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Vigilare

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Omelia sulle letture di martedì 20 ottobre 2015

Pubblichiamo l’audio di un’omelia sulle letture del giorno.

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Testo della meditazione

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Vigilare

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Meditando questo testo del Vangelo, che proprio adesso abbiamo ascoltato, a me viene alla memoria, viene alla mente, un testo che trovo molto bello di Santa Teresa di Gesù, Dottore della Chiesa, che abbiamo festeggiato pochi giorni fa.

In un suo scritto minore, dentro alle “Relazioni spirituali”, in particolare modo nei “Favori celesti”, al capitolino 28, sono piccoli paragrafi, Santa Teresa riferisce un colloquio di Gesù, sicuramente poco conosciuto, molto importante, perché ci fa capire cosa vuole dire questo “essere pronti” che Gesù chiede, cosa vuol dire questa vigilanza, cosa vuol dire il fatto di essere svegli.

Vuol dire che dobbiamo fare una declinazione, una sorta di parafrasi: essere sveglio vuol dire: “Avere una coscienza vera e certa”, una buona coscienza, perché tutto si gioca lì, nella coscienza, è la coscienza che è sveglia o dorme.

Allora Gesù nel maggio del 1572 le disse così: «Figliola, la luce è molto diversa dalle tenebre. Io sono fedele e nessuno si dannerà senza saperlo».

Questa è la prima cosa che ci mette tanto in pace.

Non è che noi morendo avremo delle sorprese, non è che noi diremo: «Oh mamma!

Non me lo aspettavo…come è stato possibile?»

Noi già su questa terra, già vivendo ogni giorno, sperimentiamo o il Paradiso o l’Inferno.

Ci sono persone che non riescono a stare venti minuti ferme, sedute, non dico in ginocchio, ma ferme, sedute davanti al tabernacolo; non sono capaci perché dopo tre minuti devono incominciare a camminare, a girare, a fare “l Peripatetici” nelle chiese.

«Io prego Dio camminando»

Ma da quando in qua?

Sì, va bene, si può dire il Rosario, si può dire la Corona Angelica passeggiando, va bene,  ma la meditazione…

Se fai già fatica a farla seduto, raccolto, riservato, tu e Gesù insieme, come fai a farla camminando, guardando in giro per la strada e da tutte le parti?

Questa non è meditazione!

Un conto è la preghiera vocale e un conto è l’orazione, un conto è la meditazione.

Perché non riescono?

Perché dentro non sono in pace.

Quando noi non siamo in pace, facciamo quei sospiri che sembra che stiamo sollevando cento quintali di marmo, da seduti…uno dice: «Cosa avrà dentro questo uomo?», oppure continuiamo a camminare, camminare, camminare…

San Domenico Savio, stava tre, quattro, cinque, sei ore in ginocchio davanti al Tabernacolo e non se ne accorgeva neanche, perché era già in Paradiso.

«Si inganna», prosegue Gesù, «chi si tiene sicuro per le consolazioni spirituali che riceve».

Qui, oggi, su questa frase di Gesù, ci sarebbe da fare uno slogan!

Tutto questo termometro dell’effervescenze spirituali, dei sentimentalismi spirituali:

«Io sento Dio, io sento lo Spirito Santo…», «Ah…mi sento pieno di Dio, sento il Signore», «Ah…io sento la Madonna…», «Io sento…», «Io sento…»…

Ma la Fede non è sentire!

La vita spirituale non è la sagra del sentimento!

«Si inganna», dice Gesù, «chi si tiene sicuro per le consolazioni spirituali», perché uno si sente bene, tutto consolato, perché uno sente Gesù, perché sente…

Non è questa la via!

Non è questa la via!

«Si inganna», dice Gesù, «chi si tiene sicuro per le consolazioni spirituali che riceve», «La vera sicurezza», prosegue ancora Gesù con Santa Teresa, «sta nella testimonianza della buona coscienza», eccolo qui!

La tua sicurezza non sta nel sentire Dio, non sta nelle consolazioni spirituali!

La tua sicurezza vera sta nella testimonianza della tua buona coscienza!

Solo se tu dedichi tempo, energie e sacrifici a costruire la tua coscienza, a purificarla, ad ascoltarla, a rispettarla, a educarla, a formarla…

Quando è stata l’ultima volta che abbiamo preso il Catechismo della Chiesa Cattolica in mano per formare la coscienza?

Non sappiamo neanche più la differenza tra un peccato mortale e un peccato veniale!

Un giorno, se avrò la possibilità, Santa Teresa fa la descrizione del peccato mortale che è una cosa incredibile…

Oggi se chiedi a un Cristiano: «Dimmi la differenza fra un peccato mortale e un peccato veniale! Quali sono le tre condizioni per fare un peccato mortale?», non le sappiamo!

«mmm… non mi ricordo… non lo so…»

Se poi dici: «Spiegamele!», un delirio…

«Spiegami il deliberato consenso!», delirio: cinquemila parole per non dire niente… un deserto di pensieri in un mare di parole… perché non le sappiamo, non le sappiamo!

Come facciamo a confessarci, se non sappiamo la differenza fra un peccato mortale e un peccato veniale?

Siamo ignoranti! Ignoranti di Cristo!

Perché non abbiamo dentro la Dottrina, non conosciamo più la Dottrina!

Non perdiamo il tempo a studiare la nostra fede…

Quando è stata l’ultima volta che abbiamo letto un Padre della Chiesa?

Uno qualunque… Sant’Agostino, Sant’Ireneo, Sant’Ambrogio, uno qualunque in tutta quella sterminata schiera di Padri Della Chiesa, che hanno scritto opere incredibili e meravigliose?

Niente… niente…

Noi leggiamo i gossip religiosi, noi leggiamo le stupidaggini dell’ultimo momento, le cose che non hanno nessuna conferma, di questo siamo espertissimi, ma di ciò che ha costruito la vita dei Santi, niente, tempo per questo non ne abbiamo.

Chiaro che così la coscienza non si forma… perché la coscienza deve essere formata, la coscienza deve essere vera e certa, come dice il Catechismo.

Io posso avere una coscienza falsa e certa, posso avere una coscienza incerta e vera…sono tante le casistiche, e io devo sapere la mia coscienza a che punto sta.

Certo che se non vado mai a un corso di catechesi, se non vado mai a fare un ritiro spirituale, non dedico mai del tempo per la meditazione, perché tanto io so già tutto, tanto io ho tante cose da fare per il Signore…

Noi ci circondiamo di gente che dice secondo le nostre orecchie, ma la domanda è: «Ma, chi noi ascoltiamo, ci forma la coscienza?»

Noi dovremmo baciare la terra dove camminano le persone che ci insegnano a custodire, a coltivare, a formare la coscienza, noi abbiamo bisogno di questo!

Gesù a Santa Teresa è andato avanti a dire altre cose, ma di tempo non ne abbiamo più, mi fermo qui.

Proprio ieri, al Sinodo, quella famiglia ha fatto quella testimonianza bellissima sulla persecuzione comunista e ha detto: «La Chiesa ha il compito di salvare le anime, non di fare altro! I nostri Vescovi, martirizzati dal Comunismo, hanno resistito al mondo, la Chiesa non deve fare entrare il mondo dentro di lei, deve combattere la logica del mondo! I nostri Vescovi ci hanno insegnato la fedeltà a Cristo, morendo nei campi di sterminio».

Di questo noi Cristiani abbiamo bisogno!

Perché abbiamo bisogno di qualcuno che formi la nostra coscienza, che ci insegni ad avere una coscienza vera e certa, ma noi le andiamo a cercare queste persone?

Quando le abbiamo trovate, facciamo di tutto per ricevere tutta la sapienza che ci può venire da quella bocca, o stiamo lì a fare i conti e i pesi, le prospettive coi “ma”, “forse”, “vediamo”, e qui e là?

Il Signore ci chiederà conto di queste cose, perché ci dirà: «Io i miei doni li ho dati, i ministri li ho dati, le persone le ho date, i papà e le mamme santi li ho dati, voi, che li avete incontrati, cosa ne avete fatto? Li avete usati, li avete risucchiati fino al midollo? Avere fatto in modo di imparare tutto quello che potevate imparare? No? Questa si chiama ignoranza colpevole!»

«Ma io non sapevo…»

Non sapevi perché non hai voluto sapere, questa si chiama ignoranza colpevole nella Teologia morale!

Di questo tu sei responsabile, perché tu avresti potuto, non solamente imparare tu, ma diffondere, condurre, come facevano i discepoli che conducevano a Gesù, e non l’hai fatto!

Perché non l’hai fatto?

Perché siamo codardi, perché si rischia, e perché, in fin dei conti, a noi non sta a cuore la salvezza eterna della nostra anima e delle anime degli altri.

Allora stiamo a fare i compromessi col mondo, anche se ci vestiamo di abiti religiosi, Rosari o quant’altro.

Il Signore, come dice la Scrittura, guarda il cuore, non l’apparenza!

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

Letture del giorno

Prima lettura

Rm 5,12.15.17-19.20-21 – Se per la caduta di uno solo la morte ha regnato, molto di più quelli che ricevono l’abbondanza della grazia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo.

Fratelli, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, con il peccato, la morte, e così in tutti gli uomini si è propagata la morte, poiché tutti hanno peccato, molto di più la grazia di Dio, e il dono concesso in grazia del solo uomo Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti. Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo.
Come dunque per la caduta di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l’opera giusta di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione, che dà vita. Infatti, come per la disobbedienza di un solo uomo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l’obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti.
Ma dove abbondò il peccato, sovrabbondò la grazia. Di modo che, come regnò il peccato nella morte, così regni anche la grazia mediante la giustizia per la vita eterna, per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore.

Salmo responsoriale

Sal 39

Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà.

Sacrificio e offerta non gradisci,
gli orecchi mi hai aperto,
non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato.
Allora ho detto: «Ecco, io vengo.

Nel rotolo del libro su di me è scritto
di fare la tua volontà:
mio Dio, questo io desidero;
la tua legge è nel mio intimo».

Ho annunciato la tua giustizia
nella grande assemblea;
vedi: non tengo chiuse le labbra,
Signore, tu lo sai.

Esultino e gioiscano in te
quelli che ti cercano;
dicano sempre: «Il Signore è grande!»
quelli che amano la tua salvezza.

Vangelo

Lc 12,35-38 – Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli.
E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!».

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