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Trasformazione in Gesù – L’abbandono dei Tabernacoli accompagnati, S. Manuel González pt.66

L’abbandono dei Tabernacoli accompagnati - San Manuel Gonzales Garcia

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: Trasformazione in Gesù – L’abbandono dei Tabernacoli accompagnati, S. Manuel González pt.66
Sabato 25 maggio 2024

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Mc 10, 13-16)

In quel tempo, presentavano a Gesù dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono.
Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso».
E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, ponendo le mani su di loro.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a sabato 25 maggio 2024. 

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal decimo capitolo del Vangelo di san Marco, versetti 13-16. 

Continuiamo la nostra lettura e meditazione del libro di san Manuel González. Siamo arrivati a pagina 132. Titolo del paragrafo:

Oblio di questa dottrina

Che pena vedere tante anime trascorrere anni ed anni della loro vita interiore, spirituale, devota e pia, impegnandola in pratiche e dottrine, in modi e maniere che non hanno nulla o pochissimo a che fare con questa pratica e dottrina, l’unica e vera, e con questi modi e metodi, gli unici e sicuri, della trasformazione in Cristo e dell’unione in perfetta carità con Dio attraverso la Comunione, come qui la espongo! Non sarebbe di grande importanza per la pietà cristiana non dimenticare mai questo carattere assimilativo e vittimale della comunione con Cristo? A causa della pietà abitudinaria e superficiale si sono separate la Messa, che è il Sacrificio, e la Comunione, che è la partecipazione a questo sacrificio e la refezione della Carne sacrificata dell’Agnello di Dio! Ci comunichiamo per essere e lasciarci ogni giorno di più diventare Agnelli sacrificati per l’amore di Dio e del nostro prossimo?

Dobbiamo riconoscere quanto scrive il vescovo di tante anime (non so se sono tante anime come lui sostiene ma, se scrive così, sarà così): “che pena vedere tante anime trascorrere anni ed anni della loro vita interiore, spirituale, devota e pia, in tante pratiche, in tante devozioni, in tante dottrine, in tanti modi di fare che non hanno, come fine, «l’unione in perfetta carità con Dio attraverso la Comunione» e quindi di trasformarci in Gesù”. 

È solo la Santa Messa, quindi la Comunione, che ci trasforma in Gesù e permette un’unione in perfetta carità con Dio. Quindi è lì che noi dovremmo concentrare tutte le nostre attenzioni, senza mai dimenticare questo carattere “assimilativo e vittimale” della comunione; non dovremmo mai scordare il carattere assimilativo e vittimale della comunione con Gesù, proprio mai! E invece, forse, è vero che un po’ ci passa; ci passa via dalla mente, dal cuore, che, quando noi andiamo alla Messa, quando noi riceviamo la santa Eucarestia, noi stiamo vivendo questo carattere assimilativo e vittimale della comunione con Gesù; è così!

E poi, questa ulteriore verità — voi vedete che ritorna sempre, è una tematica che ritorna in continuazione — lui dice: “Noi ci comunichiamo per diventare ogni giorno sempre di più Agnelli sacrificati per Dio e per gli altri”. E qui, non possiamo non pensare a padre Pio, per esempio; più agnello sacrificato di lui, chi c’è stato? Guardate che, a guardare la sua vita (che poi non la possiamo vedere e neanche possiamo studiarla bene fino in fondo, perché, comunque, non l’abbiamo vissuta), questo martirio terribile che lui ha vissuto per una vita intera — già da quando era ragazzo, ma poi, una volta in convento, in un modo terribile — questo martirio che ha riguardato lui, ma anche le persone a lui più vicine, quelle più strette a lui — pensiamo ad alcune delle sue figlie spirituali come Cleonice Morcaldi, per fare un esempio, ma non solo lei, anche altri, anche altri sacerdoti, i suoi figli spirituali — hanno vissuto veramente questa vita di Agnelli sacrificati. Don Attilio Negrisolo, ad esempio, di lui trovate su internet delle conferenze, delle interviste che gli hanno fatto, segnate dal tempo, però si vede e si sente bene, sia come lui parla sia quello che lui dice; una sofferenza veramente inimmaginabile!

E il rapporto di Padre Pio con Gesù non gli ha evitato le sofferenze! Facciamo un esempio, tra le tante cose che gli hanno fatto: quando gli hanno messo i registratori nei confessionali, ma non solo lì, glieli hanno messi in camera, e glieli hanno messi nel parlatorio. Pensate voi: spiato notte e giorno. Ma non è che Gesù, la Vergine Maria o l’angelo custode, siano apparsi ad avvisarlo e a dirgli: “Padre Pio, guarda che: lì, lì e lì, ti hanno messo i registratori!” No, hanno lasciato fare; perché? Perché padre Pio era un Agnello sacrificato, e quindi ha dovuto consumare il suo sacrificio fino in fondo. È stato lui a scoprire il registratore in camera sua spostando il letto, perché, a quel tempo, non è che fossero tecnologicamente così avanzati e quindi ha trovato il filo; incredibile! Ha visto tutti i fili che passavano dal suo letto — non è che c’erano le cose dei film che vediamo noi adesso che, alle volte, sono cose fantascientifiche, ma comunque rendono l’idea che c’è stato un progresso anche da quel punto di vista — quindi lui l’ha scoperto perché ha visto il filo sotto il letto, ma l’ha scoperto lui! E poteva dire: “Gesù, perché non me l’hai detto? Perché non mi hai avvisato?”

Ciononostante, lo hanno punito, castigato, senza un reale capo d’accusa — questo va detto, di padre Pio — perché tutti i capi di accusa che lui aveva, erano tutte illazioni, erano presunti capi di accusa, ma non c’erano prove; e uno è innocente fino a prova contraria, no? — Così si dice, così è scritto. Non c’erano prove! Ecco perché hanno messo i registratori, perché l’hanno fatto spiare, perché hanno cercato qualcuno che lo tradisse (padre Pio è stato tradito da ben più di una persona), per costruire il caso, cioè per fare in modo di trovare delle prove che lo potessero mostrare colpevole, imbroglione, ladro e quant’altro. Ma di prove non ce ne sono state mai, perché lui non faceva il male. E quindi viveva tutta la sua vita come Agnello sacrificato — l’ha vissuta tutta — nello spirito, ma anche nel corpo, perché, insomma, ha avuto un corpo parecchio sofferente e piagato.

Ecco, ci fermiamo qui, e oggi riflettiamo su questo carattere «assimilativo e vittimale», su questo diventare «Agnelli sacrificati», sulla trasformazione dell’unione perfetta in Gesù.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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