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Ciclo di catechesi – “La Santissima Eucarestia nel Magistero della Chiesa e nei Santi” – Lezione 10

Catechesi Eucarestia 2016-17

Catechesi di lunedì 7 novembre 2016

Ciclo di catechesi “La Santissima Eucarestia nel Magistero della Chiesa e nei Santi”

Relatore: p. Giorgio Maria Faré

Ascolta la registrazione della catechesi:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

Le catechesi di p. Giorgio Maria Faré si tengono ogni lunedì alle 21 presso il Convento dei Padri Carmelitani Scalzi di Monza, con ingresso dal parcheggio di Via Boito 2.

Scarica il testo della catechesi [udesign_icon_font name=”fa fa-file-text” size=”1em”] 

LA SANTISSIMA EUCARESTIA NEL MAGISTERO DELLA CHIESA E NEI SANTI – LEZIONE 10

Questa sera, nel nostro percorso di catechesi sulla SS Eucarestia iniziamo ad affrontare questo documento molto importante:

“L’ISTRUZIONE REDEMPTIONIS SACRAMENTUM”

Della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei Sacramenti, il titolo è:

“Redemptionis Sacramentum. Su alcune cose che si devono osservare ed evitare circa la SS Eucarestia”

È del 2004, è ancora vigente, è un’istruzione non lunghissima, molto densa, e che ci fa capire bene tutto quello che dobbiamo sapere inerente alla disciplina sull’Eucarestia.

Cominciamo la lettura di questo documento e il commento di questo documento, partendo dalla conclusione.

Siamo al n.185, leggiamo la conclusione, perché la conclusione ci colloca, ci fa capire dove siamo con questo documento così importante.

Conclusione

“[185.] «Ai germi di disgregazione tra gli uomini, che l’esperienza quotidiana mostra tanto radicati nell’umanità a causa del peccato, si contrappone la forza generatrice di unità del Corpo di Cristo. L’Eucaristia, costruendo la Chiesa, proprio per questo crea comunità fra gli uomini».[291] Pertanto, questa Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti si augura che, anche mediante l’attenta applicazione di quanto richiamato alla mente nella presente Istruzione”

L’attenta applicazione

Bisogna applicare le cose che qui sono scritte, bisogna conoscerle e applicarle.

“l’umana fragilità intralci in misura minore l’azione del Santissimo Sacramento dell’Eucaristia”

C’è una fragilità umana ma grazie a questa istruzione, l’intralcio, il peso di questa umana fragilità, risulti ridotto al minimo possibile.

“e, rimossa ogni irregolarità, bandito ogni uso riprovato, per intercessione della Beata Vergine Maria, «donna eucaristica»,[292] la presenza salvifica di Cristo nel Sacramento del suo Corpo e del suo Sangue risplenda su tutti gli uomini.”

“[186.] Tutti i fedeli partecipino, secondo le possibilità, pienamente, consapevolmente e attivamente alla Santissima Eucaristia,[293] la venerino con tutto il cuore nella devozione e nella vita. I Vescovi, i Sacerdoti e i Diaconi, nell’esercizio del sacro ministero, si interroghino in coscienza sulla autenticità e sulla fedeltà delle azioni da loro compiute a nome di Cristo e della Chiesa nella celebrazione della sacra Liturgia. Ogni ministro sacro si interroghi, anche con severità, se ha rispettato i diritti dei fedeli laici”

Se ha rispettato i vostri diritti.  Voi avete dei diritti che vanno rispettati anche da noi sacerdoti.

“Che affidano a lui con fiducia se stessi e i loro figli, nella convinzione che tutti svolgono correttamente per i fedeli quei compiti che la Chiesa, per mandato di Cristo, intende adempiere nel celebrare la sacra Liturgia.[294] Ciascuno ricordi sempre, infatti, di essere servitore della sacra Liturgia.[295]”

Nessuno è padrone della Sacra Liturgia. Nessuno. Siamo tutti servi nella Sacra Liturgia. Il Capo è uno solo ed è Cristo.

“Nonostante qualunque cosa in contrario. Questa Istruzione, redatta, per disposizione del Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti d’intesa con la Congregazione per la Dottrina della Fede, è stata approvata dallo stesso Pontefice il 19 marzo 2004, nella solennità di san Giuseppe, il quale ne ha disposto la pubblicazione e l’immediata osservanza da parte di tutti coloro a cui spetta.”

Quindi bisogna conoscerla, studiarla, amarla e applicarla, e obbedire a quello che qui è scritto.

Allora cominciamo la lettura: PROEMIO

Qui nel Proemio, art.1, già in questo Proemio troveremo il mondo di cose importantissime da sapere e da studiare.

PROEMIO

“[1.] Nella Santissima Eucaristia la Madre Chiesa riconosce con ferma fede, accoglie con gioia, celebra e venera con atteggiamento adorante il sacramento della Redenzione,[1] annunciando la morte di Cristo Gesù, proclamando la sua resurrezione, nell’attesa della sua venuta nella gloria,[2] come Signore e Dominatore invincibile, Sacerdote eterno e Re dell’universo, per offrire alla maestà infinita del Padre onnipotente il regno di verità e di vita.[3]

[2.] La dottrina della Chiesa sulla Santissima Eucaristia, in cui è contenuto l’intero bene spirituale della Chiesa, ovvero Cristo stesso, nostra Pasqua,[4] fonte e culmine[5] di tutta la vita cristiana, il cui influsso causale è alle origini stesse della Chiesa,[6] è stata esposta con premurosa sollecitudine e grande autorevolezza nel corso dei secoli negli scritti dei Concili e dei Sommi Pontefici. Recentemente, inoltre, nella Lettera Enciclica «Ecclesia de Eucharistia» il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II ha nuovamente esposto sul medesimo argomento alcuni aspetti di grande importanza per il contesto ecclesiale della nostra epoca.[7]”

Ci stiamo introducendo a toccare il cuore della nostra Fede, il cuore della Chiesa che è l’Eucarestia. Abbiamo già visto nel Concilio di Trento tutto quello che c’era da vedere, adesso lasciamoci condurre, sappiamo che stiamo assistendo ad un intervento di cardio liturgia spirituale. Noi vedremo in tutto questo tempo che leggeremo questo testo, noi vedremo il cuore battente della Chiesa, lo studieremo, vedremo bene da vicino tutto quello che riguarda l’Eucarestia.

“In particolare, il Sommo Pontefice, affinché la Chiesa tuteli debitamente anche al giorno d’oggi un così grande mistero nella celebrazione della sacra Liturgia, ha dato disposizione a questa Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti[8] di preparare, d’intesa con la Congregazione per la Dottrina della Fede, la presente Istruzione, in cui fossero trattate alcune questioni concernenti la disciplina del sacramento dell’Eucaristia. Quanto appare in questa Istruzione va, pertanto, letto in continuità con la citata Lettera Enciclica «Ecclesia de Eucharistia». Tuttavia, non si ha l’intenzione di offrire in essa l’insieme delle norme relative alla Santissima Eucaristia, quanto piuttosto di riprendere con tale Istruzione alcuni elementi, che risultano tuttora validi nella normativa già esposta e stabilita, per rafforzare il senso profondo delle norme liturgiche,[9] e indicarne altri che spieghino e completino i precedenti, illustrandoli ai Vescovi, ma anche ai Sacerdoti, ai Diaconi e a tutti i fedeli laici, affinché ciascuno li metta in pratica secondo il proprio ufficio e le proprie possibilità.

[3.] Le norme contenute in questa Istruzione si considerino inerenti alla materia liturgica nell’ambito del Rito romano e, con le opportune varianti, degli altri Riti della Chiesa latina giuridicamente riconosciuti.

[4.] «Non c’é dubbio che la riforma liturgica del Concilio abbia portato grandi vantaggi per una più consapevole, attiva e fruttuosa partecipazione dei fedeli al santo Sacrificio dell’altare».[10] Tuttavia, «non mancano delle ombre».[11] Non si possono, pertanto, passare sotto silenzio gli abusi, anche della massima gravità, contro la natura della Liturgia e dei sacramenti, nonché contro la tradizione e l’autorità della Chiesa, che non di rado ai nostri giorni in diversi ambiti ecclesiali compromettono le celebrazioni liturgiche. In alcuni luoghi gli abusi commessi in materia liturgica sono all’ordine del giorno, il che ovviamente non può essere ammesso e deve cessare.

[5.] L’osservanza delle norme emanate dall’autorità della Chiesa esige conformità di pensiero e parola, degli atti esterni e della disposizione d’animo. Una osservanza puramente esteriore delle norme, come è evidente, contrasterebbe con l’essenza della sacra Liturgia, nella quale Cristo Signore vuole radunare la sua Chiesa perché sia con lui «un solo corpo e un solo spirito».[12] L’atto esterno deve essere, pertanto, illuminato dalla fede e dalla carità che ci uniscono a Cristo e gli uni agli altri e generano l’amore per i poveri e gli afflitti.”

Noi abbiamo delle norme, potete metterlo su tutto quello che riguarda la Legge, applicatelo a tutte le norme ma in particolare a questo.

“L’osservanza delle norme esige conformità di pensiero e di parola”

Vuol dire che io sono chiamato a conformare il mio pensiero a queste norme. La mia persona si deve conformare su queste norme. Voi vedrete che queste norme sono di una chiarezza accecante, solo chi non le vuol vedere non le vede, solo chi non le vuole capire non le capisce. Sono talmente chiare che solo una volontà cattiva le può prendere e interpretare al contrario. Occorre conformità di pensiero e di parola, perché se no non siamo un solo Corpo e un solo Spirito.

“Degli atti esterni e delle disposizioni di animo”

  • Cosa vuol dire?

Che la mia anima deve essere conforme, cioè vuol dire, le devo amare queste norme. Devo capire la promessa di bene che sta dietro. Se non la capisco, il problema non è delle norme, è mio. Queste norme sono fatte per insegnare a me a rispettare nel modo più decoroso possibile la SS Eucarestia.

“Una osservanza puramente esteriore delle norme contrasta con l’essenza della sacra Liturgia”

Questo lo capiamo anche nel rapporto genitore e figli.

Un genitore è contento che un figlio faccia una cosa solamente perché lui gliela ha detta senza capire il perché?

No. Ci interessa che nostro figlio capisca, che tra tutte le cose, quella che gli sta dicendo la sua mamma è la migliore, è la più fruibile, perché lo ama. Il filtro è l’amore. La Chiesa, tra tutte le cose possibile, la tradizione, i santi e quant’altro, hanno filtrato per amore all’Eucarestia, ciò che noi dobbiamo ritenere, amare, conoscere e osservare.

“Le parole e i riti della Liturgia sono, inoltre, espressione fedele maturata nei secoli dei sentimenti di Cristo e ci insegnano a sentire come lui”

Le parole e i riti, ci insegnano a sentire con Gesù.

“[13] conformando a quelle parole la nostra mente, eleviamo al Signore i nostri cuori.”

I nostri cuori non si elevano al Signore perché c’è troppa superbia. Troppa superbia. Per cui noi non conformiamo a quelle parole la nostra mente, che tradotto vuol dire:

“Faccio quello che voglio. Faccio quello che mi piace. Faccio quello che mi sento. Quanto voglio e come voglio, e la legge la decido io.”

“Quanto detto nella presente Istruzione intende condurre a tale conformità dei sentimenti nostri con quelli di Cristo, espressi nelle parole e nei riti della Liturgia.”

Queste norme ci servono per conformarci al sentire di Gesù, per sentire con Cristo.

“[6.] Tali abusi, infatti, «contribuiscono ad oscurare la retta fede e la dottrina cattolica su questo mirabile Sacramento».”

Ad oscurare, gli abusi che vedremo, le retta fede, cioè vuol dire che con questi abusi tu perdi la fede retta nell’Eucarestia. Se ne va. Non c’è più. Non solo la fede retta, ma anche la dottrina cattolica. Ciò che è dottrinalmente vero e corretto, attraverso gli abusi, tu lo tradisci e lo rinneghi.

“[14] In questo modo si impedisce pure «ai fedeli di rivivere in un certo senso l’esperienza dei due discepoli di Emmaus: “E i loro occhi si aprirono e lo riconobbero”».[15] Davanti alla potenza e alla divinità[16] di Dio e allo splendore della sua bontà, particolarmente visibile nel sacramento dell’Eucaristia, si addice, infatti, che tutti i fedeli nutrano e manifestino quel senso dell’adorabile maestà di Dio, che hanno ricevuto attraverso la passione salvifica del Figlio Unigenito.[17]”

Tutti i fedeli nutrano e manifestino quel senso dell’adorabile maestà di Dio.

  • Dov’è che si manifesta? Voi vedete questa manifestazione? Voi vedete che oggi c’è la manifestazione nel comportamento nostro, dell’adorabile Maestà di Dio?

Questo testo sembra scritto nel 1200.

  • Chi è che usa più questi termini? Dove si vede questa manifestazione?

Finita la Messa gente che sale e che scende dal presbiterio. Le genuflessioni sono sparite, in ginocchio né prima, né dopo, né durante la Comunione, non c’è più.

  • Dove si vede questa manifestazione dell’adorabile maestà di Dio?

Non c’è più se non in rarissime occasioni e se la manifesti ti chiedono di che gruppo fai parte.

  • Ma tu sei cattolico?

Il nostro compito è manifestare.

“[7.] Gli abusi non di rado si radicano in un falso concetto di libertà.”

Con il Corpo di Cristo tu non sei libero di fare quello che vuoi.

“Dio, però, ci concede in Cristo non quella illusoria libertà in base alla quale facciamo tutto ciò che vogliamo, ma la libertà, per mezzo della quale possiamo fare ciò che è degno e giusto.[18]”

Io non sono libero di fare tutto quello che voglio, Dio non mi ha dato la libertà per fare tutto ciò che voglio io, ma per fare tutto ciò che è degno e giusto. In questo dovremmo esercitare la nostra libertà. Ed è facendo così che noi siamo veramente liberi.

  • Perché?

Perché stiamo lontani dal peccato.

Più noi siamo in grazia, più noi siamo liberi. Più noi pecchiamo, più noi siamo schiavi. Ci illudiamo di essere liberi, ma abbandonando Dio e tradendo la Sua Legge, noi diventiamo schiavi del peccato.

“Ciò vale invero non soltanto per quei precetti derivati direttamente da Dio, ma anche, considerando convenientemente l’indole di ciascuna norma, per le leggi promulgate dalla Chiesa. Da ciò la necessità che tutti si conformino agli ordinamenti stabiliti dalla legittima autorità ecclesiastica.

[8.] Si deve, inoltre, notare con grande amarezza la presenza di «iniziative ecumeniche che, pur generose nelle intenzioni, indulgono qua e là a prassi eucaristiche contrarie alla disciplina nella quale la Chiesa esprime la sua fede». Il dono dell’Eucaristia, tuttavia, «è troppo grande per sopportare ambiguità e diminuzioni». È, pertanto, opportuno correggere e definire con maggiore accuratezza alcuni elementi, di modo che anche in questo ambito «l’Eucaristia continui a risplendere in tutto il fulgore del suo mistero».[19]”

Prassi contraria alla disciplina. E l’Eucarestia non può sopportare ambiguità, cose che non sono chiare e neanche diminuzioni, nel modo più assoluto.

“[9.] Gli abusi trovano, infine, molto spesso fondamento nell’ignoranza”

Se non le sappiamo è perché non le vogliamo sapere, non sono occulte, sono sotto gli occhi di tutti.

“Giacché per lo più si rigetta ciò di cui non si coglie il senso più profondo, né si conosce l’antichità.”

E anche quando lo si conosce, purtroppo capita, che lo si rigetti lo stesso. Nonostante abbia sentito, abbia capito, gli abbiano detto, o abbia letto o studiato, poi non la fa.

  • Perché non la fa?

Perché non la fa, perché siamo realmente umili e talmente ricercatori dell’ascesi, che poi facciamo quello che vogliamo. Il sacrificio dell’io, quale forma di obbedienza. Dimenticando che di tutte le nostre scelte dovremo rendere conto a Dio.

Infatti, «dell’afflato e dello spirito» della stessa Sacra Scrittura «sono permeate» appieno «le preghiere, le orazioni e gli inni e da essa derivano il loro significato le azioni e i segni sacri».[20] Quanto ai segni visibili, «di cui la sacra Liturgia si serve per significare le realtà divine invisibili, essi sono stati scelti da Cristo o dalla Chiesa».[21] Infine, le strutture e le forme delle sacre celebrazioni, secondo la tradizione di ciascun rito sia d’Oriente sia d’Occidente, sono in sintonia con la Chiesa universale anche per quanto riguarda usi universalmente accolti dalla ininterrotta tradizione apostolica,[22] che è compito proprio della Chiesa trasmettere fedelmente e con cura alle future generazioni. Tutto ciò viene sapientemente custodito e salvaguardato dalle norme liturgiche.”

I Sacramenti li ha creati Gesù, nessuno, neanche la Chiesa, ci può mettere sopra il becco e stravolgerli, nessuno, perché sono di Cristo.

“[10.] La stessa Chiesa non ha alcuna potestà rispetto a ciò che è stato stabilito da Cristo e che costituisce parte immutabile della Liturgia.[23] Se fosse, infatti, spezzato il legame che i sacramenti hanno con Cristo stesso, che li ha istituiti, e con gli eventi su cui la Chiesa è fondata,[24] ciò non sarebbe di nessun giovamento per i fedeli, ma nuocerebbe a loro gravemente. La sacra Liturgia, infatti, è intimamente collegata con i principi della dottrina[25] e l’uso di testi e riti non approvati comporta, di conseguenza, che si affievolisca o si perda il nesso necessario tra la lex orandi e la lex credendi.[26]”

Papa Benedetto diceva:

“Molto spesso, le nostre liturgie sono danze vuote attorno al vitello d’oro che siamo noi”

“[11.] Troppo grande è il Mistero dell’Eucaristia «perché qualcuno possa permettersi di trattarlo con arbitrio personale, che non ne rispetterebbe il carattere sacro e la dimensione universale».[27]”

Non posso andare a Messa Bergamo, poi a Cernusco sul Naviglio e trovare un’altra Messa, la Messa è una. Come è possibile che trovo Messe addirittura quasi completamente diverse! La Messa ha un carattere universale, o almeno dovrebbe averlo. E’ la stessa Messa che si dovrebbe celebrare, è scritta sugli stessi libri.

“Chi al contrario, anche se Sacerdote, agisce così, assecondando proprie inclinazioni, lede la sostanziale unità del rito romano, che va tenacemente salvaguardata,[28] e compie azioni in nessun modo consone con la fame e sete del Dio vivente provate oggi dal popolo, né svolge autentica attività pastorale o corretto rinnovamento liturgico, ma priva piuttosto i fedeli del loro patrimonio e della loro eredità.”

Fuggite da chi fa così.

Quelli che dicono: “Ma è lo stesso andare alla Messa di San Pio da Pietrelcina o alla Messa del sacerdote che sta giù in parrocchia”

Assolutamente no. E’ vero che si celebra lo stesso Mistero, è vero che si ha la stessa Ostia consacrata ma tutto il resto è completamente diverso, perché se il Sacerdote non trasmette fedelmente ciò che deve fare, non svolge un’autentica attività pastorale, non comporta un corretto rinnovamento liturgico, mi priva del patrimonio e della mia eredità.

“Atti arbitrari, infatti, non giovano a un effettivo rinnovamento,[29] ma ledono il giusto diritto dei fedeli all’azione liturgica che è espressione della vita della Chiesa secondo la sua tradizione e la sua disciplina. Inoltre, introducono elementi di deformazione e discordia nella stessa celebrazione eucaristica che, in modo eminente e per sua natura, mira a significare e realizzare mirabilmente la comunione della vita divina e l’unità del popolo di Dio.[30] Da essi derivano insicurezza dottrinale, perplessità e scandalo del popolo di Dio e, quasi inevitabilmente, reazioni aspre: tutti elementi che nel nostro tempo, in cui la vita cristiana risulta spesso particolarmente difficile in ragione del clima di «secolarizzazione», confondono e rattristano notevolmente molti fedeli.[31]”

Facendo in questo modo noi introduciamo elementi di deformazione e di discordia. La discordia non è dovuta da chi è nel giusto e fa presente la giustizia, ma da chi è nell’ingiustizia e non mi dà quello che mi deve dare. Qui si crea la discordia e si rompe la comunione, si dà scandalo e si dà insicurezza dottrinale.

“[12.] Tutti i fedeli, invece, godono del diritto di avere una liturgia vera e in particolar modo una celebrazione della santa Messa che sia così come la Chiesa ha voluto e stabilito, come prescritto nei libri liturgici e dalle altre leggi e norme. Allo stesso modo, il popolo cattolico ha il diritto che si celebri per esso in modo integro il sacrificio della Santa Messa, in piena conformità con la dottrina del Magistero della Chiesa. È, infine, diritto della comunità cattolica che per essa si compia la celebrazione della Santissima Eucaristia in modo tale che appaia come vero sacramento di unità, escludendo completamente ogni genere di difetti e gesti che possano generare divisioni e fazioni nella Chiesa.[32]”

“[13.] Tutte le norme e i richiami esposti in questa Istruzione si connettono, sia pure in vario modo, con il compito della Chiesa, a cui spetta di vigilare sulla retta e degna celebrazione di questo grande mistero. Dei vari gradi con cui le singole norme si raccordano con la legge suprema di tutto il diritto ecclesiastico, che è la cura per la salvezza delle anime, tratta l’ultimo capitolo della presente Istruzione.[33]”

Abbiamo letto il Proemio. La prossima volta faremo il capitolo 1, “La regolamentazione della sacra liturgia”

Sia Gloria la Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.

Vi benedica Dio Onnipotente Padre, Figlio e Spirito Santo.

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