Meditazione
Pubblichiamo l’audio della meditazione: Il fine della Messa – L’abbandono dei Tabernacoli accompagnati, S. Manuel González pt.50
Giovedì 9 maggio 2024
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
Ascolta la registrazione:
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VANGELO (Gv 16, 16-20)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete».
Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire».
Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia».
Testo della meditazione
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Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!
Eccoci giunti a giovedì 9 maggio 2024.
Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal sedicesimo capitolo del Vangelo di san Giovanni, versetti 16-20.
Continuiamo la nostra lettura e meditazione del libro di san Manuel González. Siamo arrivati al capitolo nono, pagina 94.
L’ABBANDONO DEL DOGMA DELLA MESSA
Insistendo e sviluppando le idee del capitolo precedente, e senza perdere di vista il fatto che non sto scrivendo un trattato o tenendo una lezione di Teologia, ma piuttosto trascorrendo un po’ di tempo in conversazione con amici di buona volontà, proseguo con il fine, più che di informarli di tutto, di renderli desiderosi e affamati, affinché decidano di imparare e poi agiscano di conseguenza. Non c’è niente di meglio per far ciò, che esporre qui lo scopo e le caratteristiche del Santo Sacrificio della Messa. Questa conoscenza rivelerà, più di altri encomi, i nostri obblighi verso la Messa e, all’opposto, la gravità e la fatalità dei nostri abbandoni.
Allora adesso vediamo il primo paragrafo di questo capitolo che si intitola:
Il fine della Messa
Quale fine si prefisse N. S. Gesù Cristo istituendo l’augusto Sacrificio della Messa?
Questa è una domanda importante, che potremmo farci come esame; ci potremmo chiedere: “Ma io so quale fu la ragione per cui Gesù istituì il sacrificio della Messa?”; domanda da catechismo.
Con quest’unica risposta, Fede e Pietà avrebbero un campo più che sufficiente in cui alimentarsi, occuparsi ed estendersi attraverso infiniti spazi. La Messa è stata creata da Cristo a tale scopo:
“La Messa è stata creata”, non dimentichiamoci! “Creata”, è un’opera di creazione. Solo Dio poteva creare la Messa, solo lui. E, attraverso la risposta che adesso daremo, san Manuel ci dice che Fede e Pietà, in questa risposta, trovano proprio il loro orizzonte, dentro il quale collocarsi. Leggiamo la risposta, importantissima!
Per lasciare a coloro che il Padre gli ha affidato il ricordo vivo, operante ed efficace della sua redenzione: Fate questo in memoria di Me.
Ecco perché Gesù ha creato la Messa: «Per lasciare a coloro che il Padre gli ha affidato il ricordo vivo, operante ed efficace della sua redenzione»; ricordo vivo vuol dire che non è una fotografia, capite? Non stiamo parlando di una foto, la Santa Messa non è una foto. È un ricordo, ma è vivo; è un ricordo, ma è operante; è un ricordo, ma è efficace; di che cosa? Della redenzione, della sua redenzione. E questa non è una cosa da poco! È tutto.
Do una spiegazione di queste parole. La redenzione s’è realizzata nel sacrificio della Croce e si applica nel sacrificio della Messa. Gesù Cristo, Figlio naturale di Dio, fattosi uomo, con il suo sacrificio sulla Croce si è guadagnato, oltre alla gloria del suo nome e del suo corpo risorto assiso alla destra del Padre, il titolo di Sacerdote, unico Adoratore perfetto dell’augusta Trinità, Vittima di lode, ringraziamento, espiazione e impetrazione infinita, il titolo di Mediatore unico assolutamente efficace tra Dio e gli uomini, di Capo e Modello di tutti gli eletti, di Causa meritoria ed esemplare della sua grazia e della gloria del loro corpo e dell’anima loro, il titolo di Fratello maggiore o Primogenito di tutti i figli di Dio, di Pietra angolare del tempio nel quale Dio riceve gloria dall’intera creazione e di Pastore supremo di innumerevoli pecore; tutto questo ha guadagnato, Cristo Uomo, con il suo sacrificio e la sua morte di Croce; per questo il suo Sacrificio della Messa non deve più guadagnare nulla di nuovo, ma applicarlo a noi e, se così possiamo dire, innestare la nostra anima e il nostro corpo nella sua Anima e nel suo Corpo, gloriosi e onorati con titoli tanto alti, realizzando di fatto, in ciascuno di noi, ciò che nel Sacrificio della Croce era solo di diritto e di principio. E adesso guarda, assaggia e sii grato fino allo scioglimento. Sulla croce Gesù Cristo si costituisce Sacerdote e Vittima? Nella Messa il Ministro che celebra, la Chiesa che offre e i fedeli, che assistono debitamente, sono — non temete! — co-sacerdoti e co-vittime. Ciascuno, a sua misura e a suo modo, è Sacerdote che offre e si offre; sacrifica a Cristo e si sacrifica con Lui e insieme a Cristo loda, ringrazia, espia e intercede (come insegna anche SS. Pio XII nella Enc. Mediator Dei del 20 novembre 1947, NdT).
Ecco, quindi, mi sembra che oggi abbiamo imparato veramente tanto. Abbiamo l’occasione di riflettere su quanto noi ci offriamo come co-vittime, su quanto noi siamo co-sacerdoti nella Messa; quindi, quanto noi ci offriamo; vedete: «Ciascuno, a sua misura e a suo modo, è Sacerdote che offre e si offre; sacrifica a Cristo e si sacrifica con Lui e insieme a Cristo loda, ringrazia, espia e intercede»; è molto importante.
«Il Sacrificio della Messa non deve più guadagnare nulla di nuovo, ma applicarlo a noi» — a noi si applica il sacrificio della morte in croce di Gesù. E poi c’è questo: «Fate questo in memoria di Me», ecco, una memoria, ripeto, non da cartolina, è una memoria viva, operante ed efficace.
Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.