Il manoscritto del Purgatorio, parte 21

Il manoscritto del Purgatorio

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: “Il manoscritto del Purgatorio” di domenica 18 dicembre 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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PRIMA LETTURA (Is 7, 10-14)

In quei giorni, il Signore parlò ad Acaz: «Chiedi per te un segno dal Signore, tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure dall’alto». Ma Àcaz rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore». Allora Isaìa disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta stancare gli uomini, perché ora vogliate stancare anche il mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele».

Testo della meditazione

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Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a domenica 18 dicembre 2022.

Abbiamo ascoltato la Prima Lettura della Santa Messa di oggi, tratta dal capitolo settimo del libro del Profeta Isaia, versetti 10-14.

Molto trepidanti continuiamo la nostra lettura del Manoscritto del Purgatorio di suor Maria della Croce. Perché molto trepidanti? 

Perché tra poco è Natale, manca davvero poco e questa lettura è un manoscritto sull’Amore di Dio. Vedete quanto abbiamo bisogno di questa sapienza: la vita eterna, Inferno, Purgatorio e Paradiso, è tutta un inno all’Amore di Dio (anche l’Inferno!), fatto con voci e prospettive diverse, ovviamente, perché quello che noi impariamo dall’Inferno è diverso da quello che noi impariamo dal Paradiso.

Diverso nel senso che la prospettiva da cui arriva è diversa, per cui dall’Inferno noi sentiremo una testimonianza di un certo tipo, quella di coloro che, ormai prede della disperazione più totale che non ha più termine essendo diventata parte totale della vita-morte eterna, da quella prospettiva con la voce della disperazione ci dicono l’importanza dell’amare Dio. Mi verrebbe da dire che la sentiamo ripetere più da lì che da altrove, perché dall’Inferno sentiamo coloro che avrebbero potuto, ma non hanno voluto.

Se sentiamo la testimonianza di san Francesco d’Assisi, noi diciamo: “Che bello! Proprio una vita totalmente data!”; se, invece, noi sentiamo la testimonianza di un dannato sentiamo qualcuno che ci dice: “Avrei potuto, ma non l’ho fatto! Ecco che cosa ho perso, ecco in che cosa consiste la mia dannazione: nell’essere escluso perché ho scelto io di essere escluso dall’Amore di Dio con le mie scelte di tutti i giorni.”

Sul canale Telegram, dove scrivo spesso, si è formato un bel gruppo di persone che si parlano, chiedono, ricordano e dove talvolta riesco anche a rispondere. Lì il primo giovedì di dicembre ho postato un audio bellissimo e commovente sulla celebrazione della Santa Messa e un po’ di giorni dopo un audio intitolato “Lettera dall’Inferno” che consiglio a tutti di ascoltare. Si trova su YouTube. Si tratta della testimonianza drammatica di un’anima dannata e vi faccio una confidenza, ci confesso che tutte le volte che lo ascolto mi commuovo perché mi fa entrare in un’altra dimensione, non mi fa alcuna paura. Non ho paura di Dio e del Suo Giudizio, non perché mi senta santo, quanto piuttosto perché so che il Suo Giudizio è giusto, oltre a essere misericordioso, e non si può avere paura della giustizia: se c’è una cosa che ci dà pace è la giustizia, e una cosa giusta è bella, vera, buona, amabile. Quando una cosa è giusta, anche se si tratta di un castigo, uno dice: “Grazie, perché è giusto!”. Oggi più che mai abbiamo bisogno di giustizia: quanta ingiustizia soprattutto in questi ultimi anni, quanti di noi sono stati vittime di una ingiustizia gravissima, soprattutto in questi ultimi anni. E che cosa vorrebbero di più queste persone? La giustizia, avere giustizia, avere una realtà giusta attorno a loro. Che bello! 

Questa lettera pubblicata giorni fa (la trovate comunque su YouTube con il titolo di ‘Lettera dall’inferno’ con schermata nera e scritta bianca, letta e interpretata con dizione e espressività perfette da Daniela Giarla) è un testo breve e tutte le volte che la ascolto mi dico: “Quante occasioni ci dà Dio per amarlo, per corrispondere a Lui, per sceglierLo, per stare con Lui; quante piccole cose possiamo fare insieme con Gesù; quanto siamo superficiali verso questo Amore bellissimo.” Nella lettera si parla anche della Eucarestia, della presenza reale di Gesù. 

Noi dobbiamo veramente puntare alla vita eterna! Pochi giorni fa ho compiuto cinquant’anni e molti di voi mi hanno fatto gli auguri… mezzo secolo di vita fa riflettere anche perché non mi rimarrà un altro mezzo secolo da vivere, questo è sicuro! Ho già vissuto la maggior parte della mia vita e che cosa porto nel cuore come ricordo più bello di questi cinquant’anni, qual è la ‘nostalgia grata’ che mi porto nel cuore? Gli anni più belli sono stati quelli di quando ero adolescente e ragazzo, prima di entrare in convento; non sono quelli del sacerdozio, no! Ma come? Direte! Bellissimi anche quelli, ricchi di grazie di Dio, ma gli anni più belli sono stati quelli precedenti perché li ricordo come gli anni del mio innamoramento per Gesù e per Maria: ho vissuto giorni e anni che, quando mi fermo a pensarci, sono stati già Paradiso. Quanto è stato bello! Anni in cui nel cuore e nella mente stanno un fuoco ardente, un pensiero fisso, un amore capaci di rapire e non fanno vedere altro che Gesù e Maria. Eppure andavo a scuola; dovevo fare tanti chilometri per andarci, ma tanti sono stati gli episodi e i ricordi bellissimi… l’acquisto del mio primo Vangelo tascabile che mi tenevo nella giacca a vento e che leggevo sul pullman al freddo alle sei del mattino; la Corona del Rosario che sgranavo; le mie fughe dalla scuola per andare nella pausa pranzo nella cappella dei Padri Bianchi che era adiacente al mio Istituto dove mi lasciavano stare da solo con Gesù; le preghiere a scuola al mattino nei bagni, al freddo, con le finestre spalancate per vedere nella cappella il cero rosso che dice la presenza di Gesù nel Tabernacolo; la preghiera alla Vergine Maria; i primi Venerdì e Sabato; la Santa Messa quotidiana… quanti bei ricordi! Quanto è stato bello avere Gesù come primo amico nella mia vita! 

Quello che vi sto raccontando, non lo racconto per dirvi che io ho fatto qualcosa per Lui, ma per dirvi che Lui e Lei, la Vergine Maria, si sono dati… questa è la bellezza di cui vi sto parlando, non la mia risposta che una volta c’era e un’altra non c’era perché a volte riuscivo e altre non riuscivo, perché facevo i miei pasticci, a volte scappavo per poi tornare. 

La Loro risposta è stata incredibile! Ecco il ricordo di ‘nostalgia grata’ che porto nel cuore. Poi, certo, è stato bellissimo anche il dopo, però questo periodo è stato unico. Le scelte del sabato sera… fino alla terza superiore il sabato sera era sacro! Tutto poteva succedere, ma il sabato sera era intoccabile e inviolabile: la sua preparazione cominciava a mezzogiorno… capelli, abiti, le cose per uscire, l’organizzazione della serata… non abbiamo mai fatto nulla di peccaminoso, ma era tutta una preparazione effervescente per una vita che, pur non avendo caratteristiche ‘gravi’ a livello morale, non era Gesù! Era uno stare insieme bello; facevamo le nostre cose e niente di brutto, ma non era Gesù e io ricordo quel giorno di terza superiore in cui ho detto: “Basta! Fine! Adesso basta, devo lasciare tutto!”. Questo ha significato lasciare gli amici, lasciare il dio del sabato sera… e non vi dico: citofono che suonava, telefono che suonava, gli amici che mi cercavano preoccupati: “Sei impazzito, che cosa ti è successo? Ti prego, perché non vieni?”. 

Ma io non potevo più perché c’era qualcun altro: è stata dura, durissima, ma è stato bello! I sabati sera con gli amici erano belli, però non li ricordo più; i sabati sera con Gesù… indimenticabili: l’armonia, la pace, la serenità, la gioia che mi entrava nel cuore quando mi mettevo a leggere la Parola di Dio di cui non capivo niente però capivo quello che potevo capire; i fiorellini che Gli portavo… 

Quando leggo queste cose del Purgatorio, dell’ Inferno capisco a che cosa alludano, capisco il rimorso di cui parlano e mi dico: “Perché ho iniziato solo in terza superiore? Avrei potuto iniziare prima a fare la scelta radicale!”. Si sente dentro quella spinta a dire: “Bisogna mettere Dio al primo posto perché è bello!”. 

Ecco perché tutto questo che ci viene dall’Inferno e dal Purgatorio non mi fa paura ed ecco perché non voglio che faccia paura a voi: non ve ne parlo per farvi paura, non c’è niente da avere paura. Solo di una cosa dovremmo avere paura: non amare abbastanza Gesù, non corrispondere a quanto Egli vuole da noi, cioè tutto.

Quando consacro l’Eucarestia e guardo l’Ostia Consacrata tra le mie mani penso: “Ma ti rendi conto, Gesù? Io ho il tuo Cuore Eucaristico tra le mani!”.

Adesso arriva Natale, guardiamo già il presepe che stiamo costruendo e non possiamo non vedere che la nostra vita deve essere un presepe in costruzione e che tutto deve essere orientato verso la capanna. Poi stare con Gesù, godere con Gesù e la Vergine Maria perché è bello…

Poi, vi prego, organizzate bene il giorno di Natale, di Santo Stefano, il giorno dell’Ultimo dell’anno, del Primo dell’anno, fate festa, mettendo Gesù al centro: non escludetelo, ma includetelo in tutto quello che farete con i vostri amici e i vostri cari e, se sapete che qualcuno è solo, chiamatelo! Magari sarà l’ultimo Natale della nostra vita, viviamolo nella carità: non chiudiamoci nelle nostre piccole riunioni familiari… non viviamo il Natale nella nostra casa chiusa. 

Quando ero ragazzo, che brutto era sentire: “Ah, no, io il Natale lo passo solo con i miei parenti e i miei amici! Il Natale solo con la mia famiglia!”. Ma ti prego! Non siamo mica una tribù di pipistrelli! E quella donna poveretta, sola come un cane, che hai sul pianerottolo e che il marito, che oggi sarà fuori a ubriacarsi fino a sera, picchia dalla mattina alla sera? Possibile che nel tripudio della tua gloria non ti venga in mente di fare la tua parte di elemosina a un mendicante, come fa Gesù Cristo con te dalla mattina alla sera, e andare a dire: “Se vuole, io avrei tantissimo piacere, se lei venisse a fare un po’ Natale con noi. Quello che può: dieci minuti, un quarto d’ora, un’ora… non so! Viene e va via quando vuole: non c’è il fuoco alla porta!”. 

Il giorno di Natale la porta sia aperta: non può esserci una porta chiusa il giorno di Natale! È inutile che il giorno di Natale io vada a prendere dalla strada il povero di cui mi dimentico il giorno dopo e, intanto, non mi accorgo del vicino accanto, dell’anziana accanto che sono soli come dei cani perché i figli sono a fare la settimana bianca e nessuno, nei giorni di Natale, passa da loro per un saluto. 

Sei una mamma, un papà, un fratello, un parente, un cugino, un amico, un dirimpettaio… la porta sia aperta! Le famiglie sono fatte per essere aperte, non chiuse; i cerchi devono essere aperti perché i cerchi chiusi puzzano di vecchio, di morte! Che cosa c’è di chiuso? Le bare! Le grotte dove vivono i pipistrelli … le aquile non stanno al chiuso dove soffrono e noi che cosa vogliamo essere? Meschini, brutti e pieni di egoismo? Il nostro presepe deve essere per tutti!

Poi ci sono quelli che – non li sopporto! – recitano così (sapete, ci sono varie litanie!): “Eh, no… non ci sono abbastanza sedie!” Scusa? Una cosa che non ho mai considerato nella mia vita sono le sedie! “Non c’è abbastanza posto!” 

Ma sai che nel carcere dove andavo io, dentro a una camera come la camera da letto singola dove tu dormi da solo ci stavano in dodici, ma non una notte… anni! Non una notte… giorni! Quindi scendevano dal letto a turno e in un letto dormivano in due con uno che non avevano mai visto in vita loro, uno di testa e uno di piedi – immaginatevi che profumi di rose! Il bagno per uno era per dodici: senza riscaldamento, con la finestra aperta giorno e notte, una latrina nera che, solo al vederla, lo stomaco si ribellava… ne venivano fuori i topi… ne avevano catturato uno, un rattone gigante, lo avevano messo in una bottiglia… immaginatevi che meraviglia! In dodici ci stavano! E noi? Diciamo di non aver le sedie per ospitare una o due persone in più! 

Io non ho paura delle pene del Purgatorio, ho paura di questi cuori, di queste menti… 

Ecco, se c’è un modo per farmi arrabbiare è quello di dire: “Non so se ci sia abbastanza posto… no guarda, Padre, dove li mettiamo?”. 

C’è sempre posto, c’è sempre posto! Non esiste la mancanza di posto! La mia nonna diceva che se c’è posto per dieci, c’è posto per undici! “Eh, ma nonna… c’è anche la mamma del mio amico!” Se c’è posto per undici, c’è posto per dodici! “Dove?” Tu stringiti, stringiti! “Ma sono sull’angolo!” Guarda che c’è ancora un po’ di posto, guarda bene! Cerca bene, mettiti bene!

Ci siamo sempre stati tutti, tutti! Certo, non c’era più posto neanche per un grissino, ma quello era un dettaglio e… vedere quella tavola! Non si riuscivano a vedere tutte le persone attorno alla tavola… quanto era bella quella tavola, quanto era bella quella casa, quanto era bello stare con tutte quelle persone che, mentre mi mangiavo i miei quintali di chiacchiere alla grappa, guardavo tutte dicendo: “Quanto sono felici!”. 

E poi arrivavo con il carrellino in ferro battuto con i ripiani di vetro stracarichi di montagne di chiacchiere coperte con tovaglioloni di cotone di una volta profumati di biancheria ed ero felicissimo di vedere le persone che mi guardavano mentre pensavo: “Adesso vi faccio vedere che cosa abbiamo fatto (in realtà io non avevo fatto niente se non mangiare)!”. Alzavo i tovaglioloni e… sui due ripiani… montagne di chiacchiere fino a morire (anche a Natale perché per me la mia nonna dava il cuore e anche di più).

Che bello era vedere tutta quella gioia in volti, purtroppo, anche tanto segnati dal dolore… ma in quel giorno il dolore non c’era, si attenuava! Ecco, io vi auguro di vivere un Natale così. 

Non dite mai: “Non c’è posto! Siamo in troppi! Dove lo metto?” E non dite mai il numero! Qualche volta qualcuno dice: “Padre, siamo già in trentadue!” E allora? Se siamo in trentadue, possiamo anche essere in trentatré! Le porte aperte! Piuttosto mi siedo per terra o su un seggiolino: sto comodissimo! “Ma Padre, non può mangiare per terra!”. Bene, allora stiamo tutti come cristiani, le sedie si fanno arrivare, per Amor del Cielo! Stiamo scherzando? Nel 2022 ci sono sedie da vendere! Il problema non sono le sedie, il problema è riempirle, non procurarle!

Appena Gesù è nato, la Sua Mamma non ha chiuso la grotta dicendo: “No, no, no, io, Giuseppe e Gesù e niente di più!”. Appena Gesù è nato, è arrivato il mondo! Questa è la casa di Nazareth…

Sono passati 31 minuti e, vi prego… lasciatemi leggere almeno una frase del Manoscritto, se no è un disastro… mi vergogno troppo!

Come sapete voi che M.P. è andato direttamente in Cielo, dal momento che non lo avete visto passare per il Purgatorio?

Il buon Dio me lo ha fatto conoscere ed è Lui altresì che, per sua bontà, permette ch’io sappia quel che mi chiedete, quando non lo abbia visto e sperimentato da me stessa. La giustizia del buon Dio ci trattiene in Purgatorio, è vero, e noi lo meritiamo, ma siate certa che la sua misericordia e il suo cuore paterno non ci lasciano lì senza alcuna consolazione. 

Anche nel Purgatorio la Bontà di Gesù e di Dio arrivano.

 Noi desideriamo con ardore il completo raggiungimento con Gesù, ma Egli lo desidera quasi al par di noi. Sulla terra sovente Lui si comunica in un modo intimo ad alcune anime (poiché poche vogliono ascoltarLo) e si compiace di svelar loro i suoi segreti. 

Pochi ascoltano Gesù, altrimenti Lui comunicherebbe ancora di più.

 Le anime che ricevono i suoi favori son quelle che cercano di esserGli accette in tutta la loro condotta e che vivono e respirano solo per Gesù e per farGli piacere. 

Che vivono e respirano solo per Gesù… ogni battito del cuore per Gesù… all’inizio di ogni giornata dovremmo fare questa preghiera: “Ogni battito del cuore sia un atto di ringraziamento e riparazione ai Sacratissimi Cuori di Gesù e di Maria”. Appena aprite gli occhi, fate questa preghiera e… con ogni battito del cuore sta ogni respiro perché senza respiro non c’è cuore! Cerchiamo solo di far piacere a Gesù!

 In Purgatorio vi sono anime molto colpevoli, ma pentite, e, nonostante i peccati da espiare, sono confermate in grazia e non possono più peccare: son perfette. Ebbene, via via che l’anima si purifica nel luogo di espiazione, essa comprende meglio, ma senza vedersi, perché allora non vi sarebbe più Purgatorio. Se in Purgatorio non conoscessimo il buon Dio più che sulla terra, le nostre pene non sarebbero così grandi né si atroce il nostro supplizio; quel che costituisce il nostro principale tormento (non è il castigo, non sono le fiamme del Purgatorio) è l’assenza di Colui che è l’unico oggetto dei nostri sì persistenti desideri!

Questo è il Purgatorio: l’assenza di colui che desideriamo fortemente! Quindi già su questa terra dovrebbe esserci il nostro Purgatorio perché qui il nostro desiderio dovrebbe essere solo il Cielo. Capite come si fa a fare già il Purgatorio in terra? Desiderando il Cielo e non poterlo avere! Questo è il Purgatorio!

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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