Omelia sulle letture di martedì 13 ottobre 2015
Pubblichiamo l’audio dell’omelia del secondo giorno di triduo in preparazione alla memoria di S. Teresa di Gesù.
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré.
Ascolta la registrazione:
Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.
Testo della meditazione
Scarica il testo della meditazione
Triduo a S. Teresa di Gesù – Secondo giorno
Sia lodato Gesù Cristo!
Sempre sia lodato!
Oggi è il secondo giorno di questo triduo in preparazione alla solennità di Santa Teresa e, sia questa sera che, se il buon Dio ce lo concederà, anche domani sera, la liturgia della Parola della Santa Messa ho visto che ci concede un aggancio molto preciso, stavo per dire perfetto, con alcuni passi di un’opera di Santa Teresa di Gesù, della quale il 15 faremo la solennità.
È un’opera minore, non è una delle opere grandi di Santa Teresa, non sono tante pagine, sono poche pagine, si chiama “Le esclamazioni dell’anima a Dio”; è un’opera molto intensa, molto densa, molto bella, come tutti i suoi scritti.
Nel paragrafo VIII di questa opera leggiamo cosa Teresa scrive, poi faremo anche il IX, il X, insomma quello che il Signore ci concederà di fare, e vedrete quanto sentirete risuonare, echeggiare nel vostro cuore, sia la prima lettura sia il Vangelo che abbiamo ascoltato oggi.
Teresa scrive: “Signore e Dio mio, com’è vero che Voi (a quel tempo si dava del Voi a Dio)avete parole di vita nelle quali gli uomini, se lo vogliono, hanno tutto quello che desiderano! Ma che meraviglia, Signore, se le mettiamo in dimenticanza, intontiti come siamo dalla follia e dal languore prodottoci dalle nostre opere cattive”.
Ecco, esattamente la prima lettura, dove San Paolo dice che Dio abbandona gli uomini alla stoltezza della loro mente, al loro dedicarsi alla follia, ai piaceri, a tutto ciò che non sa di Dio.
Lei dice: “Che meraviglia”, cioè che stranezza, poi lo dirà in modo ancora più forte.
Siamo imbambolati, storditi, abbiamo perso l’intelligenza.
Se intelligere, vuol dire intus legere, cioè leggere dentro, l’intontito è colui che non è più capace di leggere da nessuna parte, né dentro né fuori.
“Dio mio, Dio, Dio, Creatore dell’universo! Che sarebbe il creato, Signore, se Voi voleste ancora creare? Siete onnipotente, e incomprensibili sono le vostre opere.
Fate, Signore, che le vostre opere non si cancellino mai dalla mia mente!”
Se noi chiedessimo spesso a Dio di mantenere scritte nella nostra mente le Sue opere!
“Voi dite: Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Che altro vogliamo, Signore? Che domandiamo? Che cerchiamo?
Perché i mondani si perdono, se non per andare in traccia di felicità?
Oh, Dio, Dio! Cos’è questo, Signore?
Che pena mi fanno! Che profondo accecamento! Cerchiamo la felicità dove è impossibile trovarla”.
Quante volte abbiamo fatto esperienza di questa ricerca delirante, impoverente, svuotante, di questa ricerca che non ci dà nessun gusto, che ci illude di trovare la felicità, ma siamo sempre più svuotati.
Ogni volta che noi facciamo i peccati restiamo sempre più vuoti, sempre più miseri, sempre più confusi, sempre più distratti e sbandati!
“Creatore, abbiate pietà delle vostre creature! Non vedete che non intendiamo noi stessi, che non sappiamo quel che desideriamo, e non riusciamo a trovare quello che domandiamo? Dateci luce, Signore!”
Dio solo sa quanto abbiamo bisogno della Sua luce!
Non sappiamo neanche cosa sia giusto, cosa sia bene domandare, non riusciamo neanche a capire cosa ci è più utile, di cosa abbiamo veramente necessità.
“Vedete, essa è più necessaria a noi che al cieco nato, perché il cieco, Signore, desiderava vedere e non poteva, mentre noi rifiutiamo di vedere. Vi è forse male più incurabile? È qui che dovete manifestare la vostra misericordia!”.
Alle volte siamo così sciocchi, così stupidi!
Veramente siamo proprio stupidi, crediamo che sia bene ciò che è male, non abbiamo neanche nel cuore il senso del rispetto di Dio, il senso delle cose di Dio!
Alle volte ci comportiamo in chiesa, per esempio, esattamente come quando siamo in casa nostra, se non peggio. Questo non è forse essere ciechi?
Allora Santa Teresa, scrive nel paragrafo X: “Che gran male è il peccato se fu sufficiente a uccidere un Dio fra dolori così orribili!”
Mentre noi, del peccato, non ce ne diamo troppa pena…
“Come ne siete circondato, Signore! Qual è il luogo ove non ne abbiate? Da ogni parte gli uomini vi coprono di ferite”.
C’è qualcuno che non ferisce Gesù Cristo?
C’è qualcuno che dice: «Io non voglio aggravare la passione di Gesù, non voglio essere motivo ulteriore di questa passione»?
Lei dice: “Esiste un luogo dove Voi non abbiate questi tormenti?”
La Madonna a La Salette disse delle parole terribili persino sui conventi e sui monasteri, ci fu un’espressione fortissima dove la Madonna li definì “case di Asmodeo”.
Questo perché non ci diamo pena di fare in modo che il Signore non venga più offeso.
Nella prima lettura abbiamo letto: “Fratelli, io non mi vergogno del Vangelo…”
Quante volte noi ci vergognano del Vangelo, della nostra appartenenza a Cristo, ci vergogniamo di dirci cristiani, abbiamo vergogna di fare il segno di croce prima di mangiare: se siamo in pizzeria non lo facciamo, se siamo al bar non lo facciamo, se siamo davanti agli amici non lo facciamo, se siamo in famiglia non lo facciamo, abbiamo vergogna.
Se lo facciamo, lo facciamo di nascosto, oppure non lo facciamo, perché siamo codardi, perché ci vergogniamo del Suo Vangelo, ci vergogniamo di dire che siamo cristiani, che siamo cattolici, che siamo discepoli di Gesù.
E ora arriva un’espressione di Teresa, delle parole di fuoco…
Lei scrive: “Cristiani, è ora di difendere il vostro Re e di tenergli compagnia nella sua desolata solitudine”.
Qui ci sarebbe da fermarsi e iniziare un corso di esercizi spirituali della durata di trent’anni, solo su questa frase, solo su questo; trent’anni, tutti i giorni, di esercizi spirituali solo su questa frase di Santa Teresa!
“Cristiani, è ora di difendere il vostro Re…”
Chi si sente cristiano, cioè di Cristo, deve sentirsi chiamato da Santa Teresa di Gesù!
Se era ora nel 1500, oggi non so Santa Teresa cosa scriverebbe!
Se era ora ai tempi dei luterani, quando lei era sconvolta, e non solo lei, da questo terribile scisma che accadde nella Chiesa a causa di Lutero, immaginiamoci oggi…
Santa Teresa cosa scriverebbe oggi, in quella situazione in cui noi viviamo?
“È ora di difendere il vostro Re…”
Bisogna difendere Dio!
“È ora…di tenergli compagnia nella sua desolata solitudine”.
Dio è solo, altro che scrivere “Dio è morto”!
Dio è solo, Dio cerca compagnia!
Questo, Gesù lo dice a tutte le mistiche e i mistici: l’ha detto a Padre Pio da Pietrelcina, l’ha detto a Santa Gemma Galgani, l’ha detto a Santa Margherita Maria Alacoque, a tutti i Santi.
A Santa Faustina Kowalska Gesù appare alla colonna, sanguinante: «Non c’è nessuno che ripari, non c’è nessuno che mi ami!».
Sempre Gesù dice questa cosa, Dio è solo!
Altro che preoccuparci della solitudine del gatto, del cane, dello scarafaggio e di non so che cosa, occupiamoci della solitudine di Dio!
Dio è abbandonato dai Cristiani, Dio non ha compagnia, perché preferiamo guardare la televisione, perché preferiamo le chiacchiere con le persone, perché preferiamo guardare il computer; tutte cose belle, validissime, però, se la giornata è fatta di ventiquattr’ore, ad un certo punto, se abbiamo quell’ora libera, dobbiamo scegliere, o la diamo a Dio o la diamo alla televisione.
Non che la televisione sia il diavolo, per l’amor del cielo, sarà una cosa bellissima, stupenda, va benissimo, però, se ho un’ora sola e devo scegliere a chi darla, a chi la do? Chi lascio solo? Non mi posso sdoppiare!
“Come sono pochi”, scrive Santa Teresa, “i vassalli (usa questo linguaggio cavalleresco, lei era amante di questa cosa) che gli sono rimasti fedeli! (Nel 1500!) Come numerosi quelli che seguono Lucifero! E il peggio è che ne ha di quelli che, mentre in pubblico si mostrano suoi amici, in segreto lo vendono. Non sa quasi più di chi fidarsi”.
Guardate che sono parole terribili!
Sono espressioni che fanno venire il terrore nel cuore, fanno venire l’angoscia.
Se lo dice Santa Teresa di Gesù, che tra l’altro è anche Dottore della Chiesa, non si può non crederle, non si può non credere che questo sia esattamente il pensiero di Cristo.
Pochi sono i fedeli, numerosi quelli che seguono Lucifero, e ne ha di quelli che si mostrano in pubblico amici e di nascosto Lo tradiscono, anzi Lo vendono, come scrive lei, proprio come Giuda, per avere in cambio altro, qualcosa.
“Non sa quasi più di chi fidarsi”.
Ma noi ci immaginiamo?
Nella nostra vita avremo provato dei momenti nei quali diciamo: «Io non so più di chi fidarmi…», avrete provato qualche volta quella sensazione di disorientamento e a dire: «Ma io non mi posso fidare più di nessuno?»
È una sensazione bruttissima, terribile, sentire dentro che non ti puoi fidare di nessuno, che non riesci più a trovare qualcuno degno della tua fiducia.
Prendete questo e proiettatelo nell’infinito di Dio, proiettatelo nel cuore infinito di Dio…Dio che dà Suo figlio a morire e non sa più di chi fidarsi…
Prosegue Santa Teresa: “O Amico sincero, come vi paga male chi vi tradisce!”
Che bello definire Gesù “Amico sincero”!
Quanto poco noi Lo trattiamo come amico e come amico sincero!
Un amico lo si va a trovare spesso, di un amico si desidera la compagnia, per un amico si perde la vita, un amico lo si vorrebbe sempre con sé, non si è mai stanchi della presenza di un amico.
Non so se avete mai notato: quando abbiamo un amico sincero non si finirebbe mai di parlare, mai, si riesce a parlare anche delle cartine delle caramelle.
Quando c’è amore, quando c’è amicizia, si dialoga su tutto, tutto diventa motivo di dialogo, non si finirebbe mai di continuare a parlare.
Quando non c’è amore e non c’è amicizia, non si parla neanche di cose gravissime, infatti spesse volte si dice: «Ma non hai niente da dire?» «No, niente» «Cosa hai fatto oggi?» «Niente» «Ma non hai qualcosa da raccontarmi?» «No, tutto normale».
Quando hai dentro l’amicizia, quando hai davanti un amico sincero, c’è qualcosa nel cuore che ti attira sempre a lui o a lei, c’è un legame sacro che ti lega, che ti fa venire questa voglia smaniosa di vederlo e sei lì con l’orologio in mano, che dici: «Manca un’ora…manca mezz’ora…mancano cinque minuti…ecco tra poco vedo il mio amico!»
È così con Gesù? Noi viviamo questi sentimenti con Gesù?
Scrive Santa Teresa, che bella questa espressione, sentite che roba: “O veri cristiani, venite a piangere col vostro Dio!”
Invece di uscire con quelle frasi veramente inqualificabili: “Ma perché Dio permette il male nel mondo?”, “Perché Dio permette la sofferenza?”, “Perché Dio permette i sacrilegi?”, “Perché Dio…?”, “Perché Dio…?”, invece di continuare a rimbombare anche noi le follie contro Dio, andiamo a piangere col Signore! Andiamo a patire con Gesù!
Invece di fare domande assurde e inutili, domande che rivelano vero amore, andiamo davanti al Signore a vivere con Lui queste situazioni, la follia della libertà dell’uomo che si decide contro Dio! Ecco, andiamo a piangere questo!
Abbiamo voluto estromettere Dio dalla società? Abbiamo voluto mettere al centro l’uomo?
Bene, questi sono i risultati che vediamo intorno a noi!
Inutile dire: «Cosa guardo i telegiornali a fare? Sono tutte rapine, omicidi, violenza».
Certo! Abbiamo voluto togliere Dio? Abbiamo fatto la famosa svolta antropocentrica? Abbiamo messo l’uomo al centro?
L’uomo al centro, Dio fuori, ecco i risultati!
Vuoi vivere senza Dio?
Bene, guarda l’uomo cosa è capace di fare senza Dio!
Chissà Teresa cosa avrebbe detto se avesse sentito parlare di mettere l’uomo al centro!
L’uomo al centro? Ma da quando la polvere può stare al centro?
La polvere può stare al centro e Dio fuori?
Sono follie! Se uno ci pensa un attimo, sono follie, sono roba da matti!
Prosegue Santa Teresa: “Le lacrime di compassione da Lui versate non furono soltanto per Lazzaro, ma per tutti coloro che avrebbero rifiutato di risorgere nonostante il suo richiamo”.
Εγείρω (egheíro), che rimanga questo verbo greco, questo verbo che all’imperativo Gesù rivolge per la risurrezione: «Risorgi!»
Sì, ma risorgi se vuoi risorgere, se non vuoi risorgere non risorgi.
Vuoi risorgere?
Allora Gesù ti risorge, ti cambia la vita, ti cambia il cuore, ma tu lo vuoi?
Altrimenti succede come dice qui, come dice anche il Vangelo, infatti avete visto quando Gesù dice: «Voi guardate l’esterno, invece dovete guardare l’interno».
Santa Teresa, lo vedremo domani sera se riusciremo, richiama proprio a questo: «Rientrate in voi stessi! Guardate dentro cosa siete! Guardate dentro cosa avete!»
Anche San Paolo: “Perciò Dio li ha abbandonati all’impurità secondo i desideri del loro cuore..”
I desideri del tuo cuore quali sono?
Invece di continuare a dare la colpa alla televisione, a internet, alle minigonne e non so a cosa d’altro, i desideri del tuo cuore quali sono? Tu cosa desideri? Tu dentro, nel tuo cuore, cosa vuoi?
Vuoi questo?
Bene, allora il Signore ti abbandona a questi desideri.
“…tanto da disonorare fra loro i propri corpi…”
Sembra che San Paolo abbia scritto questa lettera ieri sera, dopo avere visto il telegiornale.
Qui sta facendo l’analisi dell’Esodo, quando il Popolo di Israele esce e fa il vitello d’oro.
“…hanno scambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno adorato e servito le creature, anziché il Creatore…”
“Hanno scambiato la verità con la menzogna, hanno preferito l’immagine di un bue che mangia fieno, alla gloria del Dio incorruttibile”, dice il Libro dell’Esodo, quindi diventano matti.
Nella scrittura c’è quel passo, che dice che Dio fa impazzire colui che abbandona, ma non è perché Dio abbandona ma perché io voglio essere abbandonato, perché io voglio essere lasciato dentro questa immondizia, allora il Signore rispetta la mia libertà e io vivo nella menzogna, io vivo nell’adorazione delle creature.
Adorare vuol dire inchinarsi, servire, perdere la vita per le creature, mentre noi siamo chiamati a servire le creature, non ad adorarle.
Noi siamo chiamati ad adorare Dio, siamo chiamati a tenere ferma la verità di Dio e a rinnegare la menzogna.
Se vogliamo, sapete che non c’è bisogno di guardare il telegiornale alla sera, tutta roba già vista, è più opportuno leggere la Parola di Dio, è tutto già scritto!
Il nostro tempo è già tutto qui scritto, bello bello, abbiamo già tutta l’analisi sociologica, tutta l’analisi psicologica, antropologica, teologica, abbiamo tutto qui dentro, tutto, tutte le logiche del mondo, tutto!
Meditiamo queste cose qua, cominciamo a fare due conti con la nostra anima, cominciamo a chiederci se anche noi abbiamo scambiato la verità di Dio con la menzogna, se anche noi abbiamo preferito la menzogna alla verità, se abbiamo preferito un bue che mangia fieno alla gloria del Dio vivente.
Oggi è la ricorrenza dell’ultima apparizione della Madonna a Fatima, il giorno del miracolo del sole, quel bellissimo miracolo davanti a tutti quei fedeli.
La Madonna appare vestita con gli abiti del Carmelo nell’ultima apparizione.
La Madonna invita alla conversione, dice che molti vanno all’Inferno perché nessuno prega e fa penitenza per loro, chiede di pregare il Rosario.
Oggi è anche la ricorrenza della morte di un’altra grande mistica, la Beata Alexandrina Maria da Costa…quante luci, quanti inviti abbiamo dal cielo!
Che la Madonna ci conceda oggi la grazia di coglierli.
Che sia per noi oggi, 13 ottobre 2015, un giorno di vera grazia, un giorno di conversione!
Sia lodato Gesù Cristo!
Sempre sia lodato!
Letture del giorno
Prima lettura
Rm 1,16-25 – Gli uomini, pur avendo conosciuto Dio, non lo hanno glorificato come Dio.
Fratelli, io non mi vergogno del Vangelo, perché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del Giudeo, prima, come del Greco. In esso infatti si rivela la giustizia di Dio, da fede a fede, come sta scritto: «Il giusto per fede vivrà».
Infatti l’ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità nell’ingiustizia, poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha manifestato a loro. Infatti le sue perfezioni invisibili, ossia la sua eterna potenza e divinità, vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le opere da lui compiute.
Essi dunque non hanno alcun motivo di scusa perché, pur avendo conosciuto Dio, non lo hanno glorificato né ringraziato come Dio, ma si sono perduti nei loro vani ragionamenti e la loro mente ottusa si è ottenebrata. Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti e hanno scambiato la gloria del Dio incorruttibile con un’immagine e una figura di uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili.
Perciò Dio li ha abbandonati all’impurità secondo i desideri del loro cuore, tanto da disonorare fra loro i propri corpi, perché hanno scambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno adorato e servito le creature anziché il Creatore, che è benedetto nei secoli. Amen.
Salmo responsoriale
Sal 18
I cieli narrano la gloria di Dio.
I cieli narrano la gloria di Dio,
l’opera delle sue mani annuncia il firmamento.
Il giorno al giorno ne affida il racconto
e la notte alla notte ne trasmette notizia.
Senza linguaggio, senza parole,
senza che si oda la loro voce,
per tutta la terra si diffonde il loro annuncio
e ai confini del mondo il loro messaggio.
Vangelo
Lc 11,37-41 – Date in elemosina, ed ecco, per voi tutto sarà puro.
In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo.
Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro».