale. Si trova a circa cento chilometri, nell’entroterra, dalla più famosa Acapulco, la spiaggia di gran moda per il jet-set di Hollywood nel recente passato.

A Tixtla, nell’ottobre 2006, padre Leopoldo Roque, parroco di San Martino di Tours, aveva organizzato un fine settimana di ritiro spirituale per i propri parrocchiani; per questo aveva invitato un predicatore “prestigioso” e già noto ai suoi: padre Raymundo Reyna Esteban, noto popolarmente come “padre Rayito”. Padre Rayito, all’epoca cinquantenne, ha l’aspetto di un gigante buono (è alto quasi due metri) e il dono di una spontanea comunicatività. Normalmente risiede nella parte opposta del paese, a Tijuana, proprio al confine con gli USA, in un quartiere non facile, dove dominano il narcotraffico, la criminalità, l’immigrazione clandestina. Lì ha fondato i “Missionari di Gesù e di Maria”, con una spiritualità di tipo carismatico, ma che non disdegna la Messa in rito tridentino, è a proprio agio con i mezzi più recenti di comunicazione sociale (dirige un canale radiotelevisivo, è molto presente in rete) ed è un esorcista.

Domenica 22 ottobre 2006, concelebra la Messa per concludere il ritiro spirituale. Ci sono circa 600 persone, che la chiesa non potrebbe contenere; si celebra quindi nell’Auditorio municipale, poco lontano. Al momento della Comunione, due suore aiutano nella distribuzione dell’Eucarestia. Una è suor Arely Marroquin che, d’improvviso, ancora con in mano il ciborio pieno di parti- cole consacrate, davanti ai fedeli in fila, impallidisce e si ferma. Anni dopo, un articolo di «Diario 21», giornale locale, rievoca quello che successe quel giorno, dando la parola a testimoni oculari e riportando i loro nomi, compresa la donna davanti a cui suor Arely interruppe la distribuzione delle ostie. La suora, con le lacrime agli occhi, si portò all’altare, dove era padre Rayito; si inginocchiò e gli mostrò il ciborio, senza dire una parola: una e una sola ostia, era macchiata di sangue; inoltre quella particola aveva una consistenza umida e fragile, tanto che al semplice toccarla se ne distaccò un pezzettino. Padre Rayito e padre Leopoldo si consultano rapidamente, poi padre Rayito esclama ad alta voce: «Questo è un miracolo!», e mostra pubblicamente l’ostia macchiata da alcune gocce di sangue fresco. Intona, con la sua voce potente, «Que viva mi Cristo, que viva mi Rey…», un canto che tutti i messicani conoscono. C’è chi applaude, c’è chi piange. Più tardi padre Rayito ricorderà quel momento come «scioccante, ma allo stesso tempo sublime, semplice ed eterno».

Nelle settimane successive, mons. Castro, vescovo di Chilpancingo, la diocesi di appartenenza, istituirà una commissione di inchiesta formata da quattro sacerdoti. Al momento ci si limita a stabilire i fatti mediante interviste (diciassette dichiarazioni di persone diverse, tutte concordi) e testimonianze giurate dei protagonisti.

In una intervista successiva, padre Rayito confiderà che aveva già vissuto, in prima persona, un episodio del tutto simile. Giovane sacerdote, era in servizio nella Repubblica Dominicana, quando si trovò nelle mani un’ostia sanguinante. Per qualche tempo aveva “goduto”, con i confratelli, di quell’evento misterioso. Poi, su disposizione e in obbedienza al vescovo locale, aveva posto l’ostia miracolosa in acqua, fino alla sua completa dissoluzione e scomparsa. Non entro nel merito della discutibilissima, e direi perfino scellerata, decisione di quel vescovo. Attirerei l’attenzione sul mistero della ripetizione del fenomeno.

Forse anche io concordo con il dottor Serafini nel non entrare nel merito di questa scellerata decisione: abbiamo un miracolo eucaristico e lo sciogliamo nell’acqua… Mah!

Già a Buenos Aires abbiamo visto concentrarsi cinque eventi eucaristici prodigiosi, nella stessa parrocchia, in soli quattro anni.

E uno si chiede: “Ma perché?” Non credo che il Cielo scelga a caso i posti, gli eventi: il ripetersi degli eventi… perché? Cinque eventi eucaristici in quattro anni: più di uno all’anno!

Inoltre il dott. Castanón riferisce di un caso, le cui indagini sono ancora in corso, in cui si studia il quarto prodigio avvenuto nelle mani dello stesso sacerdote. 

Nelle mani di questo Padre Rayto pare siano avvenuti quattro eventi eucaristici prodigiosi e miracolosi. Se voi cercate, trovate che Padre Rayto è molto famoso sul web: è un Padre che fa l’Adorazione perpetua, celebra la Santa Messa in Rito Antico, è esorcista… niente accade per caso, soprattutto quando parliamo di Dio. Impariamo a leggere i segni: ognuno può farlo da solo. Perché è avvenuto un miracolo a Lanciano e non è avvenuto a… Baranzate di Bollate? Perché proprio a Lanciano? Perché proprio a Buenos Aires? E perché in quel periodo? Perché quattro volte? Perché con testimone quel sacerdote? Uno deve farsele certe domande… non possiamo andare avanti come oche da paté che mangiano, bevono, mangiano e pensano solo a scoppiare. Facciamoci le domande giuste al momento giusto; tutto ha un perché, tutto fa parte di un disegno.

Balena qui un mistero spirituale fatto di predilezione, di insistenza dello Spirito su anime o luoghi eletti, che può imbarazzare la nostra sensibilità moderna e democratica, ma che ha risonanze nei racconti biblici e nelle vite dei santi.

Come vedete anche il modo in cui avvengono questi miracoli…

Domani vedremo le indagini…

Vi prego, come cristiani, impariamo a non vivere con i paraocchi come i cavalli; a non essere superficiali, banali, approssimativi; a non farci passare i meteoriti sulla testa. Stiamo molto attenti a tutti i dettagli, perché Dio ci parla attraverso i dettagli, veramente…

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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