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Il Salterio di Gesù e di Maria del Beato Alano della Rupe, parte 11

Il Salterio di Gesù e di Maria del Beato Alano della Rupe

Meditazione

Pubblichiamo l’audio del ciclo di meditazioni dal titolo: “Il Salterio di Gesù e di Maria del Beato Alano della Rupe” di martedì 11 ottobre 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

VANGELO (Lc 11, 37-41)

In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo.
Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a martedì 11 ottobre 2022.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo undicesimo di san a Luca, versetti 37-41.

Continuiamo la nostra meditazione sul testo del beato Alano; siamo al capitolo quattordicesimo.

Quale sia il modo di pregare il Salterio.

Intende quello di Gesù e Maria, quello che noi chiamiamo “Santo Rosario”.

Riferirò qui alcuni modi di pregare, appresi sia dalla tradizione degli antichi, sia da una rivelazione della benigna Vergine.

Primo modo: pregare direttamente Cristo. E così con la prima cinquantina si preghi in onore di Cristo incarnato. Con la seconda, in onore di Cristo sofferente. Con la terza, in onore di Cristo che risorge, ascende, manda lo Spirito Paraclito, siede alla destra del Padre e verrà nel giudizio.

Secondo: pregare Cristo per intercessione dei Santi. E così la prima cinquantina sia offerta per i celebrati sensi della Beata Maria, ossia per le cinque finestre, ad onore di Gesù Cristo. Quindi per gli occhi di Maria, che videro Gesù, per le labbra che baciarono Gesù ecc. Per guardarla, sia esposta un’immagine della Madre di Dio davanti agli occhi della mente, cioè del corpo. La seconda: recitare la Salutazione Angelica per le singole cinque Piaghe di Cristo ciascuna a turno, o per tutte le membra; si accosti anche l’icona di Cristo per essere contemplata. Non è necessario pensare il senso delle parole, ma meditare devotamente il dolore delle ferite, il merito ecc. La terza: alla memoria dei Santi che ci saranno graditi. Qua è utile andare con l’animo per i singoli altari del Tempio, e ivi immaginarsi Angeli, Patriarchi, Profeti, Apostoli, Martiri, Confessori, Vergini, Vedove, Coniugi santi ecc. e in onore e per i meriti di essi, offrano in sacrificio a Cristo Dio le preghiere coronarie.

Noi diciamo: “Io non riesco a stare concentrato, a stare a pensare a ogni parola che dico per ogni Ave Maria!” Non è necessario! Lo dice il beato Alano.

Si può pregare direttamente Gesù e quindi dedicare le prime cinquanta Ave Maria ai misteri gaudiosi pensando all’Incarnazione di Gesù; la seconda cinquantina ai misteri dolorosi pensando a Gesù sofferente; la terza cinquantina ai misteri gloriosi pensando a Gesù che risorge, allo Spirito Santo, alla grandezza del Padre…

Oppure si può pregare pensando agli occhi della Vergine che videro Gesù, alle sue labbra che lo baciarono; oppure pensando alle cinque piaghe di Gesù; oppure ancora facendo riferimento alla memoria dei santi che ci sono graditi.

Quanti modi ci sono per dire il Rosario! Sono modi che usano la fantasia e, siccome fatichiamo a incatenare la nostra fantasia, il beato Alano ci invita a usarla.

Terzo modo: volgere l’intenzione in ordine alle virtù. Così per la Fede da mantenere, pronunciare una sola Ave o una decade, per la speranza ugualmente, ecc. Similmente in ordine ad i vizi da allontanare.

Si può dedicare una decina per vivere la virtù della umiltà, un’altra per la virtù del silenzio, della continenza; un’altra ancora per vincere il vizio della gola. Vedete: non c’è proprio motivo per distrarsi…

Quarto modo: recitando l’orazione per il prossimo, come la Chiesa, il Papa, il Clero ecc., l’Imperatore, il Magistrato ecc., i genitori. Ugualmente, anche per i nemici sia vivi che defunti.

Quanto parlare si è fatto, per esempio, poche settimane fa per le votazioni politiche: quanto discorrere prima, durante e dopo! Ovunque si sentiva parlare di politica, tutti ne parlavano. Qualcuno mi ha chiesto perché io non parli mai di politica e non dia consigli sul voto, aggiungendo che così sembra che io viva fuori dal mondo. Mi hanno anche chiesto se io abbia un’idea politica. Certo! Non vivo ‘dentro a un cavolo’, quindi certo, come tutti, ho un’idea politica, ma a me non piace parlare di queste cose, preferisco ‘fare’. E sapete che cosa ho fatto? Ho pregato tanto. Fine. Parole: zero; preghiera: tanta. Esattamente secondo il quarto modo “recitando l’orazione per il prossimo, come la Chiesa, il Papa, il Clero ecc., l’Imperatore, il Magistrato ecc., i genitori. Ugualmente, anche per i nemici sia vivi che defunti”. Devo dire che, quando recito il Rosario, io uso molto questo quarto modo; è un modo che mi piace molto e nel quale mi trovo molto.

E poi: quante critiche! Critiche contro i sacerdoti, contro tutti, ma, invece di criticare, perché non stiamo zitti e preghiamo? Quando sulle mie pagine di Facebook, di YouTube o altro io o i miei collaboratori intercettiamo commenti ai post contenenti delle critiche, cancelliamo e blocchiamo subito: non voglio polemiche, non mi interessano le critiche al vetriolo, i commenti acidi, le accuse di ipocrisia, di falsità… Impariamo a prendere la Corona del Salterio e a guardare la nostra immagine dentro questa Corona: dobbiamo smettere di essere cristiani acidi, incattiviti, castigatori di tutto e di tutti, che anche usano insulti, a volte, contro sacerdoti, vescovi, governanti. Possono essere le persone peggiori possibili, ma, invece di insultarli e accusarli, perché non pregare, far celebrare messe, digiunare, recitare il Rosario per loro? Questi sono atti di carità suprema; gli altri, non solo sono atti inutili, ma sono dannosi e ci fanno cadere nel peccato contro la carità, quindi perché farli? 

Vi ripeto: io uso molto il quarto modo indicato dal beato Alano pregando il Santo Rosario “per il prossimo, come la Chiesa, il Papa, il Clero ecc., l’Imperatore, il Magistrato, i genitori”. E poi anche per “i nemici sia vivi che defunti”.

Diciamo: “Signore, io offro il Salterio di oggi per questa persona morta che mi ha fatto tanto male; per questo papà, questa mamma, questo figlio vivo che mi sta facendo tanto male…” Questo serve…

Quinto e ultimo modo: pregando a proposito delle cariche umane, come il Pontificato, l’Impero, il Sacerdozio, l’Esercito, i Giudici ecc.

Ho trovato questi modi nel Mariale del nostro F. Giovanni dal Monte, dove egli scrive una storia su Maria compagna di viaggio.

A me sembra che questi cinque modi possano essere veramente un aiuto grandissimo e concreto per pregare bene il Salterio.

Capitolo quindicesimo.

Perché il Salterio deve essere predicato e insegnato personalmente e pubblicamente?

1. Si dice nella conclusione di Marco: Andate in tutto il mondo, predicate il Vangelo a ogni creatura. Ma il Salterio della Beata Vergine Maria è il Vangelo: è formato, infatti, di due parti che implicitamente racchiudono qualsiasi cosa c’è nel Vangelo. Dunque deve essere predicato ad ogni creatura, d’ogni stato della Chiesa, da parte di coloro ai quali l’ufficio comanda la necessità di predicare. L’ufficio del Salterio non contrasta con il Vangelo, anzi è per la maggior gloria di questo, e quella ripetizione tanto santa e salutare ne riceve il merito.

Dire il Rosario è dire il Vangelo. Il Salterio di Gesù e Maria deve essere predicato come deve essere predicato il Vangelo, poiché è formato da due parti che racchiudono il Vangelo.

2. Essendo un dovere il predicare per l’edificazione e la salvezza dei Fedeli, che cosa di più utile può essere accomunato con questo Salterio, dalle cui preghiere è evidente che si è offerta al mondo una somma utilità e salvezza?

Per questo, ripeto, ringrazio Gesù e la Vergine Maria che mi hanno concesso, questi giorni, di potermi dedicare solo a questa predicazione che rimane incastonata nella mia predicazione eucaristica, o meglio ‘eucardica’.

3. Confrontiamo alternativamente l’ufficio della Predicazione e l’impegno del Salterio. 

  • Poiché la predicazione serve a fare da medicina alle anime, allora questi Vangeli sono le due beate dispense di Dio, perciò sono da predicare. 
  • È dovere della predicazione illuminare? Ecco qui queste due lampade. 
  • È dovere far progredire la Chiesa nelle virtù? Ecco questi aiuti e incoraggiamenti. 
  • È dovere estirpare i vizi? Ecco questi due sacri strumenti. 

Qualcuno mi ha detto: “Padre, sa che mi sono già innamorato del Salterio di Gesù e di Maria?” Bene, sono contento! 

“Sa che ne dico anche di più?” Ottimo! 

“Sa che mi sta prendendo il cuore e ho scoperto che ho tantissimi ritagli di tempo e quando cucino, stiro, pulisco, vado a fare la spesa, appena posso, mi metto le cuffiette e recito il mio Santo Rosario. Mi son fatto una lista e ho scoperto che riesco a dire quattro, cinque, sei Salteri in un giorno…” Certo! 

E un altro mi ha detto: “Padre, sono undici giorni che non guardo più Facebook!” E io ho risposto: “Maranatha! Vieni Signore Gesù: undici giorni senza Facebook…un miracolo!” “Eh, sì, perché dicendo il Salterio non ho più tempo per Facebook!” Questo è già il primo miracolo del Salterio di Gesù e di Maria. 

Come vi ho detto, il prossimo passo sarà quello di avere una Corona del Rosario con centocinquanta Ave Maria, magari di colori diversi che distinguano i tre misteri.

Qui apro e chiudo rapidamente una parentesi. Noto che qualcuno fa delle domande (ad esempio su YouTube a commento dei post) a cui non rispondo assolutamente; semmai rispondo a quelle dei commenti su Telegram, ma i social non sono il luogo di chissà quale scambio, visto che le cose personali è meglio che rimangano tali. Piuttosto, come vi ho già detto, mandate le domande per e-mail… ad ogni modo non a tutte le domande si risponde perché alcune di esse sono inopportune.

Quando non rispondo, dovete capire che alla risposta potete arrivare anche da soli: io non rispondo direttamente, ma indirettamente attraverso le meditazioni. Se voi ascoltate bene le meditazioni, vi accorgerete che io rispondo a tutte le domande, perché l’unica domanda stupida è quella che non viene fatta, però, ripeto, ci sono domande inopportune cui non si può rispondere: dobbiamo fare la fatica di pensare e mi sembra che oggi non si abbia voglia di fare fatica… 

Ci viene in mente una domanda? Cominciamo a riflettere, a cercare, a pregare. Solo alla fine di questi percorsi posso fare la domanda a chi mi può aiutare, soprattutto se mi ha già dato molte informazioni. 

Conosco già una domanda che, ascoltando queste meditazioni, potrebbe essersi formata nelle vostre menti: ad essa non risponderò assolutamente perché il beato Alano ha già dato la risposta. Basta andare a vedere che cosa ha detto il Cielo.

Invece di stare in silenzio, meditare e avere il coraggio che arriva dalla propria coscienza, invece di essere pusillanimi bisogna essere audaci e avere una coscienza vera e certa. Quindi imparare ad aver chiari i fondamenti, le fonti, i motivi, le ragioni e poi si cammina… hai chiare tutte queste cose? Basta! Cammina e, cammin facendo, capirai meglio! 

  • È dovere rafforzare la Fede? Ecco qui i due primi fondamenti della Fede.
  • È dovere accendere gli animi contro il demonio, il mondo, la carne, per innalzare le anime a Dio? Ecco qui le fiaccole, ed ecco qui i due fuochi del cielo. 
  • È dovere allontanare dal male della morte, della dannazione? Ecco qui due spade fiammeggianti anche più di quelle dei Cherubini. 

Eh, sì, perché noi siamo passati dal tabù del sesso al tabù della morte, per cui la morte è stata rimossa, dà fastidio, è un problema perciò accorciamo i tempi il più possibile e facciamoci poi trasformare in belle polverine che poi… diventeranno alberi! Non apro questo capitolo, sennò… Rimuoviamo il problema facendoci diventare… concime per un abete! Il mio corpo consacrato dal Battesimo, dalla Cresima, dall’aver ricevuto il Corpo di Gesù Cristo devo pensarlo diventare concime per un abete? 

Il problema non è morire, ma morire bene, in grazia di Dio. Il problema è essere vivi, mentre si è in vita, e non essere morti a causa del peccato mortale: questo è il problema! Non angustiamoci tanto per il problema della morte: angustiamoci di più affinché la nostra anima sia in grazia di Dio! 

Avete notato che non si parla più di ‘anima’? Si preferisce parlare di ‘corpo astrale’… veramente una follia, una moda new-age! E non parliamo più di anima perché dovremmo parlare di vita eterna, quindi di Inferno, Purgatorio e Paradiso, quindi di peccato, quindi di peccato mortale, quindi del Sacramento della Confessione e questo non ci piace! Quindi togliamo il tema dell’anima, parliamo di tutto e di più ma non di anima, non parliamo della salvezza eterna, non parliamo di doverci confessare e così siam tutti nella pace… falsa!

  • È dovere della predicazione esaltare e far avanzare l’onore di Cristo? Ecco due proclamazioni, delle quali non c’è mai stato nulla di simile in nessun luogo. Che cosa di più? Da esse dipendono tutta la Legge e i Profeti.
  • L’orazione, essendo il mezzo principale nella Chiesa, è data da Dio ai fedeli, a tutti, sia per ottenere il bene sia per allontanare il male. E il Predicatore illanguirebbe muto e pigro in merito a queste? 
  • I Santi appunto quanto più perfetti e più ammirabili emersero, tanto più con familiarità accorsero alla preghiera, così da non aver mai fatto miracoli senza queste.

Che cosa diceva Padre Pio? “Io sono solo un frate che prega”.

Sì, ma come prega? Quanto prega?

  • In verità il Salterio è un tale genere di pregare, che contiene, insegna e ripete quell’Orazione, che solo Gesù insegnò unica, — il Padre Nostro — quella Salutazione, che abbiamo ricevuto concessa dal Cielo. — l’Ave Maria —

Da qui con certezza affermo: predicare il Salterio, nient’altro è che spingere il popolo alla devozione, alla penitenza, al disprezzo del mondo e alla riverenza alla Chiesa. Davvero penso che l’amore e l’esercizio di questa devozione nell’uomo non possa trovarsi senza l’intervento della destra dell’Eccelso.

Siamo chiamati a predicare il Salterio di Gesù e di Maria perché questo spinge alla devozione, alla penitenza, al disprezzo del mondo e all’amore per la Chiesa. 

Inoltre: l’amore e l’esercizio della devozione per il Salterio di Gesù e di Maria sono frutto dell’intervento ‘della destra dell’Eccelso’.

  • Il risultato dunque del Salterio è questo, che il mondo incline a qualunque pessima cosa, si riformi per mezzo di esso, Gesù concedendo, la Madre di Gesù intercedendo, i Salmodianti cooperando, e i Predicatori essendo più solleciti che sfarzosi.

Oh, se qui i genitori abituassero i loro figli all’esercizio del Salterio, quanto essi sarebbero docili in ogni cosa e capaci di attendere? Di quante benedizioni di Dio arricchirebbero la casa e la propria discendenza conseguita? 

Ma se i nostri figli non sono neanche capaci di fare il segno della Croce? Ma se noi ai nostri figli accendiamo l’iPad quando hanno un giorno di vita? Ma se a noi interessa solo mettere i nostri figli davanti alla televisione, così non ci disturbano? E quando sono rimbecilliti dalle immagini più immonde possibili, li prendiamo e li buttiamo nel letto! Poi, quando hanno dodici o tredici anni, diciamo che andiamo a fare il pellegrinaggio non so dove per la loro conversione, perché si drogata, “perché torna alle quattro del mattino”, “perché mi vomita sul pianerottolo ubriaco fradicio”. E ci chiediamo: “Ma come è possibile? L’ho mandato a studiare in una scuola privata! Come è possibile che sia diventato così? Ma, Padre, noi siamo una famiglia cattolica!” Ah, sì? Una famiglia cattolica vive come dice il beato Alano!

I nostri figli non sono capaci di recitare il Santo Rosario a memoria, non sanno i misteri a memoria, perché non lo hanno imparato dai genitori! Sanno come è formata la squadra di calcio di non so quale colore; sanno tutto dell’ultimo cantante emerso da non so quale realtà, tutte le sue canzoni, le parole delle sue canzoni che tra pochi anni saranno tutte nell’oblio; sanno tutti gli spettacoli della televisione; sanno tante cose di questo mondo, ma non sono capaci di recitare un Rosario… ma non è colpa loro! I genitori hanno tempo di stare con il cellulare in mano, di mandare messaggi su messaggi, di guardare Facebook e di postarsi mentre stanno mangiando il bignè, ma non hanno tempo di recitare il Santo Rosario con i loro figli.

Se i padri e le madri di famiglia spronassero i loro servi alla stessa cosa, godrebbero di persone più ossequiose e fedeli. I confessori farebbero una cosa del tutto sana e salutare se persuadessero i loro penitenti all’esercizio del Salterio, o lo ingiungessero in un’ulteriore soddisfazione della penitenza, non per obbligo, ma per devozione, a vantaggio dell’accumulo dei meriti. Cosa che per San Domenico era una cosa normale, proprio abituale. Né priva di uno straordinario guadagno di anime.

Qui suggerisce addirittura di consigliarlo al termine della Santa Confessione.

Oh, se anche i capi del popolo divulgassero tra il popolo incolto questa facile devozione e tanto vantaggiosa, inculcandola ai parrocchiani, vedrebbero l’altro volto del loro gregge e la bellezza dei costumi.

Bene, mi fermo qui e domani vedremo una parte molto interessante…

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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