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Catechesi “La Fede” – La terra promessa e il rapporto con Dio (Es 23, 20-33) lezione 7

Catechesi La Fede 2017-18

Catechesi di lunedì 16 ottobre 2017

Ciclo di catechesi “La Fede: dubbio o Abbandono? La Scelta di una vita

Relatore: p. Giorgio Maria Faré

Ascolta la registrazione della catechesi:

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Brani commentati durante la catechesi:

Esodo 23, 20-33

 20 “Ecco, io mando un angelo davanti a te per custodirti sul cammino e per farti entrare nel luogo che ho preparato. 21 Abbi rispetto della sua presenza, ascolta la sua voce e non ribellarti a lui; egli infatti non perdonerebbe la vostra trasgressione, perché il mio nome è in lui. 22 Se tu ascolti la sua voce e fai quanto ti dirò, io sarò il nemico dei tuoi nemici e l’avversario dei tuoi avversari. 23 Quando il mio angelo camminerà alla tua testa e ti farà entrare presso l’Amorreo, l’Hittita, il Perizzita, il Cananeo, l’Eveo e il Gebuseo e io li distruggerò, 24 tu non ti prostrerai davanti ai loro dei e non li servirai; tu non ti comporterai secondo le loro opere, ma dovrai demolire e dovrai frantumare le loro stele. 25 Voi servirete al Signore, vostro Dio. Egli benedirà il tuo pane e la tua acqua. Terrò lontana da te la malattia. 26 Non vi sarà nel tuo paese donna che abortisca o che sia sterile. Ti farò giungere al numero completo dei tuoi giorni. 27 Manderò il mio terrore davanti a te e metterò in rotta ogni popolo in mezzo al quale entrerai; farò voltar le spalle a tutti i tuoi nemici davanti a te. 28 Manderò i calabroni davanti a te ed essi scacceranno dalla tua presenza l’Eveo, il Cananeo e l’Hittita. 29 Non li scaccerò dalla tua presenza in un solo anno, perché il paese non resti deserto e le bestie selvatiche si moltiplichino contro di te. 30 A poco a poco li scaccerò dalla tua presenza, finché avrai tanti figli da occupare il paese. 31 Stabilirò il tuo confine dal Mare Rosso fino al mare dei Filistei e dal deserto fino al fiume, perché ti consegnerò in mano gli abitanti del paese e li scaccerò dalla tua presenza. 32 Ma tu non farai alleanza con loro e con i loro dei; 33 essi non abiteranno più nel tuo paese, altrimenti ti farebbero peccare contro di me, perché tu serviresti i loro dei e ciò diventerebbe una trappola per te”.

Deuteronomio 7, 1-26

1 Quando il Signore tuo Dio ti avrà introdotto nel paese che vai a prendere in possesso e ne avrà scacciate davanti a te molte nazioni: gli Hittiti, i Gergesei, gli Amorrei, i Perizziti, gli Evei, i Cananei e i Gebusei, sette nazioni più grandi e più potenti di te, 2 quando il Signore tuo Dio le avrà messe in tuo potere e tu le avrai sconfitte, le voterai allo sterminio; non farai con esse alleanza né farai loro grazia. 3 Non ti imparenterai con loro, non darai le tue figlie ai loro figli e non prenderai le loro figlie per i tuoi figli, 4 perché allontanerebbero i tuoi figli dal seguire me, per farli servire a dei stranieri, e l’ira del Signore si accenderebbe contro di voi e ben presto vi distruggerebbe. 5 Ma voi vi comporterete con loro così: demolirete i loro altari, spezzerete le loro stele, taglierete i loro pali sacri, brucerete nel fuoco i loro idoli. 6 Tu infatti sei un popolo consacrato al Signore tuo Dio; il Signore tuo Dio ti ha scelto per essere il suo popolo privilegiato fra tutti i popoli che sono sulla terra.
Israele, popolo prediletto 7 Il Signore si è legato a voi e vi ha scelti, non perché siete più numerosi di tutti gli altri popoli – siete infatti il più piccolo di tutti i popoli -, 8 ma perché il Signore vi ama e perché ha voluto mantenere il giuramento fatto ai vostri padri, il Signore vi ha fatti uscire con mano potente e vi ha riscattati liberandovi dalla condizione servile, dalla mano del faraone, re di Egitto. 9 Riconoscete dunque che il Signore vostro Dio è Dio, il Dio fedele, che mantiene la sua alleanza e benevolenza per mille generazioni, con coloro che l’amano e osservano i suoi comandamenti; 10 ma ripaga nella loro persona coloro che lo odiano, facendoli perire; non concede una dilazione a chi lo odia, ma nella sua stessa persona lo ripaga. 11 Osserverai dunque i comandi, le leggi e le norme che oggi ti dò, mettendole in pratica. 12 Per aver voi dato ascolto a queste norme e per averle osservate e messe in pratica, il Signore tuo Dio conserverà per te l’alleanza e la benevolenza che ha giurato ai tuoi padri. 13 Egli ti amerà, ti benedirà, ti moltiplicherà; benedirà il frutto del tuo seno e il frutto del tuo suolo: il tuo frumento, il tuo mosto e il tuo olio, i parti delle tue vacche e i nati del tuo gregge, nel paese che ha giurato ai tuoi padri di darti. 14 Tu sarai benedetto più di tutti i popoli e non ci sarà in mezzo a te né maschio né femmina sterile e neppure fra il tuo bestiame. 15 Il Signore allontanerà da te ogni infermità e non manderà su di te alcuna di quelle funeste malattie d`Egitto, che bene conoscesti, ma le manderà a quanti ti odiano.
Dio sarà con il suo popolo 16 Sterminerai dunque tutti i popoli che il Signore Dio tuo sta per consegnare a te; il tuo occhio non li compianga; non servire i loro dei, perché ciò è una trappola per te. 17 Forse penserai: Queste nazioni sono più numerose di me; come potrò scacciarle? 18 Non temerle! Ricordati di quello che il Signore tuo Dio fece al faraone e a tutti gli Egiziani; 19 ricordati delle grandi prove che hai viste con gli occhi, dei segni, dei prodigi, della mano potente e del braccio teso, con cui il Signore tuo Dio ti ha fatto uscire; così farà il Signore tuo Dio a tutti i popoli, dei quali hai timore. 20 Anche i calabroni manderà contro di loro il Signore tuo Dio finché non siano periti quelli che saranno rimasti illesi o nascosti al tuo passaggio. 21 Non tremare davanti ad essi, perché il Signore tuo Dio è in mezzo a te, Dio grande e terribile. 22 Il Signore tuo Dio scaccerà a poco a poco queste nazioni dinanzi a te; tu non le potrai distruggere in fretta, altrimenti le bestie selvatiche si moltiplicherebbero a tuo danno; 23 ma il Signore tuo Dio le metterà in tuo potere e le getterà in grande spavento, finché siano distrutte. 24 Ti metterà nelle mani i loro re e tu farai perire i loro nomi sotto il cielo; nessuno potrà resisterti, finché tu le abbia distrutte. 25 Darai alle fiamme le sculture dei loro dei; non bramerai e non prenderai per te il loro argento e oro che è su di quelle, altrimenti ne resteresti come preso in trappola, perché sono un abominio per il Signore tuo Dio; 26 non introdurrai quest’abominio in casa tua, perché sarai come esso votato allo sterminio; lo detesterai e lo avrai in abominio, perché è votato allo sterminio.

Testo della catechesi

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Proseguiamo con la catechesi sul tema della fede; come riferimento avremo alcuni testi, che fanno parte di un unico grande discorso, che ci occuperanno sia questa sera che la volta prossima. Il tema che ci servirà affrontare per il discorso sulla fede è il tema della terra promessa, che il Signore promette al popolo d’Israele. Noi oggi vedremo quello che Dio promette, cioè quello che Dio dice in riferimento alla terra promessa e al rapporto con Lui, mentre la volta prossima vedremo cosa accadrà, cioè come il popolo d’Israele risponde alla promessa.

La terra promessa porta in sé una promessa da parte di Dio, che è fatta prima di entrare nella terra; e vedremo che, in questa promessa, Dio dice delle parole bellissime, stupende, delle parole piene di incoraggiamento, di presenza. Fa un discorso molto lungo, che leggeremo, dove ci sono delle parole che dobbiamo sentire rivolte a ciascuno di noi. Cercheremo di analizzare alcune parti di questo discorso di Dio, perché forse non l’abbiamo in mente, e poi vedremo, la prossima volta, come sono andate le cose e come andranno quando il popolo entrerà nella terra promessa.

Il primo testo di questa sera lo prendiamo dal libro dell’Esodo:

Esodo 23, 20-33

20 Ecco, io mando un angelo davanti a te per custodirti sul cammino e per farti entrare nel luogo che ho preparato. 21 Abbi rispetto della sua presenza, ascolta la sua voce e non ribellarti a lui; egli infatti non perdonerebbe la vostra trasgressione, perché il mio nome è in lui. 22 Se tu ascolti la sua voce e fai quanto ti dirò, io sarò il nemico dei tuoi nemici e l’avversario dei tuoi avversari.
23 Quando il mio angelo camminerà alla tua testa e ti farà entrare presso l’Amorreo, l’Hittita, il Perizzita, il Cananeo, l’Eveo e il Gebuseo e io li distruggerò, 24 tu non ti prostrerai davanti ai loro dèi e non li servirai; tu non ti comporterai secondo le loro opere, ma dovrai demolire e dovrai frantumare le loro stele.

Dobbiamo ricordarli questi nomi (l’Amorreo, l’Hittita, il Perizzita, il Cananeo, l’Eveo e il Gebuseo), perché poi torneranno la volta prossima. Dobbiamo averli bene in mente, perché Dio anticipa in tutto i passi che loro – di fatto – faranno, cioè gli anticipa gli incontri proprio con nome e cognome, non lascia niente al caso. Gli fa fare una grande memoria e, dentro questa memoria, gli mette una grande promessa, con dei nomi che saranno esattamente i nomi che poi loro incontreranno; che a noi sembrano dei nomi strani, ma per loro non lo erano, perché erano delle popolazioni.

25 Voi servirete al Signore, vostro Dio. Egli benedirà il tuo pane e la tua acqua. Terrò lontana da te la malattia. 26 Non vi sarà nel tuo paese donna che abortisca o che sia sterile. Ti farò giungere al numero completo dei tuoi giorni. 27 Manderò il mio terrore davanti a te e metterò in rotta ogni popolo in mezzo al quale entrerai; farò voltar le spalle a tutti i tuoi nemici davanti a te. 28 Manderò i calabroni davanti a te ed essi scacceranno dalla tua presenza l’Eveo, il Cananeo e l’Hittita. 29 Non li scaccerò dalla tua presenza in un solo anno – cioè: non li scaccerò in un solo colpo – perché il paese non resti deserto e le bestie selvatiche si moltiplichino contro di te. – Il Signore sta facendo proprio un progetto architettonico, è attento a tutto! – 30 A poco a poco li scaccerò dalla tua presenza, finché avrai tanti figli da occupare il paese.31 Stabilirò il tuo confine dal Mare Rosso fino al mare dei Filistei e dal deserto fino al fiume, perché ti consegnerò in mano gli abitanti del paese e li scaccerò dalla tua presenza. 32 Ma tu non farai alleanza con loro e con i loro dèi; 33 essi non abiteranno più nel tuo paese, altrimenti ti farebbero peccare contro di me, perché tu serviresti i loro dèi e ciò diventerebbe una trappola per te».

Questa è la prima parte, è la promessa dell’intervento di Dio più sintetica. Dopo vedremo la seconda, ma già questa prima parte è forte, perché qui il Signore dice che farà tutto Lui. Dio chiede al popolo solo la fede (Dio ci chiede solo di avere fede), il resto lo fa Lui; addirittura, manderà i calabroni, cioè, coinvolge tutto, persino la natura. Loro non dovranno fare niente, non sono chiamati a combattere, prendere le armi, nulla, loro sono chiamati ad avere fede in quello che Lui gli sta dicendo, e sono chiamati a non mischiarsi con gli altri.

Ecco il significato di quando Dio, nell’Antico Testamento, dice: “voi siete un popolo santo per me”; che vuol dire: voi siete un popolo separato, io vi ho separati per riservarvi a me e per instaurare con voi un rapporto di alleanza. Il Signore a loro chiede concretamente solo una cosa, oltre all’avere fede, e cioè: non devono mischiarsi con tutto quello che riguarda la realtà pagana, gli altri dèi, perché il rischio è che diventi una trappola.

Santa Teresa di Gesù, ma non solo lei, anche S. Giovanni della Croce e tanti altri santi, come S. Francesco di Sales nel libro Filotea, – tanto per nominare dei dottori della Chiesa, dei classici della spiritualità cristiana; come anche il testo: L’imitazione di Cristo, e anche S. Margherita Maria Alacoque, nella sua autobiografia, che è piccolina – tutti danno questo messaggio, sul quale Santa Teresa è molto chiara, cioè che tu non devi mai “presumere” di te. Avere fede in Dio vuol dire che io non devo mai presumere del fatto che io sarò in grado di saper vincere le tentazioni, il mondo, il demonio, la carne. Ma avere fede vuol dire confidare in Dio, evitare tutte quelle occasioni di cui io sono cosciente che potrebbero diventare, per me – appunto, come dice Dio in Esodo 23 – una trappola, cioè potrebbero chiudermi alla possibilità di rimanere fedele (questa è la fede) alla promessa che Dio mi ha fatto, e quindi cedere alla tentazione – che è sempre quella che ognuno di noi ha dentro, che è la tentazione antagonista per eccellenza della fede – di avere fede nel vitello d’oro, cioè in qualcosa di concreto che io ho costruito.

Gli dèi pagani erano qualcosa di concreto, fatto di pietra, che loro avevano costruito; il Dio d’Israele (le Tavole dell’alleanza) stava in un’arca, in una tenda. E nessuno mai andava là a guardare dentro l’arca, perché nessuno poteva farlo, se non i sacerdoti. E solo Mosè poteva entrare alla presenza di Dio, quando scendeva la nube sulla tenda, Aronne stesso doveva stare fuori. Quindi capite che è una realtà molto impalpabile, non tangibile, che non potevano proprio avere lì, da poter toccare. La tentazione, sulla quale Dio interviene e mette la sua cautela, è: tu entrerai in quella terra, ma non dovrai mischiarti con quei popoli e non dovrai assumere le loro tradizioni, ma dovrai portare avanti la tua identità; al resto ci penso io.

Ma questa promessa è trattata da Dio, in modo molto più diffuso, nel libro del Deuteronomio. Questo è un testo che leggeremo per intero; è un po’ lungo, perché sono due capitoli e mezzo, però credo che, una volta nella vita, si debba sentirlo, questo discorso bellissimo di Dio, perché solo così capiremo (la prossima volta), quello che non hanno fatto. Infatti, non si capisce il peccato fino a quando non si capisce la grazia, e non posso comprendere la gravità del mio peccato fino a quando non ho compreso l’ampiezza della grazia. Ecco perché il Salmo dice: “La tua grazia vale più della vita”. Se io non ho capito che la grazia vale più della vita, non posso neanche capire il peso del peccato.

Santa Teresa, nell’operetta piccola, “I pensieri sull’amore di Dio”, tratta proprio questo tema, e dice: “Mi fanno compassione le persone che dicono: «Ah, ma questi son peccati da nulla!», perché niente è piccolo in ordine alla trasgressione fatta a Dio”. E allora, leggiamo questo testo, così sentiamo perché non avere fede è una cosa grave, è una cosa seria, e cosa vuol dire non avere fede.

Deuteronomio7

1 Quando il Signore tuo Dio ti avrà introdotto nel paese che vai a prendere in possesso e ne avrà scacciate davanti a te molte nazioni: gli Hittiti, i Gergesei, gli Amorrei, i Perizziti, gli Evei, i Cananei e i Gebusei, sette nazioni più grandi e più potenti di te, …

Capite: Israele era un manipolo, qui stiamo parlando – dice Dio – di sette nazioni più grandi e più potenti. Cioè, gli israeliti hanno davanti il Mar Rosso, ma non fatto di acqua, fatto di persone!

2 quando il Signore tuo Dio le avrà messe in tuo potere e tu le avrai sconfitte, tu le voterai allo sterminio; non farai con esse alleanza né farai loro grazia. 3 Non ti imparenterai con loro, non darai le tue figlie ai loro figli e non prenderai le loro figlie per i tuoi figli, 4 perché allontanerebbero i tuoi figli dal seguire me, per farli servire a dèi stranieri, e l’ira del Signore si accenderebbe contro di voi e ben presto vi distruggerebbe.

Voi direte: ma non è mica detto che, se io prendo le figlie di quelli là, poi io… è un po’ esagerato, Dio! La Scrittura, nel libro della Sapienza, parlando del grande re Salomone, dice che nessuno è più sapiente di lui, tanto che la Regina del Sud andava da lui interpellarlo. Infatti, quando Dio disse al re Salomone: “Chiedimi quello che vuoi, io te lo darò”, lui rispose: “Non chiedo argento, né oro, né donne, nulla, io chiedo la sapienza”; e Dio, poiché lui non hai chiesto né oro, né argento, né lunghi giorni per sé, ma ha chiesto la sapienza, gli fa una promessa meravigliosa, bellissima: “Nessuno sarà più sapiente di te, tu sarai ricolmato dello spirito della sapienza e della saggezza”. E il re Salomone, che era “straricolmato” di sapienza, cade esattamente su questo di cui abbiamo appena parlato, cioè: lui prende come concubine, come spose, le donne straniere, e le donne straniere introducono a Gerusalemme il culto pagano, e lui lo permette. Lì inizia a decadere tutto: tutta la fortuna di Salomone finisce nel fango per questo.

Quindi, questa espressione di Dio non è così banale, non è così ovvia, appunto; non dobbiamo presumere il fatto che tanto noi rimarremo comunque fedeli. Santa Teresa dice che, per poter andare a combattere contro l’inferno ed essere un po’ sicuri, bisogna essere già arrivati alle ultime mansioni, cioè, bisogna aver già fatto un’esperienza fortissima di Dio, tale per cui il demonio stesso rimane spaventato. Eh sì, ma bisogna essere arrivati là perché, se non sei arrivato là, non è così ovvio che tu vincerai.

Quindi Dio prosegue, dicendo:

5 Ma voi vi comporterete con loro così: demolirete i loro altari, spezzerete le loro stele, taglierete i loro pali sacri, brucerete nel fuoco i loro idoli. 6 Tu infatti sei un popolo consacrato al Signore tuo Dio – cioè riservato –; il Signore tuo Dio ti ha scelto per essere il suo popolo privilegiato fra tutti i popoli che sono sulla terra.

Il culto di adorazione, di latria, Dio lo vuole solo per sé. Il peccato di idolatria è il peccato più grave in assoluto, perché è un peccato di ingiustizia, cioè: toglie a Dio il suo dovuto, l’adorazione che noi gli dobbiamo. Ecco perché Dio dice: tutto ciò che riguarda la realtà degli idoli – siccome sono senza fiato, sono morti – tu lo devi distruggere per fare spazio a me, per avere un culto unico a me.

7 Il Signore si è legato a voi e vi ha scelti, non perché siete più numerosi di tutti gli altri popoli – siete infatti il più piccolo di tutti i popoli -, 8 ma perché il Signore vi ama e perché ha voluto mantenere il giuramento fatto ai vostri padri, il Signore vi ha fatti uscire con mano potente – ecco la memoria; la promessa unita alla memoria – e vi ha riscattati liberandovi dalla condizione servile, dalla mano del faraone, re di Egitto.

Dio perché ti ha scelto? Dio perché ci ha scelti? Non per quello che noi siamo, ma perché Lui ci ama. La ragione, l’origine e il motore primo della relazione di Dio con noi è il suo amore; “Io vi ho amato per primo”, dirà Gesù nel Vangelo. Tutto parte da Lui ed è gratuito, puro, perché non c’è niente di te che lo avrebbe dovuto muovere. Cioè, nulla di me necessita l’amore di Dio, cioè lo costringe; è amore puro, il suo. Dio dice: “Voi siete il più piccolo di tutti i popoli e io vi ho scelto solo perché vi amo. E, per farvi ricordare che vi amo, vi faccio memoria di quello che ho fatto per voi: io vi ho liberato dall’Egitto, io vi ho fatto passare nel Mar Rosso”.

9 Riconoscete dunque che il Signore vostro Dio è Dio, il Dio fedele…

Qui potete risentire il modo di esprimersi di San Francesco d’Assisi, il quale scriveva: “Dio è Dio; questo mi basta: che Dio sia Dio”. Bella, questa cosa! Il fatto che mi basta l’idea che Dio è Dio; l’idea che è una verità.

“Ti ho liberato dall’Egitto, ti ho liberato dalla schiavitù, ti ho liberato dal faraone, ti ho liberato dal diavolo, ti ho liberato dal peccato, sono morto in croce per te”.

9 Riconoscete dunque che il Signore vostro Dio è Dio, il Dio fedele, che mantiene la sua alleanza e benevolenza per mille generazioni, con coloro che l’amano e osservano i suoi comandamenti; 10 ma ripaga nella loro persona coloro che lo odiano, facendoli perire; non concede una dilazione a chi lo odia, ma nella sua stessa persona lo ripaga. 11 Osserverai dunque i comandi, le leggi e le norme che oggi ti dò, mettendole in pratica. 12 Per aver voi dato ascolto a queste norme e per averle osservate e messe in pratica, il Signore tuo Dio conserverà per te l’alleanza e la benevolenza che ha giurato ai tuoi padri. 13 Egli ti amerà, ti benedirà, ti moltiplicherà; benedirà il frutto del tuo seno e il frutto del tuo suolo: il tuo frumento, il tuo mosto e il tuo olio, i parti delle tue vacche e i nati del tuo gregge, nel paese che ha giurato ai tuoi padri di darti. 14 Tu sarai benedetto più di tutti i popoli e non ci sarà in mezzo a te né maschio né femmina sterile e neppure fra il tuo bestiame. 15 Il Signore allontanerà da te ogni infermità e non manderà su di te alcuna di quelle funeste malattie d’Egitto, che bene conoscesti, ma le manderà a quanti ti odiano. 16 Sterminerai dunque tutti i popoli che il Signore Dio tuo sta per consegnare a te; il tuo occhio non li compianga; non servire i loro dèi, perché ciò è una trappola per te.

Ritorna quello che abbiamo sentito poc’anzi in Esodo. Cosa chiede il Signore? “Amami e osserva i miei comandamenti, amami e sii fedele a me”, basta, non chiede altro, e: “Se tu farai questo, ecco che cosa io ti donerò …”, cioè, tutto quello che abbiamo letto: è tanta roba! Ci sono scritte veramente tante cose. Allora potremmo anche chiederci: non è che forse la nostra vita, alle volte, appare così poco benedetta per una ragione ben precisa? Non è che magari c’entra il fatto che noi amiamo poco Dio e non osserviamo fedelmente i suoi comandamenti? Non è che magari c’entra questo? Questo ce lo potremmo chiedere, perché magari è questo che c’entra, perché la parola di Dio non può venir meno, Dio non può venir meno alla Sua parola. Quindi, nelle nostre vite, se succedono cose così, vuol dire che c’è un rapporto; vuol dire che non sono, evidentemente, proprio in asse con l’amore e con la fedeltà.

Il discorso prosegue, è un discorso lungo, che fa Dio. E voi direte: ma perché Dio fa un discorso così lungo? Eh … perché? Il perché lo capirete la prossima volta, dove vedremo che, nonostante la lunghezza di questa promessa, questi lo hanno tradito, e, nonostante la memoria che Lui gli fa dei doni incredibili che Lui gli ha fatto, questi lo tradiscono. Nonostante il Signore si metta a essere così preciso, dicendo tutti i nomi – gli Hittiti, i Gergesei, gli Amorrei, i Perizziti, gli Evei, i Cananei e i Gebusei – nonostante gli descriva tutti quelli che loro andranno a trovare, loro non ci credono e, quindi, lo tradiscono. Tutto si gioca qui. Prosegue:

17 Forse penserai: …

Ora state attenti, perché guardate che queste cose che dice Dio, saranno esattamente i ragionamenti che faranno dopo loro. La prossima volta, voi sentirete esattamente questi ragionamenti. Che uno dice: “Ma te l’ha appena detto Dio! Te l’ha appena spiegato; te l’ha detto Lui, il ragionamento che tu farai. Ma perché adesso rifai questo ragionamento e ci credi, se Dio ti ha appena detto che è falso, che è sbagliato? Eh, perché…

17 Forse penserai: Queste nazioni sono più numerose di me; come potrò scacciarle? 18 Non temerle! Ricordati – memoria – di quello che il Signore tuo Dio fece al faraone e a tutti gli Egiziani; 19 ricordati delle grandi prove che hai viste con gli occhi, dei segni, dei prodigi, della mano potente e del braccio teso, con cui il Signore tuo Dio ti ha fatto uscire; così farà il Signore tuo Dio a tutti i popoli, dei quali hai timore. 

Il Signore chiede al popolo di non dubitare, di fare memoria e di ricordare l’aiuto che gli ha dato e che, come lo ho aiutato prima, lo aiuterà anche adesso. Ma il popolo deve avere fede, deve credere che proprio quei popoli di cui ha timore, Dio li scaccerà davanti a loro, lui lo farà.

Domanda: quando noi dobbiamo prendere le nostre scelte, prima facciamo memoria? O ogni volta è sempre la solita questione: ho paura; non so cosa succederà; non ce la faccio; non ci riuscirò; accadrà qualcosa di brutto; no, sono stanco; no, ma questa volta è diverso, l’altra volta il Signore mi ha aiutato, ma questa volta è diverso. Certo che questa volta è diverso, tutte le volte sono diverse una dall’altra! Ma se ti ha aiutato prima, quando hai avuto fede, perché non ti deve aiutare adesso, se avrai fede? Fai memoria!

Ma c’è un tarlo diabolico che ci corrode, ed è questo: il mio pensiero è migliore del suo; quello che io penso è più giusto della volontà di Dio. Quello che io voglio è più giusto di quello che vuole Dio. Io vedo cosa è bene e cosa è male, e scelgo di non fidarmi di te, scelgo me. Dentro ad una relazione di amore e di amicizia, questo è il peccato più terribile, perché è proprio chiudere la porta in faccia all’amato, è proprio dire: no, io non ci credo. E, sapete, sono cose che, spesse volte, si decidono così, perché “la bocca parla dall’abbondanza del cuore”, dice Gesù. Prima o poi, quello che tu hai dentro, viene fuori. Tu ti puoi nascondere, puoi tutto ricoprirlo d’oro, di piume di pavone, tutto quello che vuoi, ma quando arriva il momento della prova, quello che tu hai dentro, viene fuori. E se tu non hai costruito, fino a quel momento, un vero rapporto di fede, dove tu dici: “Se Dio mi ha detto così, io faccio così; io credo a quello che mi ha detto Dio e non all’idea che mi viene in mente adesso” (come invece faranno loro la prossima volta), nel momento della prova viene fuori. Mentre Dio continua a dirti: “Fai memoria, ricordati… Quando ti sei fidato di me, ti sei forse mai pentito? Quando mi hai obbedito, ti sei forse mai pentito?”.

20 Anche i calabroni manderà contro di loro il Signore tuo Dio finché non siano periti quelli che saranno rimasti illesi o nascosti al tuo passaggio. 21 Non tremare davanti ad essi, perché il Signore tuo Dio è in mezzo a te Dio grande e terribile.

Anche i calabroni manderà, delle bestie terribili! Beh, del resto, ha mandato le quaglie per mangiare, può mandare anche dei calabroni, non è che è un problema! Ha fatto venire giù la manna dal cielo, ha aperto il Mar Rosso, può anche mandare un po’ di calabroni! Se l’ha fatto là, perché non lo deve fare qui?

22 Il Signore tuo Dio scaccerà a poco a poco queste nazioni dinanzi a te – ritorna il testo precedente –; tu non le potrai distruggere in fretta, altrimenti le bestie selvatiche si moltiplicherebbero a tuo danno; 23 ma il Signore tuo Dio le metterà in tuo potere e le getterà in grande spavento, finché siano distrutte.

Lo spavento che tu hai adesso andrà a finire su di loro. Fa tutto Dio, fa tutto lui! È lui il padrone dei cuori, tu non devi dubitare! Ci pensa lui a volgere i cuori come vuole lui! Perché uno pensa: “Ma come fanno loro ad aver paura di me, che io sono così piccolo e loro sono mille volte più potenti di me?”, ma tu non ti preoccupare; tu non guardare la realtà visibile, tu guarda la fede, abbi fede in me, poi al resto ci penso io.

24 Ti metterà nelle mani i loro re e tu farai perire i loro nomi sotto il cielo; nessuno potrà resisterti, finché tu le abbia distrutte.

25 Darai alle fiamme le sculture dei loro dèi; non bramerai e non prenderai per te il loro argento e oro che è su di quelle, altrimenti ne resteresti come preso in trappola, perché sono un abominio per il Signore tuo Dio; 26 non introdurrai quest’abominio in casa tua, perché sarai come esso votato allo sterminio; lo detesterai e lo avrai in abominio, perché è votato allo sterminio.

Il Signore dice: “Non devi prendere l’oro e l’argento di cui sono fatte le statue, gli idoli; butta via tutto, quella roba lì e contaminata. Tu vivi solo di me”. Qui ricordate il discorso della provvidenza, quando la manna marcisce nella tenda, perché ne hanno presa di più.

Proseguiamo con il capitolo 8.

1Baderete di mettere in pratica tutti i comandi che oggi vi dò, perché viviate, diveniate numerosi ed entriate in possesso del paese che il Signore ha giurato di dare ai vostri padri.

I comandi lì da Dio: Dio dà i comandi, ma dà anche il paese che ha promesso.

2 Ricordati di

“Ricordati”, vedete quanto ritorna questo termine? Noi abbiamo tanto a cuore di segnarci le domande che dobbiamo fare a Dio – Signore, dammi questo; Signore fammi questo; Signore voglio questo; Signore, questa grazia; Signore, ti chiedo questo – noi chiediamo sempre a Dio; ma abbiamo fatto un libro di memorie dei doni e delle grazie che Dio ha fatto a noi? No. Noi abbiamo sul nostro calendario scritto: “2012: oggi Dio mi ha donato la grazia di riavvicinarmi alla confessione. E ogni anno gli dirò grazie”? No, perché tutto è dovuto! Se uno dovesse chiedervi: “Qual è la data del tuo riavvicinamento a Dio? Che data festeggi?”; Oppure: “Qual è la data nella quale il Signore ti ha donato il tuo confessore?”; oppure: “Qual è la data nella quale il Signore ti ha fatto una grazia speciale? Che giorno, che anno, che mese, a che ora?”. Boh! Tutto questo non sta con “Ricordati”, e dopo, ovviamente, cadiamo, manchiamo di fede, perché non ci ricordiamo.

2 Ricordati di tutto il cammino che il Signore tuo Dio ti ha fatto percorrere in questi quarant’anni nel deserto, per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore e se tu avresti osservato o no i suoi comandi.

Questo è il senso della nostra vita: essere messi alla prova per essere verificati, per far vedere quello che abbiamo nel cuore. Questo è il senso della prova e di tutte le prove, di tutte le assenze, di tutte le sottrazioni: deve venir fuori quello che noi portiamo nel cuore. E viene fuori. Deve venir fuori, se noi osserviamo i suoi comandi.

3 Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame, poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, per farti capire che l’uomo non vive soltanto di pane, ma che l’uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore. 4 Il tuo vestito non ti si è logorato addosso e il tuo piede non si è gonfiato durante questi quarant’anni. – tu non hai subito quello che avresti dovuto subire; tutto si è conservato – 5 Riconosci dunque in cuor tuo che, come un uomo corregge il figlio, così il Signore tuo Dio corregge te – perché ti è padre. 6 Osserva i comandi del Signore tuo Dio camminando nelle sue vie e temendolo; …

Nel sentire queste parole voi sentite una grande pace, a meno che dentro non ci sia qualcosa chi urli il contrario. Queste parole danno una grande pace, danno una grande serenità, fanno addormentare; addormentare nel senso proprio del riposo, ma del riposo vero dello spirito. Perché senti queste parole come se fossero il discorso dolcissimo del padre che più ti ama. A meno che, dentro, qualcosa non urli già la mia infedeltà; allora no, allora non sono un riposo, sono un tormento.

7 perché il Signore tuo Dio sta per farti entrare in un paese fertile: …

E adesso glielo descrive questo paese, per venire incontro anche alle tante domande che uno si fa (ma cosa ci sarà in questo paese? Ma dov’è? Ma …?). Proprio si vede come Dio va incontro su tutto a loro, e dopo loro non avranno scuse.

7 perché il Signore tuo Dio sta per farti entrare in un paese fertile – siamo nel deserto, eh! –: paese di torrenti, di fonti e di acque sotterranee che scaturiscono nella pianura e sulla montagna; 8 paese di frumento, di orzo, di viti, di fichi e di melograni; paese di ulivi, di olio e di miele; 9 paese dove non mangerai con scarsità il pane, dove non ti mancherà nulla; paese dove le pietre sono ferro e dai cui monti scaverai il rame. 10 Mangerai dunque a sazietà e benedirai il Signore Dio tuo a causa del paese fertile che ti avrà dato.

Neanche noi viviamo in un paese così. Ma questo paese è così, esiste perché esiste la benedizione di Dio, “se ti fidi”.

11Guardati bene dal dimenticare il Signore tuo Dio – è questo solo che gli chiede – così da non osservare i suoi comandi, le sue norme e le sue leggi che oggi ti dò.

Il Signore dice: “Tu devi ricordarti di osservare i miei comandamenti, al resto penso io. Tu fai la tua parte da uomo e se ti fidi ti mostrerò quanto bene so fare il mio ruolo di Dio.

12Quando avrai mangiato e ti sarai saziato, quando avrai costruito belle case e vi avrai abitato, 13 quando avrai visto il tuo bestiame grosso e minuto moltiplicarsi, accrescersi il tuo argento e il tuo oro e abbondare ogni tua cosa, 14 il tuo cuore non si inorgoglisca in modo da dimenticare il Signore tuo Dio che ti ha fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla condizione servile; …

Il Signore ricorda che tutto il benessere viene da Lui e non dalle tue capacità. Non devi dimenticartene solo perché tutto va bene.

15che ti ha condotto per questo deserto grande e spaventoso, luogo di serpenti velenosi e di scorpioni, terra assetata, senz’acqua; che ha fatto sgorgare per te l’acqua dalla roccia durissima; 16che nel deserto ti ha nutrito di manna sconosciuta ai tuoi padri, per umiliarti e per provarti, per farti felice nel tuo avvenire. – Dio gli continua a fare una memoria dietro l’altra – 17Guardati dunque dal pensare: La mia forza e la potenza della mia mano mi hanno acquistato queste ricchezze. – Perché noi abbiamo la tentazione di dire: è tutta opera mia; sono io che sono bravo; sono io che sono intelligente; sono io che so fare; sono io che sono riuscito – 18 Ricordati invece del Signore tuo Dio perché Egli ti dà la forza per acquistare ricchezze, al fine di mantenere, come fa oggi, l’alleanza che ha giurata ai tuoi padri.

Il Signore dice: “Ti faccio stare benissimo, così tu puoi essere fedele. Perché tu devi avere una sola preoccupazione: la mia gloria, la mia alleanza, la mia amicizia. Tu pensa a me, che io penso a te”.  Fate questo bel patto con Dio: io penso a te, tu pensi a me. È più facile che saremo noi a dimenticarci di Dio, che non Dio di noi.

19 Ma se tu dimenticherai il Signore tuo Dio e seguirai altri dèi e li servirai e ti prostrerai davanti a loro, io attesto oggi contro di voi che certo perirete! 20 Perirete come le nazioni che il Signore fa perire davanti a voi, perché non avrete dato ascolto alla voce del Signore vostro Dio.

Capitolo 9

1 Ascolta, Israele! Oggi tu attraverserai il Giordano per andare a impadronirti di nazioni più grandi e più potenti di te, – il Giordano non è un fiumiciattolo, anche quello si è dovuto aprire, perché altrimenti non passavano. Quindi Dio gli fa un altro miracolo: aprire il Giordano – di città grandi e fortificate fino al cielo, 2 di un popolo grande e alto di statura – state attenti a queste espressioni perché poi lunedì prossimo diremo esattamente tutto quello che aveva detto Dio e che loro usano al contrario – dei figli degli Anakiti che tu conosci e dei quali hai sentito dire: Chi mai può resistere ai figli di Anak? 3 Sappi dunque oggi che il Signore tuo Dio passerà davanti a te come fuoco divoratore, li distruggerà e li abbatterà davanti a te; tu li scaccerai e li farai perire in fretta, come il Signore ti ha detto. 4 Quando il Signore tuo Dio li avrà scacciati dinanzi a te, non pensare: A causa della mia giustizia, il Signore mi ha fatto entrare in possesso di questo paese; mentre per la malvagità di queste nazioni il Signore le scaccia dinanzi a te. 5 No, tu non entri in possesso del loro paese a causa della tua giustizia, né a causa della rettitudine del tuo cuore; ma il Signore tuo Dio scaccia quelle nazioni dinanzi a te per la loro malvagità e per mantenere la parola che il Signore ha giurato ai tuoi padri, ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe. 6 Sappi dunque che non a causa della tua giustizia il Signore tuo Dio ti dà il possesso di questo fertile paese; anzi tu sei un popolo di dura cervice.

Il Signore dice: “Non dimenticarti che sei una povera persona. Quello che io faccio per te, lo faccio perché quei popoli sono malvagi; ed è tutta opera mia, non è la tua giustizia, non è perché tu sei bravo, perché tu sei santo; perché tu sei una povera persona!”

Tutto questo per prepararci alla volta prossima, dove invece vedremo il popolo che arriva alle porte della terra promessa, e lì succederà qualcosa. Il consiglio che vi do, in questa settimana, è di rileggere questi testi proprio per risentirli dentro, belli, e per vedere quanto la nostra vita è in assonanza con loro.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

Informazioni

Padre Giorgio Maria Faré ha tenuto queste catechesi tutti i lunedì alle ore 21 presso il Convento dei Padri Carmelitani Scalzi di Monza.

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