Meditazione
Pubblichiamo l’audio della meditazione: «S. Stefano e i falsi testimoni »
Lunedì 24 aprile 2023
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
Ascolta la registrazione:
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PRIMA LETTURA (At 6, 8-15)
In quei giorni, Stefano, pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e segni tra il popolo.
Allora alcuni della sinagoga detta dei Liberti, dei Cirenèi, degli Alessandrini e di quelli della Cilìcia e dell’Asia, si alzarono a discutere con Stefano, ma non riuscivano a resistere alla sapienza e allo Spirito con cui egli parlava.
Allora istigarono alcuni perché dicessero: «Lo abbiamo udito pronunciare parole blasfeme contro Mosè e contro Dio». E così sollevarono il popolo, gli anziani e gli scribi, gli piombarono addosso, lo catturarono e lo condussero davanti al sinedrio.
Presentarono quindi falsi testimoni, che dissero: «Costui non fa che parlare contro questo luogo santo e contro la Legge. Lo abbiamo infatti udito dichiarare che Gesù, questo Nazareno, distruggerà questo luogo e sovvertirà le usanze che Mosè ci ha tramandato».
E tutti quelli che sedevano nel sinedrio, fissando gli occhi su di lui, videro il suo volto come quello di un angelo.
Testo della meditazione
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Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!
Eccoci giunti a lunedì 24 aprile 2023.
Abbiamo ascoltato la Prima Lettura della Santa Messa di oggi, tratta dal capitolo sesto degli Atti degli Apostoli, versetti 8-15.
Analizziamo il testo come sempre. Stefano è descritto come “pieno di grazia e di potenza”, è stato appena scelto come diacono insieme ad altri — l’abbiamo visto, quando abbiamo letto i versetti che stanno prima — ha ricevuto l’imposizione delle mani da parte degli apostoli e adesso viene proprio descritto come colui che è pieno di grazia e di potenza. Sarà stato per la sua santità, ma sarà stato anche sicuramente per il diaconato appena ricevuto; c’è anche una componente sacramentale.
E cosa faceva? Stefano faceva prodigi, compiva segni tra il popolo, faceva grandi prodigi, cioè era profondamente sostenuto dal cielo perché nessuno può compiere queste opere se Dio non è con lui. L’aveva già detto Gesù, vi ricordate? E quindi uno si aspetta che, come sempre, ci sia una logica, la famosa logica di cui abbiamo parlato. Uno si immagina che, per logica, data la grazia, data la potenza beh, insomma, ci sia innanzi tutto un rendimento di grazie a Dio e poi un senso di gratitudine verso Stefano. Comunque, questi segni e questi prodigi non li faceva per sé stesso, li faceva per gli altri. Era tutto al servizio della comunità, tutto a servizio della Chiesa.
Per l’ennesima volta, ormai stiamo vedendo, stiamo capendo, che sia per Gesù, a partire da Gesù in poi, per tutti coloro che sono veramente suoi discepoli, questo mondo non è capace di logica. Ma badate, non il mondo in quanto mondo, qui lo dice bene:
Allora alcuni della sinagoga
Quindi non sta parlando dei Romani, non sta parlando dei pagani “del mondo” inteso come pagani lontani da Dio, atei e quant’altro. No! “Allora alcuni della sinagoga”, quindi la realtà religiosa del tempo.
detta dei Liberti, dei Cirenèi, degli Alessandrini e di quelli della Cilìcia e dell’Asia
Cioè ci sono cinque realtà che si mettono insieme e cinque realtà sono tante! Non tutti, ma alcuni queste realtà, son tanti,
alcuni si alzarono a discutere con Stefano
E questo, per l’amor del cielo, è più che lecito: tu porti il tuo pensiero io lo ascolto e poi, in una realtà fatta di logica e di rispetto, si apre un confronto. Dobbiamo pur confrontare le nostre idee, magari su alcune cose saremo d’accordo, su altre un po’ meno, su altre no del tutto però, attraverso il confronto, può darsi che o io, o tu, o tutti e due, riusciremo a giungere ancora di più a una porzione maggiore di verità che ci aiuti. Quindi si alzano per discutere e va benissimo.
ma non riuscivano a resistere alla sapienza e allo Spirito con cui egli parlava
Quindi questa è una discussione che deve essere stata viziata. Non tutto il dialogo, non tutto il discutere, non tutto il confrontarsi è buono, perché dipende da quale cuore e da quale mente arriva. Se è un cuore perverso, se è un cuore malvagio, se è una mente corrotta, non è benedetta da Dio. Quindi, più che una discussione, diventa un attacco. E quindi cosa succede? Succede che la Sapienza, lo Spirito Santo, stanno dalla parte di Stefano. E, capite, se l’interlocutore ha dalla propria parte lo Spirito Santo… è un po’ difficile riuscire ad argomentare in modo migliore. Credo che nessuno abbia l’ardire di poter pensare di saper argomentare, pensare, riflettere e arrivare a conclusioni meglio dello Spirito Santo. E questi non riescono.
Discutono, però evidentemente è una discussione viziata in radice, loro discutono, ma in realtà non vogliono discutere, non vogliono aprire un confronto sincero alla ricerca della verità. Loro vogliono discutere per avere ragione, vogliono discutere per attaccare, al di là di tutto, al di là della verità. Cioè: “Tu stai dicendo cose che a noi non vanno, e quindi ti attacchiamo”. La discussione, di fatto, mi verrebbe da dire, è più una provocazione che una discussione, è una discussione dove prima ancora che cominci è già segnato l’esito, cioè: “O tu la pensi come me — come noi in questo caso — oppure è un problema”. Come del resto fu per Gesù.
Ecco perché — scrivono gli Atti degli Apostoli — “non riuscivano a resistere”. Perché in questo dibattito, che di fatto cerca semplicemente di portare Stefano dalla propria parte e quindi annullare quanto lui sta dicendo, non riescono, perché entra in gioco Dio, cioè lo Spirito Santo.
Allora cosa fanno? Secondo passaggio nuovo: hanno iniziato mettendosi a discutere con questa intenzione non proprio retta e adesso emergono le opere. Uno può dire: “Ma padre, lei come fa a sapere qual era la loro intenzione? Il ragionamento che fa — qualcuno potrebbe dire — mi sembra un po’ debole, perché qui non è scritto che loro avevano l’intenzione non retta. Quindi lei come fa a dire che è così?”. Vero; non è scritto. Ma qui dice:
resistere alla sapienza [e allo Spirito] con cui egli parlava
Vuol dire che è una discussione dove io t’attacco, altrimenti — al di là dello Spirito Santo, al di là che entra in gioco Dio — se noi ci confrontiamo non c’è ragione che io debba resistere a te o tu a me. Entrambi, se siamo cercatori della verità, resistiamo alla menzogna e alla falsità, entrambi ci abbandoniamo alla verità. E siccome in Stefano non c’era falsità, quindi resistere a che cosa? Mi viene da pensare che non riuscivano a resistere alla verità. Però, uno dice: “Si, padre, però comunque mi sembra un’argomentazione debole”. Va bene.
Vedete, ogni intenzione è poi rivelata dai frutti a cui porta. Quindi noi possiamo, dalle opere, risalire a quella che è, almeno vagamente (dipende poi le opere quanto sono chiare), l’intenzione. È difficile che, uno che compie un omicidio possa dimostrare che la sua intenzione era dare la vita per l’uomo o la donna uccisi. È un po’ difficile. È un po’ difficile che uno riesca a dimostrare che quell’omicidio è frutto di un atto d’amore. Sì, poi ci sono le attenuanti, magari non era cosciente, magari… tutto quello che volete, però, a grandi linee, siamo sicuri che quella persona viene presa, portata in carcere e poi in tribunale. Questo succede comunque. Perché tu hai ammazzato una persona, quindi dalle opere — prima ancora poi di arrivare al processo — così, d’emblée, tu vieni preso, portato in questura e poi in prigione, e poi ci sarà il processo. Perché quell’opera è molto chiara. Poi la tua intenzione i giudici la valuteranno, la peseranno e faranno tutte le loro valutazioni, ma intanto tu con quell’opera hai dichiarato che volevi ammazzare quella persona, o comunque l’hai fatto e questo è un problema.
E adesso allora leggiamo l’opera, così dall’opera voi capirete se la lettura che ho fatto fin qui è forzata o corretta.
Allora istigarono
ecco già quando io vado a istigare qualcuno, la mia intenzione evidentemente non è molto buona.
Siccome non riescono a
resistere alla sapienza e allo Spirito con cui egli parlava
cosa fanno? La discussione finisce e uno dice: “Ah, va bene, allora si sono accordati, hanno riconosciuto che lui vedeva meglio di loro.” No! Siccome non riescono, cosa fanno? Istigano. Istigano alcuni perché andassero in giro a dire calunnie.
Eh, no. Questo è grave. Qui della discussione non c’è più niente. Leggiamo le calunnie:
Lo abbiamo udito pronunciare parole blasfeme contro Mosè e contro Dio.
Eh, miseria! Santo Stefano che dice parole blasfeme contro Mosè e contro Dio? Innanzitutto, se fosse stato vero, non ci sarebbe stato bisogno di istigare nessuno, perché tutti quelli che l’avevano sentito avrebbero detto: “Ha detto questo, questo e questo”. Non ci sarebbe stato bisogno di istigare, sarebbe bastato raccogliere. Se vado a istigare, è perché vuol dire che non le ha dette e quindi cerco dei falsi testimoni che affermino il falso.
E così sollevarono il popolo, gli anziani e gli scribi
Tutti! Sollevano tutti. Questi liberti, cirenei, alessandrini, cilici, dell’Asia, sollevano tutti: popolo, anziani, scribi.
gli piombarono addosso
sembra di vedere la scena di un rapace che cade addosso a un coniglietto
lo catturarono e lo condussero davanti al Sinedrio.
Cioè, tutta questa gente deve piombare addosso a uno! Ma non mi sembra che Santo Stefano facesse il pugile di professione e quindi per poterlo prendere — tipo Bruce Lee — bisogna chiamare cento persone, che nessuno si può avvicinare. “Piombargli addosso”… credo che — non so — se due persone gli si fossero avvicinate e gli avessero detto: “Guarda Stefano, devi venire con noi”, non credo che Stefano si sarebbe sottratto.
Voi non sentite un’aria di violenza, di aggressività? Voi non sentite aria di cattiveria gratuita? Io respiro un’aria veramente di cattiveria, di violenza, di aggressività, di livore. Non so, probabilmente gli sarà venuta anche un po’ quella bavetta alla bocca …
lo catturarono e lo condussero davanti al sinedrio. Presentarono quindi falsi testimoni
Quindi lo fanno una seconda volta! Non è bastata la prima calunnia: dice “parole blasfeme contro Mosè e contro Dio”. Adesso proprio presentano falsi testimoni, che dissero:
«Costui non fa che parlare contro questo luogo santo e contro la Legge
Santo Stefano! Ma come? Santo Stefano che parla contro questo luogo santo e contro la legge? Domanda: “Ma perché lo dovrebbe fare? Perché dovrebbe fare questo Santo Stefano? Qual è il suo guadagno?” E allora cerchiamo di capire che cosa ha detto:
Lo abbiamo infatti udito dichiarare che Gesù, questo Nazareno, distruggerà questo luogo e sovvertirà le usanze che Mosè ci ha tramandato»
Ma Gesù non ha mai detto queste cose. Sì, Gesù ha detto: “Distruggete questo tempio e lo ricostruirò in tre giorni”, ma, insomma, era chiaro, dopo loro fraintendono, ovviamente, gli dicono: “Com’è possibile? Ci hanno messo cinquant’anni a costruirlo, adesso arrivi tu in tre giorni…”, ma è chiaro che faceva riferimento ad altro. Va bene, uno non vuol credere alla Resurrezione, ok, però è evidente che faceva riferimento ad altro; almeno è chiaro ad una mente sana, perché purtroppo ci sono anche menti malate, non malate psichiatriche, malate perché sono corrotte dal male. E quindi tutto diventa male. Siccome loro hanno il male dentro, allora vedono il male fuori, ovunque, soprattutto in Santo Stefano.
E poi mi vien da pensare a tutti i santi che son venuti dopo. Ripeto, a partire da Gesù.
Lo abbiamo infatti udito dichiarare che Gesù, questo Nazareno, distruggerà questo luogo e sovvertirà le usanze che Mosè ci ha tramandato»
Allora, innanzitutto Gesù è morto. Quindi è inutile tirare ancora fuori la questione. Ma questi ce l’avevano proprio dentro, avevano un odio demoniaco contro Gesù, che è diventato un’ossessione.
Perché Gesù ci dice di non odiare? Dobbiamo riflettere su questa cosa. Soprattutto, appunto, riferito ai nemici, perché Gesù ci dice di non odiare? Perché vedete l’odio — anche qualora fosse motivato da un’ingiustizia, da un’offesa grave subita — ti mangia vivo! Questa è la ragione! L’odio innanzitutto — con tutto il male che tu puoi fare gli altri — fa male a te. Fa male a te, a me, che lo porto dentro. L’odio ti toglie la lucidità. E sicuramente ti fa perdere seduta stante tutta l’assistenza possibile che viene dallo Spirito Santo, che non abita in un cuore senza carità. Quindi capite, è seria la questione.
… che Gesù, questo Nazareno, distruggerà questo luogo …
Vabbè, ma Gesù Nazareno è morto, uno avrebbe detto: “Vabbè, lo avrà anche detto, prendiamo pure in senso letterale quello che ha detto, ma è morto, lo abbiamo ucciso noi! Basta. Morto e sepolto… — mica questi credevano alla resurrezione di Gesù, quindi … — morto e sepolto … fine!” Il corpo è sparito … vabbè, non si sa che fine ha fatto, ma la questione è finita.
e sovvertirà le usanze che Mosè ci ha tramandato»
Ma ripeto: “Ma se è morto, cosa vuoi che sovverta?”. A parte che Gesù ha detto che non era da cambiare neanche uno iota della legge di Mosè: “Non son venuto a cambiare, a far rivoluzioni, io sono venuto per portare a compimento”, dice Gesù. Ma dov’è che Gesù ha mai detto che è venuto a sovvertire? Questa proprio non l’ha mai detta. Se Gesù non l’ha mai detta, come faceva Santo Stefano a dirla? Si capisce lontano un miglio che queste sono tutte calunnie, ma calunnie gravissime.
E tutti quelli che sedevano nel sinedrio, fissando gli occhi su di lui, videro il suo volto come quello di un angelo.
Anche qui, noi diremmo: “Ma allora l’avete visto! L’avete visto voi. Voi avete visto che aveva il volto di un Angelo. Quindi avete capito che quelle erano tutte menzogne e che quindi la questione si conclude”. No! Vedremo che finisce nel peggior modo possibile, e tutti sappiamo come finisce. Neanche vedendo il suo volto come quello di un Angelo — ed è l’ultima tavola di salvezza che Dio lancia a queste persone per fargli dire: “Guardate, avete proprio sbagliato, siete diventati veramente figli del padre vostro in tutto e per tutto (Giovanni, 8)” — direbbe Gesù. Così non si fa. Ma perché arrivare a tutta questa cattiveria, a tutte queste calunnie?”
Vedete come gli Atti degli Apostoli sono pieni di queste storie, di queste vicende. Cambiano i personaggi, ma il protocollo è sempre quello, da Gesù in poi è sempre quello il protocollo. Andate a leggere gli atti dei martiri: è sempre la stessa cosa. Calunnie su calunnie, su calunnie, su calunnie, fino ad arrivare all’omicidio. Infatti, poi gli apostoli moriranno tutti martiri.
Questo cosa ci dice? Ci dice che la realtà umana, religiosa e mondana — perché poi ricordate le persecuzioni di Diocleziano, di Nerone, cioè anche i romani, anche i pagani — di fatto rifiuta la verità, non la vuole. Questo è un dato di fatto. “Le tenebre non hanno accolto la luce (Giovanni, 1)”. E da qui, purtroppo, non se ne viene fuori. Così è stato, così è, e così sarà.
Allora noi cosa possiamo fare? Noi possiamo solo scegliere da che parte stare. Se dalla parte di quelli di Stefano, come Stefano — e quindi come Gesù, ma sapendo già quindi che fine si fa — oppure dall’altra parte, ma sapendo già che persone si diventa.
Ecco, quindi oggi concludiamo questa nostra meditazione chiedendo al Signore la grazia grandissima di non arrivare mai ad un livello simile. Rileggiamo questi versetti, se riusciamo, in questi giorni, e proprio facciamoli diventare preghiera: “Signore Gesù ti prego, ti supplico, ti scongiuro, non permettere che io abbia mai ad oppormi, a resistere alla Sapienza e allo Spirito Santo. E se parla in una persona, che io abbia l’umiltà di riconoscerlo. E se questo va contro di me, che io abbia l’umiltà di dire grazie”.
E poi possono succedere i miracoli, possono accedere, alle volte accadono. Miracoli stile Innominato, cioè miracoli per i quali uno si ferma, a un certo punto, si guarda le mani, si guarda la bocca, e dice: “Ma cosa sto facendo! Ma quanto male sto facendo! Ma quanto male sto dicendo! Quanto male sto operando! Aspetta, adesso tiro su le mie quattro cose, vado da quella persona — in questo caso Santo Stefano — e dico: «Stefano, ho sbagliato. Ho sbagliato. Possiamo essere diversi, ma tu non meriti di morire. Tu non meriti queste calunnie. Perché sei innocente. Non è che tutti coloro che la pensano diverso da me o diverso da noi devono morire. E questi sono falsi testimoni. Queste sono falsità. Io ti chiedo perdono».
Altrimenti come com’è possibile pregare Dio? Se abbiamo il cuore traboccante odio, traboccante calunnie, traboccante diffamazioni, traboccante tutte queste cose brutte, come facciamo a dire “Padre nostro?” Quando accusiamo qualcuno, come in questo caso Santo Stefano, noi dovremmo chiederci sempre: “Ma io ho capito bene? Perché, prima di discutere, innanzitutto non ascolto? Perché innanzitutto non chiedo? Perché innanzitutto non cerco di capire? Mettendo da parte quelle che sono le mie idee, i miei costrutti…” — Lascia perdere, ascolta quella persona, ascolta Stefano! Ascolta cosa ti vuole dire.
Questo vuol dire che devi cambiare vita, questo vuol dire che dovrai rinunciare a certi legami di potere; perché capite qui stiamo parlando di sinagoga, qui stiamo parlando di Sinedrio, gli anziani e gli scribi, cioè è una cosa seria. Essere espulsi dalla sinagoga voleva dire “è finita”, voleva dire non avere più una vita religiosa, era un problema per un ebreo, un problema gravissimo, quasi di più che se oggi uno fosse scomunicato. Di fatto era una scomunica, ma per quel tempo era talmente grave, talmente una cosa gravissima, che proprio la tua vita era “distrutta”. Questo è detto anche nel Vangelo di Giovanni (Gv, 12, 42) quando si parla di coloro che non riconoscevano, Gesù perché avevano paura di essere espulsi dalla sinagoga. E capite, per timore di essere espulsi dalla sinagoga, questi stavano indietro, ma — guardate — sono comprensibili, io personalmente non mi sento di giudicarli, capisco la paura, la posta in gioco.
Però il punto della questione è che tu di notte devi andare a letto a dormire, è che tu il giorno dopo devi pregare, tu devi incontrare Dio. E come fai a incontrare Dio quando hai le mani e la bocca sporche di sangue? Non è possibile!
Noi moriremo. Noi moriremo e cosa diremo a Dio? Dice: “No, ma tanto Dio perdona tutto!” — “Ma sei proprio sicuro? Sei proprio sicuro che Dio, a monte del tuo pentimento, dirà: «Ma sì, vabbè, hai ammazzato Stefano, non fa niente», tu sei proprio sicuro di questo? Che Dio dirà: «Sì, vabbè, l’hai calunniato fino alla morte, ma non c’è problema, vieni qui anche tu»”. Io faccio fatica a pensare che accadrà proprio così.
Quindi chiediamo al Signore di non perdere mai questa luce interiore che ci permette di riconoscere ciò che è vero, e, se l’abbiamo persa, di ritrovarla e di arrenderci. E se abbiamo sbagliato — e può capitare — e se abbiamo sbagliato gravemente — e può capitare — andiamo a chiedere perdono, innanzitutto alla persona che abbiamo gravemente calunniato o diffamato, e poi a Dio.
Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.