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La pace di Gesù, non come la dà il mondo

Spada

Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia sulle letture di domenica 1 maggio 2016 (S. Messa del giorno).

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Testo della meditazione

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La pace di Gesù, non come la dà il mondo

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

Inizia oggi il mese di maggio, che di tradizione è il mese consacrato interamente alla Vergine Maria, insieme al mese di ottobre, ma il mese di maggio lo si sente in modo speciale, che è il mese mariano per eccellenza. Allora, subito, in questa Santa Messa, consacriamo alla Madonna questo mese, tutto quello che accadrà in questo mese, chiediamo con questa Santa Messa alla Vergine Maria le grazie che maggiormente ci stanno a cuore, soprattutto quella della luce nel cuore e nella mente, di saper pensare secondo il pensiero di Cristo, di saper amare secondo il cuore di Gesù, di farci diventare veri discepoli di Gesù, cioè vuol dire, come direbbe Teresa di Gesù Bambino, la grazia della santità.

Questa è la prima cosa che dobbiamo dire, e vogliamo veramente consacrare a Lei questo mese, consacrare noi a Lei, e chiedere la grazia di vivere e di attraversare questo mese con nel cuore questo sentimento grande di riconoscenza verso la Vergine per tutto quello che è per noi, di onorarLa attraverso la preghiera del Rosario, ogni giorno, di iniziare ogni giorno in questo mese a dirlo per dirlo sempre ogni giorno, perché è la Madonna che lo chiede, perché sono i Santi che lo dicono.

Venendo al Vangelo di oggi, vediamo per quale motivo abbiamo tanto bisogno della Vergine Maria, perché c’è bisogno di consacrarci, di affidarci alla Vergine Maria, perché abbiamo bisogno della Sua presenza.

Tutto il Vangelo di San Giovanni è un Vangelo attraversato da questo tema grave, forte, del rapporto tra Gesù, i Suoi discepoli e il mondo, il regno del diavolo, il cui principe, dice Gesù, è il demonio.

C’è una contrapposizione ontologica, una contrapposizione essenziale, fondamentale, irriducibile, irrisolvibile, tra Gesù e il mondo; il mondo inteso non come il creato, cioè le piante, gli animali, le persone, non è questo il mondo che intende San Giovanni, ma il mondo inteso come tutto ciò che è contrario, ostile, alieno, resistente e ribelle a Gesù.

Noi portiamo, nella nostra anima, frammenti più o meno grandi di mondo, portiamo frammenti di logica del mondo, di modi di essere e di fare del mondo, e tanto più questi frammenti sono grandi, tanto più il nostro cuore è vuoto di Dio, perché è pieno del mondo. E Gesù è chiaro: innanzitutto, ci dice che, se noi Lo amiamo, noi dobbiamo osservare la Sua Parola, non c’è altra alternativa; Lui dice: «Chi non mi ama, non osserva la Mia Parola».

Con tutti gli anni, in cui andate alla Messa e pregate, ne sapete più di me, sapete benissimo che Gesù non è l’uomo dell’ambiguità, del politicamente corretto, infatti, dopo tre anni che parlava, l’hanno ammazzato. Non è l’uomo che accarezza le orecchie alla gente, l’uomo che dice quello che la gente vuole sentirsi dire, non è lo scaricabarile di turno, che quando Gli fai una domanda ti dice: «Vai da quello là a farti rispondere, Io non Mi ci metto».

Gesù mette la Sua Persona, il Suo Sangue in quello che dice, risponde Lui delle Sue affermazioni, in prima persona, in modo chiarissimo, cioè nessuno può dire: «Non ho capito», capiscono tutti, anche i bambini.

Gesù è comprensibile a tutti, è di una chiarezza e di una semplicità disarmante, quindi, chi non osserva le Sue Parole, è perché non le vuole osservare; con tutti gli inganni, le menzogne, le falsità del caso, ma, di fatto, non le vuole osservare.

Le capisce molto bene, perché sono comprensibilissime, ma non le vuole fare.

Perché non le vuole fare?

Perché non Lo ama, punto.

Se io non amo, non amo.

Non posso osservare ciò che non amo, non posso seguire ciò che non amo, non posso conoscere ciò che non amo.

Gesù dice: «Se uno Mi ama, osserverà la Mia Parola e il Padre Mio lo amerà e Noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui».

La Beata Elisabetta della Trinità qui esulta, perché tutta la sua teologia, tutta la sua mistica, è fondata proprio su questo concetto della inabitazione della Trinità in noi, verità, che noi purtroppo non è che abbiamo così tanto presente, cioè di essere noi e gli altri “Tempio della Trinità”, o come dice San Paolo “Tempio dello Spirito Santo”.

Questo lo si capisce dal modo con il quale noi trattiamo noi stessi, e i corpi e le anime degli altri, con faciloneria…non mi viene nemmeno un altro termine da usare per descrivere la modalità di oggi, con la quale si trattano le persone, il modo così superficiale, così volgare, così sciatto, irrispettoso, di trattare le persone.

Si parte proprio dal “lei” e dal “tu”, da lì incomincia tutto.

Quando ero piccolino i miei genitori mi hanno insegnato, quando salutavo le persone più adulte, a dare del “lei”, sempre, a tutti.

Oggi, quando vedi una persona per la prima volta, senti: «Ciao, come stai?», e dici: «Ma tu chi sei? Non ti conosco. Non ti ho mai parlato, non ho mai mangiato un piatto di pasta insieme a te, non ho mai condiviso un pensiero con te e mi dici: “Ciao, come stai?” Mah…che sistema è? Questa è educazione?»

Siamo nel regno della maleducazione, questo vuol dire essere maleducati!

Se noi partiamo da qua, capite poi cosa succede…

Non parliamo di Dio, perché poi, con Dio, va a finire che diventa il pulcino, il Tamagotchi, che io sfamo con le mie preghierine a uso mio, quando ho voglia io, poi me Lo metto in tasca…

Che cos’è Dio? Chi è Dio?

Il grande amicone!

Peccato che la Scrittura non Lo presenta così; i Santi, non ne parliamo!

E Gesù, come anche nella prima lettura che abbiamo ascoltato poc’anzi, ci dice che Lui dà la pace.

Gesù dà la pace, ma non come la dà il mondo; e qui, guardate, chiariamoci subito, chiariamo subito i concetti, perché se no viviamo nell’ambiguità e non va bene.

Gesù non è venuto a portare la pace nel mondo, punto.

Questo, non perché lo dico io, ma perché lo dice Lui!

Lui dice di Sè, nel Vangelo: «Io non sono venuto a portare la pace», ok?

Lo dice Gesù, che ti piaccia, o non ti piaccia, questa è la verità del Vangelo!

«Io», dice Gesù, «non sono venuto a portare la pace, ma Io sono venuto a portare la spada!»

Tutta un’altra roba, tutto diverso da quella melassa indistinta e peciosa, che ideologicamente continuiamo a sentirci addosso.

È scritto nel Vangelo, non è che dobbiamo inventarci niente!

Se noi siamo fedeli al Vangelo, c’è scritto in tutti i Vangeli: «Io non sono venuto a portare la pace, ma la spada», e non ha finito.

Siccome uno dice: «Sai magari possiamo un po’ fraintendere, possiamo applicare una interpretazione, un’ermeneutica…», no, no, Gesù ti chiarisce il concetto subito dopo, e ti dice: «Guarda, a causa Mia, ci sarà padre contro figlio, figlio contro madre, suocera contro nuora, fratello contro padre, il figlio dà la morte al padre, il padre dà la morte al figlio… Hai capito che cos’è la spada? È questa!»

Questo fu già detto ai tempi da Simeone, quando incontrò Gesù per la prima volta, tra le braccia della Vergine Maria, il quale disse alla Madonna: «Lui è un segno di contraddizione, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».

Questo cosa vuol dire?

Quello che c’è scritto; perché a me è venuto un attacco cardiaco, o quasi, quando ho sentito qualcuno dire che la spada di Gesù non è la spada della separazione, cioè dire che Gesù, poverino, è fuori di testa, non capisce niente.

La spada che ha portato Gesù, sapete cos’è?

È la spada della Parola di Dio.

Ma cosa stai dicendo? Se c’è scritto così, perché devi dire in un altro modo?

È la spada della Parola di Dio, che illumina gli uomini.

Ma non c’è scritto!

Ma se fosse così, Gesù lo avrebbe detto: «Sono venuto a portare la spada della Parola di Dio, che illumina il mondo», era così difficile da dire?

Ma non l’ha detto!

Ha detto che è venuto a portare la spada che separa; a causa Sua, spacca i rapporti primari, non spacca le amicizie ma spacca le famiglie, una cosa gravissima!

Infatti dice: «Padre contro figlio, figlio contro madre, madre contro figlio, suocera contro nuora…»

È un problema grosso, grave…e perché succede questo? Perché la colpa è di Gesù?

No!

Succede questo, perché non tutti siamo onesti, sinceri, coerenti e veri, per questo succedono queste cose!

Se chi ho accanto è ambiguo, se chi ho accanto ha la coscienza sporca, se chi ho accanto è compromesso con il male, se chi ho accanto ha condotto una vita orrenda, come fa ad accogliere Gesù? Come fa a far entrare Gesù nella sua vita, quando tutta la sua vita grida contro Gesù?

Se la mia vita è contraria a Gesù, è ovvio che Gesù diventa una spada che spacca!

Certo. Gesù non è che spacca l’amore, capite?

Gesù non separa chi si ama veramente, Gesù diventa motivo di unione tra gli amanti, Gesù non ha spaccato la famiglia di Santa Teresa di Gesù Bambino, non l’ha spaccata, anzi, sono diventati tutti santi, ma ha spaccato la famiglia di San Francesco d’Assisi, per esempio; ha spaccato la famiglia della Beata Maria di Gesù Crocifisso, per esempio; addirittura, lo zio la sgozza a causa di Gesù e la sbatte là a morire dissanguata sul ciglio di una strada, da giovane. Sarà la Madonna, che la accoglie e le cuce la gola.

Lei porterà sempre sulla gola il segno della spada che le ha tagliato la gola e lei ricorda solo che, in una grotta, una donna vestita di azzurro le ha sanato la gola e l’ha rimessa in piedi, e lei è diventata quello che è diventata.

Che cosa cambia?

Cambia il cuore.

Se tu hai un cuore cattivo, empio, l’esperienza di Gesù rompe, perché Gesù non entra dentro al tuo male, non dice: «Ma sì, vabbè…», ma dice: «Prima tiri fuori il tuo male, prima ti spurghi, poi Io entro», non è possibile fare diversamente!

Perché ad alcuni di noi dà fastidio, per esempio, vedere un bambino, un ragazzo, che fa un gesto di devozione verso la Madonna?

Ci sono persone a cui dà fastidio, gli viene l’orticaria, è peggio che fare un esorcismo, sbavano! Se vedono un bambino, un ragazzo, che fa un gesto di devozione verso la Madonna, o verso l’Eucarestia, o verso il Crocefisso, dicono: «Ah…ma quelle cose non si fanno! Quella cosa non è liturgica, ah ma…»

Ma sei ignorante!

Sei ignorante e corrotto!

Siccome quelle cose non le fai tu, perché tu non hai amore, non hai devozione verso Dio, sei freddo come un morto, allora tu devi rendere morti anche gli altri che hai accanto a te, questa è la verità!

Siccome tu dentro sei sporco, allora devi sporcare la bellezza di chi ti sta accanto, questa è la verità! Noi la vediamo, prima di tutto, in noi stessi, poi negli altri, perché quando il nostro cuore non è il pace con Dio, a noi dà fastidio se qualcuno accanto fa un segno di croce.

Quando il nostro cuore è nel peccato, ci dà fastidio se qualcuno accanto parla di Dio; se qualcuno accanto si comporta secondo Dio, ci viene dentro un prurito al tal punto, che diciamo questa frase tipica: «Oh…che esagerazioni!»

Esagerazioni?!

Giovanni Paolo II scrive che, per esempio, verso l’Eucarestia tutto è insufficiente; non può esserci mai nulla di esagerato circa il tributo, l’onore e il culto verso l’Eucarestia.

Giovanni Paolo II scrive che è impossibile, non c’è!

Capite?

Incredibile!

Quindi, uno si ferma e dice: «Ma tu, di che cosa mi stai parlando? Che cosa mi stai insegnando?!»

Che poi, se voi andate e chiedete: «Le fonti? Le fonti, di tutta questa roba che mi dici, quali sono?»

La sua testa, perché non ha fonti. Non ci sono fonti nei documenti della Chiesa o nei Santi che dicono una cosa del genere, anzi, ti dicono tutto il contrario, tutto il contrario!

Teresa di Gesù Bambino, figuratevi voi, in sagrestia, prendeva la patena (quella cosa rotonda, d’oro, sulla quale viene appoggiata l’ostia per la consacrazione) e metteva il suo viso sulla patena per guardarla, e scrive: «Io facevo questo, perché poi pensavo che Gesù sarebbe stato consacrato lì, dove io avevo specchiato il mio volto».

Capite?

Noi, è davanti a questa gente che dovremo rendere l’anima!

Saranno loro i nostri giudici!

È davanti a queste persone, che hanno dato la loro vita per Dio, che noi dovremo andare a vantare le nostre pseudo teorie!

Ecco perché Gesù dice: «Io vi do la pace, non come la dà mondo», perché la pace di Gesù è diversa, è una pace che nasce solo dalla verità, da un incontro sincero con Lui.

È questa la pace di Gesù!

Ma se questo non è nel tuo cuore, tu di pace non ne hai…

Noi lo vediamo, perché nessuno di noi è stupido; lo si vede, quando incontriamo le persone, chi è in pace. Tu lo vedi negli occhi di una persona, lo vedi da come ti guarda, lo vedi da come si comporta, da come si atteggia, se quella persona è in pace; lo vedi, perché la pace di Gesù traspare dal volto, dal cuore, dagli atteggiamenti, dalle parole; tu lo vedi, senti Gesù, quando una persona, che è in grazia di Dio, ti parla.

Diversamente, quando noi incontriamo persone che non hanno la pace di Cristo, noi lo sentiamo, perché sono persone che seminano zizzania, persone che banalizzano, persone che scherniscono, persone che prendono in giro, persone che spettegolano, persone che parlano male, persone a cui non va mai bene niente, che sono sempre rabbiose, ringhiose, tristi, lamentose, rognose…non c’è Gesù, non hanno la pace di Gesù.

Chiediamo allora alla Madonna la grazia che il nostro cuore in questo mese raggiunga sempre di più la pace vera, affinché, quando noi ci svegliamo al mattino e andiamo a letto alla sera, possiamo dire: «Signore, io sono pronto per incontrarti, ma non perché non ho peccati, li faccio anche io», li facciamo anche noi, facciamo tutti un po’ di pasticcetti.

Il problema non sono i pasticcetti, il problema è che noi veramente dobbiamo dare il nostro cuore, e dire: «Signore veramente io voglio darTi il mio cuore, veramente Te lo sto dando, ci sto mettendo dentro il sangue in questa cosa, sono pronto a volerTi incontrare. Chiamami quando vuoi», e allora dalla pace della terra passeremo alla pace del Cielo.

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

Letture del giorno

VI DOMENICA DI PASQUA (ANNO C)

Prima lettura

At 15,1-2.22-29
È parso bene, allo Spirito Santo e a noi, di non imporvi altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie.

In quei giorni, alcuni, venuti dalla Giudea, insegnavano ai fratelli: «Se non vi fate circoncidere secondo l’usanza di Mosè, non potete essere salvati».
Poiché Paolo e Bàrnaba dissentivano e discutevano animatamente contro costoro, fu stabilito che Paolo e Bàrnaba e alcuni altri di loro salissero a Gerusalemme dagli apostoli e dagli anziani per tale questione.
Agli apostoli e agli anziani, con tutta la Chiesa, parve bene allora di scegliere alcuni di loro e di inviarli ad Antiòchia insieme a Paolo e Bàrnaba: Giuda, chiamato Barsabba, e Sila, uomini di grande autorità tra i fratelli. E inviarono tramite loro questo scritto: «Gli apostoli e gli anziani, vostri fratelli, ai fratelli di Antiòchia, di Siria e di Cilìcia, che provengono dai pagani, salute! Abbiamo saputo che alcuni di noi, ai quali non avevamo dato nessun incarico, sono venuti a turbarvi con discorsi che hanno sconvolto i vostri animi. Ci è parso bene perciò, tutti d’accordo, di scegliere alcune persone e inviarle a voi insieme ai nostri carissimi Bàrnaba e Paolo, uomini che hanno rischiato la loro vita per il nome del nostro Signore Gesù Cristo. Abbiamo dunque mandato Giuda e Sila, che vi riferiranno anch’essi, a voce, queste stesse cose. È parso bene, infatti, allo Spirito Santo e a noi, di non imporvi altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie: astenersi dalle carni offerte agl’idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dalle unioni illegittime. Farete cosa buona a stare lontani da queste cose. State bene!».

Salmo responsoriale

Sal 66

Ti lodino i popoli, o Dio, ti lodino i popoli tutti.

Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra tutte le genti.

Gioiscano le nazioni e si rallegrino,
perché tu giudichi i popoli con rettitudine,
governi le nazioni sulla terra.

Ti lodino i popoli, o Dio,
ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio e lo temano
tutti i confini della terra.

Seconda lettura

Ap 21,10-14.22-23
L’angelo mi mostrò la città santa che scende dal cielo.

L’angelo mi trasportò in spirito su di un monte grande e alto, e mi mostrò la città santa, Gerusalemme, che scende dal cielo, da Dio, risplendente della gloria di Dio. Il suo splendore è simile a quello di una gemma preziosissima, come pietra di diaspro cristallino.
È cinta da grandi e alte mura con dodici porte: sopra queste porte stanno dodici angeli e nomi scritti, i nomi delle dodici tribù dei figli d’Israele. A oriente tre porte, a settentrione tre porte, a mezzogiorno tre porte e a occidente tre porte.
Le mura della città poggiano su dodici basamenti, sopra i quali sono i dodici nomi dei dodici apostoli dell’Agnello.
In essa non vidi alcun tempio:
il Signore Dio, l’Onnipotente, e l’Agnello
sono il suo tempio.
La città non ha bisogno della luce del sole,
né della luce della luna:
la gloria di Dio la illumina
e la sua lampada è l’Agnello.

Canto al Vangelo (Gv 14,23)

Alleluia, alleluia.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore,
e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui.
Alleluia.

Vangelo

Gv 14,23-29
Lo Spirito Santo vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

In quel tempo, Gesù disse [ai suoi discepoli]:
«Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».

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