Scroll Top

D. Bonhoeffer, Sequela. Parte 62

Falò sulla spiaggia

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: D. Bonhoeffer, Sequela. Parte 62
Domenica 8 ottobre 2023

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

SECONDA LETTURA (Fil 4, 6-9)

Fratelli, non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti.
E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù.
In conclusione, fratelli, quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri.
Le cose che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, mettetele in pratica. E il Dio della pace sarà con voi!

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a domenica 8 ottobre 2023. 

Abbiamo ascoltato la Seconda lettura della Santa Messa di oggi, tratta dal capitolo quarto della lettera di san Paolo apostolo ai Filippési, versetti 6-9. 

Continuiamo la nostra lettura e meditazione del testo di Bonhoeffer, Sequela.

Oggi vedremo questi brevi commenti che Bonhoeffer fa ad alcune espressioni di Gesù.

«Amate i vostri nemici».

Nel comandamento precedente si era parlato solo di patire inermi il male, qui Gesù va ancora molto oltre. Non solo dobbiamo sopportare con pazienza il male e il malvagio, non solo non contraccambiare colpo su colpo, ma essere benevoli nei confronti del nostro nemico con un amore cordiale. Senza ipocrisia e limpidamente dobbiamo servire e aiutare il nostro nemico in tutte le cose. Nessun sacrificio che chi ama offrirebbe all’amato può risultarci troppo grande o troppo prezioso a vantaggio del nostro nemico… come potrebbe l’amore che nasce non dalla debolezza, ma dalla forza, non dalla paura ma dalla verità rendersi colpevole dell’odio dell’altro? E a chi dovrebbe essere donato tale amore, se non a colui il cui cuore soffoca nell’odio?

Mi rendo conto che sia la parola di Gesù, sia il commento di Bonhoeffer sono veramente difficili per la nostra natura, da un punto di vista proprio puramente naturale. Dentro avvertiamo una sorta di impossibilità, come a dire: questo no! Va bene patire, va bene non reagire, va bene sopportare con pazienza, non contraccambiare colpo su colpo… ma essere benevoli, avere un amore cordiale, servire, aiutare il nostro nemico in tutte le cose — nessun sacrificio è troppo grande, troppo prezioso a vantaggio del nostro nemico — ecco, insomma, uno dice: “No, questo no, questo non ci riesco”.

Guardate, è inutile star qui a fare tanti ragionamenti. Io credo che la soluzione stia solo nella sequela. Non è una cosa che possiamo darci noi, sulla quale possiamo spendere chissà quali ragionamenti. Questo è veramente un dono grande di Dio, arriva direttamente da Lui. Solo lo Spirito Santo può renderci capaci di un amore di questa entità, come è stato l’amore di Gesù in croce. Quindi chiediamo con insistenza questo dono di saper amare chi ci fa il male, di questo amore senza ipocrisia, come scrive Bonhoeffer. Certo poi è vero che non dobbiamo mai renderci colpevoli dell’odio dell’altro. Guardate, una prospettiva totalmente dalla parte di Dio: l’altro che mi odia, l’altro che mi fa del male, l’altro che odia, è proprio quello che ha più bisogno di amore, è vero! Perché il suo cuore sta soffocando, cuore e mente soffocano nell’odio, terribile.

«Benedite coloro che vi maledicono».

Se il nemico ci colpisce con la sua maledizione, perché non riesce a sopportare la nostra presenza, dobbiamo sollevare le mani nella benedizione: Voi, che siete nostri nemici, voi benedetti da Dio, la vostra maledizione non può colpirci, ma la vostra povertà possa essere colmata dalla ricchezza di Dio, dalla benedizione di colui che inutilmente aggredite. Sopporteremo senz’altro la vostra maledizione, se da questo deriva a voi la benedizione.

Credo che sia proprio quello che ha vissuto Bonhoeffer nella sua vita. Chi non conosce la vita di Bonhoeffer è meglio che la vada a leggere e si renda conto in che periodo storico è vissuto — terribile — e quello che ha dovuto soffrire. Queste cose che sta scrivendo sono, con ogni probabilità, quello che lui ha vissuto, quello in cui ha creduto, quello che ha messo in pratica e credo che sia ciò che alla fine gli ha permesso di non cadere nella disperazione — come molti altri hanno fatto — e di mantenere una grande lucidità e una grande umanità e spiritualità in sé. Noi sappiamo che non dobbiamo mai maledire, così dice la Scrittura, e sappiamo che, se veniamo maledetti, dobbiamo benedire: al male si risponde col bene.

«Fate del bene a coloro che vi odiano».

Non ci si deve accontentare di parole e di pensieri. Il fare il bene avviene in tutte le cose della vita quotidiana. «Se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare, se ha sete, dagli da bere» (Rm 12,20). Come un fratello assiste il fratello nella distretta, gli fascia le ferite, gli lenisce i dolori, così deve fare il nostro amore per il nemico. Del resto, dove nel mondo la distretta è più grave, le ferite e i dolori sono più gravi che presso il nostro nemico? Dove la necessità di fare il bene è maggiore, è più gioiosa che presso il nostro nemico? «Vi è più gioia nel dare che nel ricevere».

Non dimentichiamoci che fare il bene è veramente un qualcosa che avviene in tutte le cose della vita quotidiana, anche nei confronti dei nostri nemici. Impariamo a fare il bene, intanto, perché sapete, la vetta della santità è: “fare del bene a coloro che vi odiano”; ma forse, non di rado, non siamo capaci neanche di fare il bene a coloro che ci amano. E questo è un problema, perché è inutile che sto lì a cercare di fare del bene a chi mi odia, se non so fare del bene a chi mi ama. E su questo, io credo che dovremmo un attimo fermarci: cosa vuol dire fare del bene a chi mi ama? Vuol dire rendermi conto dei suoi bisogni e delle sue necessità. È inutile che io porto a casa un vaso di fiori come regalo alla mia mamma e, nel frattempo, la lascio quotidianamente soffocare dai panni da stirare e da lavare, per esempio. È inutile che io pensi a fare del bene a chi mi tratta male e poi non sono capace di dire, per esempio, alla mia mamma: “Guarda, siediti, riposati: leggi un libro, stenditi, fai come vuoi, oggi faccio cucino io e tu ti riposi”.

Noi abbiamo giovani, ragazzi e ragazze, che a vent’anni non sono capaci di fare una pasta col sugo, non sono capaci di fare una bistecca con l’uovo, non sono capaci di cuocere una minestrina, non sono capaci di preparare una tavola in modo degno. Eppure, hanno sempre mangiato; eppure, l’hanno sempre visto fare dagli altri; ma non sono capaci. 

È molto bella la pedagogia dei conventi che ai giovani — soprattutto ai giovani in formazione, ma non solo, anche dopo — dice: “Bene, la cucina si fa a turno”. Panico! Uno dice: “Come a turno, cosa vuol dire?” – “Vuol dire che, non so, per una settimana, per un mese, alla sera, e magari il sabato e la domenica anche a pranzo, tu dovrai pensare a cucinare per tutti gli altri”. Capite che già cucinare non è proprio semplicissimo, se poi devi cucinare per dieci, quindici persone, eh beh… Per esempio, fare un risotto per venti persone non è come fare un risotto per due o per tre. E quindi: panico! Uno dice: “No, ma io non sono capace!” Impari! Non è che arriva la scienza infusa: ti metti in cucina e impari. Tra l’altro adesso ci sono tutti gli strumenti del mondo. Su YouTube c’è la ricetta anche per fare la minestrina. Ti guardi le tue ricette e impari. Certo, su YouTube ti fanno la ricetta per fare la pastasciutta all’Amatriciana, per una persona con tipo cinquanta grammi di pasta, ecco, dovrai tu capire come fare per farla per venti persone, e non con cinquanta grammi di pasta, ovviamente.

Se noi non sappiamo amare chi ci ama e non sappiamo fare del bene a chi ci ama, non sapremo mai fare del bene a chi ci odia, questo è sicuro. Se non sappiamo avere quello sguardo che si accorge e che dice: no, adesso la spesa vado io a farla… Perché queste mamme, queste nonne cariche di borse… che poi spesse volte non hanno neanche la macchina. Io vedo queste persone, anche anziane, che si trascinano borse e borse di roba dal supermercato fino a casa a piedi, perché non hanno la macchina! E intanto, magari, gli altri a casa stanno là seduti a guardare la televisione, a farsi i fatti loro, a giocare al computer o alla playstation o non so che roba. Vai tu a far la spesa! “Eh, ma io non sono capace”, eh, impari, impari, qual è il problema? Impari! Impariamo a fare del bene alle persone con le quali viviamo, impariamo da lì invece di pensare di fare del bene a chilometri di distanza, impariamo da qui. Impariamo a non assistere impermeabili al massacro delle persone che ci vogliono bene, massacrate dal lavoro e dalla fatica. Chi pulisce il tuo bagno? Chi rifà il tuo letto? Chi cucina? Chi fa la spesa? Chi lava, chi stende, chi ritira e chi stira? Ognuna delle cose che ho citato è un lavoro! Perché i panni non vanno in lavatrice da soli, non escono da soli, non si mettono da soli sullo stendipanni e le mollette non volano, come per Cenerentola. Non ci sono i topini, gli uccellini che vengono a stendere i panni. Quindi, chi fa queste cose? E poi i panni vanno ritirati, sennò capite, marciscono fuori. E poi chi li piega? E poi chi li stira? E poi chi li mette nei cassetti? E poi chi è che va a fare la spesa? Chi la prende, chi la paga e chi la sistema? Perché la spesa non è che tu arrivi a casa e fai montagne di sacchi e la lasci lì in corridoio. No, va sistemata: in frigo, nell’armadio, in cantina, bisogna mettere a posto questa spesa! Chi fa queste cose? “No, ma io devo studiare”. Oh mamma, che commozione, aspetta che mi asciugo le lacrime, povera stella, lui deve studiare. Però poi… va bene andare fuori con gli amici, però poi va bene stare un’ora al telefono con la nostra amata del cuore o amato del cuore, però poi va bene perdere il tempo a… Quello va bene, lì non devo studiare. Devo studiare quando devo fare queste cose: quando devo fare del bene.

Noi abbiamo un po’ perso la capacità di saper fare del bene. Oltre che aver perso la capacità di fare bene (di fare bene tutte le cose) abbiamo perso anche la capacità di fare del bene agli altri. È così.

«Pregate per coloro che vi oltraggiano e vi perseguitano». Ecco il culmine. Nella preghiera ci mettiamo dalla parte del nemico, al suo fianco, siamo con lui, presso di lui, per lui davanti a Dio. Gesù non ci promette che non saremo più oltraggiati e perseguitati dal nemico che amiamo — capite? Non è questo! — che benediciamo, a cui facciamo del bene. Il nemico continuerà a farlo — a fare che cosa? Il nemico — ma anche in questo non ci potrà danneggiare né sconfiggere, se noi faremo l’ultimo passo verso di lui nella preghiera di intercessione. Ora ci assumiamo la sua distretta e povertà, la sua colpa e perdizione, interveniamo per lui presso Dio. Facciamo vicariamente per lui ciò che egli non è in grado di fare. Ogni oltraggio inflitto da parte del nemico non farà che rendere più stretto il nostro vincolo con Dio e con lui stesso. Ogni persecuzione può servire solo ad avvicinare il nemico alla riconciliazione con Dio, a rendere più invincibile l’amore.

Quindi il culmine di tutto, a questo punto, è pregare: «Nella preghiera ci mettiamo dalla parte del nemico, al suo fianco, siamo con lui, presso di lui, per lui davanti a Dio».  Questo non vuol dire che il nemico cesserà di essere nemico, che comincerà ad amarci e che andremo d’amore e d’accordo, no, no! Noi pregheremo per lui e lui continuerà a perseguitarci a fare del male e continuerà ad essere nostro nemico. Ma noi ci assumiamo questa sua situazione tragica e “interveniamo per lui presso Dio”. Ora, tutto questo fare del bene al nemico, che effetto avrà su di noi? Quello di rendere più stretto il nostro vincolo con Dio e con il nemico, dice Bonhoeffer. Di necessità ci renderemo più discepoli, più amici del Signore.

E domani vedremo proprio in che modo l’amore diventa invincibile. Ecco, questo è importante, domani Bonhoeffer ci spiegherà in che modo l’amore diventa invincibile.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

Post Correlati