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La piccola araba, S. Maria di Gesù Crocefisso: parte IV

Piccola Araba

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di mercoledì 1 settembre 2021

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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La piccola araba, S. Maria di Gesù Crocefisso: parte IV

Eccoci giunti a mercoledì primo settembre, siamo all’inizio di questo nuovo mese, quindi, lo vogliamo subito consacrare alla Vergine Maria e al Suo Cuore Immacolato e, attraverso di Lei, allo Spirito Santo, perché sia un mese carico di tante luci, di tanti bei propositi.

È un nuovo mese, ma è anche l’inizio di un nuovo anno, tutto ricomincia dopo la pausa estiva… chissà cosa ci attenderà in questo nuovo anno. Chi lo sa? Sicuramente tante sorprese, dobbiamo essere pronti, perché la Provvidenza è sempre ricca di sorprese, per tutti noi.

Un anno fa, a settembre, certamente non pensavamo di arrivare e di essere ciò che siamo oggi, non immaginavamo tutto quello che abbiamo vissuto e ricevuto in questo anno trascorso, quindi è importante chiedere allo Spirito Santo questa grazia.

Il Vangelo che abbiamo ascoltato è tratto dal capitolo IV di San Luca, versetti 38-44.

Gesù non può essere trattenuto, Gesù deve anche andare altrove a dare la buona notizia del Regno di Dio, non Lo si può  trattenere per i nostri bisogni, per i nostri gusti.

Allora, proseguiamo la lettura di questo bellissimo libro di Brunot, “La piccola Araba”, Santa Maria di Gesù Crocefisso.

Stiamo vedendo questa storia particolare della sua vita, di quando aveva tredici anni e viene promessa sposa ma lei rifiuta e rinnova il suo voto di verginità, quindi viene mandata a fare la schiava, la serva, in cucina. Si trova contro il confessore, il Vescovo, lo zio, la famiglia e i parenti, perché lei non avrebbe potuto e dovuto in nessun modo ribellarsi a questa tradizione.

Le viene tolta la Comunione, le viene negata l’assoluzione sacramentale e per tre mesi si va avanti così.

Adesso attenti a cosa accade, perché, se anche l’autore Brunot non lo scrive, io sono del parere che ciò che accade adesso è una tremenda tentazione del demonio e, se andate a rileggere il libro di Larchet sulle malattie spirituali che abbiamo visto quest’inverno, vedrete che troverete questa cosa che adesso vi leggerò.

Lei ha ceduto a qualcosa a cui non doveva cedere, certo comprensibile, poverina, aveva tredici anni, ma le costerà cara questa scelta, molto cara.

Quindi è un dramma, quello che lei sta vivendo, di solitudine, di abbandono, di ingiustizia, di cattiveria, di follia, ma è proprio in questi momenti che bisogna essere più vigilanti.

Mi viene da dire: “È proprio in questi momenti, come oggi per noi, che bisogna essere vigilanti, perché sono i momenti nei quali siamo più fragili, più deboli, più esposti e si rischia di fare la scelta sbagliata”.

“Nella sua profonda desolazione — prosegue l’autore — Mariam ricorda con nostalgia il fratellino Bulos”.

Lei aveva un fratellino, che in quel momento aveva undici anni, che era rimasto in Galilea e al quale lei era affezionatissima, gli voleva un bene infinito.

L’autore prosegue: 

“La fanciulla si strugge dal desiderio di rivederlo e questo pensiero diviene per lei, nelle condizioni di solitudine e di sofferenza in cui si trova, una vera ossessione”.

Lei vuole rivedere il suo fratellino, lei vuole uscire da questa condizione di umiliazione, di solitudine, di ingiustizia, di cattiveria. Basta, dopo tre mesi, evidentemente, non ce la fa più. Non retrocede dal desiderio della verginità, ma vuole rivedere suo fratello, vuole avere un conforto umano.

“Di nascosto riesce a dettare una lettera per chiamarlo presso di sé” 

Detta la lettera perché lei era analfabeta.

Adesso attenti: 

“Sa che un vecchio domestico musulmano dello zio dovrà recarsi presto a Nazareth e, sempre di nascosto, va da lui per affidargli la lettera. È sera, l’ora della cena, l’uomo con sua madre e sua moglie è sul punto di sedersi a tavola. Accolgono cordialmente la giovane, insistono perché si sieda a mensa con loro e Mariam finisce con l’accettare. L’affabilità incontrata la induce a qualche confidenza sulla sua situazione”.

Quando si sta male, quando ci si sente soli, quando si soffre tanto, si parla troppo e si dicono cose che non bisognerebbe mai dire, si fanno confidenze, che sarebbe stato meglio tacere.

Quando stiamo male e soffriamo siamo molto esposti a tanti pericoli, a tanti guai; se poi incontriamo qualcuno che risulta essere un po’ dolce, la frittata è fatta.

“Gli ospiti mostrano, sulle prime, una compassionevole comprensione, ma poi, irritati per il comportamento dei parenti di Mariam, a cui attribuiscono una durezza di cuore, dovuta alla pratica della religione Cattolica, sentono risvegliarsi in sé antichi pregiudizi e invitano la ragazza ad abbandonare quella religione, che rende tanto rigidi e impietosi”.

Capito? Tutta la benevolenza, ad un certo punto, come d’incanto, sparisce, e non solo a loro giudizio deve sposarsi, ma deve addirittura abbandonare l’essere cristiana.

Immaginate voi che situazione terribile: è caduta dalla padella alla brace! Perché? Per la sua ossessione di rivedere suo fratello… capite? Per la sua ossessione, per questo bisogno ossessivo di un conforto umano, di non sentirsi sola, per questo suo dirsi: “No, questa prova è troppo difficile, troppo pesante, non posso reggere!”

Lei aveva avuto l’ispirazione di Gesù di mantenere la verginità, ma questa, di andare dal vecchio domestico musulmano, per dargli la lettera per il suo fratellino, non è una ispirazione che viene da Gesù. Lei sarebbe dovuta rimanere ferma!

Guardate, è quello che oggi, in questo contesto storico, in riferimento soprattutto al succo di more, io dico e scrivo a tutti coloro che mi contattano e mi dicono: 

“Padre, cosa facciamo?… ”

“Padre, adesso è un dramma… ”

“Padre, è una tragedia… ”

“Padre, adesso faremo la fame!”

E io rispondo sempre la stessa cosa: “State fermi! Confidate in Dio! State fermi, non muovetevi!”

Quando si è in guerra, ci sono dei momenti nei quali si può avanzare, nei quali si può fuggire e nei quali bisogna stare, faccia a terra, immobili, con lo stile del ghepardo che striscia per terra.

In questo caso, immobili del tutto! Neanche strisciare, stare fermi! Bisogna stare fermi, perché sono trappole, sono trappole! Uno crede di… si alza in piedi e spam! Bisogna stare fermi! Fermi, immobili! Mantenete la posizione, già questo è un inizio di vittoria: mantenere la posizione, non perdere terreno, non farsi uccidere, non indietreggiare, non rinnegare la propria bandiera! Fermi, fermi!

Se lei fosse stata ferma… 

Perché la Religione Cattolica, a loro giudizio, rende rigidi e impietosi… 

Sì, beh, è quello che dicono anche oggi… chi non la vive, chi non la conosce, chi non la ama!

“Mariam resiste con coraggiosa calma alle sollecitazioni, che si fanno sempre più insistenti; quando gli ospiti, accesi dal fanatismo, arrivano ad ingiungere di diventare musulmana, la fanciulla, conscia della gravità della proposta, con una fierezza inamovibile, ancora più grande di quella mostrata nel presentare allo zio i capelli recisi, esclama: “Musulmana, no, mai! Sono figlia della Chiesa Cattolica Apostolica Romana, e spero con la grazia di Dio, di perseverare fino alla morte nella mia religione che è l’unica vera.

L’uomo, incollerito nel vedere la fanciulla cristiana resistere in tal modo e preso da un odio cocente, senza più trattenersi, sferra un calcio violento sul petto di Mariam, sguaina la scimitarra e vibra un fendente alla gola della fanciulla, che cade, riversa a terra in un lago di sangue. La credono morta”.

L’ha sgozzata, l’ha sgozzata! Capite?

Uno dice: “No, vabbè, ma non esagerare sempre! Ma dai, noi dobbiamo credere alla bontà di Dio, dobbiamo credere che Dio è Padre e che ci vuole tanto bene… ”. Sì, sì, tutte cose verissime, ma stiamo attenti che questo non vuol dire: “Vabbè, allora, anche se sbaglio, non è che devo stare lì troppo a guardare le cose, se no mi viene l’angoscia… ”, perché poi, se sbagli, grazie al Cielo, non sempre, ma in alcuni casi, poi rischi di trovarti come Mariam, sgozzata da un secondo con l’altro; perché poi, sapete, la storia nostra, nella quale viviamo, non di rado, è molto impietosa. Storia, che vuol dire scelte: le conseguenze delle nostre scelte sono moto impietose.

Quindi la sgozza… così, lei è andata là per consegnare una lettera e si trova con la gola tagliata.

“La credono morta. Per disfarsi del cadavere, l’uomo, aiutato dalla madre e dalla moglie, l’avvolge accuratamente nel suo grande velo e, protetto dalle tenebre, nella notte, va a deporla in una viuzza remota e solitaria”.

La buttano là… terribile!

Se Mariam fosse stata al suo posto e avesse detto: “Beh..Dio vede, Dio sa… ”, non si sarebbe trovata, in una notte, con la gola tagliata, quasi morta, buttata lì in qualche modo.

Impariamo, quindi, a stare fermi, a non essere precipitosi. Calma e ragioniamo, senza tante paure inutili, e crediamo anche che, quando il Signore ci mette in una certa situazione, in una certa storia, ci fa anche bene starci dentro fino in fondo, senza trovare compensazioni affettive, legami affettivi, appiccicamenti vari, perché queste cose non vengono da Dio. Se devo stare lì e starci da solo, starò lì e starò da solo. Per quanto tempo? Il tempo che il Signore vorrà.

Oggi mi fermo qui, perché domani vedremo cosa succede.

Non è finita la storia, accadrà qualcosa di incredibile… 

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen. 

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga. 

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

VANGELO (Lc 4, 38-44)

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva.
Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo.
Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».
E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.

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