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Beato don Giacomo Alberione: i Novissimi, il Paradiso, V parte

Novissimi: il Paradiso

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di giovedì 23 dicembre 2021

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Beato don Giacomo Alberione: i Novissimi, il Paradiso, V parte

Eccoci giunti a giovedì 23 dicembre 2021.

Abbiamo ascoltato la prima lettura della Santa Messa di oggi tratta dal Libro del profeta Malachia capitolo III, versetti 1 e seguenti. 

Siamo all’antivigilia di Natale. Lo vedete? Lo sentite? Lo stiamo praticando? Stiamo praticando questa attesa? La stiamo sentendo bruciare dentro di noi? Sentiamo che sta per arrivare il giorno, il momento in cui faremo memoria dell’evento prodigioso, incredibile, stupendo, meraviglioso che è l’incarnazione del Verbo? L’evento che ha scatenato la ribellione degli Angeli, che li ha precipitati nell’Inferno. Nell’Incarnazione c’è tutto! Noi dovremmo essere degli innamorati dell’Incarnazione. 

L’antivigilia, il 23. Uno dice: “Adesso cosa faccio? Oggi cosa faccio che è l’antivigilia di Natale?”

Oggi e domani cerca di confessarti, cerca di dedicare il tempo alla preghiera, di stare col Signore, di meditare su questa bellezza che è il Natale, fai compagnia a Gesù nelle Chiese che saranno probabilmente molto vuote e se sono chiuse stai fuori, passagli accanto e digli: “Gesù ti amo. Gesù ti aspetto, Gesù ti attendo!”

Mi raccomando, il giorno di Natale, quando farete la vostra bellissima tavola imbandita alla quale inviterete tutti quelli che voi sapete che è bene invitare e che comunque sapete che se no rimarrebbero soli, non dite mai: “Siamo troppi! Ma qui non ci stiamo mica tutti!”

“Ci stiamo, ci stiamo tutti benissimo”, ricordate il motto della nonna di Padre Giorgio, non dimenticate mai la mia nonna Anna quando fate questi ragionamenti, non è Beata, non è una Santa, ma comunque era veramente una donna tanto piena d’amore per il Signore, lei diceva: “Se c’è posto per due, c’è posto anche per tre e se c’è posto per tre, c’è posto anche per quattro, se c’è posto per dieci, c’è posto anche per undici…”

E quando le dicevo: “Ma nonna, come facciamo a dar da mangiare alle persone, non vedi che non hai fatto la pasta abbastanza? Se tu hai messo la pasta per sette persone, non è la pasta per dodici persone, come facciamo a dare da mangiare?”

Oppure lei faceva queste chiacchiere buonissime, alla grappa, qualcosa di fantastico, stupendo e meraviglioso e dicevo: “Nonna non ci sono le chiacchiere per tutti”, perché io, golosissimo, me le volevo mangiare tutte. 

E diceva: “Giorgio, se abbiamo fatto le chiacchiere e le abbiamo fatte per tre, non temere che basteranno anche per quattro”.

Sono sempre bastate, non ho mai avuto problemi, non ho mai visto un piatto vuoto, saranno i miracoli delle nostre nonne!

Quindi quel giorno — stavo dicendovi — ricordate di preparare anche il posto per Gesù.

Adesso direte: “Padre Giorgio è impazzito! Lo abbiamo perso! Si è completamente bruciato il cervello!”

No, non sono pazzo! O meglio, magari lo sono ma non adesso che vi dico queste cose. Il posto per Gesù va sempre preparato, soprattutto il giorno di Natale, preparate il bel posto a capotavola per Gesù.

“Ma occupo spazio a lasciare un posto vuoto”

Non è vuoto, noi non lo vediamo, ma non è vuoto, Lui è l’ospite d’onore, magari lì al suo posto, al posto del piatto potete mettere Gesù Bambino il giorno di Natale, bella la tavola imbandita con Gesù Bambino sul tavolo, magari potete accendere anche una bella candela che dice una Presenza, che dice: “Questa non è la tavola dei pagani, questa è la tavola dei Cristiani. Qui è vero si festeggia e si mangia, ma per onorare e amare Qualcuno.”

Ebbene, chiediamo al Signore oggi di raffinarci, di purificarci, di fonderci, di pulirci, di lavare via tutto ciò che può impedire un’offerta secondo giustizia, come dice Malachia, e quindi vuol dire la conversione, la carità, un amore per il Signore senza “se” e senza “ma”. 

Mi hanno regalato per il mio compleanno, il 2 dicembre — non ve l’ho detto, così ho evitato 5.000 messaggi — mi hanno scritto un biglietto delle persone e hanno scelto come biglietto una bellissima immagine che ho qui davanti a me sulla mia scrivania: rappresenta Gesù seduto che con le braccia si stringe forte al petto un agnellino e appoggia il suo volto sul musetto dell’agnellino, in una sorta di campo con alberi fioriti, sembra un po’ Villa Pamphili durante il tempo dell’estate e della primavera, così deve essere la nostra vita: un abbraccio, un vis à vis con Gesù, allora la nostra offerta sarà gradita. 

“I Novissimi” del Beato don Giacomo Alberione.

XV. IN PARADISO CONTEMPLEREMO DIO, SOMMO VERO

  1. La visione beatifica

“Ecco qui un saggio di quella visione beatifica a cui tutti siamo chiamati. Che cosa significa visione beatifica?”

Lui sta facendo riferimento alla Trasfigurazione, Matteo 17, 1-9.

“Significa che noi vedremo Dio faccia a faccia, come egli è, cioè direttamente. Sulla terra noi Iddio non lo vediamo con gli occhi nostri materiali, lo conosciamo soltanto un poco a mezzo delle creature, e cioè: vediamo il mondo, che è opera delle sue mani, e conosciamo Iddio creatore dalle sue opere. Il mondo esiste, è ordinato, è bello: dunque Iddio che lo ha creato e lo ha fatto dal nulla, deve essere sapientissimo, bellissimo.”

Certamente più bello dei miei cocoriti, della mia foresta di Sherwood, più bello del mare che tanto si ama, o della montagna, delle sue vette, della sua neve, di una coppia di cigni, di un anatroccolo, è più bello, e quindi quanto sarà bello!

“Sulla terra conosciamo inoltre Dio in quanto ci è rivelato dalla Scrittura, cioè da Dio stesso, il quale ci ha manifestato anche dei misteri, per es. il mistero della SS. Trinità. Ma la cognizione che noi abbiamo per mezzo della mente e la cognizione dei misteri che noi abbiamo per mezzo della fede non sono visione di Dio: è qualche cosa di esterno. Invece quando noi entreremo in Paradiso, vedremo Iddio come si vede il papà quando si entra in casa.”

Ma voi ve lo immaginate? 

“Quel figliuolo non aveva visto suo padre da tempo e finalmente può rientrare per qualche poco nella casa paterna. Ecco la faccia desiderata del padre; la vede, la contempla; abbraccia il padre. Così noi, quando entreremo in Paradiso; anzi, l’immagine di Dio sarà in noi; non conosceremo soltanto Iddio, come adesso conosciamo gli oggetti col lume degli occhi, ma lo conosceremo col lume della gloria. Non così lo vediamo sulla terra.”

Ma voi ve lo immaginate? Io penso che qualche volta quando andiamo a letto a dormire, dobbiamo metterci a letto e cominciare a sognare la scena di incontrare Dio Padre e incontrarlo per sempre. 

Ci giriamo: “Ma adesso da qui non vado via più? Ma è per sempre?”

“Sì è per sempre”

Sarà per sempre.

E uno dice: “Perché devo fare questo e non devo fare quell’altro… ma perché preferisco il Paradiso! Perché voglio vedere il Volto di mio Padre, e lo voglio vedere per sempre!”

Da impazzire dalla gioia, solo questa idea è una cosa incredibile.

“San Pietro vedeva la persona, contemplava la faccia di Gesù Uomo-Dio quando gli parlava, e ne ammirava la bellezza, la bontà inesauribile. Ma allorché salì sul monte e Gesù si trasfigurò, ebbe allora un saggio della visione celeste, perché egli vide Gesù nella gloria, e lo vide per mezzo di una visione. Ciò che più è importante è questo: che qui sulla terra il conoscere Dio, sia per la ragione e sia per la fede, non ci rende pienamente beati, ci rende solo contenti. Ma una volta che l’anima nostra sarà separata dal corpo e poi quando successivamente anche il corpo risuscitato entrerà in cielo, allora l’anima nostra godrà pienamente di vedere Dio. Come il palato assapora i cibi dolci, come il gusto è fatto per i cibi buoni, così l’intelletto è fatto per la verità e per il Signore; ci ha fatti per lui, Iddio. E l’intelletto che adesso sente poca differenza fra lo stare nell’errore ed essere nella verità, allora si gioconderà, sarà pienamente felice di conoscere il Signore e la sua bellezza; immensamente più felice di quello che possa essere il goloso nel gustare i cibi più squisiti. Anzi la nostra intelligenza, in Paradiso, avrà una felicità simile a quella degli Angeli, perché, sebbene anche il corpo sia soddisfatto, è immensamente più buona la soddisfazione dell’anima per la conoscenza della verità e della bontà, quale è Dio.”

Saremo ebbri di Dio, gusteremo la Verità di Dio, la dolcezza di Dio, la bellezza di Dio, la bontà di Dio. Quante cose gli potremo dire, quante cose ascolteremo, e poi lo potremo abbracciare.

Voi direte: “Padre Giorgio adesso sta parlando con un linguaggio teologicamente scorretto”. Sì, va bene, ma io so che voi mi capite e so che sarete indulgenti, mi darete un 18, però almeno vi posso dire esattamente quello che penso, senza stare lì a dover fare i distinguo. Potremo proprio vivere in questo abbraccio, profondo, vero, bello, di quelli che uno dice: “Non finisce più! Adesso non finisce più, sarà per sempre. Nessuno mi strapperà da questo abbraccio e io non mi devo separare volontariamente”.

“Non si tratta più solamente di conoscere le scienze umane. Non vi viene qualche volta l’invidia, ad esempio, per quell’illustre presule ecclesiastico che sapeva tante lingue, il Card. Mezzofanti? Non vi viene l’invidia, ad esempio, per S. Tommaso d’Aquino, che sapeva tanto del Signore, che ha scritto delle cose così meravigliose e così chiare? E così per gli scienziati che hanno conosciuto così bene la natura, la fisica, l’astronomia, e che quasi andavano fuori di sé nel contemplare le bellezze della natura? Ora, radunate pure tutta la scienza dei maggiori letterati e di quelli che hanno conosciuto il maggior numero di lingue; adunate assieme tutta la conoscenza della storia civile, anche dei principi, degli storici; mettete assieme tutta la scienza delle cose naturali; mettete assieme tutta la scienza che si possa avere delle materie giuridiche, sociali, filosofiche, letterarie, naturali, storiche e quante ne volete e ne sapete immaginare… ebbene la conoscenza di Dio è immensamente più grande che il sapere tutto questo: tutto questo è piccolo, piccola opera delle mani di Dio. Che cosa sarà il conoscere l’Autore di tutto, Dio stesso, e in Lui tutta la scienza naturale, il Signore che è l’autore delle scienze e di tutta la scienza, che è la Verità stessa, «il Signore, il Dio che sa tutto»? La vecchierella che ora non sa leggere, né scrivere, potrà un giorno raggiungere e conoscere Dio e in Dio tutta l’umana scienza: una scienza anzi più vasta che non sia tutto il cumulo delle scienze umane. O voi che amate lo studio e la scienza, cercate il regno di Dio e la sua giustizia; vedrete Dio, e tutte le scienze umane l’avrete come per aggiunta.”

Parole sante! Beato don Alberione, parola sante, verissime! Cosa serve avere 150 lauree e fare 7.000 esami se poi non vedremo Dio?

 “Oh, Paradiso, Paradiso! Quanto sei desiderabile! quanto sei bello! Gesù Cristo stesso è la lucerna ed il sole del Paradiso, anzi «la sua lampada è l’Agnello» (Ap 21,23). Ebbene, adesso cantiamo «Lauda, Jerusalem, Dominum»: lodi la celeste Gerusalemme il Signore!”

Sentite che bello:

“Quante volte ho desiderato, pensato e pregato che sulla volta di questa chiesa (il tempio di San Paolo in Alba, dove don Alberione stava animando l’ora di Adorazione), sia dipinto il Paradiso, affinché possiate godere come un’ora di Paradiso anticipato in chiesa, in unione e desiderio del Paradiso superiore che è in cielo.”

Pensate, quando ero piccolo, nella Chiesa dove mi portavano, c’era dipinto il Paradiso e io stavo lì a guardare, guardavo tutti gli Angeli, i Santi, tutta la Trinità, poi c’era la Vergine Maria, Elia, Mosè… bellissimo. 

Domani vedremo che in Paradiso ci verranno svelati i misteri. Domani è la vigilia di Natale, il 24, grandissimo giorno, speriamo di riuscire a fare questa meditazione, perché mi sento già il cuore un po’ gonfio, il giorno di Natale spero di riuscirci, perché chissà quali cose vi potrò dire, sto già pensando su quella tema concentrarmi, ma sono talmente tanti e belli che… magari vi dirò solo Buon Natale e non mi uscirà niente e altro, sarà detto col cuore.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen. 

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga. Amen. 

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

 

PRIMA LETTURA (Ml 3, 1-4.23-24)

Così dice il Signore:
«Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate; e l’angelo dell’alleanza, che voi sospirate, eccolo venire, dice il Signore degli eserciti.
Chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai. Siederà per fondere e purificare l’argento; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore un’offerta secondo giustizia. Allora l’offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradita al Signore come nei giorni antichi, come negli anni lontani.
Ecco, io invierò il profeta Elìa prima che giunga
il giorno grande e terribile del Signore:
egli convertirà il cuore dei padri verso i figli
e il cuore dei figli verso i padri,
perché io, venendo,
non colpisca
la terra con lo sterminio».

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