Meditazione
Pubblichiamo l’audio della meditazione: La compagnia di fiducia – L’abbandono dei Tabernacoli accompagnati, S. Manuel González pt.79
Sabato 8 giugno 2024 – Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
Ascolta la registrazione:
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VANGELO (Mc 12, 28-34)
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio».
E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
Testo della meditazione
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Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!
Eccoci giunti a sabato 8 giugno 2024. Oggi festeggiamo la memoria del Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria.
Celebrare questa memoria così bella, così importante, ci dà proprio l’occasione di riflettere sul messaggio di Fatima. Dobbiamo proprio riflettere su questo messaggio, andarlo a rileggere tutti e capire quanto sia importante vivere secondo quella logica.
Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal dodicesimo capitolo del Vangelo di san Marco, versetti 38-44.
Continuiamo la nostra lettura e meditazione del libro di san Manuel González. Siamo arrivati a pagina 170, capitolo diciannovesimo.
L’ABBANDONO DELLA COMPAGNIA DI FIDUCIA
Sebbene nella compagnia di compassione — quella che abbiamo visto in questi giorni passati —, o unione di affetti e sentimenti con il Cuore di Gesù Sacramentato, sia inclusa la compagnia di fiducia, mi pare conveniente dedicare a questa un capitolo a parte.
Cos’è la compagnia di fiducia
È la stessa unione con il Cuore di Gesù che produce la compagnia di compassione, ma portata fino all’oblio di sé stessi e all’abbandono totale al suo Cuore. Vale a dire, il vivere l’anima tanto unita e compenetrata con il Cuore di Gesù Sacramentato che non si occupa né preoccupa delle sue proprie cure o gusti, ma solo di questo: che Lui sia contento.
Bellissima! “La compagnia di fiducia” — in questi giorni abbiamo visto la compagnia di compassione e, adesso, la compagnia di fiducia — quindi: «portata fino all’oblio di sé stessi e all’abbandono totale al suo Cuore»; «non si occupa né preoccupa delle sue proprie cure o gusti, ma solo di questo: che Lui sia contento».
Difficile, questa compagnia di fiducia. La compagnia di compassione… ancora ancora, forse riusciamo un pochino; ma la compagnia di fiducia è difficile. Difficile, perché richiede questo oblio di sé; cioè, questa dimenticanza di sé, questo abbandono totale al suo Cuore; con una sola preoccupazione: che Gesù sia contento.
Noi, invece, abbiamo tante preoccupazioni, tantissime.
Siamo preoccupati per il passato, perché spesse volte siamo lì che continuiamo a ripensare ai peccati che abbiamo fatto, da dove siamo venuti, la nostra conversione, tutte le cose che abbiamo fatto di male; e poi ne riparliamo, rivanghiamo, andiamo anche a ripensare, alle volte, e questo poi ci deprime, ci avvilisce, ci raffredda anche. E poi ci fa nascere gli scrupoli, e poi ci fa mancare di fede verso il Signore, eccetera, eccetera.
Oppure siamo preoccupati per il futuro; che, come sapete, preoccuparsi per il futuro — dice don Dolindo nella preghiera: “Gesù, pensaci Tu” — è la forma suprema della mancanza di abbandono in Gesù. Purtroppo, tutti siamo tanto segnati da questa preoccupazione per il futuro: che cosa mangeremo, che cosa berremo, come vestiremo, cosa faremo, dove andremo, cosa sarà della nostra vita, cosa sarà della nostra salute, cosa sarà della nostra anima, cosa sarà del nostro lavoro, cosa sarà della nostra casa, cosa sarà dei nostri genitori, cosa sarà dei nostri figli, cosa sarà di ogni cosa! Noi siamo tanto preoccupati e occupati sul futuro. “Le cose non vanno bene qui, quindi cosa succederà?”; “Le cose non vanno bene là, cosa succederà?”; E poi: “Questa cosa si sistemerà o non si sistemerà?”. E pensa e pensa e pensa e macina pensieri. Poi, se accade qualcosa di negativo, è finita! Se abbiamo il sospetto che è successo qualcosa di brutto, è finita, è proprio finita, un disastro.
Andate a leggere quella preghiera di don Dolindo “Gesù, pensaci Tu”, che in realtà non è una preghiera, è proprio Gesù, è chiaro, è chiarissimo che lì è Gesù che parla a don Dolindo e, attraverso don Dolindo, parla a ciascuno di noi. È, come dire, una riflessione; a me sembra proprio una riflessione da parte di Gesù, che va a svelare tutti quei meccanismi che noi adottiamo, che sono un atto di totale e radicale mancanza di fiducia in Lui.
Un giorno forse farò una catechesi su questo, ci vorranno più giorni, perché non si può affrontare in un giorno solo, è troppo densa, ma credo proprio che la farò. E’ un testo troppo bello, troppo vero.
L’anima, nella compagnia di fiducia, “non si preoccupa e non si occupa di niente di sé, si preoccupa solo che Gesù sia contento”. Non so se in una giornata quante volte noi siamo preoccupati che Gesù sia contento e basta. Solo di questo: Gesù è contento? Gesù cosa vuole, cosa si aspetta da me per essere felice? Cosa posso fare per strappare il sorriso a Gesù?
Ecco, allora direi che oggi possiamo proprio fermarci a riflettere su questa importanza dell’oblio di sé, dell’abbandono totale al Suo Cuore e dell’occuparci unicamente del “Gesù sia contento”.
Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.