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Efraim: il ritiro di Gesù

Efraim: il ritiro di Gesù

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: «Efraim: il ritiro di Gesù»
Sabato 1° aprile 2023

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

VANGELO (Gv 11, 45-56)

In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che Gesù aveva compiuto, [ossia la risurrezione di Làzzaro,] credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto.
Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinèdrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione».
Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.
Gesù dunque non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Èfraim, dove rimase con i discepoli.
Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a sabato 1 aprile 2023.

Oggi è il primo sabato del mese e quindi ricordiamoci di santificarlo corrispondendo a quanto la Vergine Maria ci ha chiesto di fare a Fatima per i primi sabati del mese. Quindi questa bellissima pratica dei Primi cinque sabati del mese, che ogni mese ricordiamo, davvero ci accompagni anche questo mese. E quindi cerchiamo di essere raccolti, di vivere in un po’ di penitenza, di recitare il Santo Rosario, di tenere compagnia alla Vergine Maria per almeno un quarto d’ora nella meditazione dei misteri del Rosario. Tutte queste cose le trovate in quel pdf che ho scritto e che trovate sul sito www.veritatemincaritate.com, se andate nella sezione dei libri scritti da me, lì trovate anche questo pdf verde con i Sacri Cuori e lì ci sono tutte le condizioni per poter vivere bene questo giorno di sabato in onore del Cuore Immacolato di Maria.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo undicesimo di San Giovanni, versetti 45-56.

Ancora una volta, a causa del comportamento di alcuni — non so dire se per malizia, per imprudenza, per stupiditù, per la voglia di parlare troppo, oppure proprio perché erano un po’ degli spioni — ancora una volta, a causa del troppo parlare, Gesù ci rimette. Diciamo per l’imprudenza, per non dire malizia, di questi alcuni che andarono dai farisei a riferire quello che aveva fatto, cioè la risurrezione di Lazzaro, proprio in questa situazione decidono l’omicidio di Gesù, definitivamente. Caifa sentenzia proprio la condanna a morte di Gesù, che arriva esattamente a seguito della resurrezione di Lazzaro e a seguito di questo andare a riferire. 

Perché sono andati a riferirglielo? Hanno visto un miracolo enorme, hanno visto Lazzaro risorgere: che bisogno c’era di andare a dirlo? Perché non l’hanno tenuto per se stessi? Perché non sono stati zitti?

La stessa cosa è avvenuta — l’abbiamo letto pochi giorni fa, vi ricordate? — con la guarigione dello storpio, che va a riferire che era stato Gesù  a guarirlo in giorno di sabato. Anche in quell’occasione i capi dei sacerdoti e i farisei riuniscono il sinedrio, sempre con assente Gesù. 

Notate che Gesù non c’è mai in queste riunioni; non hanno bisogno interpellarlo, qui fanno i processi a porte chiuse, senza la presenza dell’imputato, quando Gesù sarà presente, sarà esattamente quando ormai è stato condannato a morte e quindi poi finisce come sappiamo: il Venerdì Santo lo conosciamo bene tutti.

Che cosa facciamo?

E cosa dobbiamo fare? Niente! Lui ha compiuto la resurrezione di Lazzaro e quelli si chiedono: “Cosa facciamo?” Non dovete fare niente. A parte che non sapete fare niente, perché voi questi miracoli non li sapete fare ma, al di là di questo, che cosa facciamo? Ci sono persone che si sentono addosso delle responsabilità, dei doveri che non esistono, che non gli competono.

Che poi, tra l’altro, mi viene in mente adesso di dirvi — già ve l’ho detto altre volte — impariamo a tenere la bocca chiusa. Impariamo a non avere sempre quella smania, di dover andare a dire, di dover andare a riferire, di dover andare a raccontare… Impariamo a stare in silenzio. Impariamo a saper vedere gli accadimenti nella nostra vita e nella vita degli altri e a custodirli nel silenzio, come faceva la Vergine Maria. Che bisogno c’è di andare a riferire? “Ha compiuto una cosa bella?” — “Sì”. — “Basta, stai zitto, tienitela per te, custodiscila nel tuo cuore, meditala”. Quante lingue lunghe, quante lingue imprudenti. “Ah ma io non volevo, ah ma io non credevo, ah ma io non pensavo”. “Guarda, se tu fossi stato zitto, tutto questo non sarebbe successo. Al di là del tuo «Ma io non credevo, non pensavo, non volevo», se fossi stato zitto, non sarebbe successo niente”. Sembra che per qualcuno sia impossibile saper tacere, sembra che per qualcuno sia impossibile non creare disastri, non mettere a repentaglio la vita degli altri. Uno invece dovrebbe chiederselo: “Se io vado a raccontare questa cosa, cosa può succedere?” Mah, come minimo che aizzo l’invidia; minimo! Il senso di inferiorità, il senso di una vita fallita, perché quella degli scribi e i farisei è una vita fallita, e via di seguito…

Loro si chiedono:

Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni

Vedete che l’evidenza ce l’avevano, lo sanno benissimo anche loro che compie molti segni.

Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui

E quindi? Ma che problemi sono? Tutti crederanno in lui, e vabbè vuol dire che tu non hai niente da offrire. Se hai paura che tutti crederanno in lui, vuol dire che tu, in realtà, non sai reggere il confronto. E allora chiediti perché tutti crederanno in lui. Perché compie molti segni. E tu perché non li compi? Perché Dio non ti benedice come benedice lui?

…verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione…

Ma chi te l’ha detto? I Romani non volevano proprio far niente di tutto questo, ma chi te l’ha detto? Ma se i Romani non volevano assolutamente uccidere Gesù! Sono stati costretti dai loro ricatti. Se Ponzio Pilato in tutti i modi ha cercato di evitare questa cosa! Poi vabbè, certo, davanti al ricatto politico, tutti andiamo in ginocchio, tutti o quasi. Ma per quale motivo i Romani devono andare a distruggere il loro tempio? Quelli non ce l’avevano proprio in mente di andare a distruggere il loro tempio. Il loro tempio lo hanno distrutto da soli, con la loro infedeltà a Dio, mica i Romani. Si inventano un dramma che non esiste, si inventano un problema su Gesù che non c’è.

Poi arriva Caifa…

«Voi non capite nulla! »

E grazie al cielo che c’è lui che capisce tutto.

«…è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». 

Ma dov’è questa rovina? Siccome Gesù non riuscivano a sottometterlo alla loro ipocrisia, non riuscivano a farlo entrare nei loro schemi, non riuscivano a mettergli il codice a barre sulla fronte, siccome non riuscivano a dominarlo, né a ricattarlo, e soprattutto non riuscivano a spaventarlo, allora è meglio che muoia lui per tutta la nazione.

Ma cosa c’entra? Cosa c’entra la morte di Gesù per tutta la nazione? Cosa c’entra questo ragionamento: è meglio che muoia lui, piuttosto che perisca tutta la nazione? È tanto vero che i Romani erano così tanto assetati di sangue che si palleggiano Gesù tra Ponzio Pilato ed Erode, e nessuno vuole fare il passo. Quindi vedete quanto era irreale, folle questa lettura della realtà, questa previsione, questo dramma, questa situazione grave che in realtà non c’era. Non c’era niente, se non la loro invidia, se non il loro sentirsi messi in discussione. Ma questo è un altro discorso. E quindi Gesù si ritira a Èfraim.

Guardate, io penso che tutti i veri discepoli di Gesù, prima o poi, o diverse volte nella loro vita, devono avere una città di Èfraim dove ritirarsi, perché avranno sempre a che fare con questo spirito omicida tipico del demonio — come ci ha detto Gesù al capitolo ottavo di San Giovanni, che abbiamo letto qualche giorno fa — questa furia satanica assetata di sangue che condividono tutti coloro che gli sono figli e che gli appartengono. È proprio una sete di sangue.

Domani sarà la domenica delle Palme: “Osanna al figlio di David, Osanna al Redentor”, canteremo domenica. 

Passano tre giorni: lunedì, martedì, mercoledì e avviene il tradimento di Giuda.

C’è quel bellissimo orologio della Passione che mi ha sempre colpito fin da quando ero ragazzo. Mi ricordo che da adolescente trovai in un giornale questo orologio della Passione, ho ritagliato il pezzo di giornale — era un giornale ovviamente religioso — e l’ho tenuto: ce l’ho ancora l’orologio della Passione. Nella recita dei vari passi della Scrittura suddividono la Passione di Gesù, e mercoledì è il giorno del tradimento di Giuda. 

Allora: domenica “Osanna figlio di David”; tre giorni dopo, Giuda tradisce Gesù. Tre giorni dopo nel cuore di Giuda avviene la decisione del tradimento. Perché un conto è il tradimento, un conto è la consegna: sono due cose diverse.

Mi ricordo che vi ho letto, un po’ di tempo fa, quel bellissimo testo dove appunto si fa vedere, si spiega la ragione per cui i carmelitani facevano digiuno il mercoledì e il venerdì e la ragione dell’astensione dalle carni il mercoledì è proprio legata a questa riparazione: il tradimento di Giuda. Mi ricordo molto bene che vi ho letto quel testo.

Sì, c’è da riflettere, perché uno dice: “Com’è possibile che tre giorni dopo l’Osanna, stiamo già parlando di morte, di sangue?”. E anche lì la Scrittura ci dice che, in Giuda, la decisione di consegnare definitivamente Gesù fu maturata a seguito del gesto di Maria di cospargere Gesù con il nardo prezioso — andate a leggere l’unzione di Betania. Vedete, questo è Satana. Fu questo “spreco” che decise definitivamente in Giuda la scelta del tradimento, dice la Scrittura. Vedete? Un atto d’amore, un atto d’amore di Maria — che, sapete, presumibilmente è Maria Maddalena. C’è un po’ di controversia, ma io sono del parere che quella di Betania sia Maria Maddalena, poi ci sono controversie perché qualche esegeta dice: “No, non è Maria Maddalena”, qualcun altro dice: “Sì, è Maria Maddalena”. Io adesso non sto qui a darvi tutte le ragioni a sostegno di questa mia tesi, ma sono fortemente convinto che sia proprio Maria Maddalena, che era presente lì a Betania, che abitava quella “casa ristoro” per Gesù, Maria, Marta e Lazzaro. Un atto d’amore per qualcuno diventa un atto di omicidio, diventa l’occasione per un omicidio, per un tradimento. È terribile questa cosa. Così come la risurrezione di Lazzaro: un atto d’amore, un miracolo, diventa la condanna a morte di Gesù. 

Cosa ha fatto di male quest’uomo? Niente. E qui non ci sono questioni di sabato, qui non c’è niente, Gesù non infrange nessuna regola. Qui c’è proprio la cattiveria, l’odio satanico contro Gesù, per cui non ci sono scusanti. Qui proprio se la inventano, l’accusa.

Ecco allora stiamo pronti, stiamo sempre pronti nella nostra vita — se il Signore vorrà, quando vorrà — a condividere tutta questa situazione che lui ha vissuto e a essere pronti, a essere pronti anche a ritirarci a Èfraim. Può succedere, può succedere di dover seguire Gesù anche in questo. Di non poter più andare in pubblico — “Non poteva più andare in pubblico tra i Giudei” dice la Scrittura — e di doversi ritirare in questa regione vicino al deserto, chiamata Èfraim, dove rimase con i discepoli, in attesa ormai della morte in croce.

Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?

Guardate, alle volte, io quando leggo il Vangelo mi dico: ma questi sono proprio ossessionati! Ma è una roba incredibile! Se c’è, perché c’è; se non c’è, perché non c’è; se parla, perché parla; se non parla, perché non parla; se fa il miracolo, perché fa il miracolo; se non fa il miracolo, perché non lo fa; se parla in favore dei Romani, dicendo di pagare il tributo a Cesare, “Ecco, paga il tributo a Cesare”; se non dice niente, “Ecco, è contro il potere politico”. Ma è una roba incredibile! Se compie un miracolo, è contro la legge. Veramente un’ossessione. Questi sono ossessionati dalla presenza di Gesù.

Sì, viviamo bene questa settimana che ci attende, proprio come una Settimana Santa, dove contemplare il Signore dentro questa Passione che, umanamente — guardandola proprio umanamente — è veramente una cosa di un’ingiustizia e di una follia incredibile, un atto proprio di ingiustizia gravissima.

Poi, certo, se la vogliamo vedere come deve essere vista nel piano di Dio, allora sappiamo tutta la ragione spirituale che sta dietro a questa situazione incredibile, però prepariamoci, certo, prepariamoci, perché un giorno — è già successo magari per qualcuno, sta succedendo per qualcun altro, succederà per qualcun altro ancora — potremmo essere proprio chiamati a seguire le orme del Signore fin qui. 

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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