Meditazione
Pubblichiamo l’audio della meditazione: La redenzione è il più alto atto di carità pt.1 – La mistica della riparazione, di don Divo Barsotti pt.17
Venerdì 23 agosto 2024
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
Ascolta la registrazione:
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VANGELO (Mt 22, 34-40)
In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?».
Gli rispose: «”Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».
Testo della meditazione
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Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!
Eccoci giunti a venerdì 23 agosto 2024. Festeggiamo quest’oggi Santa Rosa da Lima.
Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal ventiduesimo capitolo del Vangelo di san Matteo, versetti 34-40.
Continuiamo la nostra lettura e meditazione del libro di don Divo Barsotti. Siamo arrivati al capitolo dal titolo:
LA REDENZIONE È IL PIÙ ALTO ATTO DI CARITÀ
Tu assisti un malato, va bene; questo malato può guarire, ma in fondo poi muore lo stesso: il tuo atto di carità rimanda la morte, non la sopprime; sospende il male per un istante, ma non ne elimina la radice. Per sopprimere la radice del male bisogna che il peccato sia distrutto, e il peccato è distrutto se tu ne assumi il carico davanti al Signore. È la Redenzione di fatto che distrugge il male del mondo, è soltanto Cristo che veramente redime. Sì, Nostro Signore ha usato ogni carità: ha sfamato gli affamati, ha risuscitato i morti, ha illuminato gli erranti; ma in fondo, se consideriamo bene la sua vita, possiamo dire che Nostro Signore ha fatto tanto, ma alcuni santi hanno fatto di più. S. Vincenzo de’ Paoli non ha fatto molto di più? Quante persone Gesù ha sfamato? Quante ne ha guarite, aiutate, consolate? Pensate quello che ha fatto S. Vincenzo. La sua carità ebbe per oggetto i galeotti, le donne perdute, gli affamati delle campagne, gli ignoranti; non vi fu miseria umana che egli non abbia soccorso. E la sua carità si estese a tutta la terra di Francia. Nostro Signore moltiplicò i pani, ma anche la moltiplicazione dei pani non è, di per sé, un atto di carità: è anche questo, ma non soltanto questo, non soprattutto questo; Nostro Signore ha compiuto il miracolo come una profezia, come l’annuncio dell’Eucarestia. Diceva Sant’Agostino: «Quanti sono morti al tempo di Gesù! Egli ne ha resuscitato quattro soltanto; poteva resuscitarli tutti dal momento che ne aveva il potere». Eppure, anche se Nostro Signore ha compiuto meno atti di carità su questo piano, è colui che ha amato gli uomini infinitamente più di ogni santo, li ha amati nel modo più efficace. E qual è l’atto supremo dell’amore del Cristo? Non l’atto con cui immediatamente egli viene incontro a bisogni naturali ed umani, ma l’atto con cui egli stesso muore; non l’atto con cui egli resuscita i morti, sfama gli affamati, ma l’atto per cui egli assume il peccato umano e ne risponde davanti al Padre Celeste e prendendo sopra di sé questo peccato, lo cancella, lo distrugge, lo toglie di mezzo. Questo è l’atto supremo della carità del Cristo.
Allora, stante tutto quello che abbiamo visto fino adesso, si capisce benissimo perché la redenzione, la morte in Croce di Gesù, è l’atto supremo della carità.
Don Divo ci dice che per sopprimere la radice del male è necessario che il peccato venga distrutto, e questo può essere fatto solo se tu ne assumi il carico davanti al Signore e aggiunge: “è la redenzione, di fatto, che distrugge il male del mondo e soltanto Gesù che redime”.
Quindi, tutti i miracoli, tutti i prodigi, tutto quello che di meraviglioso Gesù ha fatto e quello che Gesù ha fatto di bene non è assolutamente paragonabile all’atto supremo del suo morire in Croce. In questo lui ha amato gli uomini infinitamente di più di ogni santo, anche se S. Vincenzo de Paoli — dice don Divo — ha concretamente fatto di più di quello che ha fatto Gesù; cioè, ha maggiormente servito, anche solo a livello numerico, le persone bisognose. Come anche S. Camillo de Lellis, per esempio, o Madre Teresa di Calcutta. Però nessuno dei santi ha amato in modo così efficace come ha fatto Gesù, perché nessuno di loro è morto in Croce. Quindi, questo atto supremo della carità non è tanto, o primariamente, il venire incontro ai bisogni naturali ed umani, ma è l’atto con cui egli stesso muore, è l’atto con cui lui assume il peccato degli uomini e ne risponde lui davanti al Padre; capite?
Quindi Gesù prende su di sé il peccato, lo cancella, lo distrugge, lo toglie di mezzo, e questo è l’atto supremo. Ecco perché è bene — e i santi lo consigliano — confessarsi frequentemente. Perché noi, nella confessione, godiamo in modo specialissimo proprio del potere salvifico del sangue di Gesù, versato per amore nostro sul legno della Croce e durante la sua Passione che è proprio il segno supremo di questo prendere su di sé il peccato, distruggerlo e toglierlo di mezzo.
Ecco, quindi, che noi dovremmo proprio valorizzare al massimo il sacramento della Confessione. Oggi è bene che ci mettiamo un po’ a riflettere ulteriormente sul valore della redenzione e che quindi impariamo anche a meditare di più davanti al Crocifisso, a meditare di più proprio la Passione, a meditare di più la Croce e a capire che quello è il modo per salvare l’uomo, per salvare il mondo, capire che l’atto supremo della carità è lì, nel Crocifisso, non in tutte le opere concrete di bene che lui ha fatto, che sono importanti, sono belle, ma non sono l’atto supremo che effettivamente risolve la questione, cioè la questione del peccato. Perché tutto si gioca attorno a questo. C’è questo grosso problema che è il peccato dell’uomo, problema radicale che va risolto. Ecco, ed è quello che Gesù fa in Croce.
Bene, chiediamo proprio al Signore questa grazia di riuscire oggi a meditare profondamente questa verità.
Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.