Meditazione
Pubblichiamo l’audio della meditazione: Il fine della comunione – L’abbandono dei Tabernacoli accompagnati, S. Manuel González pt.64
Giovedì 23 maggio 2024
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
Ascolta la registrazione:
Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.
VANGELO (Mc 9, 41-50)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Chiunque vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.
Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare.
Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue.
Ognuno infatti sarà salato con il fuoco. Buona cosa è il sale; ma se il sale diventa insipido, con che cosa gli darete sapore? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri».
Testo della meditazione
Scarica il testo della meditazione in formato PDF
Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!
Eccoci giunti a giovedì 23 maggio 2024.
Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal nono capitolo del Vangelo di san Marco, versetti 41-50.
Continuiamo la nostra lettura e meditazione del libro di san Manuel González. Siamo arrivati a pagina 128.
Il dogma della Comunione
Quanto ci si dovrebbe lamentare e quanto si dovrebbe dire sopra questo abbandono della Teologia della Comunione tanto poco riparato! Credo, tuttavia, che il molto, anche se mai sufficiente, che ho già scritto su questo argomento mi sollevi dal dilungarmi sopra di esso. Solo una piccola riflessione, che faccia scoprire qualcosa di questo abbandono e risvegli il desiderio di conoscerlo a fondo per ripararlo con energia. E questa riflessione si produrrà nella risposta alla seguente domanda.
Il fine della comunione
Perché Gesù ha voluto e disposto che ci si comunicasse? — non so se abbiamo mai riflettuto su questa cosa — Solo per premiare o adornare le anime sante, come si regala un dolce a un bimbo buono, o per facilitare l’anima ad acquisire questa o quella virtù, oppure per elevare i privilegiati ad un grado più elevato di fervore?… Per ricevere Egli più da vicino le loro adorazioni? Per essere l’Ospite benefico della nostra casa, il Compagno del nostro pellegrinaggio…? Ancor più che per questo, Gesù vuole essere comunicato per uno scopo molto più necessario e assoluto: quello scopo indicato è rivelato in queste parole.
“La mia carne è vero cibo”.
Quale quadro di meraviglie celesti e misteri ineffabili viene ora presentato! Abbiamo già il velo sollevato e il lume acceso per entrare in quel misterioso laboratorio dell’anima che s’è appena comunicata. Immediatamente il fine è di alimentare la vita soprannaturale di tutto l’uomo con la sua Carne viva e, Mediatamente e in modo graduale e lento assimilare e trasformare l’uomo tutto in tutto Lui.
La comunione tende per sua propria virtù e arriva, se non si pone un ostacolo volontario da parte dell’uomo, a unire per assimilazione ogni uomo con Cristo dandogli a vivere la sua stessa vita, non solo di uomo, ma di Dio. In un’unione tanto intima e in somiglianza di vita come quella di un fratello con il suo fratello, come quella di un membro di un corpo con un altro membro dello stesso corpo, in modo tale che ogni Comunione per propria virtù e per l’intenzione del suo divino Autore non cessi di operare e di influire fino a fare di ciascun comunicante un figlio vero di Dio, un fratello perfetto di Gesù, un membro vivo e traboccante di salute del suo Corpo, partecipante ed ereditario di tutti i suoi beni e meriti, in una parola, un altro Gesù.
Allora, perché Gesù ha voluto e disposto che ci si comunicasse? Tante ragioni ci possono venire in mente, ma la ragione, lo scopo necessario e assoluto è questo: «La mia carne è vero cibo»; l’ha detto lui. Quindi, «immediatamente, il fine, è alimentare la vita soprannaturale di tutto l’uomo con la sua Carne viva»; capite: “Alimentare la vita soprannaturale di tutto l’uomo con la sua carne viva; Gesù ci nutre! Chi ha cura di noi ci deve nutrire. Che cosa fanno un papà e una mamma al loro bambino appena nasce? Lo nutrono; se loro non si occupano di nutrirlo, muore. Che cos’è la prima cosa che la mamma fa al bambino appena nato? Gli deve dare il suo latte, lo appoggia al seno per nutrirlo, oltre che per farlo riposare e dormire sul suo petto; ma lo deve nutrire! Non sono esperto di questa realtà, di questa “sezione medica” però, se non vado errato, una delle prime cose che bisogna fare è proprio quella di verificare che il bambino riesca a nutrirsi. Mi sembra che l’espressione che si usa sia: “che si attacchi al seno”; ed è fondamentale che avvenga questo aggancio, perché, in questo modo, lui si nutre; è la prima cosa che dobbiamo fare da bambini, da neonati — da “neo-nati”.
Il fine dell’Eucarestia — noi magari pensiamo sia chissà quale virtù, grado di fervore, di santità — è nutrirci; la nostra anima ha bisogno di questa carne per nutrirsi, per alimentare la vita soprannaturale; nutrirsi “con la sua Carne viva”.
Poi il fine è “trasformare l’uomo: trasformare totalmente tutto l’uomo, in tutto Gesù, e quindi unire per assimilazione, ogni uomo con Gesù, dandogli a vivere la sua stessa vita; la vita di Dio”. In questa maniera, quando noi facciamo la Comunione, diventiamo un altro Gesù. Capite quanto è importante questo momento del ricevere l’Eucarestia!
Ecco, allora riflettiamo su tutto questo quando oggi faremo la Comunione, e impariamo a vedere nell’Eucaristia il nostro vero cibo.
Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.