Meditazione
Pubblichiamo l’audio della meditazione: Detronizzare l’amor proprio – L’abbandono dei Tabernacoli accompagnati, S. Manuel González pt.80
Domenica 9 giugno 2024
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
Ascolta la registrazione:
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VANGELO (Mc 3,20-35)
In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: “È fuori di sé”.
Gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: “Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni”.
Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: “Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito. Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa.
In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna”. Poiché dicevano: “È posseduto da uno spirito impuro”.
Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: “Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano”. Ma egli rispose loro: “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?”. Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: “Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre”.
Testo della meditazione
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Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!
Eccoci giunti a domenica 9 giugno 2024.
Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal terzo capitolo del Vangelo di san Marco, versetti 20-35.
Diciamo una parola su questo Vangelo, perché veramente è un Vangelo che descrive una situazione terribile. Gli scribi riescono a trasformare quest’opera miracolosa e bellissima degli esorcismi, compiuti da Gesù, in un’opera satanica. Uno quando legge questo testo del Vangelo dice: “Va beh, non dobbiamo più stupirci di nulla”.
È proprio vero che quando gli uomini non vogliono vedere, non vogliono ascoltare, non vogliono capire, neanche Dio può fare niente. Sentite cosa arrivano a dire: arrivano a dire che Gesù — che è Dio, che abita nella, che è la seconda ipostasi della Santissima Trinità, che vive in un rapporto continuo con il Padre, nello Spirito Santo — è posseduto da uno spirito impuro.
Invece di vedere lo Spirito Santo in Gesù, loro vedono lo spirito impuro: questa è una bestemmia. Non è una bestemmia di quelle che siamo abituati a sentire in giro per la strada, è una bestemmia che nasce dal cuore ribelle, è una bestemmia di pensiero, è una bestemmia esistenziale, teologica, di opposizione radicale alla realtà. Scambiare lo Spirito Santo per uno spirito impuro: non c’è ritorno; da qui non c’è ritorno. Uno può fare nella vita tutti i mali che volete, ma da questo non c’è ritorno.
Ecco perché Gesù, del peccato contro lo Spirito Santo dice: “Questo non è perdonato”, perché questo è il peccato dei peccati, che automaticamente esclude dalla comunione con Dio; perché, se uno è capace di arrivare a confondere lo Spirito Santo con lo spirito del demonio, basta, allora è finita. Vuol dire che il suo cuore, la sua mente, sono totalmente corrotti.
Ed è bello vedere Gesù che entra in una casa e là si raduna una folla. Gesù è ancora lì, che si lascia prendere dalla sofferenza di queste persone. Noi uomini non siamo capaci di leggere e di vedere questo, non siamo capaci di questo livello di amore, per cui, quando lo vediamo, diciamo: “È pazzo!”. Ecco perché dicono: “È fuori di sé”. Leggiamo nel Vangelo: «Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: “È fuori di sé”». Sì, ma è vero: Gesù era pazzo d’amore, Gesù era pieno di Spirito Santo. Quindi, di lui, pazzo d’amore, pieno di Spirito Santo, che va a rivolgersi verso le persone e le va a incontrare nella loro sofferenza e le va a liberare dal demonio, gli scribi (non le prostitute, non i peccatori pubblici, non gli assassini) sentenziano che è posseduto da Beelzebùl.
Beelzebùl significa “il signore delle mosche”. Quindi per loro Gesù è posseduto dal “signore delle mosche”. Se ci si riflette un attimo si resta come “inquietati”. Il signore delle mosche era una divinità pagana tipica della città dei Filistei. Peraltro, nel secondo libro dei Re, questa divinità (che sarebbe Ba’al Zebub) è invocata dal Re d’Israele Acazia, malato, per sapere se sarebbe guarito e questo fatto suscita l’ira e la maledizione del profeta Elia.
Con tutti i nomi che potevano pensare, “il signore delle mosche”… niente di più schifoso, niente di più legato alla malattia, alla morte. Le mosche arrivano dove c’è morte, dove ci sono le malattie, dove c’è il sudiciume. Incredibile!
E poi, loro dicono che è posseduto da Beelzebùl, signore delle mosche, ma non basta; dicono che è posseduto anche da uno spirito impuro, quindi da due spiriti! Incredibile! Siamo noi uomini ad essere posseduti da questo spirito impuro! Questi scribi e farisei, siccome ce l’avevano dentro loro, allora lo vedevano in Gesù, questa è la ragione. «È posseduto da uno spirito impuro»!
Quindi, capite, se hanno detto questo di Gesù, possiamo pensare che cosa hanno detto dei suoi discepoli, dei santi e dei martiri, anche di fronte anche alle cose più belle, ai miracoli più grandi… Ma pensate a quello che faceva san Giovanni Bosco e guardate come è stato torturato e massacrato, come hanno anche tentato di ucciderlo. Questo è successo a tutti i santi, guardate: a santa Teresa di Gesù, a san Giovanni della Croce, a san Francesco di Assisi. Cose veramente terribili.
Andiamo avanti con la lettura e meditazione del libro di san Manuel González. Vediamo i frutti di questa compagnia di fiducia.
I frutti
Vivere questa fiducia significa eliminare dalla mia vita tutto il cumulo di desideri, inquietudini, angustie e dispiaceri per ciò di cui credo, spero o temo di aver bisogno, credo, spero o temo di soffrire o di non godere più, e sostituirlo con quest’unica idea, quest’unico sentimento e quest’unica persuasione: fa bene ciò che Egli mi chiede ora e Lui si occuperà del resto.
Vivere di questa fiducia, e solo di questa, significa detronizzare dal centro del mio cuore il mio amor proprio, ambizioso in tutto, tiranno e sconvolgitore della mia vita e potere malefico che di ogni mia preoccupazione cerca di farne un ladro della mia pace, e intronizzare in esso l’Ostia della mia Comunione di ogni mattina, affinché il Gesù di essa sia l’unico Re e l’unico ordinatore e arrangiatore e custode di tutto il mio e di quanto a me si riferisce.
Mamma mia! Incredibile! Parole bellissime!
Quindi, vivere di questa fiducia vuol dire: “Eliminare tutti i desideri, tutte le inquietudini, tutte le angustie, tutte le paure, tutti i dispiaceri, tutto ciò di cui credo, spero o temo di aver bisogno; credo, spero o temo di soffrire o di non godere più. Sostituire tutto questo con un unico sentimento, un’unica persuasione, un’unica idea: tu fai bene ciò che Dio ti chiede oggi (vedete il futuro di cui parlavamo?), fai bene ciò che Dio ti chiede ora, Lui si occuperà del resto”.
E così dice Gesù nel Vangelo: “Non preoccupatevi di quello che mangerete, berrete, vestirete; cercate il Regno di Dio e la sua giustizia, tutto il resto vi sarà dato in più”. Quindi: tu fai bene ciò che Dio ti chiede oggi, al resto ci penserà Lui.
Vivere di questa fiducia vuol dire detronizzare dal mio cuore l’amor proprio — che è ambizioso, tiranno e sconvolgitore della mia vita, che è potere malefico; che di ogni mia preoccupazione cerca di farne un ladro della mia pace — e intronizzare in esso l’Ostia della mia Comunione di ogni mattina, affinché Gesù sia il Re che pensa a tutto.
Guardate, è una riflessione bellissima che proprio ci chiede di stare fermi e “detronizzare l’amor proprio e metterci l’Ostia della nostra Comunione”.
Oggi, in questo giorno di domenica, chiediamo proprio al Signore la grazia, quando faremo la comunione, di detronizzare il nostro amor proprio e metterci l’Ostia della nostra Comunione; via l’amor proprio, via l’angoscia, le preoccupazioni, i timori, i pensieri — questo ladro della nostra pace — e metterci l’Ostia.
Gesù, voglio fare bene ciò che tu ora mi chiedi, al resto, pensaci tu.
Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.