Scroll Top

Le Passiflore Eucaristiche: Beata Anna Katharina Emmerick, parte 6

Le Passiflore Eucaristiche: Beata Anna Katharina Emmerick

Meditazione

Pubblichiamo l’audio del ciclo di meditazioni dal titolo: “Le Passiflore Eucaristiche: Beata Alexandrina Maria da Costa, Serva di Dio Teresa Neumann, Beata Anna Caterina Emmerick, Venerabile Marta Robin” di martedì 8 novembre 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

VANGELO (Lc 17, 7-10)

In quel tempo, Gesù disse:
«Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, strìngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a martedì 8 novembre 2022.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo diciassettesimo del Vangelo di san Luca, versetti 7-10.

Continuiamo la nostra lettura e meditazione sull’esperienza della beata Katharina Emmerick.

Riportiamo per intero il racconto di una visione terribile riguardo le negligenze dei Sacerdoti e dell’opera di riparazione di cui la Vergine Maria ha incaricato la Beata e altre anime vittime.

Vol. 2 p. 326:

“Veggo pure in un quadro innumerevoli colpe e negligenze di tutti i doveri cui i pastori non soddisfanno verso il loro gregge. Veggo genti che si accostano alla Comunione mal preparate. Ne veggo altre mal consolate e mal dirette nel confessionale. Veggo sacerdoti negligenti, sudici addobbi e utensili di altare, infermi non confortati, individui che troppo tardi ricevono il Viatico, malcurate e neglette reliquie, e cose simili. Ed allora mi sento presa da vivo desiderio di aiutare, e prego Iddio di voler soddisfare la sua giustizia sopra di me, e di compensare colla mia buona volontà le mancanze di altri deboli membri del corpo della Chiesa, e quindi riunisco i miei dolori coi patimenti inesauribilmente soddisfacenti di Gesù, e veggo come per mezzo degli angeli e dei santi vengano cancellate le colpe, e come per vie straordinarie tutto venga di nuovo restaurato per servizio del Signore ed a salute delle anime neglette… La Madre di Dio ha distribuito cotesto lavoro fra sette persone, la maggior parte donne. Ho visto fra loro la stimmatizzata di Cagliari e la Rosa Maria Serra, ed altre che non posso nominare; un francescano nel Tirolo, ed un sacerdote in una casa ecclesiastica situata fra i monti, il quale soffre indescrivibilmente per cagione dei falli commessi in seno della Chiesa. Mi ebbi anch’io la mia parte, e seppi perché fossero tutti i miei dolori, e vidi sempre quel che facevo quando soffrivo. Debbo per altro soffrire ancor tutta questa settimana.”

Come sempre c’è la presenza di anime vicarie, vittime che riparano, supplicano per le colpe e le negligenze dei pastori verso il loro gregge: ogni pastore ha dei compiti da assolvere tipici del suo stato, ogni vescovo verso la sua diocesi, come ogni mamma e papà, moglie e marito. 

Dobbiamo stare attenti alle nostre colpe e alle nostre negligenze verso questi doveri che noi dobbiamo assolvere. Non dobbiamo ignorare o rimandare i nostri doveri, perché ci sono delle responsabilità immediate e remote che vanno assolte.

Poi dice: “Veggo genti che si accostano alla Comunione mal preparate”: vedete quanto è importante prepararsi alla Santa Eucarestia e, quindi, alla Santa Messa. Sia per la Comunione Sacramentale, sia per la Comunione Spirituale dobbiamo prepararci perché si tratta di un incontro: ci sono delle preghiere molto belle che si possono recitare in preparazione alla Comunione e alla Santa Messa, c’è il silenzio da conservare, lo stato di grazia che si deve avere, la consapevolezza di Chi si va a ricevere e via di seguito. 

Sul sito veritatemincaritate.com chi vuole può trovare un pdf con una raccolta di preghiere per sacerdoti e laici per la preparazione alla Santa Messa e il ringraziamento dopo la Comunione (Andare sulla Home e scendere in fondo fino a quando si trova la scritta: “Vuoi scaricare i libri e i pdf di p. Giorgio Maria Faré?”).

Ne veggo altre mal consolate e mal dirette nel confessionale’, capite? Quanto è importante il servizio pastorale compiuto dal sacerdote nel confessionale e, del resto, quello è il suo compito: il sacerdote ha proprio il compito di predicare, celebrare la Messa, amministrare il Sacramenti e la Confessione perché non lo può fare alcun altro, neppure il diacono. 

Se però il confessionale è vuoto, se non c’è nessuno, se il sacerdote dice: “ desso no, un’altra volta; ma tanto Dio ha già perdonato tutto sulla Croce”, questo è venir meno al proprio dovere proprio perché il sacerdote ha il compito di entrare in confessionale per rendersi disponibile ad ascoltare le confessioni dei fedeli e poi di consolare e dirigere nel modo corretto. 

Consolare non significa per forza dire: “Sì, bravo, poverino…”; significa piuttosto condurre la persona con progressione, rispetto e delicatezza alla verità. Questa è la più grande consolazione: aiutare un uomo, una donna, un fanciullo, un anziano ad incontrare la verità che è Gesù. Certo, non lo si può fare con uno spintone, violentando le coscienze; non lo si può fare spaventando le persone. Bisognerà trovare il modo giusto che è diverso per ogni persona, però quella è la strada. 

E poi dirigerle… si capisce che uno possa dire di avere bisogno di essere assolto dai propri peccati, e questa è la cosa più importante, ma poi bisogna che il confessore dica che cosa fare, quali scelte fare, quale sia il meglio, quale sia la volontà di Dio, che cosa si debba scegliere.

 È chiaro che su questo il confronto con un sacerdote è fondamentale, ma non può essere un sacerdote che non conosco: deve essere un sacerdote che frequento, che mi conosce, ma se il sacerdote entra in confessionale, ci sta poco tempo e poi per un po’ non si vede più, è difficile che possa dirigermi perché ci vuole una conoscenza profonda che vuol dire ascolto, tempo, desiderio di conoscere… 

Non si conosce una persona in cinque minuti, così come non la si conosce per mail, per WhatsApp, per telefono! Noi non possiamo bypassare quello che da sempre è stato fondamentale: l’incontro personale vis-à-vis. Non possiamo cadere nella illusione di usare WhatsApp per farci dirigere: io abito in Irak e ho il confessore nel Québec… no… siamo realisti! E come lo contatti? Con WhatsApp, mail o screenshot? No…

Però perché accade questo? Evidentemente il sacerdote che ho vicino non è così disponibile. Ma diciamocelo: se un sacerdote non ha la priorità di predicare e amministrare i Sacramenti, che cosa fa tutto il giorno? Nelle promesse sacerdotali lette durante la cerimonia dell’Ordinazione, che io già vi ho letto e commentato un po’ di tempo fa, vengono chieste cose ben precise: il sacerdote promette di essere e di fare qualcosa di ben preciso e quello deve essere e deve fare. Tutto il resto viene dopo: se c’è tempo lo farò, se non c’è tempo non lo farò perché la priorità è quello che il sacerdote ha promesso. 

Capisco che la salamella è la salamella e la pizza della mia tribù è la pizza della mia tribù (una volta c’erano le Confraternite, oggi non esistono più perché oggi esistono le “tribù”. Sono andato su alcuni siti di realtà religiose per cercare una Confarternita che aveva un nome bellissimo, fondata da un santo, e ho scoperto che hanno tolto il nome precedente e l’hanno chiamata ‘la tribù di…, la tribù del…’. Ogni scelta linguistica ha il suo fondamento e un suo rimando gnoseologico, epistemologico, teologico, ecclesiologico con dentro un pensiero).

Quindi, dicevo, se devo scegliere tra salamella, pizza o confessionale è molto più mondano, epidermico, accattivante — secondo una logica materiale — andare alla sagra della salamella con la mia tribù, o a farmi la super mega ‘pizzata mariana’ che non sedermi in confessionale… lo capisco! Fuori c’è il mondo: la fiera, le bancarelle, le salamelle, le piadine, i salti, i giochi e io devo stare qui nel confessionale a confessare? Eh, figlio mio, certo… nessuno ti ha obbligato a dire ‘sì’ quel giorno! Se non ci stai tu… di persone che possono cucinare la salamella se ne trovano a centinaia, ma c’è una sola persona che si siede in confessionale a confessare e non può essere sostituita: se il sacerdote non si siede lì, quel posto rimane vuoto perché non può essere occupato da alcun altro, quindi ci devi star tu!

Nei mesi freddi, sapete, ci si sta anche in confessionale – ora non è più come ai tempi di san Giovanni Maria Vienney che confessava al gelo perché oggi i confessionali sono riscaldati di inverno e climatizzati d’estate – ma quando arrivano i mesi di aprile maggio, con la primavera ritornano i colori, i fiori, i profumi delle belle giornate e, sapete, il sabato pomeriggio con tutta la natura che si risveglia, con tutto il mondo che si risveglia uno dice: “ o sto qui dentro nel confessionale tre, quattro ore e quando esco è buio!” Eh, sì, esatto! Perché tu quel giorno hai detto ‘sì’ e sei chiamato ad ascoltare, assolvere e dirigere le persone. 

Pesa? Umanamente pesa, perché la nostra natura spingerebbe a dire: “Sentite, adesso vado fuori a mangiarmi un bel gelato di sette gusti con su la panna e il cacao e… ti saluto Paperino!” Eh, no! Poi, quando stai in confessionale, scopri che sei stanco e distrutto, che ti sei ormai giocato il profumo delle rose e il calore del sole sull’erbetta verde, però a quante persone hai ridato speranza, quante persone hai liberato dal peccato, quante persone hai rimesso in amicizia con Gesù? Questo vale tutte le rose del mondo e tutti gli uccellini della terra!

Veggo sacerdoti negligenti, sudici addobbi e utensili di altare’: tovaglie d’altare sporche, fiori marci nei vasi, corporali indecenti, purificatoi usati per settimane e buttati lì spiegazzati, ostie che si sbriciolano solo a guardarle, stravecchie, mal conservate! 

infermi mal confortati’: questo è il compito del sacerdote! San Giovanni Maria Vianney andava lui a trovare tutti gli infermi, mentre noi oggi diciamo che ci sono i ministri straordinari della Eucarestia e quindi mandiamo loro. Che cosa abbiamo di più importante da fare?

Allora sediamo in confessionale! 

Mandiamo loro… benissimo: arrivano al capezzale del morente e, come accade il 99% delle volte, il morente dice: “ a io ho bisogno di un sacerdote per confessarmi!” Ma il ministro straordinario dell’Eucarestia non può confessare! La signora che porta la Comunione non può confessare quel morente! E allora? Che cosa facciamo? Vedete? Non si risolvono le questioni scaricando le responsabilità: ognuno ha le sue. Se va il sacerdote, confessa e amministra l’Eucarestia… quello che è giusto fare!

Non affrontiamo poi il tema della benedizione delle case a Natale e Pasqua… non lo apro neanche!

infermi non confortati’. Il conforto non è : “o, ma dai, su…” perché l’infermo e lì mezzo intubato, malato terminale, cure palliative e tu vai a dire: “ o, vedrai che ti riprendi, stai tranquillo, su, fatti forza, coraggio, vedrai che andrà meglio!”. “Ma tu ti rendi conto che mi rimane poco più di una settimana, un mese… ma mi stai prendendo in giro? Non ci sono più cure, stanno solo cercando di togliermi il dolore, non c’è più niente da fare e tu mi dici ‘dai, forza e coraggio?’ Stai scherzando?” Il conforto non è questo, ma è ‘ti preparo a morire:  stai morendo, tu ne sei consapevole e io non ti inganno dicendo che non è vero. Ti dico: prepariamoci al bellissimo incontro con il tuo Padre Celeste, con la Santissima Trinità, con tutti i Santi del Cielo nella Patria Eterna. È il momento più bello che c’è e io sacerdote ho il compito di prepararti a questo incontro: questo è consolare gli infermi!

individui che troppo tardi ricevono il Viatico’: se nessuno glielo dà, come fanno a riceverlo? Come è possibile? Se per averlo bisogna prendere appuntamento più che andare a parlare con il Papa…

Tutto questo è motivo della sofferenza vicaria di queste sette anime vittime che devono riparare.

Vol. 2 p. 395:

“In cotesto viaggio si intrecciavano pure quei momenti di espiazione, che dovevo soffrire per ogni sorta di oltraggi fatti al suo Sposo divino nel santissimo Sacramento dell’altare; mentre non solo nelle chiese della sua patria ma altresì in quelle di tutto l’orbe cattolico, veniva dalla sua Guida (una figura che spesso accompagnava la Beata nei viaggi mistici, a volte anonimamente, a volte poteva essere un Santo o un Angelo) condotta per soddisfare coi patimenti e colle preci alle innumerevoli offese che la sacramentale presenza di Gesù riceve dalla tiepidezza, dalla indifferenza, e dalla incredulità nell’offerta del Sacrifizio incruento, come altresì nel ricevimento della santissima Comunione.”

Tiepidezza, indifferenza, incredulità: se sei tiepido, indifferente, se non ci credi, ma cosa lo celebri a fare quel Sacramento? Vai altrove! Io non andrei mai a fare una cosa in cui non credo, verso cui provo disinteresse o freddezza interiore. Se sei in questo stato d’animo ferma la macchina, tira il freno a mano e fai la revisione del motore: c’è qualcosa che non va!

Dobbiamo stare attenti a come ci accostiamo alla Santa Eucarestia; in chiesa non possiamo entrare con freddezza e incredulità! Come si fa a celebrare la Messa o a ricevere la Comunione avendo nel cuore l’incredulità? Se non ho fede, se non mi interessa niente… Non lo so… mi sembra veramente una cosa grave.

Vol. 2 p. 400:

“La di lei fame del santissimo Sacramento diviene sempre più possente. È affatto languida. Lagnasi della perdita del suo giornaliero sostentamento e delizia, e cadendo in estasi sciama lagnandosi al suo Sposo celeste: – Perché mi lasci Tu mai patir cotanta fame di Te? Senza di Te io devo al certo morire. Tu solo puoi aiutarmi. Se debbo vivere, ebbene, dammi vita! – Quando si destò disse: – Il mio Signore mi ha detto che adesso dovea vedere ciò che io fossi senza di Lui. Ora la cosa era rovesciata: io dovea divenire suo cibo, ed ogni mia carne dovea distruggersi e consumarsi in ardente desiderio.”

Quando noi siamo divorati dal desiderio di Dio, di fatto diventiamo “la sua Eucarestia”, il suo cibo. Quando noi siamo ardenti del desiderio di Dio, di Gesù, noi gli diamo il nostro cuore come Lui ci dà il suo Cuore nella Eucarestia. Ecco perché dice: “ o dovea divenire suo cibo, ed ogni mia carne dovea distruggersi e consumarsi in ardente desiderio.” Gesù si fa nostro cibo nella Eucarestia e noi ci facciamo suo cibo, tutta la nostra persona si fa suo cibo se arde dal desiderio di Gesù.

Vol. 2 p. 412:

“Ho veduto molti quadri della noncuranza e della fredda venerazione del Sacramento, e come venga ricevuto quasi per semplice abitudine e male; vidi pur molte genti andare a confessarsi con pessima preparazione.”

Come mi devo preparare a ricevere la Comunione! Come non ci deve essere abitudine nel ricevere la Santa Eucarestia! Perché non posso abituarmi a Gesù che mi dà il suo Cuore Eucaristico.

Così mi devo preparare alla Santa Confessione (sempre sul sito veritatemincaritate.com trovate il pdf per la preparazione alla Confessione).  L’esame di coscienza deve essere fatto ogni giorno: ogni giorno noi dovremmo essere pronti per la Confessione, dovremmo aver pronto tutto ciò che ci ha allontanati da Gesù a partire dall’ultima Confessione. Io consiglio sempre di scrivere quello che emerge come peccato dal nostro esame di coscienza quotidiano, per non dimenticarlo: sono stato abituato a scrivere i miei peccati e lo faccio ancora oggi, perché non voglio dimenticarli e non si può dimenticare di aver offeso qualcuno. Per non cedere alla memoria che è fragile, bisogna segnare i peccati.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

Post Correlati