Meditazione
Pubblichiamo l’audio di una meditazione di domenica 14 febbraio 2021
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
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LA SANTA CONFESSIONE E LA DIREZIONE SPIRITUALE – Decima Parte
Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.
Eccoci giunti a Domenica 14 febbraio 2021, Sesta Domenica del Tempo Ordinario Anno B. Abbiamo appena letto il Vangelo della Santa Messa di oggi tratto dal cap. I, vv 40-45 di San Marco.
Se questo guarito fosse stato zitto, sarebbe stato meglio per tutti. Alle volte con le più belle intenzioni si fanno i più grandi disastri. A causa di questo suo parlare Gesù non poteva più entrare in città e doveva vivere fuori in luoghi deserti. Dobbiamo imparare una cosa importantissima, a tenere le cose più belle e preziose per noi, imparare questa verginità del cuore, del pensiero, degli eventi della vita. Non tutto può essere detto e raccontato, bisogna anche saper tenere le cose riservate perché non ne va solo di noi, ne va anche degli altri, e soprattutto quando c’è di mezzo la vita degli altri bisogna pensare prima di parlare, che cosa quel raccontare, quel dire potrebbe generare di negativo nella vita di quella persona.
Gesù gli dice:
“Guarda di non dire niente a nessuno”
Lui invece lo va a dire a tutti.
Siamo arrivati alla conclusione di questa parte, di questo nono capitolo del libro: “L’inconscio Spirituale” del prof. Larchet:
“A me pare che le pratiche della confessione e della manifestazione dei pensieri offrano possibilità più ampie delle psicoterapie classiche. Una volta di più dobbiamo tuttavia ricordare che il loro scopo non è primariamente psicoterapeutico, ma che l’effetto psicoterapeutico esse l’hanno “in sovrappiù”, come dire che possono contribuire a una terapia delle malattie psichiche attraverso una terapia delle malattie spirituali, nella misura in cui queste sono legate a quelle.”
C’è un sovrappiù nella pratica del Sacramento della Confessione e della direzione spirituale perché curando la malattia spirituale si curano alla radice anche quelle malattie psichiche che sono collegate a queste malattie spirituali.
“Bisogna anche ricordare che non costituiscono dei metodi chiusi e autosufficienti: devono piuttosto integrarsi in una terapeutica spirituale globale, le cui due dimensioni fondamentali e complementari sono la vita ascetica personale e la vita sacramentale, due realtà che si collocano entrambe nel quadro d’una vita ecclesiale.”
Le dimensioni fondamentali e complementari della nostra vita spirituale sono:
- La vita sacramentale, quindi la frequenza dei Sacramenti. Quindi: la Confessione frequente e Santa Messa quotidiana, che sono i due grandi cardini, i due Sacramenti che possiamo frequentare di più.
- La vita ascetica. “Askesis” in greco vuol dire allenamento, l’asceta è uno che si allena, e come tutti i giorni per ore c’è gente che va in palestra per farsi i muscoli, per curarsi il corpo, perché non devo allenarmi tutti i giorni per fare i muscoli dello spirito? Perché non devo allenarmi tutti i giorni in modo tale che il mio spirito sia forte? Questo sarebbe molto importante da fare.
L’allenamento si può fare su tante cose, allenandosi al silenzio ad esempio. L’importante è avere sempre un punto di riferimento con cui parlare, in questo caso il confessore o il padre spirituale. Oppure si può fare l’allenamento sulla sobrietà del bere e del mangiare, sul sonno, sulla curiosità, sulla purezza. La nostra vita dovrebbe essere un allenamento continuo. Noi dovremmo arrivare alla sera con la stanchezza, una sana stanchezza per esserci allenati su varie cose. Vedrete come la vita umana viene ad essere abbracciata da queste due ali che sono la vita sacramentale e la vita ascetica. Sempre con riferimento alla vita ecclesiale: ci deve essere sempre un riferimento al Sacerdote, al Padre confessore, perché su queste cose è bene essere sempre guidati.
Domani continueremo la lettura di questo bellissimo testo e affronteremo un argomento importantissimo:
“Capitolo Decimo: le radici spirituali delle malattie psichiche”
È un titolo che, a leggerlo, vien voglia di leggerlo tutto subito.
È un capitolo veramente molto importante — vi leggo un po’ di titoli dall’indice — tratterà: il falso senso di colpa; il falso timore e la falsa inquietudine; l’assolutizzazione del relativo; gli pseudorituali; l’aggressività perversa; i perversi orientamenti del desiderio; la sopravvalutazione dell’io; la vanagloria; l’orgoglio; la terapeutica dell’orgoglio; la svalutazione patologica dell’io; la relazione patologica con il corpo…
Ci terrei proprio tanto a fare un commento a questo bellissimo libro. Leggerlo per voi e spiegarlo a voi, vuol dire, innanzitutto, che il predicatore lo legge e lo spiega per sé. Il primo a cui dico queste cose sono sempre io, sono io che le devo sentire addosso e devo lavorarci, ci terrei proprio a farlo perché credo che possa diventare un aiuto per tutti, per me e per voi.
Vi chiedo un ritorno, ho già letto tanti commenti positivi sul cammino che abbiamo fatto fino ad adesso, vuol dire che vi siete trovati bene con questo testo, magari nei commenti che fate scrivetemi se vi fa piacere che io abbia a proseguire con questo testo e se vi trovate bene, se avete utilità, se vi sembra che vi faccia crescere.
Larchet affronta tutti i temi in modo spirituale così agganciato a Dio, con questo rimando continuo ai Padri, mi sembra veramente molto bello, quindi abbiate pazienza se continuo su questo testo, ma come vedete il Vangelo ci offre veramente tanti spunti per continuare in questa riflessione che credo possa fare veramente tanto bene a tutti noi.
E la Benedizione di Dio Onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di voi e con voi rimanga sempre. Amen.
Vi auguro una santa domenica e vi prego mettete Gesù al centro, oggi è il giorno del Signore, non fatelo diventare il giorno vostro, Gesù al centro, la preghiera al centro, la carità al centro, lo stare con gli altri bene secondo Gesù al centro, mi raccomando. Buona Domenica a tutti!
Sia lodato Gesù Cristo. Sempre sia lodato.
VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)
VANGELO (Mc 1,40-45)
La lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.
In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.
E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro».
Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.