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Il Salterio di Gesù e di Maria del Beato Alano della Rupe, parte 6

Il Salterio di Gesù e di Maria del Beato Alano della Rupe

Meditazione

Pubblichiamo l’audio del ciclo di meditazioni dal titolo: “Il Salterio di Gesù e di Maria del Beato Alano della Rupe” di giovedì 6 ottobre 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

VANGELO (Lc 11, 5-13)

In quel tempo, Gesù disse ai discepoli:
«Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione

Il Salterio di Gesù e di Maria del Beato Alano della Rupe, parte 6

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a giovedì 6 ottobre 2022.

Oggi ricordiamo san Bruno, sacerdote e monaco, e ricordiamo anche che è il Primo Giovedì del mese di ottobre: sappiamo quanto è importante la pratica dei Primi Sei Giovedì… io rileggo la promessa fatta il 25 febbraio 1949 da Gesù alla beata Alexandrina Maria da Costa. Tutte le pratiche dei Primi le trovate sul sito

veritatemincaritate.com

Andate sulla Home Page del sito, scorrete fino in basso e nella sezione ‘Libri scritti da Padre Giorgio Maria’ trovate pubblicati tutti i pdf che ho preparato: quello dei Primi; quello delle Preghiere davanti alla Santa Eucarestia; quello su come prepararsi alla Santa Confessione e altri. Non è richiesta offerta di alcun tipo, se non almeno un’Ave Maria davanti al Tabernacolo. Potete scaricarli, stamparli, diffonderli: quello che conta è fare conoscere tutti questi copia-incolla da fonti autorevoli.

Alla beata Alexandrina Maria da Costa Gesù dice:

Figlia mia, fa’ che io sia riparato, amato e consolato nella mia Eucarestia. Fa’ sapere in nome mio che a quanti faranno bene la Santa Comunione con sincera umiltà, con fervore e amore per i primi sei giovedì consecutivi e passeranno un’ora di adorazione davanti al mio Tabernacolo in intima unione con me, prometto il Cielo. Di’ che onorino attraverso l’Eucarestia le mie Sante Piaghe, onorando per prima quella della mia Sacra Spalla così poco ricordata. Chi, al ricordo delle mie piaghe unirà quello dei dolori della mia Madre benedetta e per loro ci chiederà grazie spirituali o corporali ha la mia promessa che verranno accordate a meno che non siano di danno per la loro anima. Nel momento della loro morte condurrò con me la mia Santissima Madre per difenderli.”

Poi nel pdf spiego che cosa è l’Ora Santa, l’ora che Gesù chiede di trascorrere davanti al Tabernacolo; per il Primo Giovedì, vi parlo della pratica della veglia riparatrice nella notte tra il giovedì e il venerdì o nel tardo pomeriggio del giovedì. In questa parte del pdf trovate quello che Gesù ha rivelato a Santa Margherita Maria Alacoque; trovate come Santa Margherita Maria viveva questa pratica… ci sono tante cose belle che vi possono essere utili.

Il Vangelo che abbiamo letto è tratto dal capitolo undicesimo di san Luca, versetti 5-13.

Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce?… quanto più il Padre vostro del cielo darà…

Che cosa? Non quello che voglio io! Gesù dice chiaramente che cosa dà il Padre: Egli dà una ‘cosa’ sola, l’unica cosa buona e necessaria, lo Spirito Santo.

Gesù non dice: “Il Padre vi darà quello che chiederete”. Questo è quello che noi dovremmo chiedere da mattina a sera: “O Padre, concedici la grazia dello Spirito Santo’. A questo mondo non serve altro, non abbiamo bisogno di altro.

Andiamo avanti con la nostra lettura del testo del beato Alano.

Capitolo quarto:

Perché nel Salterio ci stanno quindici Orazioni del Signore?

La devota mente dei fedeli può sollevare il dubbio del perché ivi ci stanno quindici Pater noster.

A questa cosa rispondo: 

  1. A motivo della visione avuta da San Bernardo, il quale apprese per divina rivelazione che, chi ogni giorno, per un intero anno, avrà detto quindici Pater noster, egli eguaglierà il numero delle ferite della Passione di Cristo. Le quali tutti i Cristiani devono onorare sommamente ed adorare. Infatti, nella Passione del Signore sono quindici i dolori principali che i Cristiani devono contemplare con venerazione: 

Voi sapevate questa cosa? Sapevate della visione di san Bernardo? Io non l’avevo mai sentita: dicendo quindici Pater Noster ogni giorno per un anno intero, eguaglieremo il numero delle ferite della Passione di Gesù! Dal giorno in cui inizieremo a recitare il Salterio di Gesù e di Maria, contando un anno intero, noi avremo eguagliato le ferite delle Passione di Gesù: che bello!

E quali sono i quindici dolori principali da contemplare?

1. La Cena dolorosa. 2. La cattura penosa. 3. L’oltraggioso schiaffo nella casa di Anna. 4. La derisione e la condanna nell’odiosa casa di Caifa. 5. Il trascinamento con grida di Cristo a Pilato. 6. L’ingiuriosa derisione di Cristo presso Erode. 7. La flagellazione sanguinosa di Cristo. 8. L’incoronazione di spine. 9. La blasfema derisione da parte dei soldati. 10. La condanna vergognosa. 11. Il carico faticoso della Croce. 12. La crocifissione dolorosa. 13. Il colloquio virtuoso di Cristo sulla Croce. 14. La straziante morte di Gesù. 15. La sepoltura gloriosa del Signore.

II. In verità questi dolori sono ad uno ad uno di così grande valore che, come il Signore Gesù rivelò alcune volte a San Bernardino e a Santa Brigida, ciascuno di essi supera di gran lunga tutto il valore del mondo intero e dell’universo creato. Per questo è giusto e cosa più sacra che i cristiani ricordino e venerino essi nelle quindici Orazioni del Signore nel Salterio. Dal momento che questa preghiera fu consegna agli apostoli da Gesù (Mt.6); dal momento che già in passato, nella Chiesa delle origini, il rito della Messa si concludeva con quest’unica preghiera come attestano le regole canoniche di San Gregorio. anche la Chiesa durante le singole Ore canoniche antepone quest’Orazione, come principio e fondamento delle preghiere della Chiesa.

Capitolo quinto.

Perché nel Salterio di Cristo e Maria ci sono centocinquanta Salutazioni Angeliche?

Secondo me, quello che vi leggo adesso è un capitolo bellissimo e importantissimo.

I. Questo non è per qualche superstizione, ma per imitazione della Chiesa: infatti il Salterio corrisponde ad altrettanti Salmi. Perciò veramente il popolo fedele in questo numero biblico, e per nulla privo di significato, si conforma alla devota Chiesa.

II. Ragione profetica: poiché Gesù e la gloriosa Maria sono profetizzati nel Salterio di Davide con altrettante loro virtù ed esimie eccellenze

III. Ragione Mistica: è in accordo con essi il molteplice mistero del numero già osservato di centocinquanta, sia riguardo alla costruzione dell’Arca, sia del Tabernacolo di Mosè, sia del Tempio di Salomone, sia riguardo alla visione di Ezechiele, per cui il nuovo computo e la forma del Tempio furono delineate a lui per divina rivelazione. Tuttavia il numero in sé produce una qualche immagine di un uguale numero, è indispensabile, come pure il sacro una cosa sacra, il biblico una cosa biblica. Allora nel Salterio di Gesù e di Maria il numero racchiude in sé la realtà proprio raffigurata nel Salterio di Davide.

Poi abbiamo la Ragione Morale che dimostra la stessa cosa. 

Infatti le quindici principali virtù cristiane sono queste: le tre virtù teologali: Fede, Speranza, Carità; le sette eccellenti virtù: Umiltà, Generosità, Castità, Amabilità, Astinenza, Pazienza e Devozione. Le quattro virtù cardinali: Prudenza, Giustizia, Temperanza, Fortezza: quest’ultima è accompagnata dall’Astinenza. Le due che rimangono sono: Religione e Penitenza. E’ necessario che tutte le altre virtù d’ogni realtà creata si riconduca alle stesse, così come esse si riconducono all’osservanza dei dieci Comandamenti di Dio. Allora di nuovo moltiplica quindici per dieci, e troverai in qualsiasi cristiano centocinquanta disposizioni morali assolutamente necessarie.

La Ragione Morale si trova pure in opposizione ai quindici vizi o peccati che sono: Infedeltà, Disperazione o Presunzione, Odio, Superbia, Avarizia, Lussuria, Invidia, Gola, Ira, Accidia, Imprudenza, Ingiustizia, Pusillanimità o Diffidenza, Empietà, Impenitenza. Essi si oppongono al Decalogo e senza difficoltà si moltiplicano ottenendo il risultato di centocinquanta.

Poi c’è la Ragione Naturale:

In ognuno di noi ci sono quindici potenze naturali e cinque sensi esterni conosciuti, cinque interiori, come Senso Comune, Immaginazione, Fantasia, Stima e Memoria, e cinque potenze superiori come Mutabilità, Sensualità, Intelletto Agente e Possibile e Volontà. Pure con esse Gesù e la Beata Maria, vollero servire Dio con il Decalogo per se stessi che per noi: ed occorre che le quindici disposizioni naturali siano moltiplicate al Decalogo e così si ottengono le centocinquanta opere meritorie, alle quali sono promessi premi in terra e altrettanti in Cielo; questo sia fermamente creduto da ciascun fedele. E chi mai esiterà con lo stesso numero a rendere culto e pregarli? 

Voi provate a pregare il Rosario, inteso come il Salterio di Gesù e di Maria, e vedrete coma la vostra vita cambia; vedrete come la vostra preghiera cambia.

Poi vi è una Ragione Sacra,

riguardo al Salterio delle tre cinquantine: ogni cinquantesimo anno del Giubileo che è di pace, di riposo e sacro per la libertà. Gesù e Maria come sono il Re e la Regina di tutte le cose, così lo sono anche del Giubileo, e questo sia in base alla Legge Naturale, sia anche in base a quella data a Mosè sul monte Sinai, nel cinquantesimo giorno dall’uscita di Israele dall’Egitto, sia in base alla Legge della Grazia, donata pienamente nel giorno di Pentecoste, il cinquantesimo giorno dopo la Resurrezione.

Ditemi se non solo cose bellissime…

Infine nei Cieli un tre volte più grande Giubileo della Visione, del Godimento e della Comprensione ci mostrerà ogni cosa, e la Teologia Cristiana renderà omaggio. E cos’altro come meritatissimo diritto, perché sia a Gesù che a Maria siano offerti nel Salterio tre cinquantine di preghiere in omaggio ad essi? A ragione dico: chi mai sarà tanto ingrato verso Dio, e immemore dei suoi doni, che non reputi giusto spendere quotidianamente una delle ventiquattro ore della giornata nel culto divino? E a buon diritto occuperanno essa le tre cinquantine secondo il Salterio. Infatti è giusto, anche se non sosterrò bene l’impegno, consacrare a Dio ogni giorno anche un tempo piccolissimo in un così grande genere di preghiera.

Beh, non ho fatto apposta a programmare per oggi questa lettura; io qui ci vedo dentro la nostra Ora Santa… “spendere quotidianamente una delle ventiquattro ore della giornata nel culto divino”… l’Ora Santa che, abbiamo imparato, va fatta soprattutto il Giovedì.

Ma ricordate quanto abbiamo letto nei testi di Monsignor Fulton Sheen sul sacerdozio? Il giorno della sua Ordinazione sacerdotale egli fece la promessa di trascorrere un’ora in preghiera ogni giorno davanti al Tabernacolo, e, tra l’altro, è morto davanti al Tabernacolo! Un sogno per un sacerdote!

E il beato Alano ci chiede: perché non reputiamo giusto consacrare al culto Divino una, solo una, delle ventiquattro ore che abbiamo nella giornata? E, a buon diritto, occupandola a recitare il Salterio di Gesù e Maria?

Per cui, quelli che obiettano che davanti all’Eucarestia non si deve recitare il Rosario dicono una scempiaggine teologica e liturgica, la più grande che si possa dire per quello che abbiamo letto in questi ultimi giorni!

Se c’è una cosa che davanti alla Eucarestia teologicamente, biblicamente e liturgicamente è ottimo fare, è recitare il Salterio di Gesù e Maria, per tutte le ragioni che in questi giorni abbiamo spiegato: non le ho inventate io, ma le hanno dette san Domenico, il beato Alano e, in primis, da Gesù e Maria.

E fate attenzione a questa frase che forse vi è sfuggita:

… è più conveniente e giusto, anche se non sosterrò bene l’impegno…

quindi non ti preoccupare se ti distrai, se fai fatica, se sarai incostante… non ti preoccupare:

è più conveniente e giusto, anche se non sosterrò bene l’impegno consacrare a Dio ogni giorno anche un tempo piccolissimo in un così grande genere di preghiera.

Perché ‘piccolissimo’? Su ventiquattro ore, un’ora data a Dio è un tempo piccolissimo!

Deve essere un tempo consecutivo? Non importa: puoi anche fare cinque minuti più cinque minuti, più cinque minuti: l’importante è dare a Dio un tempo consacrato a Lui! Almeno un’ora nella nostra giornata!

il Salterio di Gesù e di Maria certamente rivendica a sé il medesimo primo posto che si deve dare all’Orazione del Signore e all’Angelica Salutazione.

Certo, perché dentro ci sono tutto il Vangelo e tutta la Parola di Dio!

E qualcuno ancora penserà che quello possa andar vagando senza un numero stabilito? Anche il pagano Catone esclamò dicendo: A tutte le cose aggiungi una misura: la misura è una bellissima virtù. Ma il Salterio nella giusta misura non pecca né per prolissità, né per brevità: ma sta tra l’una e l’altra al centro di due estremi. Quindi consta logicamente in sé di un numero fisso di preghiere, così come pure di una misura di sufficiente devozione e di una libbra di merito.

Dice: abbiamo questo numero di centocinquanta e rispettiamolo!

Capitolo sesto.

Quale dei due precede l’altro, il Pater o l’Ave?

Riguardo a ciò la curiosa insaziabilità dei secolari domanderà: quale delle due preghiere ha più valore, l’Orazione del Signore o la Salutazione Angelica? Essi se conoscessero il detto del Filosofo: Sono odiosi i paragoni delle cose, porrebbero un dito sulla bocca. Invece io essendo imparziale, mi terrò sicuramente al centro: esporrò due riflessioni.

Impariamo questo detto: fare i paragoni è odioso. Non fate mai paragoni tra i vostri figli, tra le persone…

Prima riflessione:

  1. La prima è che l’Orazione del Signore in cinque maniere supera l’Annunciazione del Signore: 
  1. Per l’Autore: infatti la disse Cristo, invece l’Ave la disse l’Arcangelo. 
  2. Per la forma della preghiera: essa infatti ha l’andamento della preghiera, più rispondente della Salutazione. 
  3. Per il contenuto: essa contiene infatti espressamente sia tutti i beni da chiedere, sia i mali da allontanare, mentre la Salutazione soltanto implicitamente. Così afferma il Beato Alberto Magno, sopra citato, scrivendo su Agostino.
  4. Per il fine: l’Orazione del Signore indiscutibilmente fu data alla Chiesa per pregare, non così invece la Salutazione. 
  5. In sintesi: l’Orazione del Signore risponde di più all’umano sentire, all’intelligenza, all’utilità e alla necessità come attestano le sette richieste; la Salutazione invece tocca più la persona di Cristo e di Maria, che la nostra miseria.

Seconda riflessione:

II. L’Angelica Salutazione per cinque motivi supera l’Orazione del Signore: 

  1. Per l’oggetto: poiché la Salutazione è rivolta alla persona della Madre di Dio, che da sola è più degna della Chiesa militante, a motivo della grazia della quale è stata data l’Orazione del Signore. 
  2. Per la materia, perché l’Orazione del Signore conviene ai soli peccatori, come a quelli ai quali occorre pregare: Rimetti a noi i nostri debiti... Non può invece rivolgersi a Cristo e a Maria, perché puri da ogni peccato, e l’hanno pregata solo a nome della Chiesa; invece l’Angelica Salutazione poteva anche essere recitata piamente da Gesù e da Maria. 

Non dimentichiamo che al tempo del beato Alano non c’era ancora l’Ave Maria completa come la conosciamo noi, cioè non c’era la parte della supplica dei peccatori.

  1. Per il fine ossia per la forma: poiché nell’Incarnazione, il contenuto interno alla forma era il divino e non l’umano; il contenuto invece dell’Orazione del Signore è limitato in quanto è richiesta dei beni creati e allontanamento dei mali, che formalmente sono cose limitate. Perciò la Salutazione è più eccellente dell’Orazione del Signore. 
  2. Per il valore: poiché l’Annunciazione è annunciatrice di Cristo, autore della preghiera del Signore, e insieme principio del Nuovo Testamento, ma di ambedue le cose non lo è l’Orazione del Signore; e tutte le somme eccellenze di Cristo e di Maria sono così presenti in essa, che si comprende che queste derivino dalla medesima, ma assai poco dall’Orazione del Signore, che è un’opera di valore del Cristo.

Beh, insomma: proprio per questo noi le diciamo entrambe, capendo quanta completezza c’è nel Salterio di Gesù e di Maria.

Noi ci fermiamo qui e proseguiremo domani.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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