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Triduo a S. Teresa di Gesù – Terzo giorno

S Teresa di Gesù

Omelia sulle letture di mercoledì 14 ottobre 2015

Pubblichiamo l’audio dell’omelia del terzo giorno di triduo in preparazione alla memoria di S. Teresa di Gesù.

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré.

Ascolta la registrazione:

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Testo della meditazione

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Triduo a S. Teresa di Gesù – Terzo giorno

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Con questa sera concludiamo questo triduo in preparazione alla solennità di domani, infatti celebriamo questa sera la Messa prefestiva e questo è il terzo giorno del triduo, che ci introduce nella solennità di Santa Teresa di Gesù.

Andiamo avanti a lasciarci istruire da questo Dottore della Chiesa nel nostro rapporto con Dio, prendendo proprio questo Vangelo di San Giovanni, al capitolo VII, che abbiamo appena letto, dove Gesù dice: “Chi ha sete venga a me e beva, chi crede in me, come dice la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno”.

Dobbiamo andare da Gesù! Tutti abbiamo sete!

Tutti abbiamo bisogno di senso nella vita, tutti abbiamo bisogno di verità, tutti abbiamo bisogno di qualcuno di affidabile, tutti abbiamo bisogno di Gesù, perché abbiamo una sete che ci divora costantemente.

Paradossalmente in questo tempo così laico, anzi dovremmo dire così laicista, c’è un bisogno estremo di spiritualità, di qualcuno che ci insegni a pregare, a stare con il Signore, ad avere una spiritualità retta, ordinata.

Santa Teresa di Gesù, sempre in quest’opera, le “Esclamazioni dell’anima a Dio”, scrive: “Ecco un fatto che mi stupisce (che dovrebbe stupire tutti noi, a dire la verità). Non si ha il coraggio di superare una leggera difficoltà; ci si crede incapaci, pur volendolo, di liberarci da un’occasione o di sottrarci a un pericolo in cui l’anima si perde; eppure si ha coraggio ed ardire di levarci contro una Maestà così grande come la Vostra. Cos’è questo, o mio Bene, cos’è? Chi ci infonde tanto ardire?”

È l’ardire di offendere Dio, l’ardire di non sapere superare una difficoltà piccola per il Signore.

Quante piccole difficoltà incontriamo nella nostra vita!

Anche quelle che ci sembrano enormi non sono niente, in confronto a quelle che vivono i Cristiani perseguitati, che ci hanno preceduto nella storia e che vivono accanto a noi oggi.

Pensate in tutte quelle terre oggi, adesso, quanti Cristiani perseguitati vengono uccisi, martirizzati, torturati, per il nome di Cristo…

Non è finito lo sterminio dei Cristiani, la persecuzione dei Cristiani, dei discepoli di Gesù; non soltanto al tempo di Diocleziano e di Nerone c’erano le persecuzioni, oggi  forse più di allora, e noi andiamo avanti a mangiare la pastasciutta come se niente fosse.

Sentiamo di Cristiani che vengono decapitati, torturati, mentre mangiamo il minestrone con l’insalata e la bistecca…una cosa normale, come vedere i cartoni animati di Barbapapà, la stessa cosa; oramai siamo abituati anche a sentire che la gente muore e viene sgozzata per il nome di Gesù, che vive in esilio per il nome di Gesù, che perde i genitori e i figli per il nome di Gesù.

Noi, invece, se dobbiamo affrontare una piccola difficoltà, una puntura di spillo direbbe Santa Teresa di Gesù Bambino, oh…una tragedia: subito ci lamentiamo, subito soffriamo, subito ci sembra una cosa impossibile, non ce la facciamo!

“…di liberarci da un’occasione o di sottrarci a un pericolo in cui l’anima si perde”.

Quante occasioni di peccato non evitate!

Quante occasioni di peccato non evitate!

Sant’Alfonso Maria dei Liguori scrive che, ciò che veramente fa paura al demonio, è il proposito fermo di fuggire le occasioni di peccato, perché, di tutti gli altri propositi, il demonio se la ride: di tutte le nostre promesse, i nostri voti, i nostri giuramenti, i nostri “farò”, i nostri futuri prossimi e remoti; se la ride, perché tanto non li rispettiamo.

Facciamo dieci propositi in Quaresima e non ne rispettiamo neanche uno!

Ne facciamo venti in Avvento e arriviamo a Natale che non ci ricordiamo neanche più cosa avevamo detto all’inizio dell’Avvento!

Certo, perché non li sappiamo mantenere. Sant’Alfonso Maria dei Liguori invece scrive, che è quando io fuggo le occasioni del peccato, che veramente io dico che mi sto convertendo, che sto accettando la grazia di Dio.

In quante occasioni, invece, io mi espongo! Quante volte io non mi curo dell’anima!

Come viene trattata?

Pensate davanti alla televisione a quanta violenza subiamo senza battere ciglio…ci costringe, perché alle volte ci costringe, con una pubblicità, con una immagine all’improvviso, a vedere  cose che non vorremmo vedere.

Pensate ai discorsi lascivi che si fanno anche tra noi Cristiani, alle volgarità, ai discorsi inutili, ai chiacchiericci, ai pettegolezzi, alle mormorazioni…tutte occasioni davanti alle quali noi dovremmo fuggire, invece noi rimaniamo lì imbambolati.

Chi ci infonde tanto ardire?”

Questa infatti è una temerarietà, è uno sfidare Dio.

Lei scrive: “Non è forse un vostro schiavo, dannato al fuoco eterno, il capitano che conduce contro di Voi questa guerra? (Lei sta parlando di Lucifero, del demonio) Come, dunque, vi si leva contro? Come un vinto può infondere tanta audacia? (Come è possibile che uno già  sconfitto dia tanta forza a noi?) Perché si segue un miserabile espulso dalle ricchezze eterne? Che può dare, se non un’estrema miseria, chi non ha nulla per sé? Cos’è questo, mio Dio? Cos’è questo, Creatore mio? Donde viene che si abbia tanto ardire con Voi, e tanta codardia di fronte al demonio?”

Proprio oggi mi hanno telefonato, un’ora fa, perché ieri sera hanno visto una trasmissione, di cui non cito né il nome né il canale (per l’amor del cielo, perché, chi non l’ha vista, meglio per lui), dove lì dentro c’erano preti non più preti, che dicevano cose brutte, contro-testimonianze.

Da dove arriva tanto ardore, o meglio, tanto ardire? Da Dio? Dalla verità?

No! Chi mette mano all’aratro, e poi si volge indietro, non è adatto per il Regno dei Cieli. Punto.

È colpa di Dio perché li ha scelti?

Ma Gesù ha scelto anche Giuda, è colpa di Giuda se dopo ha tradito!

Abbiamo letto ieri sera…quanti traditori tra i discepoli di Gesù, quanta gente che Lo tradisce seminando confusione nel Popolo di Dio!

Uno non capisce più…uno che la dice in un modo, uno che la dice in un altro, uno che va contro Tizio e uno che va contro Caio, non si capisce più niente!

Certo, se smettiamo di seguire Gesù e cominciamo a seguire dottrine varie e peregrine, come dice San Paolo, i gusti degli uomini, se tradiamo il Vangelo, se vogliamo accontentare l’uomo e non Dio, viene fuori una Babele, viene l’Inferno sulla terra, non si capisce più niente!

Dopo uno chiama e dice: «Non capisco più niente…sono confuso, sono amareggiato, ho visto quella trasmissione ieri sera, adesso sono ancora qui tutto turbato».

Ma io dico: «Perché, invece di ascoltare questa immondizia, non spegniamo e non andiamo davanti al crocefisso a pregare? Perché non andiamo davanti al tabernacolo? Perché non ci mettiamo a dire il Rosario?»

Che vantaggio, che educazione posso avere, dall’ascoltare il male?

Beato l’uomo che chiude gli occhi e si rifiuta di guardare il male”, dice il Salmo, “la sua casa sarà sulla fortezza delle rocce”.

Teresa continua: “Se almeno Voi, o mio Principe, non amaste tanto i vostri sudditi, e noi avessimo degli obblighi con il principe delle tenebre! Ma anche allora sarebbe sempre incomprensibile, sapendo noi da una parte quello che Voi ci tenete preparato per l’eternità, e dall’altra quanto siano falsi i piaceri del nemico e traditrici le sue promesse. Del resto, che può mai fare per noi chi così vi combatte?”

Siamo contenti? A queste persone ci sarebbe da fare una domanda, ai Giuda della Storia ci sarebbe da fare una domanda: «Ma tu sei contento? I tuoi occhi dicono gioia, dicono pace, dicono mitezza?»

No, tu fingi di essere contento ma dentro hai un tormento terribile, lo si vede, lo si sente.

Se voi ascoltate queste cose, poi fate partire un video di Santa Teresa di Calcutta, voi vedete subito la differenza, tra chi è di Dio e chi non lo è.

Madre Teresa di Calcutta, quando parlava (io ho avuto la grazia una volta sola di sentirla parlare a Roma, in Università), anche se parlava in inglese (e io non ho capito niente di quello che ha detto), ti entrava dentro una roba nell’anima che ti spaccava in due, ti veniva da piangere solo a sentire la sua voce.

Questa donna teneva sempre in mano, sempre, ovunque e in mezzo a chiunque, la Corona del Rosario, sempre. Voi non vedrete mai Madre Teresa di Calcutta camminare, in una ripresa, in una foto, senza in mano il Rosario, sempre, sempre, sempre.

Questa sì che era una donna amica di Gesù, come Santa Teresa di Gesù!

Solo che, di Santa Teresa di Gesù, non possiamo ascoltare una registrazione o vedere un video, ma di Madre Teresa sì, e,  guardando questo, noi possiamo capire che quello che c’è oggi è follia, sono semplicemente follie, come dice Santa Teresa, sono malattie della mente.

Infatti lei lo scrive, proprio adesso ve lo leggo: “Che profondo accecamento, o mio Dio! Che nera ingratitudine, o mio Re! Che incurabile follia, o mio Dio! Serviamo il demonio coi vostri stessi doni! Paghiamo il grande amore che ci portate amando chi vi odia e vi odierà senza fine! Per noi avete sparso il vostro sangue, per noi avete sofferto i flagelli, i tormenti più atroci e i più crudeli dolori; e noi, (questa espressione è fortissima)  invece di vendicare vostro Padre degli orribili oltraggi inflitti a Voi, suo Figliolo, poiché Voi non volete vendetta e perdonate a tutti, prendiamo a nostri compagni ed amici quegli stessi che vi hanno trattato così male”.

Leggendo Santa Teresa si capisce come il tema dell’eternità, il tema dell’anima immortale, il tema dei Novissimi, sia un tema centrale.

Allora uno dice: «Ma Santa Teresa parla sempre di queste cose?»

Sì, anche di queste cose!

Ne parla spesso; siamo noi che epuriamo, andiamo a prendere solo quello che piace a noi, ma Santa Teresa parla di queste cose.

Lei scrive: “O voi che siete abituati ai piaceri, ai divertimenti, alle feste e a fare in tutto la vostra volontà, abbiate pietà di voi stessi!”

Altro che le pizze e le feste e non so quale altra cosa!

Scrive ancora Santa Teresa: “Pensate alle furie infernali in balìa delle quali dovrete stare per sempre, sì per sempre, per tutta l’eternità. Pensate e pensate bene che non avete di sicuro neppur un istante, e che chi vi prega è il Giudice stesso che vi dovrà condannare”.

È Dottore della Chiesa, eh…è Dottore della Chiesa!

Che ci piaccia o no, è Dottore della Chiesa!

Che ci piaccia o no, queste sono le parole scritte da lei, anche se ci danno fastidio, anche se ci fanno venire l’orticaria, anche se ci fanno venire i pruriti, non ha importanza!

Non ci piacciono?

Andiamo altrove; come diceva Teresina: “Io dico la verità, chi non la vuole ascoltare non venga a chiedermela! Parlano male di me? Non mi stimano? Tanto peggio! Non mi interessa, ma questa è la verità”.

È scritto, basta andare a prendere il libro delle sue opere e nelle “Esclamazioni dell’anima a Dio” si trovano scritte queste parole.

È bello fare la festa di Santa Teresa, bello fare la solennità, bello, sì certo…

È utile?

Dipende…dipende se le sue parole diventano carne e sangue nella mia vita.

Dipende se le sue riflessioni servono a cambiare la mia anima, a farla diventare una vera anima di Dio, a rinnegare il peccato, a fuggire l’Inferno, a dedicarmi al Paradiso, a volere stare in compagnia con Dio, a pensare al destino della mia anima, cioè al dopo morte e non a concentrarmi solo sul presente, come se noi dovessimo vivere per l’eternità qui sulla terra.

Moriremo tutti, moriremo tutti e, come dice Teresa, tutti dovremo presentarci al cospetto di Dio.

Del resto, noi già adesso facciamo questa esperienza, perché, quando siamo in grazia di Dio, siamo in una pace incredibile anche se in mezzo a tante difficoltà, la vita scorre con una grande serenità interiore, con un grande atto di abbandono alla Volontà del Padre, con una grande amicizia, una grande intimità col Signore, come diceva lei, che Lo vedeva alla sua destra; noi magari non Lo vediamo, ma Lo sentiamo presente, testimone oculare dei nostri pensieri e delle nostre azioni, nostro compagno e amico fedele, sempre presente.

Invece, se siamo in disgrazia di Dio, già sperimentiamo nella nostra anima l’Inferno, già sentiamo quel fuoco, che è la lontananza da Dio, che è il disappunto di Dio, che è l’ira di Dio, come diceva San Paolo ieri.

Sta a noi scegliere!

È difficile convertirsi!

È vero, perché Santa Teresa scrive che è difficile, è difficile per noi rinunciare alle occasioni…a noi la scelta.

La scelta del Cristiano si gioca su due parole: «O scegli il presente o scegli l’eternità».

Decidi tu!

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

Vangelo del giorno

Il Vangelo è quello proprio della Solennità Carmelitana di S. Teresa di Gesù.

Gv 7, 14-19 37-39

In quel tempo quando ormai si era a metà della festa, Gesù salì al tempio e vi insegnava. I Giudei ne erano stupiti e dicevano: “Come mai costui conosce le Scritture, senza avere studiato?”.
Gesù proclama la sua missione Gesù rispose: “La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato. Chi vuol fare la sua volontà, conoscerà se questa dottrina viene da Dio, o se io parlo da me stesso. Chi parla da se stesso, cerca la propria gloria; ma chi cerca la gloria di colui che l`ha mandato è veritiero, e in lui non c`è ingiustizia.
Nell`ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù levatosi in piedi esclamò ad alta voce: “Chi ha sete venga a me e beva, chi crede in me. Come dice la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno”. Questo egli disse riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui.

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