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I pastori ai quali dare ascolto sono coloro che hanno rischiato la loro vita per Gesù Cristo

Convertitevi

Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia sulle letture di domenica 1 maggio 2016 (S. Messa prefestiva di sabato 30 aprile).

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Testo della meditazione

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I pastori ai quali dare ascolto sono coloro che hanno rischiato la loro vita per Gesù Cristo

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Questa è l’ultima domenica del mese di aprile, l’ultimo giorno di aprile, con domani inizia il mese di maggio, il mese totalmente, interamente dedicato alla Vergine Maria, e vi consiglio caldamente di usare questo mese per chiedere grazie alla Vergine Maria, per affidarvi alla Vergine Maria. È un mese denso di memorie, ci sarà: la Supplica alla Madonna di Fatima al 13 di maggio, alle ore 12.00; la Supplica del giorno 8 maggio alla Madonna di Pompei, alle ore 12.00; ricorre l’apparizione nel Gargano di San Michele Arcangelo all’8 di maggio; il 24 di maggio c’è la memoria della Beata Vergine Maria Ausiliatrice; il 31 di maggio c’è la solenne chiusura del mese; abbiamo la Festa solenne di Pentecoste il 15 di maggio; poi la Festa del Corpus Domini.

Questo mese di maggio è un mese densissimo e la Madonna suole, nel Suo mese, nelle Sue Feste, compiere grazie speciali.

Perché vi ho detto questo?

Non per fare una sorta di calendario per voi, ma ve l’ho detto perché la prima lettura, tratta dagli Atti degli Apostoli, ci mette in guardia, perché allora, come oggi, riceviamo una lettera anche noi, direttamente dagli Apostoli di Gesù.

Gli Apostoli e gli anziani (cioè tutto il presbiterio, il cuore pulsante della fede dei discepoli di Gesù, di coloro che custodivano la testimonianza di Cristo) scrivono così:Abbiamo saputo che alcuni di noi, ai quali non avevamo dato nessun incarico, sono venuti a turbarvi con discorsi che hanno sconvolto i vostri animi”.

Non è forse quello che succede oggi?

Molte persone hanno l’animo turbato e sconvolto per quello che accade oggi, non si capisce più niente.

Quante volte si sente dire dalle persone: «Padre, ma io non capisco più niente…cos’è che è bene? Cos’è che è male? È cambiato tutto? Quello che era male prima, adesso non lo è più? Uno dice in un modo, uno dice in quell’altro, uno dice contro l’altro, non si capisce più niente, ma dov’è la verità?»

La verità è qui! È nella Scrittura, lo abbiamo letto.

Quando la nostra anima viene sconvolta, viene turbata perché la coscienza è la voce di Dio dentro di noi, quando noi sentiamo che la coscienza ci dice: «Questo è male!», quando sentiamo che la coscienza è inquieta, non riposa, quando non sentiamo addirittura più la voce di Dio dentro di noi, perché è rimasta come opacizzata da tante voci false, che l’hanno coperta, quello è il tempo di svegliarci, drizzarci e cambiare aria, perché vuol dire che qualcuno, che Dio non ha mandato, è venuto a sconvolgere la nostra anima.

Gli Apostoli sono chiari, e scrivono: “Qualcuno di noi, che noi non abbiamo mandato, è venuto e vi ha sconvolto”.

Noi lo sentiamo, noi dentro lo sentiamo.

Quando qualcuno non ci parla veramente di Gesù, quando qualcuno non ci trasmette veramente l’insegnamento di Cristo, quando qualcuno non ci parla veramente dei Dieci Comandamenti e non ci chiama veramente a seguire la via della croce, quando qualcuno non ci insegna a seguire Gesù come diceva Gesù, rinnegando noi stessi, prendendo la nostra croce e seguendolo, questo qualcuno turba e sconvolge la nostra anima, perché la nostra anima è assetata, è chiamata da Dio, la nostra anima è tesa continuamente verso Dio.

Quando qualcuno ci dice qualcosa che non è Dio, la nostra anima rimane turbata, anche se quella strada ci appare più facile, più bella, più comoda, più appetibile, più gustosa…

Vi ricordano niente queste espressioni?

Il serpente! Il serpente di Adamo ed Eva, che ha reso il frutto proibito appetibile e gustoso, e loro così hanno disobbedito a Dio.

La strada che presenta Gesù e che i Suoi Santi presentano, che i Suoi Apostoli presentano, è sempre una strada in salita, sempre!

Non dimentichiamoci quello che dice Gesù: «Chi vuole venire dietro a me, rinneghi sé stesso, prenda la sua croce e mi segua».

Uno dice: «Io come faccio a capire? Magari sono un po’ tonto, un po’ tordo, sono ancora un po’ addormentato dai canti delle sirene mefitiche…come faccio ad avere la cartina tornasole che mi dice che questo qui veramente è secondo gli Apostoli, cioè secondo l’insegnamento di Gesù? Io come faccio a capirlo?»

Loro dicono “qualcuno di noi”, quindi è un Giuda, sono i Giuda che escono come vermi e vengono a contaminare la Chiesa dall’interno.

Allora gli Apostoli avvisano, dicono: «Attenzione perché noi non li abbiamo mandati», ma danno anche un segnale; c’è una cartina tornasole, che ci fa capire subito se queste persone sono di Dio oppure no, ce lo dice la scrittura: “Ci è parso bene, tutti d’accordo, di scegliere alcune persone e inviarle a voi insieme ai nostri carissimi Paolo e Barnaba, (attenzione questa è la cartina tornasole) uomini che hanno rischiato la loro vita per il Nome di nostro Signore Gesù Cristo”.

Tradotto significa:

“Se non sono persone sporche del loro sangue e piene di cicatrici, perché hanno lottato per Gesù Cristo contro il mondo e contro il diavolo, non sono credibili!”

Nessuno di noi andrebbe in guerra dietro a uno, che vi parla della guerra e intanto lo vedi tutto bello incipriato e impettito con la parrucca in testa, che sta lì a guardarsi allo specchio, perché dice: «Questo qui della guerra non sa niente, questo qui non è mai stato sul campo, in trincea non è mai andato, non sono mica matto io ad andare dietro a uno che non sa neanche come ci si mette in guerra!»

Ma se vi trovate davanti uno che è pieno di cicatrici, e vedete che questo è uno che ha combattuto, che ha perso, che ha rischiato la sua vita, ed è tornato e va avanti e indietro, uno due conti se li fa e dice: «Beh…questo non è che parla bene e razzola male, questo qui veramente è stato in campo di battaglia, non è un fanfarone! Questo qui veramente ci ha messo dentro la sua carne e il suo sangue in quella guerra lì».

Qual è la nostra guerra?

Rischiare tutto, la vita, per il Nome di Gesù, questa è la cartina tornasole!

È facile parlare di Gesù coi “bla bla bla bla”, è facile riempirsi la bocca di paroloni altisonanti, di ideologie, di categorie che attraggono consensi, è facile, siamo capaci tutti; ma vediamo nel concreto, vediamo nel concreto uno davvero cosa rischia di sé per il Nome di Gesù, quanto ha sulla bocca il Nome di Gesù, perché guardate che non si può avere sulla bocca il Nome di Gesù, se prima di tutto non Lo si ha nel cuore.

Non si sa parlare di chi non si conosce e di chi non si ama!

Non si può parlare di chi non si conosce e di chi non si ama! Non si riesce!

E poi, cosa fa per Gesù? Cosa fa?

Io ho sempre in mente Giovanni Paolo II, mi ricordo quando sentivo dire da tante persone: “Non riesce neanche a stare in piedi, farfuglia le parole, ma guarda lì, che immagine è quella lì di un Papa? Non capisce più niente…cosa sta lì a fare? Che si dimetta! Faccia un atto di umiltà e dia il posto ad un altro!»

Invece questo è morto lì, non gli è interessato niente!

Negli ultimi momenti neanche si capiva quello che diceva, non riusciva neanche a dare la benedizione, ma questo è morto lì, capite?

Che cosa ha fatto quest’uomo per il Nome di Gesù?

Ha cambiato il mondo! Ha veramente cambiato il mondo con il Nome di Cristo!

Ricordate quando giù a Palermo, ad Acireale, ha fatto quell’omelia mentre c’era quel vento pazzesco?

Su internet la vedete ancora. Io ogni tanto la vado a vedere perché mi commuove sempre, mi scalda il cuore…vedete il Papa con in mano il pastorale, con questa decisione, con questa forza, che solo a vederla ti vengono i brividi, ti drizzi in piedi, sembra di vedere Gesù Cristo ancora in terra; con questo pastorale in mano, con questo vento impetuoso, che muoveva tutti gli abiti sacri e lui che con il dito, con l’indice, lancia la scomunica contro i mafiosi…capite?

Questo ha rischiato…infatti si è beccato una pallottola nel petto.

Questi sono i testimoni!

Non i fanfaroni, non quelli che ci vengono a dire le cose che non corrispondono al Vangelo di Gesù Cristo!

Lui ci ha sempre richiamati ad essere fedeli a Gesù, a tornare a Gesù, a combattere il peccato, a mettere Gesù al centro, l’Eucarestia al centro.

Ricordate quando Giovanni Paolo II faceva il Corpus Domini, anche lui, tutto mezzo moribondo in ginocchio davanti all’Eucarestia?

Ecco, queste sono le persone, lui come tanti altri, che hanno rischiato la vita per il Nome di Gesù.

La Madonna di Fatima porta nella Sua Corona la pallottola di Giovanni Paolo II.

Lui l’ha sempre venerata col suo motto: “Totus tuus!”.

Giovanni Paolo II era un innamorato della Vergine Maria e portava lo Scapolare del Carmine. Era tutto di Dio!

Noi abbiamo bisogno di tutto questo, abbiamo bisogno di riscoprire questa sacralità!

Mi ricordo che c’è un altro video di quando il Papa va, mi sembra, in Sudamerica, nel periodo in cui c’era il tema della teologia della liberazione (erano anni calienti quelli lì), il Papa scende dall’aereo (si può vedere su YouTube) e arriva uno di quei preti della teologia della liberazione, tutto vestito così, un po’ on the road, tutto “sprizzantino”, con giacchetta e scarpe da tennis davanti al Papa…è durato cinque secondi, il Papa gli ha detto quattro parole, e questo è caduto in ginocchio e non si è alzato più. Punto. Basta. Fine.

La sacralità, la sacralità…riscopriamo la sacralità!

Concludo proprio su questo tema della sacralità che vuol dire del sacro, come la sacralità di questo luogo, la sacralità di questa mensa, la sacralità dell’Eucarestia, la vostra sacralità, perché siete “unti” con il Battesimo, con la Cresima e siete ripieni di Spirito Santo.

Concludo con questo aneddoto, speriamo di non commuovermi, perché ogni volta mi commuovo quando ripenso a questa cosa.

Un giorno ero accanto al letto di un malato terminale, gli mancava circa un mese, un mese e mezzo, a morire, e lui lo sapeva che gli mancava più o meno un mese, un mese e mezzo per morire, così mi disse.

Era lì nel letto e non poteva muoversi più, allora, ad un certo punto, eravamo da soli, lui dal letto tende la mano così per prendermi la mano, e io porgo la mano per prenderla, ma lui la ritrae.

Io sono rimasto lì…e lui mi fa: «No, no, non posso…»

Io gli ho detto: «Come “non posso”? Perché “non posso”?»

«No, no, non posso prenderle la mano, Padre».

Io dico: «Perché? Certo che mi può prendere la mano! Perché dice così?»

E lui: «Non so se sia vero, ma a me, da quando ero piccolo, hanno insegnato che a voi non vi si può toccare, a motivo della vostra maestà, perché siete Sacerdoti».

Ecco…sentite il vostro silenzio…

Io sono rimasto gelato…

In due occasioni io mi sono sentito veramente Prete nella mia vita: il giorno dell’Ordinazione e quel pomeriggio davanti a lui.

Quella frase è stata come un fulmine, che mi è entrato negli occhi e nel cuore, e che mi ha detto: «Tu, ti rendi conto di cosa sei?»

Chiediamo alla Vergine Maria la grazia di renderci conto di quello che siamo.

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

 

 

Letture del giorno

VI DOMENICA DI PASQUA (ANNO C)

Prima lettura

At 15,1-2.22-29
È parso bene, allo Spirito Santo e a noi, di non imporvi altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie.

In quei giorni, alcuni, venuti dalla Giudea, insegnavano ai fratelli: «Se non vi fate circoncidere secondo l’usanza di Mosè, non potete essere salvati».
Poiché Paolo e Bàrnaba dissentivano e discutevano animatamente contro costoro, fu stabilito che Paolo e Bàrnaba e alcuni altri di loro salissero a Gerusalemme dagli apostoli e dagli anziani per tale questione.
Agli apostoli e agli anziani, con tutta la Chiesa, parve bene allora di scegliere alcuni di loro e di inviarli ad Antiòchia insieme a Paolo e Bàrnaba: Giuda, chiamato Barsabba, e Sila, uomini di grande autorità tra i fratelli. E inviarono tramite loro questo scritto: «Gli apostoli e gli anziani, vostri fratelli, ai fratelli di Antiòchia, di Siria e di Cilìcia, che provengono dai pagani, salute! Abbiamo saputo che alcuni di noi, ai quali non avevamo dato nessun incarico, sono venuti a turbarvi con discorsi che hanno sconvolto i vostri animi. Ci è parso bene perciò, tutti d’accordo, di scegliere alcune persone e inviarle a voi insieme ai nostri carissimi Bàrnaba e Paolo, uomini che hanno rischiato la loro vita per il nome del nostro Signore Gesù Cristo. Abbiamo dunque mandato Giuda e Sila, che vi riferiranno anch’essi, a voce, queste stesse cose. È parso bene, infatti, allo Spirito Santo e a noi, di non imporvi altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie: astenersi dalle carni offerte agl’idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dalle unioni illegittime. Farete cosa buona a stare lontani da queste cose. State bene!».

Salmo responsoriale

Sal 66

Ti lodino i popoli, o Dio, ti lodino i popoli tutti.

Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra tutte le genti.

Gioiscano le nazioni e si rallegrino,
perché tu giudichi i popoli con rettitudine,
governi le nazioni sulla terra.

Ti lodino i popoli, o Dio,
ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio e lo temano
tutti i confini della terra.

Seconda lettura

Ap 21,10-14.22-23
L’angelo mi mostrò la città santa che scende dal cielo.

L’angelo mi trasportò in spirito su di un monte grande e alto, e mi mostrò la città santa, Gerusalemme, che scende dal cielo, da Dio, risplendente della gloria di Dio. Il suo splendore è simile a quello di una gemma preziosissima, come pietra di diaspro cristallino.
È cinta da grandi e alte mura con dodici porte: sopra queste porte stanno dodici angeli e nomi scritti, i nomi delle dodici tribù dei figli d’Israele. A oriente tre porte, a settentrione tre porte, a mezzogiorno tre porte e a occidente tre porte.
Le mura della città poggiano su dodici basamenti, sopra i quali sono i dodici nomi dei dodici apostoli dell’Agnello.
In essa non vidi alcun tempio:
il Signore Dio, l’Onnipotente, e l’Agnello
sono il suo tempio.
La città non ha bisogno della luce del sole,
né della luce della luna:
la gloria di Dio la illumina
e la sua lampada è l’Agnello.

Canto al Vangelo (Gv 14,23)

Alleluia, alleluia.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore,
e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui.
Alleluia.

Vangelo

Gv 14,23-29
Lo Spirito Santo vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

In quel tempo, Gesù disse [ai suoi discepoli]:
«Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».

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