Scroll Top

Il manoscritto del Purgatorio, parte 39

Il manoscritto del Purgatorio

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: “Il manoscritto del Purgatorio” di venerdì 6 gennaio 2023 – Epifania del Signore

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

VANGELO (Mt 2, 1-12)

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: “Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo”. All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: “A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele””.
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: “Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo”.
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a venerdì 6 gennaio 2023, Epifania del Signore, Solennità.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal secondo capitolo del Vangelo di san Matteo, versetti 1-12.

Non dimentichiamo che oggi, oltre a essere la Solennità della Epifania del Signore, è anche il Primo Venerdì del mese e dell’anno, il Primo Venerdì del mese di gennaio, quindi ricordo a tutti la bellissima pratica dei Primi Nove Venerdì: chi li iniziasse oggi, li terminerebbe a settembre. Settembre è qui: sembra lontano, ma è vicinissimo.

“Come si fa? Non lo ricordo più!” 

Andate sul sito www.veritatemincaritate.con e lì nella Homepage scendete, scendete, scendete: c’è la sezione “Vuoi scaricare i libri e i PDF di p. Giorgio Maria Faré?” dove potete trovare il famosissimo PDF verde che ha la raccolta di tutto ciò che dobbiamo sapere sui Primi sei Giovedì, i Primi nove Venerdì e i Primi cinque Sabati del mese, con fonti certe, la descrizione chiara, quello che c’è da fare… c’è scritto tutto! 

Spero che tanti di voi inizino questa bellissima pratica chiesta da Gesù a Santa Margherita Maria Alacoque, quella dei Primi nove Venerdì del mese per tener compagnia a Gesù, ma soprattutto per riparare le offese contro il Sacratissimo Cuore di Gesù. 

Siccome poi dobbiamo fare la Comunione di riparazione e siccome Gesù si è lamentato tanto di essere abbandonato, solo e coperto di indifferenza questo è il giorno — proprio oggi che è l’Epifania e siamo praticamente tutti a casa dal lavoro — per stare con il Signore: essendo anche il Primo Venerdì del mese, è un giorno molto, molto solenne.

Allora proseguiamo con la nostra meditazione sul Manoscritto del Purgatorio. Siamo nell’anno 1881.

Il mezzo infallibile per giungere presto ad una unione intima con Gesù è l’amore, ma l’amore unito alla sofferenza. Fin qui avete avuto non poche croci, eppure non le amate ancora come Gesù vorrebbe. Se sapeste quanto fa bene all’anima la sofferenza! I patimenti sono le più dolci carezze che lo Sposo divino possa fare a colei che vuole unire a sé intimamente. Egli le invia, a quest’anima privilegiata, sofferenze su sofferenze, pene su pene, al fine di distaccarla da tutto ciò che la circonda. Allora può parlarle al cuore. Che cosa avviene durante quei divini colloqui? Se volete, lo saprete.

Dobbiamo dire che noi, invece, rifuggiamo profondamente la sofferenza: che sia fisica o che sia spirituale, noi la fuggiamo. Se però noi fuggiamo dalla sofferenza, noi fuggiamo anche dall’unione intima con Gesù, che si può avere solo attraverso l’amore più la sofferenza. Non devo andarla a cercare io… arriva da sola, ci pensa il Signore, è il dono dello Sposo. Per un laico può essere un’incomprensione familiare, una difficoltà di relazione con marito, moglie, figli, fratello, sorella; per un sacerdote può essere una fatica nella pastorale; può essere una fatica nella vita personale; può essere una fatica nello studio, una sofferenza nel lavoro; può essere una malattia… tante sono le cose che ci possono riguardare come sofferenza. Ma lo scopo… la sofferenza che ci manda il Signore non è fine a se stessa, perché il Signore non ci fa soffrire per il gusto di farci soffrire… No, assolutamente! Ecco perché non dobbiamo cercarla noi, lasciamo che sia Lui a darcela! Il Signore ci chiede di soffrire con Lui e per Lui per distaccarci da tutto ciò che non è Lui: lo scopo della sofferenza è la purificazione, il liberarci da tutto ciò che non è Lui, far tacere tutte le voci che non sono la Sua. Perché? Per poter parlare liberamente al nostro cuore e poter quindi sperare di essere ascoltato. Questa è la ragione!

Gesù vuole che operiate unicamente per Lui, che facciate convergere tutte le vostre azioni alla sua gloria, che Lo prendiate qual confidente di tutte le vostre gioie e di tutte le vostre pene, che non facciate alcuna cosa, per quanto piccola, senza chiederGli consiglio e lumi, che, in ricompensa di tutto quel che farete, non vogliate altro che Lui solo. 

Mamma, che bello! Dai, è bellissimo no? Che bella questa cosa! Già vi vedo; vi vedo già con il cuore che sta pulsando fuoco! Vi vedo con il cuore che si allarga e dice: “Sì, ancora! Dai, ascoltiamo ancora qualcosa…” Adesso vi leggerò delle parole che vi faranno volare… vi lascio un po’ sulle spine! 

Se noi avessimo davanti un Dom Perignon, non potremmo berlo come avessimo davanti una Coca Cola, come avessimo davanti il bicchiere di latte del mattino, dovremmo piuttosto sorseggiarlo, gustare tutto il tripudio di stelle che c’è in quel calice! 

Ecco: così è quello che accade quando noi leggiamo queste cose così belle… dobbiamo un po’ gustarle in bocca, sorseggiarle! Quindi la suora del Purgatorio dice: opera solo per Lui e tutto quello che fai deve servire per la sua gloria. Non solo: Lui sia il solo tuo confidente per tutto, pene e gioia… confidente… colui che riceve i tuoi racconti, le tue parole… Lui! E qualunque cosa tu faccia, fosse anche la più piccola, non farla senza chiederGli consiglio! E la ricompensa che ne chiederete sia solo Lui! Lui, la nostra ricompensa! 

Se, mentre stiamo facendo qualcosa di grande o di piccolo che sia e gliela stiamo offrendo, Gesù dovesse apparici chiedendoci: “Che cosa vuoi di ricompensa per questa cosa? Che cosa vuoi che ti faccia?” (magari dopo che abbiamo fatto una cosa bellissima), noi dovremmo rispondere: “Voglio Te, solo Te, unicamente Te, totalmente Te, sempre Te: basta!” Gesù e la sola nostra ricompensa, non c’è altro! 

Prima di andare avanti e sciogliere totalmente le vele, vi dico che una volta (era Natale e c’erano gli ospiti a casa), mi è capitato di mettermi ai fornelli e, mentre ero lì da solo e tutti erano in sala, mi sono messo il mio grembiulino e, prima di iniziare ho fatto un segno di croce, ho detto una preghiera e poi ho cominciato. Alla fine quando ho servito la cena e tutti mi hanno detto: “Ma Padre! Che bontà, che bontà! Come ha fatto a cucinare questa cosa buonissima? Meglio che al ristorante! Ma Padre, qual è stato il suo segreto?”, loro pensavano che il segreto fosse nella maestria, nella capacità di chi aveva “gestito olio e sale”; invece, la maestria era di Gesù, era quella preghiera iniziale che ha cambiato tutto, ha permesso tutto e quel bene che ne è venuto, tutta quella soddisfazione, gioia e gusto che se ne è provato (perché le cose buone piacciono a tutti!) avevano come origine quella preghiera. Ne sono sicuro! Dobbiamo imparare a pregare, a chiedere consiglio e lumi a Gesù anche prima di cucinare, anche prima di fare un piatto di pastasciutta! Bene, adesso sentite che cosa dice.

 “Gesù mio, diteGli allora, ch’io non riceva mai alcun attestato di riconoscenza sulla terra per il po’ di bene che vi compirò! Voi solo mi bastate!”. Cosa pensate di questa domanda? Si è ben realizzata? Gesù non si lascia vincere in generosità, vedrete. Pensate parimenti che non tanto le vostre preghiere mi metteranno in possesso dell’eterna dimora, quanto le vostre azioni perfette, la vostra unione intima con Gesù. Siate ben certa ch’Egli ha avuto dei grandi disegni sulla vostra anima inviandomi a voi in questo modo; se potessi dirvi quel che so a tal riguardo!… Grande è l’amore di Gesù per voi! Quante delicatezze, quante sollecitudini Egli ha avuto a vostro riguardo. Né Lo scoraggiano le vostre indifferenze! A volte, quanto siete fredda, dimentica nei riguardi di un Dio sì buono! ChiedeteGli perdono di tutte queste mancanze e agite con Lui come un figliuolo agisce col migliore dei padri. Non abbiate paura d’infastidirLo. A me piace veder la fiducia nel vostro cuore. Cercate sempre di farGli piacere, dal primo destarvi fino alla sera, senza mai ascoltare i moti della vostra natura.

L’unica nostra riconoscenza sia il nostro Gesù, l’unica nostra pace, l’unica nostra gioia, l’unico nostro regalo, l’unico nostro dono sia Gesù!

“Che cosa vuoi che ti regali per quella cosa bella che hai fatto?” Mi puoi regalare Gesù? No? Allora niente! Non mi interessa! È Gesù che si regala a me e questo mi basta! Tutto il resto, se viene bene, se non viene va bene lo stesso! Tutto il resto non è niente a confronto con Gesù”. È vero che Gesù non si lascia vincere in generosità ed è anche vero che non si lascia scoraggiare dalle nostre indifferenze e freddezze. E impariamo anche a chiedere perdono, a dire: “Mamma, Gesù, come sono stato… sciocchino! Sono stato distratto, freddo, come mi sono dimenticato di Te, Gesù! Come sono stato superficiale! Come ho goduto di più della compagnia delle creature che della Tua presenza!” 

E non temiamo mai di disturbare Gesù: mai avere le paure sciocche di poter disturbare il Signore!

Se non avanzate più speditamente nella perfezione, è perché la vostra volontà non è abbastanza unita a quella di Dio. Ricercate troppo voi stessa. A momenti avete paura di voi medesima. Gesù sopporta pazientemente tutti questi indugi!… Chi ci rimette in questo? Voi! Eppure, se sapeste quali grazie vi riserva, com’Egli desideri d’unirsi a voi, la dareste questa volontà ribelle, che oggi vuole e domani non più, a Colui che ve la chiede con una sì grande bontà e soprattutto con tanto amore!

Gesù non vi lascerà in pace fino a che non avrete raggiunto la perfezione, in cui vuol vedervi. Fate tutto quel che volete; fin tanto che la vostra volontà non ne formerà una con la sua, fino a quando vi sarà un ritorno su voi stessa, e tutte le vostre azioni non saran compiute sotto il suo sguardo divino, per far piacere a Lui, non avrete la pace né la calma interiore!

Il Signore si aspetta da noi che la nostra volontà si unisca alla Sua volontà; si aspetta da noi che facciamo della nostra volontà una sola volontà con Lui. Certo, uno potrebbe anche dire: “Come si fa?”. Beh, guardate, io credo che il modo migliore sia quello di educarci ad andare contro noi stessi: impariamo ad andare contro noi stessi, a fare esattamente il contrario di quello che vorremmo e a dirci: “Gesù, che cosa farebbe al mio posto?”. Nessuno si immagina Gesù che tratta male qualcuno, o che è pigro, o che non ha voglia di pregare, o che non ha desiderio di essere in rapporto intimo con il Padre e quindi di confessarsi frequentemente… Gesù ci spinge a confessarci frequentemente! 

Gesù ha fatto molto per voi e ancor di più farà in avvenire, ma bisogna che corrispondiate alle sue grazie e che siate molto generosa. Le anime giunte alla perfezione, che Gesù richiede da esse, sono padrone del suo Cuore: Egli non nega loro nulla. Quando sarete lì giunta, Gesù e voi sarete una sola cosa. Saran gli stessi sentimenti, gli stessi pensieri, gli stessi desideri. Siate, dunque, buona, affrettatevi a divenire una gran Santa per procurare molta gloria al vostro unico Amico, che attende quel momento per riversare a torrenti le sue grazie su voi.

Nel momento in cui le due volontà si uniranno, allora avremo “gli stessi sentimenti, gli stessi pensieri, gli stessi desideri”, tutto! Condivideremo tutto e Gesù ci aprirà il Suo Cuore, perché Gesù, lui sì che sa donarsi interamente! Gesù sa donarsi interamente!

Ancora non fate abbastanza sforzi per vigilare sul vostro interiore e per serbare la divina presenza del vostro Gesù. Provatevi, sforzatevi e sarete ben aiutata. Gesù attende solo un po’ di buona volontà ed Egli farà il resto. Dite a voi stessa ogni giorno: dacché Gesù mi concede tante grazie particolari, cosa son divenuta? Cosa dovrei essere? Che sarei se vi avessi sempre ben corrisposto? Tali riflessioni meditate alcuni minuti faran del bene alla vostra anima. Rifletteteci seriamente; quanto or ora vi ho detto è la volontà del buon Dio. Egli vuole anche che lavoriate seriamente alla vostra perfezione, poiché dalla vostra ne dipendono molte altre.

Dobbiamo veramente impegnarci tantissimo per vigilare sulla nostra interiorità e sulla Divina Presenza di Gesù. Non dobbiamo spaventarci se questa cosa ci sembra difficile, perché il Signore ci aiuta, ci aiuta il pensare di essere chiamati ad essere molto di più e molto meglio di quello che siamo; siamo chiamati a corrispondere a ciò che il Signore vuole che siamo, E questo non deve farci venire chissà quale — come dire? — tristezza, avvilimento o il pensiero di dire: “Però, non ci sono ancora riuscito!”. No, se non ci sono riuscito, ci riuscirò: il non essere riusciti non significa che non ci riuscirò, vuol dire che non ci sono riuscito per ora, che mi sto impegnando, che ci riuscirò in futuro! Non ci deve mai avvilire la constatazione del nostro peccato perché, se ci avviliamo, vuol dire che noi diamo troppo spazio al nostro amor proprio; dobbiamo piuttosto essere sereni e dire: “La verità ci fa liberi!”; non avere paura della verità! “No, ma se io vedo il mio stato, mi avvilisco!” Significa che sei troppo pieno di amor proprio! Invece noi dobbiamo essere pieni di amore di Dio: se il Signore ci fa verità, se entra in noi con se stesso, noi possiamo vedere e dire: “Con le grazie ricevute oggi dovrei essere lì, ma non ci sono. Adesso chiedo a Gesù la grazia per arrivarci; chiedo ogni giorno a Gesù la grazia per arrivarci”. 

Quindi dobbiamo lavorare molto per la nostra perfezione, perché dalla nostra perfezione — ed è vero — dipendono molte altre vite cristiane, molti altri cammini di perfezione.

Allora quest’oggi chiediamo questa grazia al Signore e mi raccomando: sempre colmi di speranza e di fiducia! 

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

Post Correlati