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La perfezione religiosa alla luce della SS. Eucarestia, di S. Pietro Giuliano Eymard. Parte 48

La perfezione religiosa alla luce della SS. Eucarestia, di S. Pietro Giuliano Eymard

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione sul testo “La perfezione religiosa alla luce della SS. Eucarestia” di S. Pietro Giuliano Eymard di martedì 19 luglio 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

VANGELO (Mt 12, 46-50)

In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli.
Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti».
Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?».
Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione

La perfezione religiosa alla luce della SS. Eucarestia, di S. Pietro Giuliano Eymard. Parte 48

Eccoci giunti a martedì 19 luglio 2022.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo XII di San Matteo, versetti 46-50.

Proseguiamo la meditazione del nostro libro di San Pietro Giuliano Eymard.

“III. – Dovete fare le vostre adorazioni secondo il metodo proprio della Congregazione che è il metodo della nostra vocazione”.

Ecco, adesso lui ci farà vedere un metodo per fare l’adorazione, che è quello che lui ha adottato e consigliato per la sua Congregazione dei Sacramentini.

Se qualcuno non ha un metodo suo, può tranquillamente usare questo, che è molto bello, come adesso vedremo.

“[…] Noi abbiamo adottato il metodo dei quattro fini del sacrificio, — ecco, è questo il metodo — come quello che meglio di ogni altro ci unisce a Gesù Cristo, primo e perfetto adoratore, di cui dobbiamo riprodurre le adorazioni e le preghiere per la gloria del suo Padre e per la salvezza delle anime. Il sacrificio di Gesù Cristo è la sua preghiera per eccellenza; esso è pure la preghiera per eccellenza della Chiesa […].

Adorare, ringraziare, domandare perdono e pregare in unione col sacrificio di adorazione, di ringraziamento, di propiziazione e di preghiera di Nostro Signore nel Santissimo Sacramento, ecco il metodo della Congregazione, quello che vi deve bastare […].

Ma stando a questo metodo, che è come il piano delle vostre adorazioni, voi dovete variarle e dare a ciascuna un carattere speciale, per evitare di farle per usanza e di perdere il tempo. Ne avete tre per giorno.

La prima dev’essere un’adorazione di virtù, e la sua occupazione principale sarà il lavoro interiore, l’istruzione della vostr’anima e la correzione dei vostri difetti: è un’adorazione di perfezione e di santità, è la scuola e la pratica della vita passata e della vita eucaristica di Gesù, di cui voi meditate i misteri e le virtù: e vi studiate di praticarle dapprima nella stessa adorazione, poi prendendo le risoluzioni necessarie per conformarvi la vostra vita”.

La prima è questa adorazione di virtù, dove al centro ci sarà il nostro lavoro interiore, e quindi l’istruzione della nostra anima e la correzione dei nostri difetti.

È molto importante questo primo metodo di adorazione, perché, di fatto, ci fa agire direttamente su tutto ciò che non va di noi… e si cambia la vita così, sapete?

“La seconda dev’essere un’adorazione di sofferenza, nella quale voi vi uniate alla Passione di Nostro Signore, meditandone i patimenti esterni ed interni: il patire è la perfezione delle virtù”.

Quindi, l’altra è una adorazione di sofferenza, dove si medita la passione di Gesù, che, insomma, è molto importante.

“Ma la terza dev’essere di raccoglimento, di riposo e di gioia nella bontà di Nostro Signore, sopra il suo Cuore oppure ai suoi piedi. In essa meditate i misteri gaudiosi e gloriosi della sua vita, contemplate il suo amore e gustate la sua tenerezza, non più nel lavoro, ma nel silenzio e nel riposo”.

È molto bella questa adorazione di raccoglimento, questa adorazione di riposo, di gioia… molto bella, dove si contempla l’amore di Gesù, dove si gusta la tenerezza di Gesù, dove si vive quel sano e santo riposo, quel sano e santo silenzio che c’è quando ci si ama.

Non so se l’avete mai notato, ma l’atto d’amore, qualunque esso sia, qualunque forma prenda, è profondamente connotato dal silenzio, richiede proprio il silenzio, richiede il raccoglimento, ed è anche un atto di riposo.

Guardate un bimbo, quando è tra le braccia della sua mamma, che riposa, che dorme… Guardate che immagine profonda di silenzio che abbiamo… Impariamo a vivere anche questo metodo del raccoglimento, del riposo e della gioia.

“Non vi dico di cercare unicamente la gioia; ma Gesù ve la darà, perché ne avete bisogno, come ha bisogno anch’Egli di comunicarvela: …”

Interessante…

Cioè, Lui dice: «Non ti dico di cercare come prima cosa la gioia, ma non temere che Gesù te la darà, perché Gesù sa che tu hai bisogno della gioia e Gesù stesso ha bisogno di darti la gioia».

Beh, chi ama, non desidera altro che di vedere la persona amata gioiosa.

“Egli tanto ama di renderci felici! Vedete: tutte le volte che si mostra ai suoi Apostoli, loro dà la pace, la gioia, la felicità: e se voi non le gustate mai, la colpa è vostra”.

Pace, gioia, felicità…

Attenti adesso a cosa dice San Pietro Giuliano Eymard:

“Mi sta molto a cuore che siate felici nella preghiera; è il vostro incoraggiamento, è come l’olio che fa girar le ruote; e quando non siete contenti, voi dovete dire: Non sono stato fedele, non faccio nulla di bene; e ciò vi scoraggia. — Non faccio nulla di bene, è possibilissimo; ma non fermatevi lì: umiliatevi e ritornate, prendete i mezzi per uscire da tale stato.

Questo può anche essere una prova che vi manda il buon Dio; i santi vi passarono e per lungo tempo; ma voi non siete ancora a quell’altezza. In via generale, se voi non provate contento nella preghiera è colpa vostra. Umiliatevi dunque e riguadagnate presto le buone grazie di Nostro Signore con una miglior vita”.

Quindi, vedete? È molto importante che nel momento della preghiera noi siamo felici, che noi siamo in pace, che noi siamo gioiosi, che proviamo gioia nella preghiera, che proviamo riposo, che proviamo silenzio.

Se questa gioia manca, invece di scoraggiarci, umiliamoci, pentiamoci dei nostri peccati, confessiamoci, e cambiamo vita.

Provare o non provare gioia nella preghiera è un importantissimo segnale, importantissimo.

“Se non riuscite ad essere felici nelle vostre adorazioni, io vi compiango assai”.

Vedete quanto i Santi ci dicono che la vita cristiana non è una vita di privazioni, di sofferenze, di frustrazioni, di angosce… no, no, è una vita di gioia, è una vita di felicità, se però noi siamo in un certo modo.

“Voi non avrete alcun’altra consolazione: gli uomini non ve ne daranno; non ne troverete alla mensa, e neppure nel riposo, perché il lavoro non manca; e poi che consolazioni son quelle? E’ vero che si dice del religioso che non ha fastidi, ma è un insulto; la felicità non è che nell’appagamento dell’anima. Non vi consolerà neppure il ministero esteriore, giacché non vi sarà concesso se non nella misura che il vostro spirito di preghiera e la regolarità delle vostre adorazioni non ne patiranno.

Il mondo non verrà a voi; e quando anche aveste successi nelle anime, questa gioia non vi sarà lasciata; perché voi dovete essere come il Battista, il quale mostra Nostro Signore; e si vede giustamente abbandonato da’ suoi, che vanno a Colui ch’egli mostra”.

 La nostra consolazione è solo in Gesù Eucarestia, perché gli uomini non danno consolazione. Sì, per l’amor del Cielo, ti vogliono bene e tante cose belle, però, la consolazione profonda, quella viene solo da Dio.

Il cibo? Beh, insomma, un bel piatto di ciliegie fresche ghiacciate e buonissime, certo, fanno piacere, però, non mi consolano. Mi fanno piacere per quel momento, ma, quando incominciamo ad usare il cibo, gli uomini, il sonno, per consolarci, è un brutto, brutto segno.

Nel cibo non c’è consolazione, ma neanche nel riposo, perché, se voi avete notato, paradossalmente, più dormiamo e meno siamo felici.

Mi ricordo quando facevamo le adorazioni eucaristiche notturne… insomma, l’adorazione eucaristica notturna è dura, c’è poco da fare. È bella, bellissima, e nello stesso tempo è dura; è dura perché, insomma, è un sacrificio grande, il sacrificio del sonno.

Poi, se non ricordo male, intorno alle 7.00 riponevo il Santissimo, e poi c’era la preghiera dell’Ufficio con i Frati, e moltissimi si fermavano a pregare l’Ufficio delle letture e le Lodi.

Poi, io entravo in confessionale… e quindi, per farla breve, c’era gente che arrivava alle 4.00 a fare adorazione eucaristica e andava via alle 8.30/9.00; fisicamente si era magari un po’ provati, però io non ho mai visto nessuno di triste, perché Gesù è una consolazione grandissima, Gesù è una gioia grande.

Pensate… una sera mi capitò un fatto, che non ho più dimenticato.

Faceva un caldo… mamma, un caldo… e allora ho detto: «No, Gesù, stasera non ce la posso fare a stare qui con te davanti al tabernacolo, è impossibile, fa troppo caldo, mi sento morire. Se rimango qui, muoio; mi manca l’aria, non respiro, non ce la faccio».

Poi, vabbè, sapete, la coscienza parla, si fanno due conti, e alla fine ho detto: «Dai, mi fermo, però poco, perché, se mi sento svenire, vado via eh… non riesco a stare qui tanto», e quindi mi sono messo lì.

Tutta la mia natura si ribellava, perché faceva caldo… ma tanto caldo… tanto caldo, tanto… e dicevo: «Ma è possibile che faccia così tanto caldo?»

Eh vabbè, mi sono messo lì… poi, sapete, con Gesù non ci si annoia mai. Già ve l’ho detto tante volte, il tempo vola e uno dice: «Ma sono appena arrivato…», e sono passate due ore. Eh, ma con Gesù è così, guardate, Gesù è Gesù… Da lì a breve (o comunque a me è sembrato breve), è venuta su un’arietta fresca, e ho detto: «Mamma… oh mamma, da dove arriva sta arietta?»

Era un’arietta fresca, ma così bella… Ho cominciato a tirare un fiato e ho detto: «Oh mamma, è arrivata un po’ di brezza… (sì, peccato che non ero al mare, comunque vabbè)».

E quindi dicevo: «Non ci posso credere… Da dove arriva questa arietta?»

Era diventata talmente forte, che ad un certo punto ho dovuto mettere un fermaglio alla porta per non farla chiudere, e ho detto: «Ma pensa te…»

Così ho fatto la mia adorazione eucaristica, bellissima… e ho detto: «Gesù, mi sembra di essere in una pineta del Trentino! Ma pensa te… ma senti che arietta fresca, ma senti che brezza, che bello!», con la porta che sbatteva contro il mio fermaglio. Ho detto: «Non ci posso credere…»

Vedete? Gesù… Gesù è il nostro Gesù… Come si fa a non innamorarsi di Gesù? È impossibile, non possiamo non innamorarci di Gesù!

È impossibile… Gesù ti rapisce il cuore, proprio ti porta via il cuore, ti porta via la mente.

Vedete, Gesù consola anche la natura.

Siccome sa benissimo che quel Suo Sacerdote lì è un disastro, è un pasticcio di debolezza, di capricci, di non so che cosa, allora ha detto: «Mandiamogli un po’ di venticello fresco, così la pianta di frignare e sta qui un po’ tranquillo in silenzio».

Certo, perché se io fossi stato Massimiliano Maria Kolbe, avrei detto: «Gesù, questo caldo è troppo poco… di più!», ma siccome io non sono Massimiliano Maria Kolbe, e neanche San Giovanni Maria Vianney, ero lì che frignavo. E questa brezza l’ho proprio vissuta come… sì, come una consolazione, come un refrigerio, e anche come un invito, quasi a dire: «Resta qui, non andare via».

Eh, il Signore… il Signore ci tiene, non è come noi…

Il Signore ci tiene alla nostra presenza.

Alle volte, quando vado a trovare Gesù, Gli dico: «Adesso non cominciare a pensare a quando vado via, eh…», perché mi immagino che, appena arrivo, Lui possa pensare a quando io andrò via, e allora dico: «No, non pensare a quando vado via, tu pensa ad adesso, che sono qui».

Voi direte: «Ma Padre Giorgio, cosa fai, la predica a Gesù? Dai i consigli a Gesù? Fai il Padre spirituale di Gesù?»

No, non faccio il Padre spirituale di Gesù, ma io penso che, in un rapporto di amicizia e di amore, ci si possa permettere anche qualche confidenza in più, no?

 Mi immagino Gesù che pensa così, perché, quando si è insieme alla persona amata, una delle ragioni per cui non si può godere fino in fondo, è il fatto che c’è di mezzo il tempo, e quindi tu sai che tutto ciò che sta iniziando, nel momento in cui inizia sta già finendo, ti stai già avviando alla fine.

Ecco perché nella Gerusalemme Celeste noi vivremo nell’eternità, e lì non ci sarà più il problema del tempo, sarà un inizio eterno, senza fine… che bello… che bello…

Non dimentichiamoci che la felicità sta nel godimento dell’anima, è lì che sta la felicità.

Non vi consolerà neppure il ministero esteriore” (neppure la pastorale, diciamo così), perché questa consolazione è legata al tuo spirito di preghiera, è legata alla regolarità delle tue adorazioni.

Neanche alla consolazione del mondo che viene a te, perché di fatto noi siamo come il Battista, dobbiamo additare Gesù, e non noi.

“E poi, credetemi, nulla e nessuno potrà veramente rendervi felici fuorché Nostro Signore”.

Ah… bellissimo…

Sentite adesso cosa scrive San Pietro Giuliano Eymard:

“Il vostro cuore è paralizzato ogni volta che lo mettete in contatto con altra cosa che non sia quella per cui è sensibile: la preghiera e il buon Dio; Egli vi ha dato un cuore simile alla sensitiva, la quale non può soffrire che il contatto del sole e della rugiada celeste, e si chiude ad ogni altro”.

È vero eh… verissimo!

“Siate dunque uomini di adorazione; abbiate lo spirito di preghiera; amate l’adorazione e veniteci con gioia come ad un banchetto del Cielo, e così sarete felici; servirete il Signore nella gioia del vostro cuore. Ah! siate contenti del buon Dio!”

Ecco, il nostro cuore sente solo il contatto del sole e della rugiada del cielo, a tutto il resto si chiude, non c’è niente da fare… a tutto il resto si chiude; si paralizza, quando lo mettiamo a contatto di tutto ciò che non è Gesù, perché lui è sensibile solo a Gesù.

Quindi… quindi, viviamo bene le nostre adorazioni eucaristiche.

Adesso che arriva l’estate… cioè, adesso, in verità, siamo già in piena estate, ma stavo pensando che arriveranno le vacanze e, più o meno, tra poco, un po’ tutti faremo un tempo di riposo; ecco, in questo tempo di riposo, non soffochiamo il nostro cuore affogandolo nelle stupidaggini del mondo, ma cerchiamo di tenerlo un pochino esposto al contatto del sole e della rugiada celeste, mettiamolo un po’ a contatto con l’Eucarestia, viviamo dei bei momenti di adorazione.

Anche se non c’è Gesù esposto sull’altare, però ci sono i tabernacoli dove Gesù è lì da solo, e allora, ovunque saremo, al mare, a casa, in montagna, usiamo un po’ di tempo per stare con Gesù e impariamo a fare la visita al Santissimo Sacramento.

Io ho fatto un PDF…

Voi direte: «Ma Padre Giorgio, quanti PDF ha fatto lei?»

Non li ho fatti tutti in un giorno eh… ma io li ho fatti per voi, per la gente, perché mi dicevo: «Magari le persone hanno bisogno di avere un aiuto, magari non conoscono tutte queste belle preghiere o non le hanno mai messe insieme», e allora ho fatto anche questo PDF.

Questo è veramente bello, mi piace proprio!

Di tutti quelli che ho fatto, questo, forse, è quello che mi piace di più.

Ma è bello nel senso proprio artistico del termine, perché ha su dei disegni bellissimi, che mi piacciono tantissimo, forse perché a me piace molto la pittura, il disegno, quindi mi piacciono le immagini belle.

L’ho riempito di immagini bellissime e ho fatto questo libretto, che raccoglie tante preghiere da recitare davanti al Santissimo Sacramento: all’inizio dell’adorazione, durante, alla fine, tante preghiere che poi uno sceglie.

Se dovesse servirvi, come sempre è gratis; o meglio, direte un’Ave Maria per me.

Io ve lo do volentieri, ve lo mando per e-mail o, se mi scrivete su WhatsApp, ve lo mando su WhatsApp. Non ce l’ho cartaceo, perché oramai non ne ho più, li ho dati via tutti, però in formato digitale c’è.

E così, quando andate davanti a Gesù…

Così come ne ho fatto un altro, bellissimo anche questo, bellissimo, con dei disegni bellissimi; anche questo è davvero molto bello e si intitola “Adest”. In questo, invece, ho messo insieme tante preghiere per i tre momenti della giornata: per il mattino, per il mezzogiorno e per la sera.

Sono tante preghiere bellissime che ho trovato lungo gli anni e che ho messo in questo PDF. Mi sono detto: «Magari qualcuno dice: “Che preghiere posso recitare alla sera o al mattino appena mi sveglio?”», e così ho fatto questo PDF.

Ne ho fatto uno per me, e quello è mio, riservatissimo… Sapete, un libro di preghiere è un po’ una radiografia dell’anima, capite? Cioè: “Dimmi come preghi e ti dirò chi sei…”. Quindi, il proprio libro di preghiere è una cosa propria, personale, che non si può dare, perché uno non va in giro a dare le radiografie che fa a destra e a manca, no? È una cosa molto intima, molto personale, quindi quello non lo posso dare, perché è mio personale, e poi ci sono su tutti i miei appunti, le mie date, tutte le mie cosine. Un libro di preghiere è un raccoglitore di vita, perché una preghiera arriva in un certo momento della propria vita, poi un’altra in un altro momento, poi quell’altra preghiera è legata a quell’evento, insomma, è una cosa molto particolare, molto intima.

Ne ho fatto un altro, però, altrettanto carino, dove ho messo insieme queste preghiere per i vari momenti della giornata, quindi, se dovesse servirvi anche questo, me lo dite e ve lo do volentieri.

Chissà, magari un giorno mi siederò in una chiesa, vicino a qualcuno, mi girerò, vedrò il mio PDF e dirò: «Ma tu guarda, il mio PDF!», poi chiederò: «Ma quello lì è il PDF di Padre Giorgio?»

Mi diranno: «Sì, è il PDF di Padre Giorgio. Lo conosce?»

«Mah sì, un pochino».

Rido… perché mi è capitato una volta che mi sono avvicinato ad una persona e ho riconosciuto un mio testo. Ho detto: «Non ci posso credere… anche qui!»

Allora, ho detto: «Ma che bel testo!»

Mi dice: «Sì, è vero, è bello. È un testo di un Sacerdote».

Dico: «Ah bene, bene. Lo conosce?»

«No, me lo ha dato una mia amica. Io ascolto sempre le sue omelie».

Intanto, tra me e me dicevo: «Ma non senti la mia voce? Non la riconosci?», ma evidentemente non la riconosceva.

«Io ascolto sempre le sue omelie, me le manda la mia amica su WhatsApp. È da tanti anni che lo ascolto».

Ho detto: «Ah… bene, bene», mi sembrava di essere a Emmaus.

Mi chiede: «Ma lei lo conosce?»

Ho risposto: «No, ho sentito qualche volta parlare di lui».

«No, no, guardi, le devo mandare le sue omelie».

«Dai bene, bene, mi sembra un’ottima idea».

Poi, dopo tutto questo gioco, le ho detto: «Ma signora, io sono Padre Giorgio!»

«Lei è Padre Giorgio?!»

«Sì, sono io Padre Giorgio».

«Non ci posso credere!», e poi avanti… è durata mezz’ora, però mi sono fatto una sana risata.

Le ho detto: «Mi perdoni se l’ho presa in giro, ma è stato troppo bello e ho voluto ridere un po’».

Va bene. Allora, io vi auguro una santa giornata.

Ogni tanto ridete anche voi con me, così ridiamo un po’ insieme; anche se non vi vedo sorridere, sono sicuro che avrete anche voi dei simpatici momenti di letizia, servono anche questi.

Domani inizieremo una meditazione nuova, che si intitola: “Il dono di se stesso”, molto importante.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

 

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