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”Cercarono nuovamente di catturarlo” (Gv 10,39)

"Cercarono nuovamente di catturarlo"

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: «”Cercarono nuovamente di catturarlo” (Gv 10,39)»
Venerdì 31 marzo 2023

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Gv 10, 31-42)

In quel tempo, i Giudei raccolsero delle pietre per lapidare Gesù. Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio».
Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: “Io ho detto: voi siete dèi”? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata –, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani.
Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui.

Testo della meditazione

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Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a venerdì 31 marzo 2023.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo decimo di San Giovanni, versetti 31-42.

Ancora una volta Gesù è a rischio di lapidazione. Dobbiamo proprio dire che in questo mondo non c’è spazio per il Signore e, nonostante tutti i ragionamenti che Gesù fa, questo odio non viene meno. Riflettere su queste cose credo che ci possa aiutare molto in questi giorni che ci separano dalla Settimana Santa. C’è un’ostilità radicale verso il Signore e, come vedete, qualunque tentativo di confronto, di dialogo, di chiarimento, qualunque tentativo di ragionamento fallisce. Cercano continuamente di prenderlo e Gesù continuamente fugge.

Mi verrebbe da dire che leggendo questi passi del Vangelo di Giovanni, è come se ci dovessimo un po’ anche noi preparare. Può darsi che verrà la persecuzione, o è già venuta. Di fatto continuamente avviene perché, se ci pensiamo bene, se guardiamo bene, c’è sempre questa sorta di persecuzione che nasce da questa paternità diversa. Ecco perché più di una volta vi ho detto: “Impariamo a fare rete”. Ecco perché l’incontro del 16 di aprile, al di là delle sue ragioni spirituali, che sono assolutamente belle e pertinenti, porta in sé qualche cosa di molto utile: quello di conoscersi, quello di stare insieme, quello di fare rete, che vuol dire fare Chiesa.

La tentazione che ciascuno di noi ha è quella di camminare da solo, di non avvertire il bisogno di una condivisione, di poter vivere la vita di fede come una realtà personale, unicamente personale, unicamente intima, una realtà chiusa, mia, dove non ho bisogno degli altri. E invece, proprio a seguito di questo Vangelo, noi vediamo che abbiamo bisogno degli altri.

Attorno a Gesù c’è sempre questa persecuzione, questo tentativo di omicidio e poi c’è sempre anche questo: “Molti credettero in lui, molti andarono da lui”. E pensate che bello questo scoprirsi insieme credenti, questo ritrovarsi attorno a Gesù come credenti. È proprio un bisogno profondo. Solo che poi entrano in gioco tante dinamiche diverse e quindi uno resta, come dire, un po’ ripiegato, allora comincia a dire: “No, però io ho tante cose da fare, gli impegni…”. Ma questo lo diciamo perché, sarà anche vero, ma poi c’è anche una dimensione nella quale noi alla fine, non ci sentiamo così nel dovere della bellezza di uscire da noi stessi. A noi piace la vita comoda. Poi siamo stati anche un po’ forzatamente chiusi e quindi ci siamo un po’disabituati a questo essere partecipi uno della vita dell’altro, della vita di fede. Non solo, ma anche.

E quest’oggi vi dico: leggete anche questa bella prima lettura della Messa di oggi, tratta dal capitolo ventesimo di Geremia, versetti 10-13. Leggetela perché ovviamente la possiamo applicare al Signore, ma non solo a Lui.

Sentivo la calunnia di molti: «Terrore all’intorno! Denunciàtelo! Sì, lo denunceremo».

Quanti discepoli di Gesù hanno fatto l’esperienza di sentire intorno a sé questo terrore, questo spirito di denuncia. Per vendicarsi di che cosa? Del fatto che uno è giusto, del fatto che uno ci annuncia la verità. E non dico per forza con le parole, è più che sufficiente l’esempio di una vita giusta, la modalità di una vita retta, di una vita devota. E noi lo sentiamo interiormente.

Ma il Signore è al mio fianco come un prode valoroso

E anche questo è vero perché, se ci pensiamo bene e se guardiamo la nostra vita, dobbiamo riconoscere che il Signore è al nostro fianco, che il Signore è veramente un prode valoroso per noi. Ed è altrettanto vero che il Signore prova il giusto, prova il cuore e la mente, setaccia — per così dire — purifica, fa emergere la nostra verità più profonda.

Noi diciamo a parole che vogliamo la verità. Diciamo a parole che vogliamo amicizie sincere, amicizie che ci portano a Gesù, amicizie che sono un inno alla verità. Sì, però quando poi queste amicizie ci dicono la verità, cioè ci raggiungono nella verità, ecco che poi si realizza la prima lettura di oggi e il Vangelo di oggi, cioè si prendono le pietre e le si lanciano. E guardate che le parole alle volte sono peggio delle pietre: certe frasi, certi modi di rispondere, di parlare, certi silenzi. E questo perché? Non vogliamo troppa verità.

Bene, allora anche quest’oggi affidiamoci al Signore. Domani è il primo sabato del mese, cominciamo già a prepararci, cominciamo già a metterci nell’ottica di questa preparazione.

Tra l’altro, quest’anno, il primo giovedì del mese è Giovedì Santo, molto bello, proprio bellissimo, una bellissima coincidenza, e il primo venerdì del mese è il Venerdì Santo.

Già qualcuno mi ha scritto: “Ma allora non potremo fare la pratica dei Primi nove venerdì, verrà interrotta”. No, non è vero. Perché ciò che ci viene richiesto è la comunione, e la comunione il Venerdì Santo ci viene data, l’importante è partecipare alla liturgia del Venerdì Santo, cioè alla commemorazione del Passio, che di solito, non sempre, è intorno alle 18. Alle tre si fa la Via Crucis e poi, verso le 18 circa, c’è la commemorazione del Passio. Basta partecipare, non è una messa, certo, è la commemorazione del Passio, però l’Eucaristia consacrata il Giovedì Santo e conservata, ci verrà amministrata il venerdì. Quindi va benissimo, possiamo continuare la nostra pratica dei Primi nove venerdì del mese.

Non dimentichiamoci quest’oggi di ringraziare San Giuseppe per questo mese che si conclude e così ci apriamo domani al mese di aprile e alla Pasqua che avverrà in questo mese e alla domenica della Divina Misericordia, che a Dio piacendo, ci vedrà tutti insieme.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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