Omelia
Pubblichiamo l’audio di un’omelia di mercoledì 25 novembre 2015, secondo giorno del triduo in preparazione alla memoria delle apparizioni della Madonna a Rue du Bac (Parigi), comunemente note come apparizioni della “Madonna della Medaglia Miracolosa”.
Tema dell’omelia: La miracolosa conversione di Alphonse Ratisbonne – Prima parte
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
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Approfondimenti
La conversione di Alphonse Marie Ratisbonne – Prima parte
La storia della Chiesa è piena di conversioni, ma alcune sono più imprevedibili di altre. Così si può dire della conversione dell’avvocato Alphonse Marie Ratisbonne, di famiglia ebrea, ateo, scettico, cinico e fortemente anticlericale, trascorse la vita nell’ozio e nei piaceri ma in pochissimi istanti e attraverso esperienze apparentemente casuali abbandonò tutta la sua vita passata per dedicarsi a ciò che per tutta la vita aveva odiato: Dio e la Chiesa.
Partiamo dall’inizio di questa imprevedibile storia: siamo nel 1839, Alphonse ha 27 anni, è laureato in giurisprudenza e già avviato alla carriera di banchiere. E’ fidanzato con Flore, sua cugina, e i due vorrebbero sposarsi rapidamente. La fidanzata però, è ancora in età minore, e gli anziani di famiglia, per guadagnar tempo, decidono di far allontanare Alphonse da Strasburgo con un lungo viaggio turistico, ovunque gli sia gradito. Egli decide per l’Oriente, attraverso la Costa Azzurra, l’Italia, Malta e l’Egeo. Costantinopoli sarà la meta conclusiva.
In questi momenti gli torna alla mente suo fratello, Theodore. Non lo sente da molti anni, infatti Theodore si è fatto sacerdote cattolico! Che ironia! Alphonse non poteva sopportare la scelta del fratello, perciò aveva troncato i rapporti con lui. Ma a sua insaputa, il fratello sacerdote lo affidava tutti i giorni all’Immacolata Concezione, affinché potesse cambiar vita (e pensare che il dogma dell’Immacolata verrà proclamato solo anni dopo!).
Come tappa del suo lungo viaggio Alphonse giunse il 5 gennaio a Roma, dove constatò con dolore le condizioni degli ebrei nel ghetto. Nella Città Eterna incontrò fortuitamente un suo vecchio compagno di scuola di Strasburgo, Gustavo de Bussières, protestante pietista. Con gioia rinnovarono la loro amicizia e proseguirono insieme la visita alla città. Gustavo propose a Ratisbonne anche una visita al fratello, barone Teodoro.
Alphonse non voleva accettare quest’ultimo invito, anzitutto perché il barone si era convertito al cattolicesimo ed era un neofito oltremodo fervente e poi perché si era fatto amico di suo fratello sacerdote. Tuttavia non poté esimersi, pur adducendo impegni da assolvere e protestando che doveva ritornare a Napoli, come aveva promesso agli amici, per ripartire il giorno 20 gennaio per Malta.
Alla fine decise di recarsi alla casa del barone il 15 gennaio, semplicemente per presentare un biglietto di scuse e andarsene via. Contrariamente ai suoi piani, però, il domestico che gli aprì la porta, non comprendendo una parola di francese, lo annunciò e lo introdusse subito nel salotto.
Alphonse fu accolto con gentilezza e con gioia dalla famiglia de Bussières. Era presente anche un altro ospite, il Conte De Caroli.
Dopo i primi convenevoli, la conversazione fu portata sul piano religioso. Alphonse fu letteralmente assalito, ma si difese, contrattaccando e formulando giudizi sarcastici contro il Cattolicesimo ed il governo papale, che lasciava gli ebrei di Roma nella miseria e nel degrado. Poi vomitò veleno e bestemmie contro la Religione Cattolica, come fosse la superstizione più grande e deleteria, non badando che erano presenti anche le bambine del barone. Protestò di essere nato ebreo e di voler morire ebreo, e terminò esclamando seccamente che era tempo perso volerlo convertire, perché sarebbero stati necessari due miracoli: uno per persuaderlo del suo errore e un altro per muoverlo.
A questo punto Teodoro de Bussières intervenne, cercando di smorzare il tono della conversazione e facendo una proposta:
– Giacché lei detesta la superstizione – disse il barone -, e professa dottrine tanto liberali e poiché è uno spirito forte e cosi illuminato, avrebbe il coraggio di sottoporsi ad una prova molto innocente?
– Quale prova?
– Sarebbe di portare su di sè un oggetto che ora le darò. Eccolo; è una medaglia della Santa Vergine. Le par cosa proprio ridicola, non è vero? Ma in quanto a me, io dò molto valore a questa medaglia.
“La proposta” – afferma il Ratisbonne nel suo racconto -, “mi stupì per la sua puerile singolarità. Non mi aspettavo di cadere in una simile facezia. Il mio primo impulso fu di ridere stringendomi nelle spalle, ma poi mi venne in mente che quella scena poteva divenire un delizioso capitolo delle mie impressioni di viaggio e consentii a prendere la medaglia, come una prova autentica che avrei offerto alla mia fidanzata.
Detto fatto: mi si mette la medaglia al collo non senza sforzo, perché il cordone era troppo corto e la testa non vi passava. Infine, tira tira, avevo la medaglia sul petto ed esclamai con uno scoppio di risa: – Ah! eccomi cattolico, apostolico, romano!”.
Non era ancor tutto finito. Il de Bussières, “santamente importuno”, volle anche che l’amico accettasse, prima di andarsene, copia della preghiera di S. Bernardo alla Vergine, il Memorare, in versione francese.
Secondo la “Relazione autentica” del barone, il Ratisbonne uscendo mormorò tra se: “Ecco un individuo originale e molto indiscreto! Vorrei vedere che cosa direbbe, se io lo tormentassi per fargli recitare una preghiera ebraica!”.
Tuttavia, giunto in albergo, Alphonse lesse più volte la preghiera, non trovandovi nulla di straordinario, e la imparò quasi a memoria.
Testo latino:
“Memorare, piissima Virgo Maria, a saeculo non esse auditum quemquam ad tua currentem praesidia, tua implorantem auxilia, tua petentem suffragia esse derelictum.
Ego, tali animatus confidentia, ad te, Virgo virginum Mater, curro; ad te venio, coram te gemens, peccator, assisto.
Noli, Mater Verbi, verba mea despicere, sed audi propitia et exaudi. Amen.”
Testo italiano:
“Ricordati, o piissima Vergine Maria, che non si è mai udito al mondo che alcuno sia ricorso alla tua protezione, abbia implorato il tuo aiuto, abbia chiesto il tuo soccorso, e sia stato abbandonato.
Animato da tale fiducia, a te ricorro, o Madre Vergine delle vergini; a te vengo, dinnanzi a te mi prostro, peccatore pentito.
Non volere, o Madre del Verbo, disprezzare le mie preghiere, ma ascoltami benevola ed esaudiscimi. Amen.”
(S. Bernardo di Chiaravalle)
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Testo della meditazione
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Triduo di preparazione alla memoria delle apparizioni della “Medaglia Miracolosa” – Secondo giorno
Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!
Continuiamo il nostro percorso che ci sta portando al 27 novembre, giorno dell’apparizione della Madonna a Rue du Bac e della consegna della Medaglia Miracolosa a Santa Caterina Labouré; dicevo ieri che oggi avrei iniziato a trattare il miracolo più grande che la Medaglia della Vergine Maria compì il 20 gennaio del 1842, operando la famosa e prodigiosa conversione di Alphonse Marie Ratisbonne, che avvenne nella Chiesa di Sant’Andrea delle Fratte a Roma.
Alphonse Marie (Marie è il nome da convertito) era un ebreo zelate, una persona molto colta appartenente ad una famiglia ricca, il quale era venuto in Italia per un viaggio di piacere e da Napoli, dove doveva imbarcarsi per l’Oriente, gli è venuta l’ispirazione di passare prima per Roma a trovare il barone Gustavo de Bussières, che era una persona molto devota e che lui non stimava molto, perché era un cattolico molto devoto e zelante, che lui prendeva anche un po’ in giro per questo suo modo di fare.
Il barone gli dice proprio così: «Giacché detestate la superstizione e professate certe dottrine liberali, vorrei chiedervi se avete il coraggio di sottoporvi ad una prova del tutto innocente».
Ovviamente Ratisbonne, solleticato nel suo orgoglio, risponde: «Quale prova? Che cosa devo fare?»
Lui gli dice: «La prova è questa, consiste nel tenere al collo questa Medaglia della Vergine Maria, che io vi darò».
Lui al momento rimane un po’ infastidito, gli sembra una cosa un po’ assurda e vorrebbe dire di no, poi gli viene in mente che potrebbe portare questa specie di trofeo alla sua fidanzata, questo monile a ricordo del suo viaggio da farle vedere, e allora dice: «Sì, sì, va bene, mettiamo al collo questa Medaglia», quindi la mette.
Poi il barone gli dice: «Però non è tutto qui, bisogna anche fare un’altra cosa, bisogna recitare, al mattino e alla sera, il Memorare di San Bernardo alla Vergine Maria» e lui accetterà anche questo, perché il barone gli dice che, per completare l’opera di questa devozione, non basta portare la Medaglia al collo ma bisogna anche recitare il Memorare.
Il Memorare, se non l’avete mai sentito, ve lo leggo, è una preghiera brevissima, che andrebbe veramente recitata ogni giorno, mattina e sera, perché è bellissima: “Ricodatevi, o pietosissima Vergine Maria, che non si è mai inteso dire che alcuno, di quelli che siano ricorsi alla Vostra protezione, abbiano implorato il Vostro aiuto e chiesto il Vostro patrocinio, sia rimasto abbandonato. Animato da tale confidenza, vengo, Vergine delle vergini, a gettarmi fra le Vostre braccia e, gemente sotto il peso dei miei peccati, mi prostro ai Vostri piedi. Non vogliate, o Madre del Verbo, disdegnare le mie suppliche, ma benigna ascoltatele ed esauditele”.
Come finirà la storia del miracolo lo vedremo domani, certamente però va sottolineata una cosa importantissima: la Medaglia Miracolosa si porta al collo, non si porta nel portafoglio, non si porta in borsetta, non si porta in tasca o non so dove.
La Medaglia Miracolosa si porta al collo, se no niente. Primo, perché è un oggetto che la Madonna ha chiesto di portare al collo; secondo, non è un oggetto di superstizione, è un oggetto che aiuta nella preghiera e nell’affidamento a Dio, quindi è importante che sia abbinato a questa preghiera del Memorare di San Bernardo da Chiaravalle, è fondamentale.
Notate che un famoso scrittore francese, François Mauriac, molto devoto della Vergine Maria, aveva però una sorta di avversione nei confronti dell’apparizione della Madonna a Rue du Bac.
Lui si concentrerà sicuramente su Lourdes, ma con Rue du Bac non andava proprio d’accordo, gli dava fastidio.
Sarà lui stesso, quando avviene una seconda conversione nonostante fosse già credente e devoto della Vergine Maria (perché probabilmente le conversioni nella vita sono più di una), a dire di no, perché viene illuminato e capisce il suo gravissimo errore, e quindi si chiede per quale motivo avesse quella avversione e scrive: «Ciò che mi teneva lontano dal miracolo di Ratisbonne, da Rue du Bac e dalla Medaglia Miracolosa, allora che avevo vent’anni ed ero un ragazzo un po’ modernista, non era certo il fatto che avesse a che fare con la Vergine Maria, perché sono sempre stato a Lei devoto, ma ero messo a disagio da quella Medaglia al collo, che bisognava portare, e da quella preghiera del Memorare di San Bernardo, che sembravano essere necessarie per il miracolo».
Ora, perché questa Medaglia si chiama Miracolosa?
La Madonna non l’ha chiamata così, l’ha definita solo Medaglia, ma dopo è stata chiamata Miracolosa, perché da questa medaglia sono venuti dei miracoli incredibili, si è fermata la peste, ci sono state guarigioni, conversioni, una cosa incredibile e ha avuto una diffusione pazzesca, per questo si chiama Miracolosa.
Lui dice, dopo che ha capito: «Come mi pongo adesso di fronte a questo disagio? Dopo aver denunciato gli eccessi di quella che chiamavo mariolatria, quando addirittura temevo nuove definizioni dogmatiche riguardanti la Vergine, oggi mi diventa chiaro un altro pericolo, cioè dimenticare che il culto alla Madre di Dio rimane un segno di verità e di autenticità, che caratterizza per sempre la Santa Chiesa. Se la Vergine si è manifestata a La Salette, a Massabielle, a Rue du Bac, a Sant’Andrea delle Fratte, è dovuto al fatto che la Chiesa Cattolica ha osato in qualche modo esaurire il senso della Parola evangelica “Tu sei benedetta fra le donne”. Noi non dobbiamo allontanarci dalla Vergine Maria per avvicinarci ai nostri fratelli protestanti, dobbiamo darLa o restituirLa ad essi, nella misura in cui L’hanno perduta. Quanto a noi, conserviamo gelosamente il nostro tesoro».
Queste sono parole scritte verso la metà del 1900, perché poi lui è morto nel 1970, da uno degli scrittori più famosi della storia, quindi saremmo schiocchi noi a non fare di tutto per…
Per questa ragione abbiamo fatto arrivare da Rue du Bac, da Parigi, le Medaglie Miracolose.
Non ho voluto andare a prendere quelle normalissime che si trovano in giro, ho voluto proprio farle arrivare da Parigi, le ho fatte andare a prendere proprio da Rue du Bac, perché non le spediscono, bisogna andarle a comprare là.
Le ho fatte prendere bellissime, un po’ più grandi, ma fatte bene, con tutti i dettagli scritti bene, da poter mettere al collo, un po’ color oro, un po’ color argento, e le distribuiremo il 27, dopo la Santa Messa.
Ciascuno ne prenderà una, verranno benedette prima, e così se la mette al collo e rimarrà la memoria al 27 di ogni mese della Medaglia che ciascuno è venuto a ritirare, sapendo che viene proprio dal Santuario di Rue du Bac, dove è apparsa la Madonna, dove Santa Caterina Labouré ha ricevuto questa Medaglia, questo oggetto di devozione.
Prepariamoci, in questi giorni che rimangono prima del 27, a ricevere con devozione la Medaglia, che riceveremo dopo la Santa Messa, dopo la Comunione; vi metterete in fila a prendere la vostra Medaglia benedetta e poi la metterete al collo.
Usiamo sempre la preghiera del Memorare: mattina e sera, stringiamo la Medaglia tra le mani, in ginocchio, ai piedi del nostro letto, davanti al crocefisso e recitiamo con tanta devozione questa preghiera, per affidarci alla Vergine Maria.
Io potrei citarvi tantissimi casi di persone che, appena ricevuta la Medaglia, sono stati salvati da incidenti, hanno avuto un miracolo, una conversione, una illuminazione…
La Madonna fa quello che promette!
Lo vedremo al 27, nell’omelia tratterò proprio dell’apparizione e della consegna della Medaglia e vedremo come la Madonna ha inteso la Medaglia, cosa ha fatto incidere sulla Medaglia e qual è il valore della Medaglia.
Nella Medaglia è racchiusa tutta la storia della salvezza e noi, stringendo la Medaglia e portandola sul petto vicino al cuore, portiamo tutta la storia della salvezza su di noi.
Ringraziamo la Vergine Maria per questo grande dono.
Sia lodato Gesù Cristo!
Sempre sia Lodato!
Letture del giorno
Prima lettura
Dn 5,1-6.13-14.16-17.23-28 – Apparvero le dita di una mano d’uomo, che si misero a scrivere.
In quei giorni, il re Baldassàr imbandì un grande banchetto a mille dei suoi dignitari e insieme con loro si diede a bere vino. Quando Baldassàr ebbe molto bevuto, comandò che fossero portati i vasi d’oro e d’argento che Nabucodònosor, suo padre, aveva asportato dal tempio di Gerusalemme, perché vi bevessero il re e i suoi dignitari, le sue mogli e le sue concubine. Furono quindi portati i vasi d’oro, che erano stati asportati dal tempio di Dio a Gerusalemme, e il re, i suoi dignitari, le sue mogli e le sue concubine li usarono per bere; mentre bevevano il vino, lodavano gli dèi d’oro, d’argento, di bronzo, di ferro, di legno e di pietra. In quel momento apparvero le dita di una mano d’uomo, che si misero a scrivere sull’intonaco della parete del palazzo reale, di fronte al candelabro, e il re vide il palmo di quella mano che scriveva. Allora il re cambiò colore: spaventosi pensieri lo assalirono, le giunture dei suoi fianchi si allentarono, i suoi ginocchi battevano l’uno contro l’altro. Fu allora introdotto Daniele alla presenza del re ed egli gli disse: «Sei tu Daniele, un deportato dei Giudei, che il re, mio padre, ha portato qui dalla Giudea? Ho inteso dire che tu possiedi lo spirito degli dèi santi e che si trova in te luce, intelligenza e sapienza straordinaria. Ora, mi è stato detto che tu sei esperto nel dare spiegazioni e risolvere questioni difficili. Se quindi potrai leggermi questa scrittura e darmene la spiegazione, tu sarai vestito di porpora, porterai al collo una collana d’oro e sarai terzo nel governo del regno». Daniele rispose al re: «Tieni pure i tuoi doni per te e da’ ad altri i tuoi regali: tuttavia io leggerò la scrittura al re e gliene darò la spiegazione. Ti sei innalzato contro il Signore del cielo e sono stati portati davanti a te i vasi del suo tempio e in essi avete bevuto tu, i tuoi dignitari, le tue mogli, le tue concubine: tu hai reso lode agli dèi d’argento, d’oro, di bronzo, di ferro, di legno, di pietra, i quali non vedono, non odono e non comprendono, e non hai glorificato Dio, nelle cui mani è la tua vita e a cui appartengono tutte le tue vie. Da lui fu allora mandato il palmo di quella mano che ha tracciato quello scritto. E questo è lo scritto tracciato: Mene, Tekel, Peres, e questa ne è l’interpretazione: Mene: Dio ha contato il tuo regno e gli ha posto fine; Tekel: tu sei stato pesato sulle bilance e sei stato trovato insufficiente; Peres: il tuo regno è stato diviso e dato ai Medi e ai Persiani».
Salmo responsoriale
Dn 3
A lui la lode e la gloria nei secoli.
Benedite, sole e luna, il Signore.
Benedite, stelle del cielo, il Signore.
Benedite, piogge e rugiade, il Signore.
Benedite, o venti tutti, il Signore.
Benedite, fuoco e calore, il Signore.
Benedite, freddo e caldo, il Signore.
Canto al Vangelo
Ap 2,10
Alleluia, alleluia.
Sii fedele fino alla morte, dice il Signore,
e ti darò la corona della vita.
Alleluia.
Vangelo
Lc 21,12-19 – Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».