Meditazione
Pubblichiamo l’audio di una meditazione di martedì 15 settembre 2020 – Beata Vergine Maria Addolorata
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
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BEATA VERGINE MARIA ADDOLORATA
Eccoci giunti a martedì 15 settembre 2020, memoria della Beata Vergine Maria Addolorata. Abbiamo appena ascoltato il Vangelo di oggi, tratto dal cap. II di San Luca.
Un Vangelo che ci fa comprendere quanto grande fu il dolore della Vergine Maria, infatti Simeone le disse:
“Una spada trafiggerà l’anima”
E’ importante che teniamo a mente che la nostra Madre del Cielo ebbe una spada potentissima, una spada che attraversò e tagliò senza alcuna pietà il suo cuore.
Sant’Ildefonso parlando dei dolori di Maria Santissima, non temette di asserire che questi dolori “furono maggiori di tutti i tormenti messi insieme, di tutti i martiri”. Le ragioni che lui porta sono le seguenti:
“Tutti i martiri hanno patito nel corpo e Maria nell’anima, noi quindi siamo stato comprati, strappati dal dominio del demonio con il Sangue di Gesù e le lacrime della Regina del Cielo e della terra, questa è una seconda effusione di sangue e acqua, non solo dal costato di Gesù ma anche dalla parte più profonda del suo essere, cioè l’unione profondissima e amorosissima con la sua Mamma. Pensa all’amore abbandonato, livido e insultato e cambia vita ogni giorno, ogni tua intenzione, pensiero, parola, sguardo e azione urli in faccia al mondo che tu sei stato comprato di Dio; con lacrime di Regina sei salvato da infiniti miracoli d’Amore, ti è stata ridata la libertà di essere te stesso, figlio di Dio, erede del Regno, araldo sulla terra della Santa Bandiera di Cristo, Re dell’Universo”
Prima ragione: tutti i martiri hanno patito nel corpo, Maria nell’anima. Tutto il dolore che lei ha vissuto fu nell’anima. Tutti i martiri avevano il peccato originale, la Vergine Maria era Immacolata, quindi il suo dolore fu ancora più purissimo, più prezioso, più profondo. Nessuno di loro era la Madre di Dio, lei lo era. Pensiamo a questo Amore abbandonato e tutto di noi “urli in faccia al mondo che siamo stati comprati col Sangue di Dio e con lacrime di Regina”. Io sono stato comprato col Sangue di Dio e con le lacrime di Regina, non di una regina ma della Regina. “Salvato da infiniti miracoli d’amore, erede del Regno, araldo sulla terra della Santa Bandiera di Cristo, Re dell’Universo”
Seconda ragione: perché come argomenta Sant’Antonino, Arcivescovo di Firenze:
“Tanto è più nobile e doloroso il martirio, quanto è più nobile la vita che si dà per Dio. Avendo, dunque, Maria sacrificata la vita di suo Figlio, che era insieme la più nobile di tutte, e amata da Lei più della sua propria vita, ne segue che la corona di Maria fu maggiore di tutte, e che la rende Regina di tutti i martiri”
Terza ragione: perché gli altri martiri patirono solo per il tempo in cui erano straziati dai tiranni; mentre il martirio di Maria durò per tutto il corso della sua vita.
Pensate alla Vergine Maria quanto ha patito dall’inizio, quanto ha dovuto essere completamente disponibile a lasciarsi fare dalla Volontà del Padre e quanti no ha incontrato e quante sofferenze ha vissuto.
Quarta ragione: perché Maria amava suo Figlio più di se stessa. Di conseguenza, furono per Lei di assai maggior pena i tormenti e la morte del Figlio, che non sarebbero stati i tormenti e la morte di se stessa, come afferma il beato Amedeo.
La Madonna è l’unica che ha amato Gesù radicalmente, totalmente, assolutamente più di sé, nessun’altra come Lei, nessuno ha amato Gesù più della Vergine Maria.
Quinta ragione: e infine perché, come dice Alberto Magno, Maria soffrì un dolore così grande, che bastava a darle più volte la morte; e perciò fu avvalorata da Dio con un miracolo per sostenere uno spasimo insoffribile alla vita umana. Così conclude che con tutta ragione si deve a Maria la preminenza sopra tutti i martiri: “Dunque ebbe la grazia del martirio e la corona dei martiri, e la sua corona fu più grande della corona di tutti gli altri martiri”.
Il dolore della Vergine Maria fu talmente potente, dice Sant’Alberto Magno che che avrebbe dovuto morire mille volte, talmente fu grande che era impossibile sopravvivere a questo dolore e c’è voluto un intervento miracoloso per tenerla in vita. Impariamo quindi a recitare ogni giorno la Corona di Maria Santissima, uniamoci al suo dolore per avvicinarci al dolore del suo amatissimo Gesù.
Questo è veramente il giorno nel quale siamo chiamati a fare memoria di questo dolore, risulta quasi imbarazzante parlare, trattare di questo dolore.
- Noi quanto soffriamo per Gesù?
Noi spesse volte piangiamo, soffriamo, diciamo per Gesù ma in realtà è per noi. Non è Gesù la ragione per cui soffriamo, noi non soffriamo per Gesù che soffre, ma noi soffriamo perché qualcosa viene ad impedire a noi di essere e di fare quello che noi vogliamo e desideriamo. In tantissimi ragionamenti che mi è capitato di ascoltare, soprattutto ultimamente, ho notato che si usa Gesù come scusa ma già la frase scritta o detta, parte, si conclude e nel mezzo vive con la parola “io”, sempre c’è la parola “io”, “io” che sta al centro, e questo non è il segno di un amore vero, genuino, radicale, siamo sempre noi al centro, con i nostri diritti, con quello che vogliamo, con quello che attendiamo e speriamo, sempre “io”.
- Ma il vero bene di Gesù, il reale bene di Gesù chi è che lo porta nel cuore? Chi è che veramente lo cerca?
Il bene di Gesù può succedere che voglia significare per me anche la sofferenza, cioè custodire il bene di Gesù, l’onore di Gesù può anche arrivare a costarmi la vita. Qui si vedono le persone che veramente lo amano. Le persone che veramente lo amano sono persone che rinunciano a tutto. Paradossalmente mi viene da dire come dice Santa Teresa D’Avila, “per far contento Gesù, sarei disposta ad andare anche all’inferno.”
Si capisce cosa muove questa frase di Santa Teresa, cioè:
“sono disposta a tutto pur di far contento Gesù”
Vi lascio questo piccolo rebus:
“Per amore di Gesù, sono pronta, sono pronto a perdere Gesù?”
- In che senso per amore di Gesù sono pronto a perdere Gesù?
Se ci pensate bene riuscite a capire cosa si nasconde dietro a questo piccolo rebus. Ciascuno di noi, è chiamato nella vita, prima o poi, a essere pronto a dover perdere tutto pur di far contento Gesù, pur di fare il bene di Gesù, pur di salvare l’onore di Gesù, tutto quello che magari nella sua vita credeva di importante, di essenziale.
Perdere tutto per Gesù.
Perdere tutto, vuol dire perdere tutto. Perdere tutto vuol dire perdere tutti, senza eccezioni, per Gesù.
La Madonna potremmo proprio dire, che per non perdere Gesù, ha perso Gesù, ha rinunciato al suo Gesù, ricordate sulla Croce:
“Donna ecco tuo figlio.”
Ha rinunciato al suo Gesù, per avere Gesù. E ha avuto Gesù in un’altra forma:
“Donna ecco tuo figlio”
E lì diventa Madre della Chiesa, sono misteri grandissimi, non dobbiamo avere fretta di capirli, non dobbiamo avere fretta di avere risposte, dobbiamo avere il desiderio solo di stare in ascolto, di meditare questi testi, e di lasciarci condurre. Ieri è stata la festa dell’Esaltazione della Croce, oggi la memoria della Beata Vergine Maria Addolorata, come non vedere unite queste due stupende e meravigliose realtà, queste due celebrazioni, memorie, questi due momenti salienti della nostra vita di grazia, di tutta la nostra Tradizione bellissima.
La Croce e la Vergine Maria Addolorata.
Penso che quest’oggi sarà opportuno sostare accanto alla Vergine Maria Addolorata e chiedere la grazia di saper soffrire come soffre Lei. Ci sono delle rappresentazioni, dei quadri dove si fa vedere la Vergine Maria che urla e si mette le mani nei capelli sotto la Croce. Io proprio non la vedo così, non me la immagino così. Mi immagino la Vergine Maria sotto la Croce assolutamente composta, assolutamente decorosa, nobile, ordinata, assolutamente silenziosa, in un pianto incredibilmente discreto, quasi sussurrato. E’ impossibile vedere anche un solo frammento di disordine nella persona della Vergine Maria, non può esserci niente di scomposto in Lei. La Vergine Maria è la donna della Fede per eccellenza, la donna della Volontà di Dio, la donna che si abbandona totalmente in Dio e chi vive così non conosce altro che nobiltà, compostezza, rigore, bellezza, sobrietà, ordine. Impariamo da Lei a soffrire così, a soffrire avvolti da questo Manto Regale che è l’essere figli di Dio, che è l’abbandonarsi in Dio, l’essere tutto di Dio.
Chiedo alla Beata Vergine Maria Addolorata di benedirvi o in questo giorno, di concedervi un giorno tutto mariano.
E la benedizione di Dio Onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo, discenda su di voi e con voi rimanga sempre. Amen.
Sia lodato Gesù Cristo.
Beata Vergine Maria Addolorata
VANGELO (Lc 2,33-35)
Anche a te una spada trafiggerà l’anima
In quel tempo, il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».