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“Condotta per passare santamente la Quaresima”, del p. Avrillon. Parte 45

“Condotta per passare santamente la Quaresima” - p. Avrillon

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di giovedì 14 aprile 2022 – Giovedì Santo

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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“Condotta per passare santamente la Quaresima”, del p. Avrillon. Parte 45

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a giovedì 14 aprile 2022.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo XIII di San Giovanni, versetti 1-15.

Oggi, Giovedì Santo, Padre Avrillon ci chiede di riflettere sul “Giorno di unione, ascoltiamo.

Giovedì Santo – Giorno di unione

“Fermatevi oggi in ispirito nel cenacolo, come se Gesù vi avesse egli stesso invitato. Il mistero che vi si opera merita tutte le vostre riflessioni. Osservate sopra tutto con una religiosa attenzione la persona di Gesù, non lo perdete di vista; considerate con rispetto la sua aria, i suoi gesti, i suoi sguardi, le sue parole e le sue azioni. Tutto è grande, tutto è misterioso e tutto è interessante per voi, come anche per gli Apostoli. Ascoltate con gran rispetto le parole della consacrazione pronunziate con tanta maestà dalla sua bocca adorabile; unitevi a questi primi comunicandi della Chiesa, nella bocca de’ quali questo divin Salvatore entra egli stesso, e comunicatevi spiritualmente con loro. Desiderate spesso questa medesima felicità; poiché questo è il mezzo di rendervene degni. Unitevi soprattutto con questo divino consacratore; ma fate ogni diligenza per purificare il vostro cuore da tutto ciò che potrebbe pregiudicare ad una sì santa unione e preparatevi così alla comunione pasquale”.

Ecco, oggi siamo proprio chiamati a riflettere su questa unione profonda con Gesù attraverso il dono inestimabile, supremo, meraviglioso, dell’Eucarestia. Quindi, dice Padre Avrillon, entrate spiritualmente nel Cenacolo.

Meditazione sull’unione eucaristica tratta dal Vangelo.

“Gesù Cristo la notte medesima in cui dovea esser condannato a morte prese il pane, ed avendo rese grazie a Dio, lo spezzò e disse ai suoi discepoli: Prendete e mangiate; perchè questo è il mio corpo che sarà ucciso per voi. Sovvengavi che tutte le azioni che Gesù ha fatte dopo la sua incarnazione sino alla sua gloriosa ascensione, non sono state fatte che per avvicinarsi all’uomo, per unirsi a lui e per dimostrargli così il suo amore. Ha preso carne nel seno d’una vergine, per ravvicinare in questo modo la distanza infinita che passava tra la divinità e l’umanità; ed in tutto il tempo di sua vita mortale egli ha ricercato l’uomo peccatore con tenerezza e sollecitudine di padre. Ma nell’istituzione dell’adorabile eucaristia si unisce a noi in una maniera ineffabile. Egli s’incarna, per così dire in ciascheduno di noi, discende a noi e ci innalza a se stesso; egli dimora in noi e noi dimoriamo in lui. Eccovi come l’Apostolo e gli Evangelisti esprimono questo mistero incomprensibile. Pesiamo tutte le loro parole col peso del santuario”.

Quindi, c’è questa unione mirabile nell’Eucarestia, e già questo accade con l’Incarnazione, dove, appunto attraverso l’Incarnazione, Lui si comincia a rendere disponibile a noi, alla nostra vita, alle nostre anime, si rende a noi vicino; con l’Eucarestia si rende addirittura per noi cibo, quindi diventa proprio carne della nostra a carne.

“La notte che precedette la sua passione, il Salvatore si mise a tavola co’suoi discepoli. Cominciò a dimostrar loro il suo amore con parole più tenere, che questo amore potesse mettere in bocca ad un Dio salvatore: amore che dovea essere il principio dell’unione intima ch’era per operare con loro per mezzo del sacramento eucaristico, e per farci intendere che questo medesimo amore sarebbe la miglior preparazione che si potesse premettere a questo augusto sacramento”.

Quindi Lui, con tutta la Sua Persona, comincia a dire l’amore, tutto l’amore che Lui ha nel Cuore (Cuore che poi diventerà il Cuore Eucaristico), questo desiderio profondo di unirsi a noi, unirsi a noi…

“Dipoi prese nelle sue sante e venerabili mani il pane ch’era sulla tavola; alzò gli occhi al Cielo, per significare che il dono ch’era per fare agli uomini, era un dono celeste; che li renderebbe uomini celesti, e li condurrebbe al cielo, se lo ricevessero degnamente. Rese grazie al suo divin padre, perchè il sacrifizio che andava ad offerire era un sacrifizio eucaristico, cioè a dire di rendimento di grazie. Benedisse il pane, ch’era per essere una sorgente di benedizioni, lo ruppe in pezzi per comunicarli tutti, senza eccettuare il traditore Giuda, e porgendolo ai medesimi, disse loro: Prendete e mangiate perchè questo è il mio corpo. Si comunicò ancora egli stesso e andò ad abitare nel loro stomaco e vicino al loro cuore…”

Perché sapete che lo stomaco è vicino al cuore… questa penso che sia una cosa sulla quale non abbiamo mai riflettuto; lo stomaco è vicino al cuore, sono due organi molto vicini.

“…per servir loro di nutrimento, per santificare le loro anime colle sue grazie e per compire questa divina unione. Non perdete di vista alcuna di queste circostanze; pensatevi oggi seriamente, che è il giorno consacrato a questa divina istituzione, e tutte le volte che vi accosterete a questa mensa eucaristica. Soprattutto esaminate allora il vostro cuore se in esso vi sia qualche profana unione o qualche attacco sensibile alla creatura; e siate persuasi che l’unione la quale Gesù vuol far con voi nel sacramento, esclude qualunque altra unione di cui non sia il principio la carità”.

Gesù si vuole veramente rendere tutto a noi, non gli basta morire sulla croce, vuole diventare Carne e Sangue sotto la forma del pane e del vino, sotto questa mirabile apparenza, perché dopo la transustanziazione non c’è più la sostanza, ma abbiamo solamente gli accidenti del pane e del vino, cioè il gusto, il colore, il sapore. Lui vuole essere proprio il nostro cibo, il nostro unico cibo, il cibo per eccellenza, il cibo che nutre tutta la nostra persona, il cibo che è per noi una manna, “la manna”, la vera manna che ci nutre e ci conforta.

Allora, tutte quelle unioni che non sono fondate sulla carità, il cui principio non è la carità, vengono escluse dalla presenza di Gesù in noi, non possono stare in noi.

Ecco, capite, è in questo senso (per questo ve ne parlo oggi) che allora si colloca quello che avete letto sulla pagina Facebook, quello che avete letto su Telegram, quello che avete letto sul sito Veritatemincaritate.com, cioè di questo appuntamento che avremo, il secondo.

Il primo lo abbiamo fatto qui a Roma, l’8 di dicembre, anche se c’era un po’ di pioggia (un po’ tanta) e un cielo abbastanza impietoso, però è stato veramente molto bello, sembrava di conoscerci da sempre, di essere in famiglia. Io non conoscevo nessuno, o quasi nessuno, tranne qualcuno che era venuto dal nord, però tutti conoscevano me, ed è stato facilissimo e velocissimo comunque, anche per me, conoscerli.

Certo è durato poco, poi è stato il primo incontro, è stato per qualche ora, una cosa abbastanza breve, poi faceva freddo, insomma… però al Gianicolo abbiamo potuto gustarci un panorama bellissimo.

Allora faremo questo secondo incontro, questa volta al nord, lo faremo nella zona del bresciano, e sarà, come avete letto, il Lunedì dell’Angelo, cioè tra pochi giorni, quindi il 18 di aprile.

Ho scelto questa data perché mi sembra molto bella, molto significativa; essendo il giorno dopo Pasqua, mi sembra proprio una data molto, molto bella.

Chi desidera venire, sappia che ci troveremo intorno alle 10.00, poi passeremo insieme la giornata.

La Messa non la faremo, come vi ho scritto, quindi dovrete andare o prima o dopo, alla sera, quando tornate a casa, vedete voi.

Passeremo insieme questa giornata un po’ come abbiamo fatto qui a Roma.

Io pensavo poi di fare un piccolo momento di incontro, di catechesi e anche di conoscenza reciproca, di scambio, dove ci potremo parlare con calma.

Sono certo, almeno lo spero tanto, che il Signore ci conceda una bella giornata, poi, essendo il Lunedì dell’Angelo è anche festa, quindi potremo fare la nostra “gita fuori porta”, in un posto molto, molto bello, lo vedrete.

Se qualcuno di voi ha dei seggiolini da campeggio da portarsi dietro, se li porti, oppure, se si trova comodo, si può anche sedere sul prato con un coperta e si porti quella, perché, se saremo in tanti, ovviamente non ci sarà per tutti una sedia da usare.

Saremo in questo ampio luogo all’aperto, anche al coperto, insomma un posto molto, molto bello.

Come vi ho scritto su Facebook, chi desidera partecipare deve iscriversi alla email che avete visto su Facebook, su Telegram, sul sito, perché dobbiamo anche avere un conto delle persone che arriveranno, per sapere chi aspettare dobbiamo registrarle, perché è meglio.

Ho visto qui a Roma che non è andato bene non sapere chi veniva, perché poi è arrivata qualche persona in ritardo che non sapeva dove eravamo, poi hanno chiamato, ma insomma dopo è un po’ un pasticcio. Perciò è meglio che voi vi iscriviate e, a quel punto, a chi si iscriverà, daremo tutte le indicazioni del caso, sul luogo, il posto in cui parcheggiare e dove ci incontreremo, dove faremo questa giornata bella, aperta un po’ a tutti, un momento familiare dove pranzeremo insieme.

Per questo momento del pranzo, ognuno ovviamente porterà il suo pranzo al sacco. Magari, come è successo qui a Roma, portate qualche dolcino buono fatto da voi. Speriamo non così tanti, perché poi diventa difficile gestire tutti quei dolci, però un dolcino, una cosa semplice da condividere insieme, per fare una giornata insieme, per vedersi, per parlarsi, per conoscersi, per avere anche qualche consiglio, per vedere che non siamo da soli.

Queste giornate insieme sono belle, come quella dell’8 dicembre che è stata bellissima, veramente molto, molto, bella, nonostante il brutto tempo e la pioggia; eravamo un centinaio e a me è sembrato davvero molto, molto bello, poi c’era anche un altro sacerdote… insomma è bello sapere chi siamo, quanti saremo, e anche se ci saranno altri confratelli, o suore, o quant’altro.

È bello anche per me saperlo, così li accogliamo, ci parliamo e ci disponiamo bene ad accogliere tutti voi, così che nessuno rimanga escluso.

Vi raccomando, quindi, nella email di scrivere tutti i vostri dati, per favore: nome, cognome, il vostro indirizzo di residenza, il vostro telefono, l’email, che ovviamente sarà quella con cui invierete l’iscrizione.  Raccomando proprio di dare tutti i dati, soprattutto i nominativi di chi verrà, in modo tale che sappiamo esattamente quanti saremo.

Questo, appunto, nella stessa logica dell’8 dicembre, per questo desiderio di unità.

Da quel giorno dell’Ultima Cena, dall’Istituzione dell’Eucarestia, è un desiderio che si rinnova nei Cristiani, questo stare insieme, questo voler essere uniti. Ognuno nella sua unicità, perché non siamo fatti con lo stampino, per l’amor del Cielo, però ognuno, nella sua unicità, ha il desiderio di essere parte di un corpo, quindi uniti, anche se il dito è diverso dal braccio, il gomito è diverso dal ginocchio, il ginocchio è diverso dalla faccia, il naso è diverso dalla bocca e via di seguito.

Non c’è un migliore ed un peggiore, c’è che siamo tutti uno al servizio dell’altro, ed è bello potersi vedere e poter condividere Qualcosa insieme, qualcosa che, in questo caso, ha la “Q” maiuscola, perche è più che altro Qualcuno, ed è una esperienza bella e profonda della stessa fede e dello stesso amore, che è quello di Gesù.

“Gesù prese ancora dopo la cena il calice dicendo: Questo calice è quello della nuova alleanza del mio sangue: fate questo in memoria di me. Dopo un alimento sì squisito, era necessaria una deliziosa bevanda che gli convenisse, e questa bevanda non potea esser altra cosa che il sangue di Gesù; perciò egli prese un vaso in cui vi era del vino, lo benedisse, e dandolo a bere ai suoi Apostoli, disse loro: Questo calice è quello della nuova alleanza del mio sangue: fate questo in memoria di me tutte le volte che lo beverete. Loro bevvero di questo sangue adorabile; bagnò nel passaggio la loro lingua e la loro bocca, e scese dolcemente nel loro stomaco, per starsene appresso il corpo di Gesù, che già vi era, e per formarvi un’unione più forte, più intima e indissolubile. Tutte queste circostanze sono concorse a questo augusto mistero e a questa divina unione con mirabile disposizione. Il rendimento di grazie, l’alzata dogli occhi al cielo, la benedizione, la consacrazione, la frazione e la comunione, sono quelle circostanze, le quali accompagnano, formano e perfezionano il sacrifizio e il sacramento; e questa unione voi la fate tante volte, quante volte vi comunicate degnamente. Entrate ancora nell’esame di ciò che compone questa adorabile unione, perchè è di fede che le parole pronunziate da Gesù sul pane e sul vino transustanziarono la loro sostanza nella sua carne e nel suo sangue. Eccovi ciò che riceviamo nella comunione; eccovi ciò che forma in noi l’unione eucaristica ed una miracolosa estensione dell’unione ipostatica. La carne adorabile di Gesù, ch’è la stessa purità, perchè ella è l’opera dello Spirilo Santo e la casta produzione d’una Vergine più pura degli angioli, s’unisce alla nostra per la comunione. Essa diviene il suo cibo ed il suo sostegno, ed ella le comunica la sua incomparabile purità. Il suo divino e prezioso sangue s’unisce al nostro, lo anima e lo purifica, e per questa sì nobile unione noi acquistiamo una gloriosa consanguinità con Gesù. — diventiamo consanguinei di Gesù — Il cuor di Gesù s’unisce al nostro; egli lo tocca, ammollisce la sua durezza, ne toglie i profani amori per infiammarlo de’ suoi divini ardori. Il suo spirito che è spirito di luce, viene ad insinuarsi nel nostro per illuminarlo nella cognizione di Dio e di se stesso, per guarirlo dai suoi mancamenti e per mostrargli le strade che conducono al cielo. L’anima di Gesù, ch’è la più nobile porzione della sua santa umanità, viene nella nostra e in tutte le sue facoltà per reprimere le sue passioni, e per essergli guida in tutte le sue operazioni. La vita di Dio, ch’è l’alimento de’santi nel cielo, e risiede benché nascosta nel sacramento, si dona a noi per mantenerci fedeli alla grazia, che è la vita dell’anima. Finalmente la divinità di Gesù che presiede e risiede nell’eucaristia, s’unisce a tutto ciò che siamo con una maniera ineffabile per innalzarci ad un ordine superiore e per comunicarci intimamente la gloriosa qualità di figliuoli di Dio, facendoci partecipare della sua divina natura”.

Quindi, vedete, quando oggi andremo a ricevere la Santissima Eucarestia, sacramentalmente o spiritualmente, tutto questo dovrà essere presente alla nostra mente e al nostro cuore.

Preghiera:

“O bontà infinita del mio Salvatore, di voler abbassare la vostra grandezza sino al mio niente, di star meco sino alla consumazione de’secoli, e di operare oggi e in tutti i giorni il più grande di tutti i miracoli per unirvi a me, voi eravate per abbandonarci, o mio divin Redentore, eravate alla vigilia di lasciar lacerare la vostra carne, di spargere tutto il vostro sangue e di perdere la vita per nostro amore, e noi eravamo per esser privi della vostra adorabile presenza! Ma il vostro amore ingegnoso ed onnipotente si riproduce egli stesso invece del pane e del vino, e ci dà sotto le specie dell’uno e dell’altro il suo corpo ed il suo sangue. Voi vi abbassate per unirvi a noi. È vero, o Signore, che abbiamo acquistato molto per la vostra morte, poiché ella ci diede la vita della grazia e della gloria: nondimeno noi vi perdevamo, perché voi andavate al cielo; ma quest’ineffabile mistero d’amore ci ha procurato un acquisto infinito senza detrimento alcuno, perché sarete sempre vivo nei vostri tabernacoli e sempre pronto a venir realmente ad abitare in noi. Venite dunque, o mio adorabile Gesù, e rendetemi degno di contrarre e di rinnovare spesso con voi, mediante la santa comunione, una sì intima e sì forte unione, ch’ella mi trasformi in voi e mi serva di preparazione all’eterna unione che spero di far con voi nel cielo”.

Domani, Venerdì Santo, vedremo il “Giorno di sacrificio”.

 

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

VANGELO (Gv 13, 1-15)

Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.
Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto.
Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».
Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».

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