Meditazione
Pubblichiamo l’audio della meditazione: Guido de Fontgalland pt.2 – I bambini eucaristici pt. 17
Martedì 16 luglio 2024 – Maria SS.ma del Monte Carmelo
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
Ascolta la registrazione:
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VANGELO (Mt 11, 20-24)
In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite:
«Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi.
E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».
Testo della meditazione
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Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!
Eccoci giunti a martedì 16 luglio 2024. Oggi festeggiamo la solennità di Maria Santissima del Monte Carmelo. Oggi per noi carmelitani è una festa solenne; si festeggia proprio la Regina del nostro ordine. Quindi, un ricordo speciale per tutti i carmelitani e per tutti coloro che hanno fatto la vestizione dello scapolare.
Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dall’undicesimo capitolo del Vangelo di san Matteo, versetti 20-24.
Oggi non farò la meditazione sulla Vergine Maria del Carmelo, perché l’ho già fatta diverse volte nel tempo passato; quindi, trovate tutto su YouTube e sul sito, per cui vi rimando lì; io oggi vado avanti con i bambini eucaristici. Stiamo trattando il servo di Dio Guido de Fontgalland.
“Gesù nella casetta piccola”
Un giorno – Guido aveva solo tre anni – faceva un gran chiasso nella camera della nonna con la sua trombetta. La nonna gli disse: “Se continui a disturbarmi così, Gesù se ne andrà dal tuo cuore!“. Il bambino rimase pensoso e alla sera glielo domandò alla mamma: “è vero quel che dice la nonna?“. La mamma non gli rispose. Guido incalzò: “è vero che Gesù abita nella casetta piccola sull’altare? E di là viene nel cuore delle persone buone che lo ricevono?“. Aveva già scoperto il mistero divino dell’Eucaristia. La mamma gli rispose: “Sì, Guido“.
“E anche nei cuori dei bambini buoni, vero?” “Sì, questo è vero” – rispose la mamma.
“E allora abita anche in me?” “Sì, finché sei buono e non lo offendi con il peccato!“
“Da quando, mamma, Gesù abita in me?” “Dal giorno del Battesimo“.
“Allora abita anche in Marco?” “Sì, certamente, anche in lui“.
Allora non si trattenne più dalla gioia e cominciò a cantare per tutta la casa. “Che bello, che bello! Gesù è in me. Gesù e io ci vogliamo bene. Io voglio essere come il piccolo Gesù“. Dio gli aveva già rivelato tutto e lui sapeva i tre “indirizzi” di Gesù, dove trovarlo vivo e vero: in Cielo, nel Tabernacolo, nella sua anima.
Da quel momento, ebbe un grandissimo desiderio: andare spesso, ogni giorno a visitare il suo grande Amico, in chiesa, davanti al Tabernacolo, per dirgli molte cose, per parlargli di sé, dei suoi genitori, di Marco, degli amici che aveva, per ascoltarlo. Solo a dirgli il nome di Gesù, era già un dolce richiamo a rendersi buono, paziente, generoso, forte, a correggersi dei difetti.
Quando, di domenica, i suoi genitori lo portavano a Messa e vedeva molti accostarsi all’Eucaristia, scalpitava: “Perché a me non ancora?” Gli spiegarono che avrebbe dovuto studiare il catechismo, conoscere a fondo Gesù, impegnarsi a vivere come Lui, che poi, fino a nove anni nessuno riceveva la Prima Comunione.
Ispirato dalla spiritualità carmelitana della madre, Guido era molto devoto di santa Teresa di Lisieux, e come lei seppe trovare la sua “piccola via” per il Paradiso. Nel 1918, durante la processione del Corpus Domini, Guido getta dei fiori a Gesù e quella sera, appena finite le preghiere, dice: “E’ una gran bella cosa camminare con Gesù, ma io preferirei riceverlo!”. All’età precocissima di 5 anni si fece impaziente di ricevere Gesù nella Prima Comunione. Si mise, quindi, a studiare e, in appena due mesi, imparò a leggere e scrivere e si fece iscrivere al Catechismo. Quella nuova esperienza fu per Guido come il raggio di sole che rischiara le tenebre della notte, comprese qual era la sua strada e come avrebbe dovuto percorrerla. Decise di prepararsi all’incontro con il Signore, cercando di imitarlo in tutto, specialmente offrendo dei piccoli sacrifici, per come la sua età permetteva. Alcuni esempi: d’inverno, pur soffrendo molto il freddo ai piedi, toglieva la borsa d’acqua calda che la madre metteva sotto le coperte, offrendo a Gesù quel sacrificio. Nonostante detestasse la carne ed ogni boccone gli costava un grande sacrificio, valorosamente, il suo cuore lo offriva a Dio in preparazione alla prima Comunione.
Un giorno Guido gioca con alcuni amici della sua età, e ad un certo punto dice loro: “Chiedete alla vostra mamma di farvi fare la prima Comunione a sette anni. Insistete, dite che avete voglia di ricevere Gesù. Bisogna fare così, perché l’ha detto il Papa. Io sono tanto contento quando penso che presto riceverò il piccolo Gesù!”
Giunse il giorno della prima Confessione: andò a inginocchiarsi davanti al Crocifisso, vi rimase a pensare, a esaminarsi, a dire il suo amore per Lui. Poi, si avvicinò al sacerdote e confessò i suoi peccati: uscì dal confessionale con una grande pace e gioia in cuore e disse alla mamma: “Vorrei che tutto il mondo fosse felice come me!”
Che dire? Innanzitutto, emerge sempre questo amore per l’Eucarestia, e questa percezione di essere abitato dal Signore; questa continua preoccupazione: “Gesù è in me o no? Se n’è andato o rimane?”.
E poi: lui voleva fare la prima Comunione e non ha nessuna intenzione di aspettare così tanti anni, e questo è molto bello. Quindi va a fare la prima confessione e fa questa esperienza, che è l’esperienza di essere liberato dal peccato. E questa è un’esperienza veramente molto importante.
E vedete, quando dice: «andò a inginocchiarsi davanti al Crocifisso, vi rimase a pensare, a esaminarsi, a dire il suo amore per Lui»; ecco, quando ci andiamo a confessare, dobbiamo esaminarci. C’è un po’ questo modo di intendere, oggi, di dire: ma la confessione non è la lista della spesa, la confessione è il riconoscimento del perdono di Dio, della misericordia di Dio; ok, verissimo che la confessione è il riconoscimento del perdono di Dio e della misericordia di Dio, ma se io non ho peccati da dire, è il riconoscimento del perdono di Dio su che cosa?
Siccome io faccio una lista, siccome io faccio un elenco… Se devo dire delle cose, se devo preparare un esame all’università, è chiaro che, nella parte finale del mio studio, dovrò fare la mappa concettuale — o elenco o chiamatela sintesi dettagliata, chiamatelo schema ad albero, chiamatelo come volete — però devo fare dei punti dove riassumo i concetti principali, che mi aiutano nel ripasso a tenere in mente un organigramma da seguire, che riempirò con tutte le nozioni che ho studiato.
Ma se non ho in mano niente, cosa vado a dire al professore: che l’importante è essere qui a essere esaminati? Ho capito, ma se tu non mi dai il materiale da esaminare, io il voto su cosa te lo do? Sul colore dei tuoi occhi?
Vedete, alle volte noi usciamo con delle frasi un po’ fatte che tradiscono alcune prospettive che magari uno non ha il coraggio di dire per tante ragioni, però emergono, perché io devo dire i miei peccati, è su quelli che si esercita la misericordia di Dio! Altrimenti non c’è bisogno di andarsi a confessare! Il riconoscimento della misericordia di Dio lo posso fare anche davanti al Tabernacolo, davanti al crocifisso; ma il fatto che il perdono di Dio raggiunga me, lo fa raggiungendomi sui peccati che ho commesso e per i quali chiedo perdono. Quindi, questi peccati, vanno detti tutti e bene.
Questo è quello che abbiamo tutti imparato e studiato al catechismo; questo è quello che dicono i santi; andate a leggere quello che diceva san Giovanni Bosco sul sacramento della confessione, per esempio, come lui lo intendeva.
Poi vabbè, magari dicono che san Giovanni Bosco è superato e allora io rispondo sempre che Gesù è strasuperato, perché è venuto qualche anno prima di san Giovanni Bosco, Gesù! Quindi è superato anche Gesù! Eh, ma allora è superato anche il Vangelo.
Vedete: «si avvicinò al sacerdote e confessò i suoi peccati»; quando noi confessiamo i nostri peccati, poi, come usciamo dal confessionale? Volando; come dice lui: «Vorrei che tutto il mondo fosse felice come me!». Ed è quello che succede; essere in grazia di Dio, vivere in grazia di Dio, cosa vuol dire concretamente? Vuol dire riposare, vuol dire avere all’interno del nostro cuore un grande riposo, mosso e dettato da una grande, grandissima, stupenda, meravigliosa serenità; vuol dire questo, non vuol dire nient’altro che questo. Grande serenità, perché ho fatto una bella confessione; e, quando finisco la confessione, la cosa importante qual è? È quella di rimanere raccolti. Non è che finisco la confessione e mi ributto a capofitto nelle cose da fare! Calma… ho appena ricevuto il perdono di Dio, santa pazienza! “E quindi?”; e quindi vivilo bene, questo perdono, resta raccolto.
Partecipò agli “esercizi spirituali”: seguiva attentissimo le meditazioni di don André Callon, e alla sera, segnava tutto su un quaderno, aggiungendo le sue riflessioni, i suoi propositi: “Essere buono, faticare e sacrificarmi per Gesù. Noi siamo amici di Gesù: lui ci vuole bene. Io sono il fratellino di Gesù; voglio lavorare e fare piccole rinunce per Lui, che mi ama tanto. Gesù è l’amico più caro che sta sempre nel Tabernacolo per non lasciarmi mai“. “Gesù, ti offro tre propositi: recitare ogni giorno le preghiere; non lasciar passare giorno, senza sacrificarmi per Te; studiare con impegno, per diventare domani sacerdote”.
Ecco, vedete che in lui è nata questa vocazione al sacerdozio; bellissimo! Fin da bambino, con questa grande devozione, era probabile che nascesse questa vocazione.
Ecco, allora io direi: usiamo questo giorno dedicato alla Madonna del Carmelo per fare anche noi questi bei propositi, formulare dei propositi, così da segnarceli e così da portarli a casa. Ovunque siamo, li portiamo a casa, poi vediamo alla sera come va, poi al mattino ce li rileggiamo, poi alla sera rivediamo come va; ci confrontiamo, così che vengono fuori dei propositi proprio belli e fatti bene.
Quindi, ancora buona festa e stiamo uniti alla Vergine Maria.
Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.