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Il manoscritto del Purgatorio, parte 40

Il manoscritto del Purgatorio

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: “Il manoscritto del Purgatorio” di sabato 7 gennaio 2023

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

VANGELO (Mt 4, 12-17. 23-25)

In quel tempo, quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
«Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,
sulla via del mare, oltre il Giordano,
Galilea delle genti!
Il popolo che abitava nelle tenebre
vide una grande luce,
per quelli che abitavano in regione e ombra di morte
una luce è sorta».
Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».
Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. La sua fama si diffuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì. Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a sabato 7 gennaio 2023.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo quarto del Vangelo di san Matteo, versetti 12-17; 23-25.

Oggi è il primo sabato del mese ed è il primo sabato dell’anno nuovo; viviamo santamente questo Primo Sabato in onore del Cuore Immacolato di Maria con la pratica dei Primi Cinque Sabati.

Che cos’è questa pratica? Come si fa?

Trovate tutto sul sito www.veritatemincaritate.com nella Homepage scendete fino alla sezione “Vuoi scaricare i libri e i PDF di p. Giorgio Maria Faré?”. Cliccate lì e nella pagina che si apre, scendendo troverete un PDF verde che porta le immagini dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria sulla copertina. Lo potete scaricare, stampare, fare quello che desiderate; non costa niente, non c’è nessuna offerta da fare; lo potete diffondere… fate come volete. Lì trovate tutto quello che è necessario sapere – e va letto con molta attenzione – per fare bene la pratica dei Primi Cinque Giovedì, dei Primi Nove Venerdì e dei Primi Cinque Sabati del mese.

Prima di dedicarci alla lettura e meditazione sul Manoscritto del Purgatorio, solo una piccola annotazione.

Avete sentito nel Vangelo letto: “tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì”. Chi dice che i casi di esorcismo compiuti da Gesù di cui si parla nei Vangeli non riguardavano, in realtà, indemoniati, ma epilettici, dice una grande falsità: infatti, come avete ascoltato, gli epilettici erano epilettici, gli indemoniati erano indemoniati. Vedete quindi che già l’evangelista distingue molto bene. A parte che Gesù è Dio e penso che nessuno di noi abbia bisogno di insegnare al Figlio di Dio la distinzione tra epilettico e indemoniato e credo che nessun scienziato, dall’anno zero a quando finirà il mondo possa avere la presunzione di dire: “Adesso, Dio, ti insegno io che cosa voglia dire essere dottori e scienziati”. A parte questo, a parte il fatto che è già un insulto alla divinità di Gesù pensare che Gesù abbia confuso un indemoniato con un epilettico; si aggiunge il fatto che, quando scrive, l’evangelista Matteo distingue molto bene. Se ci possono essere manifestazioni o sintomi simili, questo non significa che sia la stessa situazione e la stessa sofferenza. Detto questo, possiamo avere certezza del fatto che, quando gli evangelisti parlano di indemoniati e quando Gesù ha a che fare con indemoniati, ha davvero a che fare con indemoniati, non ha a che fare con altro, anche perché un epilettico non si chiama “legione” e non è posseduto da uno spirito muto… un epilettico, poverino, è un epilettico e ha una malattia ben precisa che non c’entra niente con “Noi sappiamo chi Tu sei: Tu sei il Figlio di Dio; non ci tormentare, non mandarci nella mandria dei porci”. Sono cose che non esistono in un epilettico, ma in un indemoniato. Sono cose ben distinte.

Proseguiamo con la nostra lettura.

Gesù ha un amore sì grande per voi che vuol colmarvi delle sue grazie d’elezione, di favori particolari, che ordinariamente concede solo ai suoi amici intimi. Affrettate con le vostre preghiere ed i vostri sacrifici il felice momento che vedrà l’unione divina che Gesù vuol contrarre con la vostra anima.

Questa mi pare una cosa abbastanza logica e molto normale: noi diamo il meglio di noi stessi e la parte più intima di noi stessi a chi? Agli amici più intimi! Se una persona non ci è intimamente amica, non ci viene il pensiero di comunicare chissà quale intima realtà che stiamo vivendo; e allora è molto importante affrettare con le nostre preghiere e i nostri sacrifici l’intimità divina della quale da molto tempo stiamo parlando.

Riconoscete dinanzi a questo divino Amico l’estensione della vostra indigenza, l’abisso delle vostre miserie e lasciateLo fare. L’arricchire i più miseri è il proprio del suo amore. Maggiormente rifulge allora la sua bontà.

Come vi ho detto ieri o ieri l’altro, noi non dobbiamo avere paura della nostra miseria, della nostra indigenza: dobbiamo aver paura solo del nostro non confidare in Dio, della nostra disperazione, della mancanza di fede, dell’abbandono: se noi ci scopriamo poveri e miseri, dobbiamo ricordarci sempre che il proprio del suo Amore è il fare ricchi i poveri e i miseri. Quindi noi dovremmo proprio sapere davanti a Gesù Eucarestia dicendo: “Gesù, pensaci tu!”, come suggeriva don Dolindo Ruotolo… “Gesù, pensaci tu!”, lasciamo fare al medico celeste per eccellenza… lasciamolo operare!

Oh! amate molto Gesù. Aderite a Lui più strettamente di quanto si possa immaginare. Aderitevi con tutte le potenze del vostro cuore, sì da vivere unicamente per il suo santo amore!

Vedete questo richiamo costante, continuo, ripetuto e ripetitivo a “essere uniti a Gesù, aderire a Gesù, vivere unicamente per il Suo Santo Amore”.

Per amor di Gesù, amate tutte le persone che vi circondano e quelle con cui avete delle relazioni. Non abbiate timore di spendervi in gentilezze, preghiere, abnegazione, sollecitudini nei loro riguardi. Più un’anima ama Gesù, più essa ama i suoi simili.

Dobbiamo imparare ad avere atteggiamenti buoni, cortesi, dolci verso gli altri: vedete, quando noi iniziamo a misurare la carità, a “pesare” la carità, allora la carità diventa pesante. Ricordatevi questo motto: quando inizio a misurare la carità, la carità diventa pesante! La carità non abita in un cuore gretto e meschino: la carità di Gesù non abita in un Cuore calcolatore! La carità è un fuoco che consuma e un fuoco, quando è acceso, continua a consumare: quando è al caldo, quando è al freddo… il fuoco consuma sia che tu sia a letto a dormire, sia che tu sia in piedi a correre… il fuoco arde e consuma in continuazione: questa è la verità! Chi vive di carità consuma sempre, chi vive di carità si auto-consuma in nome della carità di Gesù, sull’esempio della carità di Gesù, partecipando al fuoco intimo del Cuore Eucaristico di Gesù!

È tanto anti-cristico quando qualcuno ci chiede qualcosa, una cortesia, un favore, una informazione e noi vediamo quel divenire presente dell’altro nella nostra vita come un’invadenza, meglio… come un’interruzione, come un ostacolo ai nostri progetti. 

Tutti i nostri disordini, i nostri pasticci, le nostre perdite di tempo, le nostre chiacchiere, la nostra mala organizzazione non ci creano un problema, i diritti della nostra pancia sono sacri, nessuno li può toccare perché sono sacri. Ma se un fratello o una sorella (si tratta proprio di questo) ci disturbano, anche solo banalmente con una domanda o una richiesta, quello immediatamente viene percepito come un ostacolo, un rallentamento alla nostra programmazione di cose da fare. “Più un anima ama Gesù, più essa ama i suoi simili”: certo, ma se uno non ama Gesù, non può amare i suoi simili! Bisogna vedere se ama Gesù! Alle volte noi crediamo di amare Gesù, ma in realtà vestiamo con i panni dell’amore di Dio il nostro egoismo che non c’entra niente con l’amore di Dio. 

Impariamo ad avere una grande gentilezza nei confronti di chi abbiamo accanto e non dimentichiamo che il Signore ama chi dona con gioia, non chi dona borbottando esteriormente e/o interiormente: il Signore vede quando noi facciamo la carità pelosa e non la benedice: Gesù non benedirà mai la carità pelosa che (sapete?) è destinata a finire, non può durare agli occhi di Dio, non può entrare nella vita eterna!

Non datevi pena se non sono ancora in Cielo. È vero che vi ho detto: “Non vi entrerò se non il giorno in cui sarete giunta alla perfezione che il buon Dio richiede da voi”. Ciò nonostante, non crediate che ci arriverete in un attimo all’alta perfezione cui Gesù vi chiama. Vi sono tanti gradi nella perfezione, e non il primo da voi si esige. Voi sapete che Gesù vi ama, sebbene siate lontana dallo stato in cui vuol vedere la vostra anima. Lui sa, questo caro Amico, che occorrerebbe un miracolo per giungere a quello stato perfetto ch’Egli esige da certe anime e tale miracolo, non vuol farlo. Bisogna salire a poco a poco quel sentiero, talvolta sì aspro per la natura. Per raggiungere la mèta che Gesù vuole che raggiungiate, è necessario che siate morta totalmente a voi stessa, che non abbiate più né volontà né amor proprio. Ancora non ci siete arrivata. 

Il Signore vuole che noi saliamo il monte della perfezione passo dopo passo, senza sperare alcun miracolo: il miracolo è “rinnovare ogni mattina e ogni sera il nostro desiderio di essere amici di Gesù”… questo è il miracolo! 

Devo dirvi una cosa bellissima che mi è venuta in mente adesso e ve la devo dire subito, se no me la dimentico!

Dopo Natale mi ha scritto uno di voi, una signora – ora che stavamo parlando di perfezione mi è venuto in mente – “Padre, mi perdoni se la disturbo, ma devo raccontarle il mio Natale”; bisogna dire che è stata brava, molto precisa e molto sintetica e mi ha raccontato una cosa bellissima che hanno fatto e che voglio raccontare anche a voi. 

Vediamo se ritrovo la mail… così vi racconto le cose in modo preciso… innanzi tutto hanno pregato insieme il pomeriggio di Natale e c’è stata quindi una bella esperienza e poi dice: “Le sue omelie meravigliose su san Pier Giuliano Eymard hanno dato frutto: da luglio, il terzo sabato di ogni mese, nella nostra parrocchia teniamo un’ora di Adorazione Eucaristica e, per renderla un po’ speciale, doniamo un mazzo di rose a Gesù. All’inizio, entrando in chiesa – vedete l’amore com’è fantasioso e creativo? – ognuno prende una rosa e la tiene per tutto il tempo. Alla fine, dopo la benedizione finale, la porta a Gesù e la pone in un vaso sull’altare ai piedi del Santissimo Sacramento.” 

Bellissimo perché questa cosa diventa il simbolo della nostra preghiera, del nostro amore, della nostra Ora Santa: prima la teniamo noi e poi la diamo… stupenda questa cosa… sono stati bravissimi! E poi dice: “La prima volta fu molto intima, con pochi invitati, ma ci lasciò con una tale gioia nel cuore che eravamo convinti di dover continuare: poco importava se la partecipazione fosse stata ampia o scarsa perché stare con Gesù era ed è la cosa più importante!”. Bellissimo: leggo queste parole e mi dico: “Posso andare in pensione!”

Siete diventati bravissimo: molto bene! Questa frase dovrebbe diventare – come dire? – il motore della vita di ognuno di noi, soprattutto dei sacerdoti: “Poco importa se la partecipazione è ampia o scarsa: stare con Gesù era ed è la cosa importante!”. Verissimo! Quindi non stare lì a contare quanta gente viene alla tua Messa, alla conferenza, quanta gente risponde… fallo per il Signore e basta! 

Sentite che cosa dice poi: “Nel giro di circa sei mesi, sono aumentate le persone che partecipano: da circa otto della prima volta, a quindici, per arrivare a sabato scorso, 17 dicembre, a una ventina. Se fosse stato presente, penso che le si sarebbe riempito il cuore dalla gioia nel vedere le persone inginocchiarsi con amore davanti al Santissimo Sacramento e donargli ciascuno una bellissima rosa! Il mazzo alla fine era enorme!”

Oh, sì: leggendo queste parole, il mio cuore si è riempito di gioia immensa, certo! Leggere queste parole, immaginarvi, immaginare tanti altri che, come questa signora, avranno fatto cose simili; immaginare il gesto di questa rosa bellissima donata al Santissimo Sacramento, questo mettersi in ginocchio, in ginocchio davanti a Gesù … sono le gioie di un sacerdote. Quando ho terminato di leggere questa bellissima testimonianza, ho detto: “Gesù, questo è uno dei miei regali di Natale che assolutamente non meritavo e che il Signore ha voluto farmi perché è buono!” È uno dei regali per cui uno dice: “Pensa un po’ le persone quanto amano Dio!” Poi dicono che non c’è più fede! La fede c’è e come! Forse siamo noi a non aver più fede, ma la fede c’è!

La suora del Purgatorio poi dice che per salire questo sentiero bisogna essere morti a se stessi, non aver più volontà né amor proprio, tutto in Dio, tutto sempre e solo in Dio! E allora ci dice:

 Così, quando vi si accusa a torto, (ad esempio: “Tu hai rovesciato il latte” e non è vero) quando vi si attribuiscono intenzioni che non avete (ben sapete a che cosa voglio alludere) (ad esempio: “Tu hai fatto questa cosa perché volevi… perché avevi in mente quest’altra questione” e tu pensi: “Ma io veramente non avevo proprio in mente la tal cosa”), ebbene, non bisogna che tali cose vi turbino. Il buon Dio permette tutto questo, al fine di darvi modo di rinunziare a voi stessa e d’aderire unicamente a Lui. 

Capite? Uno chiede: “Ma io come faccio? Come faccio a rinunciare a me stesso? Come faccio ad aderire totalmente a Gesù?”. Così: quando sei accusato a torto e ti attribuiscono intenzioni che non sono tue, stai zitto, lascia stare, non giustificarti, non rispondere, non dire: “No, ma io intendevo…” “Ma chi ti ha detto che io avevo questa intenzione? Ne avevo un’altra!” 

Silenzio! Difficile, difficilissimo: altro che fare il digiuno, qui è molto di più! Altro che metterci lì a fare chissà che cosa… molto, molto, molto di più! Poi, certo: il digiuno serve per poi arrivare qui, ma sicuramente questa è una forma di penitenza difficilissima! Quindi il buon Dio permette questo per darti la possibilità di rinunciare a te stesso per aderire a Lui.

Egli vuole che giungiate al punto in cui nulla turbi in voi la calma interiore: pene, gioie, contrarietà, tutto passi indifferentemente. 

Ecco, vedete? Il Signore vuole che noi non siamo turbati da niente che sia umano perché poi tutto passa: che cosa ti interessa, che importanza vuoi che abbia che pensino che tu sei in un modo o in un altro; che importanza vuoi che abbia che cosa la gente dice, pensa? “E tu hai fatto, e tu hai detto…?” E allora? Che cosa interessa? Che valore ha il pensiero delle altre persone? Che valore hanno le parole delle persone? Niente! Sono un flatus vocis, sono niente, sono niente! Quello che conta è solo ciò che pensa Dio, solo ciò che vuole Dio, ciò che conosce Dio, non le persone! Le persone oggi ti dicono che sei un santo e domani che sei un demonio. Le persone la domenica cantano “Osanna al Figlio di David”, mercoledì ti tradiscono e giovedì ti vengono a prendere con i bastoni… le stesse persone! E al venerdì cantano il “Crucifige!”. 

Quindi il Signore vuole che nulla turbi la tua pace la tua calma interiore!

Lui solo, intendete bene, vuole dominare tutte le potenze della vostra anima, soddisfare tutti i suoi desideri, appagare pienamente il vostro cuore ed essere per voi tutto in tutto; e non è questa, siatene certa, l’opera di un giorno.

Dio ti dice: “Tu guarda me”; Gesù ti dice: “Tu pensa a me, tu preoccupati di me, pensa a me, lascia perdere quello che dicono e quello che fanno”. 

Se starai ascoltando la meditazione stamattina, impostati già così; prova a dirti: “Oggi, Gesù, voglio cominciare ad allenarmi su questa cosa. Sicuramente succederà che qualcuno mi dirà qualcosa di storto, di sbagliato, che qualcuno mi accuserà di qualcosa che non ho fatto: silenzio! Voglio riposare in Te, Gesù; voglio che sia Tu a soddisfare i miei desideri, che sia tu ad appagare pienamente il mio cuore. Voglio essere solo tuo; quel che dicono e quel che fanno le persone a me non interessa e quel che dicono e fanno di me non mi interessa: quel che conta sei solo Tu, Gesù!”

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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