Pubblichiamo il resoconto di un ritiro eucaristico che si è tenuto nel carcere di massima sicurezza Kamiti, ubicato vicino a Nairobi, in Kenya. Il carcere Kamiti ospita un numero di detenuti che è circa tre volte quello della sua capienza ufficiale. Non dispone di servizi igienici e i detenuti devono condividere i materassi, che sono insufficienti per il loro numero.
«Dal 25 al 28 aprile 2012 nella prigione di massima sicurezza Kamiti si è tenuto un ritiro Eucaristico di tre giorni al quale hanno partecipato circa 80 detenuti Cattolici.
Ogni giorno è stata celebrata la S. Messa. I primi due giorni è stata celebrata come apertura della giornata, il terzo giorno come momento conclusivo del ritiro.
Il cuore del ritiro nella prigione di massima sicurezza di Kamiti è stato il Cuore di Gesù nel Santissimo Sacramento, ecco perché la maggior parte del nostro tempo con i detenuti è stato impiegato nell’adorazione eucaristica.
È stata un’esperienza estremamente commovente vedere come, ora per ora, la consapevolezza dei detenuti nella presenza di Cristo è cresciuta e la loro risposta è diventata sempre più forte. In due momenti differenti i partecipanti al ritiro sono stati invitati ad avvicinarsi all’altare dell’esposizione. La prima volta per ricevere il perdono la guarigione di Dio e più tardi per offrirsi al suo servizio. In entrambe le occasioni la loro risposta è stata sovrabbondante.
Ciò che ha reso il ritiro unico e quasi storico è stato il fatto che per la prima volta in Kenya è stato dato il permesso di fare un’adorazione eucaristica notturna in uno dei blocchi della prigione.
Fratel Juan Pablo ci ha insegnato una versione della coroncina della Divina Misericordia in swahili che lui ha adattato e l’abbiamo cantata mentre portavamo il Santissimo Sacramento in processione dalla cappella ai blocchi. Il secondo giorno del ritiro l’itinerario della processione ha dovuto attraversare il campo di calcio nel bel mezzo di un’importante partita con un’altra prigione. Centinaia di compagni guardavano mentre portavamo Cristo e imploravano la misericordia di Dio.
I residenti del blocco hanno sacrificato volentieri parte dello spazio già molto ristretto che hanno a disposizione per dormire per accogliere Gesù nell’Eucaristia e molti di loro hanno passato la notte in preghiera. Un secondino cattolico che faceva la sua ronda nel mezzo della notte ha commentato: “So cosa sono l’Eucarestia e l’adorazione eucaristica ma non ho mai visto nessuno capace di esserGli così vicino come lo siete voi ora”.
Il ritiro eucaristico si è concluso sotto una nota estremamente positiva. È stato evidente che, per molti dei partecipanti, c’è stato un vero salto di qualità. Le conferenze tenute l’ultimo giorno hanno trattato della Beata Vergine Maria come nostra Madre e Avvocata e si è parlato delle “armi” che ci servono per perseverare nel “combattimento spirituale” che è la nostra vita Cristiana.»
(Nostra traduzione dall’inglese del resoconto fatto dai missionari Francescani che hanno organizzato e tenuto il ritiro).