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D. Bonhoeffer, Sequela. Parte 39

Falò sulla spiaggia

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: D. Bonhoeffer, Sequela. Parte 39
Venerdì 15 settembre 2023

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

VANGELO (Gv 19, 25-27)

In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala.
Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a venerdì 15 settembre 2023.

Oggi siamo tutti chiamati a fare memoria della Beata Vergine Maria Addolorata. Questa memoria ci porta a riflettere sul mistero del dolore della Vergine Maria, proprio il giorno dopo aver meditato l’Esaltazione della Santa Croce. La Vergine Maria è lì, sotto la croce e tutto quel male che si è scatenato contro suo figlio non l’ha certamente lasciata indenne. 

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal diciannovesimo capitolo del Vangelo di san Giovanni, versetti 25-27.

Oggi è venerdì e abbiamo un motivo in più per fare un po’ di penitenza, un po’ di sacrifici, per stare maggiormente uniti nella preghiera alla Vergine Maria.

Continuiamo la nostra lettura del libro Sequela di Bonhoeffer.

Oggi vediamo:

«Beati i pacifici, perché saranno detti figli di Dio».

Coloro che sono nella sequela di Gesù sono chiamati alla pace. Quando Gesù li ha chiamati, hanno trovato pace. Gesù è la loro pace. Ora però non devono limitarsi ad avere la pace, ma devono anche crearla. In tal modo rinunciano alla violenza e alla ribellione. Queste non sono mai state utili alla causa di Cristo. Il regno di Cristo è un regno di pace, e nella comunità di Cristo ci si saluta con il saluto della pace. I discepoli di Gesù mantengono la pace preferendo patire piuttosto che infliggere sofferenza ad un altro, conservano la comunione dove altri la infrangono, rinunciano alla affermazione di sé e tengono a freno l’odio e l’ingiustizia. Così vincono il male con il bene, così stabiliscono una pace divina in un mondo di odio e di guerra. E la loro pace in nessun luogo sarà maggiore che là dove essi si fanno incontro pacificamente ai malvagi e sono disposti a soffrire a causa loro. I pacifici porteranno la croce con il loro Signore, poiché sulla croce è stata fatta la pace. Essendo stati così coinvolti nell’opera di pace di Cristo ed essendo stati chiamati all’opera del Figlio di Dio, anche essi verranno chiamati figli di Dio.

Chi è alla Sequela di Gesù è chiamato alla pace perché è vero che, quando abbiamo risposto, e ogni giorno rispondiamo, alla chiamata di Gesù noi troviamo pace. Chi sta con Gesù è in pace. Può essere dentro a mille tormenti, a mille persecuzioni, a mille violenze, mille ingiustizie, ma chi è con Gesù è in pace. Si diverte in pace, fa sport in pace, lavora in pace, studia in pace, fa la casalinga in pace, è in pace ovunque. Perché Gesù — molto bella questa frase brevissima, verissima — «Gesù è la loro pace». Gesù è la tua pace, e tutte le volte che scegli Gesù, tu scegli la pace. 

Mi viene in mente questa espressione: coloro che rispondono alla chiamata di Gesù, vivono proprio il riposo dello spirito. Lo so che questa espressione ricorda altro, ma io non faccio riferimento ad altro, solo a quello che dice Bonhoeffer: il riposo dello spirito, la pace. Quando uno è in pace, uno riposa anche se sta faticando. Riposa, è un riposo.

Pensate a quelle situazioni nelle quali — magari le abbiamo conosciute anche noi — andavamo a letto la sera e ci sembrava di essere su una graticola. Ci sono dei momenti in cui perdiamo la pace, in cui abbiamo perso la pace perché in quei momenti ci siamo un po’ allontanati da Gesù. Altrimenti, nonostante tutte le fatiche possibili, noi siamo in pace. Veramente il Signore ci dona questo tesoro prezioso. Capite che, quando siamo in pace, tutta la persona, anima e corpo, riposa. Come è bello il sonno dei bambini, che vanno a letto, oppure in braccio al papà o alla mamma e si addormentano, in pace. C’è rumore, c’è frastuono, sono in pace! Quando si è bambini piccolini, sapete, magari i genitori vanno a trovare gli amici e quindi chiacchierano, parlano, insomma magari fanno un po’ le ore piccole per un bambino. Credo che un po’ a tutti sia capitato di dire: “Vabbè, ma a me queste cose non interessano, io voglio dormire”. E quindi magari si è lì, in sala, ci si stende sul divano e nonostante il vociare, il chiacchierare e il parlare, tac uno si addormenta; è in pace.

Però — dice Bonhoeffer — questa è sicuramente una cosa bella, è un dono preziosissimo che ricevono tutti coloro che rispondono totalmente alla chiamata del Signore e mettono Gesù al centro. Però non basta. Non basta ricevere pace, non basta essere in pace, bisogna anche crearla, questa pace, cioè essere portatori di pace. E come si fa? Bisogna rinunciare alla violenza e alla ribellione. Credo che — non penso tutti i giorni, speriamo — ogni tanto ci succede di essere tentati di prendere la scorciatoia della violenza e della ribellione. Ma questi mezzi non sono mai stati utili a Gesù, alla causa di Gesù, non servono.

Non dimentichiamo che il Regno di Cristo è un Regno di pace, ci dice Bonhoeffer. Ci si saluta con il saluto della pace, è proprio un saluto che invoca, che chiama la pace sull’altro. Ecco perché non bisogna mai maledire nessuno, per questa ragione, perché non appartiene al Regno di Cristo il maledire. E poi siamo chiamati a mantenere questa pace perfetta: «preferendo patire piuttosto che infliggere sofferenza ad un altro». Quindi, piuttosto che far del male a qualcuno, lasciamo perdere.

“Conservano la comunione dove altri la infrangono, rinunciano all’affermazione di sé e tengono a freno l’odio e l’ingiustizia”. Difficile? Sì e no. Umanamente è difficilissimo, ma se Gesù è la mia pace, non è difficile. Perché questa pace che dono, la attingo da colui che la dona a me, che è Gesù. E quindi non interessa neanche vivere di odio. Il mondo ha bisogno di questa pace, non di un’altra pace. Questa è la pace che viene da Dio. Che bella anche questa idea del: “Farsi incontro pacificamente al malvagio”, non andare agguerriti, ma tranquilli; oserei dire indifesi. La pace, dov’è stata stipulata, dov’è stata sancita? Sulla croce. È per questo che noi portiamo la Croce del Signore. Ed è per questo che verranno chiamati “figli di Dio”.

Oggi ci fermiamo qui e chiediamo alla Vergine Maria Addolorata di scoprire la bellezza di queste beatitudini e soprattutto, come lei, di portare sempre e ovunque la pace.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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